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Live Nation

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Più di 160 mila biglietti venduti per la tournèe invernale dopo gli oltre 150 mila paganti del tour negli stadi del “Cremonini Live 2018”. Per accontentare la grande richiesta del pubblico, molte date son state duplicate e in alcuni casi triplicate

Cesare Cremonini, ultima data del Logico Tour 2014 - Padova 27 Novembre 2014

Parte ufficialmente stasera, dal Pala Olimpico di Torino, il Cremonini Live 2018, trance invernale che segue il grande successo dei quattro concerti negli stadi di Cesare Cremonini.  La tournèè invernale vedrà l’artista Bolognese esibirsi in 23 palasport italiani con  numerose tappe già  sold out in prevendita(Torino compresa) e terminerà il 16 dicembre con la terza data al Mediolanum forum di Milano. Per accontentare la grande richiesta del pubblico, molte date son state duplicate e in alcuni casi triplicate con  più di 160 mila biglietti venduti per la tournèe invernale, che bissa il successo di questa estate con il tour negli stadi del “Cremonini Live 2018” con oltre 150 mila paganti

Dopo le due date a Mantova, Cesare porterà in giro per l’Italia uno spettacolo imperdibile e di grande successo con 24 brani in scaletta, tra cui alcune canzoni mai eseguite dal vivo, per più di due ore di concerto durante le quali Cremonini, musicista, autore, show-man, unico per stile e talento, incanterà e coinvolgerà il pubblico con uno spettacolo “internazionale”.  La scaletta abbraccerà i  brani storici fino al lavoro maturo e visionario dell’ultimo disco ” Possibili Scenari”.

Cesare Cremonini porterà  in scena vent’anni di carriera, costellati da successi entrati nell’immaginario collettivo di tutti. Cesare ha sempre scritto riuscendo a coniugare la sua impostazione da cantautore con arrangiamenti e sonorità sempre ricercate lontane dalle mode del momento. Caratteristiche queste che fanno di lui uno degli artisti musicalmente più influenti del panorama italiano.

Ad accompagnare Cesare Cremoni, ci saranno  Nicola Balestri – basso e banjo, Andrea Morelli – chitarre elettriche e acustiche, Alessandro de Crescenzo – chitarre elettriche e acustiche, Michele Guidi – tastiere, Bruno Zucchetti – tastiere, Andrea Fontana – batteria, Andrea Giuffredi – tromba, Massimo Zanotti – Trombone, Gabriele Bolognesi – Sax e flauto traverso, Annastella Camporeale – cori e
Gianluigi Fazio – cori, chitarra acustica

Il “Cremonini Live 2018” è una produzione  “Live Nation”

Radio Italia è radio ufficiale del tour

di seguito le prossime date

9 novembre Milano (Mediolanum Forum)
10 novembre Milano (Mediolanum Forum)
13 novembre Conegliano (Tv) ( Zoppas Arena)
14 novembre Padova (Kione Arena)
16 novembre Firenze (Mandela Forum)
17 novembre Firenze (Mandela Forum)
20 novembre Rimini (RDS Stadium)
21 novembre Rimini (RDS Stadium)
23 novembre Ancona (Palaprometeo Estra)
27 novembre Bologna (Unipol Arena)
28 novembre Bologna (Unipol Arena)
29 novembre Bologna (Unipol Arena)
1 dicembre Bari (Palaflorio)
2 dicembre Bari (Palafliorio)
3 dicembre Bari (Palafliorio)
5 dicembre Eboli (Palasele)
8 dicembre Acireale (Pal’Art Hotel)
11 dicembre Roma (Palalottomatica)
12 dicembre Roma (Palalottomatica)
16 dicembre Milano (Forum di Assago)

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Mancano pochi giorni alle 2 date invernali milanesi del Global Spirit Tour dei mitici Depeche Mode che si esibiranno il 27 e il 29 Gennaio al Mediolanum Forum di Assago con l’organizzazione di Live Nation e soprattutto con possibilità di biglietti in alcuni settori del palazzetto.

Leader incontrastati dell’Electro Rock  con  oltre 100 milioni di dischi venduti e un totale di 30 milioni di spettatori ai loro concerti in tutto il mondo, i Depeche Mode sono uno dei gruppi più importanti e amati della storia della musica. Formatisi nel 1981, da Dave Gahan, Martin Gore e Andy ‘Fletch’ Fletcher,  continuano a mietere consensi a livello globale, sia per i loro dischi che per le loro performance dal vivo e ad essere citati da innumerevoli artisti come innovatori e fonte di ispirazione.

I loro 14 album in studio sono entrati nella Top 10 in oltre 20 paesi, tra cui gli USA e il Regno Unito e l’ultimo album, Spirit pubblicato a Marzo del 2017 ha confermato la qualità della loro musica lasciando ancora una volta stupefatta critica e pubblico .

Non c’è altro da aggiungere se non correre per accaparrarsi gli ultimi tagliandi disponibili, oppure aspettare 6 lunghi mesi fino alla prossima estate per rivederli in Italia a Barolo il 2 Luglio nell’ambito del Collisioni Festival nelle Langhe Piemontesi .

 

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Manca pochissimo all’arrivo in Italia del crooner australiano Nick Cave che con i suoi Bad Seeds porterà finalmente nel nostro Paese il suo ultimo album Skeleton Tree per ben tre date.

4 novembre – Kioene Arena – Padova
6 novembre – Mediolanum Forum – Milano
8 novembre – Palalottomatica – Roma

Skeleton Tree, pubblicato il 9 settembre 2016, segna il ritorno sulla scena artistica del cantautore, la cui assenza dai palchi era stata segnata dalla tragica scomparsa del giovane figlio Arthur. Grazie anche alla creazione dal toccante docu-film One more time with feeling, Nick Cave è riuscito anche questa volta a risalire l’oscurità degli abissi e del dolore e a trasformare in musica il suo percorso di salvezza, e noi non vediamo l’ora di sentire dal vivo questa sua nuova energia.

Le tre date italiane si svolgono nell’ambito dello stesso tour europeo partito in Inghilterra a fine settembre che ha già registrato un incredibile successo.
I biglietti sono ancora in vendita presso i rivenditori ufficiali.

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Non si placa lo scandalo che ha travolto alcune società organizzatrici di concerti dopo il servizio de Le Iene (noi ve ne avevamo già parlato qui). Martedì scorso la trasmissione tv ha mandato in onda un nuovo servizio dedicato all’argomento, in cui emerge che a stringere accordi con le società di secondary ticketing (bagarinaggio online) non sarebbe solo Live Nation ma anche Vivo Concerti (almeno sino a quando è stata gestita da Corrado Rizzotto, poi passato a Indipendente Concerti). Qui il link al servizio integrale: http://mdst.it/03v664364/

In seguito alla messa in onda di questo nuovo capitolo sono scattate le perquisizioni negli uffici milanesi di Live Nation e Vivo Concerti da parte della Guardia di Finanza. Tre le persone indagate: Roberto De Luca, amministratore delegato di Live Nation, Corrado Rizzotto, ex numero uno di Vivo Concerti e ora amministratore di Indipendente Concerti, e Antonella Lodi. E in questo nome sta il potenziale colpo di scena.

In queste ore molti quotidiani hanno riportato che potrebbe essere proprio lei la persona con il volto coperto che ha dato il via all’inchiesta de Le Iene. Antonella Lodi però è Direttore Generale di Live Nation, e se l’ipotesi che sta circolando in rete venisse confermata significherebbe che Live Nation è stata tradita non solo dall’interno, ma da un suo alto dirigente. Dagli uffici di Via Pietrasanta (sede milanese di Live Nation) liquidano l’ipotesi però come “Pura fantascienza”.

Va chiarito, però, che l’attività di investigazione ha lo scopo di porre sotto sequestro le originali fatture incriminate (quelle documentate da Le Iene). Inoltre la truffa ipotizzata dal Pubblico Ministero si configura ai danni di TicketOne, e non degli acquirenti finali del biglietto venduto a prezzo maggiorato. Questo significa che il reato diventa procedibile solo in seguito a una querela della parte lesa. TicketOne, però, non ha ancora presentato querela.
I filoni d’indagine attualmente in corso inoltre sono due: quello legato al rapporto diretto esistente tra organizzatori di concerti e siti di secondary ticketing e quello che fa riferimento all’esistenza di software che hanno lo scopo di aggirare i limiti all’acquisto di biglietti, generalmente di 4 per ogni utente, appoggiandosi su profili falsi.

Intanto Claudio Trotta, da tempo impegnato in una battaglia contro questo tipo di speculazioni, ha pubblicato una lunga lettera in cui annuncia che Barley Arts lascia Assomusica. Questo il contenuto della lettera:

Cari Associati
Ho assistito, come probabilmente molti di voi, alla trasmissione di ieri sera de Le Iene, che ha mostrato la terza puntata dell’indagine sul tema del Secondary ticketing. Alla luce di quanto nuovamente emerso è palesemente stridente la posizione e l’atteggiamento che la nostra dirigenza ha assunto, e messo in atto nel corso dell’intero anno corrente.
Ho per fortuna assistito alle nette prese di posizione di Clemente Zard e di Ferdinando Salzano, e all’adesione formale di Alex Fabbro alla mia azione legale contro Live Nation per danni di immagine e concorrenza sleale. Grazie a ciò mi sono fortunatamente sentito un po’ meno solo; tuttavia voglio brevemente riassumere quanto successo per non lasciare nulla di incompreso circa la decisione che ho maturato e che qui vi comunico.
Ricordo a tutti voi che ho cominciato a denunciare questo cancro da moltissimi anni; a livello internazionale e nazionale, a livello mediatico e istituzionale, durante incontri pubblici e in occasione di assemblee, direttivi e riunioni associative.
Quanto scritto a proposito della mia presa di posizione è largamente presente sul web, all’interno di documenti ufficiali (pubblicati anche sui miei social network, privati ed aziendali), e all’interno dei report redatti al termine delle riunione di “Assomusica” e di “International Live Music Conference”.
Più in particolare vi riassumo quanto successo quest’anno: nel mese di Gennaio, in occasione di un incontro svoltosi presso l’AGIS di Milano, alla quale hanno partecipato tutti i principali produttori nazionali, ho chiesto di prendere una posizione comune contro tale fenomeno, ottenendo solo adesione informale da parte di Orazio Caratozzolo per conto di F&P Group e da David Zard.
La maggioranza dei partecipanti non si è espressa in merito, e due importanti produttori nazionali hanno dichiarato l’adesione al modello Secondary ticketing; uno dei quali ha poi curiosamente firmato l’appello contro il Secondary Ticketing promosso dalla Siae.
In quell’occasione ho lealmente informato tutti i presenti che non mi sarei fermato e che avrei continuato anche da solo questa battaglia etica, affermando che fare impresa non può e non deve significare per tutti fare speculazione.
Nei mesi seguenti ho chiesto due volte al Consiglio Direttivo dell’associazione di prendere una posizione sul tema, e lo stesso ha deciso di non prendere in tutte e due le occasionialcuna posizione come documentato dai verbali.
Il 4 aprile ho presentato un esposto penale alla Procura della Repubblica di Milano. Ho sollecitato più volte pubblicamente, con email e scritti di varia natura, gli associati, i produttori nazionali, i cantanti ed i gruppi musicali, le associazioni dei consumatori e più in generale l’intera filiera della musica dal vivo, di aderire a questa battaglia.
Fino alla messa in vendita dei Coldplay e al secondo servizio de Le Iene non mi pare che nulla di concreto sia cambiato nell’interesse collettivo, salvo il crescente malumore (e sto usando un eufemismo) dei nostri consumatori.
Il resto è di vostra conoscenza, inclusa la mia lettera aperta a tutti gli associati e ad Assomusica che qui vi allego nuovamente.
Non mi pare che la dirigenza abbia adeguatamente, e nei tempi necessari, preso le distanze, da quanto riassunto sopra, e, come avevo già accennato in precedenza, non riesco a restare un minuto in più in quest’Associazione, che non sento più appartenermi e rappresentarmi adeguatamente.
Con effetto immediato mi dimetto dolorosamente da Associato di un Associazione che ho fieramente contribuito a costituire nel lontano 1996, soprattutto per la propria e collettiva dignità personale che in questo momento sento duramente svilita e colpita.
cordiali saluti,
Claudio Trotta

Intanto, Live Nation ha diramato un comunicato in cui assicura la piena collaborazione con le forze dell’ordine:

n merito alla presenza oggi del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano presso gli uffici di Live Nation Italia, la società intende comunicare quanto segue:

Live Nation è sicura della correttezza del proprio operato e ha mostrato la massima collaborazione e trasparenza nei confronti degli organi competenti. La società esprime la propria totale fiducia nella Magistratura e la massima solidarietà nei confronti dell’Amministratore Delegato della sede italiana, che darà tutti gli approfondimenti del caso presso le sedi preposte, non appena sarà chiamato in causa.

Live Nation si astiene per il momento da ulteriori commenti sulla vicenda.

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I Wilco decidono di aprire il loro concerto milanese sul palco del Fabrique, omaggiando le ceneri delle bandiere americane, viste le circostanze (Ashes of American Flags). Cappello da cowboy, maglietta a righe, giubbino di jeans e pancia, Jeff Tweedy come sempre ha l’aria dell’americano medio, uno di quelli che alle recenti elezioni ha combinato il pasticciaccio che condizionerà i destini del mondo intero nei prossimi quattro anni. E invece è, al contrario, un essere tutt’altro che ordinario, e chi riempie la sala stasera lo sa bene e non a caso urla il suo nome già dall’inizio.

Ho sempre avuto paura di essere un normale ragazzo americano, canta in Normal American Kids, e invece è riuscito a benissimo a sfuggire a tale maledizione. Un’ apertura scarna e acustica, come lo è l’ultimo straordinario lavoro Schmilco, appena sporcata dai suoni elettrici dei fedeli compagni di band.
Inutile piangersi addosso (Cry All Day) in un momento come questo, Jeff è qui per rassicurarci con tutto il fare bonario di cui è capace. Dice che andrà tutto bene, We’re gonna be alright, che siamo in lutto ma assieme avremo la forza per elaborarlo perché siamo e saremo sempre più di loro, e così la bellezza, che non scomparirà.
Lui lo dice e tu stavolta ci credi sul serio. Quello che sorprende sempre, nonostante l’abitudine, è l’estrema naturalezza con cui in più di vent’anni, i cinque americani  riescono a fare tutto quello che fanno, sia su disco che dal vivo.
Il palco è un bosco e i Wilco suonano tra le fronde per due ore, con una scaletta che è un’ulteriore dimostrazione di intelligenza. Ai momenti più intimi e puliti (Misunderstood, Someone to Lose) si alternano le sperimentazioni di brani quali Art of AlmostI Am Trying to Break Your Heart, che permettono anche al batterista Glenn Kotche e al formidabile Nels Cline di mostrare tutta la loro maestria.
La verità è che, anche se poteva sembrare che con il precedente lavoro Star Wars la band di Chicago avesse avuto una piccola battuta d’arresto, non è mai stato così e i ragazzacci sono più forti di prima.
Dopo i classici Via Chicago e Impossible Germany arriva il momento Jesus, etc. a far sognare la sala e a ricordare che nel nostro mondo esistono brutture come Trump ma anche cose belle e perfette come quel disco che è Yankee Hotel Foxtrot.
Si torna sull’attualità, Tweedy spiega che ora più che mai in America la gente si guarda in faccia chiedendosi che fare e questo in qualche modo è un dato positivo. Poi si riprende a suonare ancora per un po’, con tanto di doppio bis e la platea che non smette di partecipare (canticchiando Spiders). Cline passa alla slide, si torna ai ritmi soft e si conclude al meglio con un’ultima ondata di calore.
I Wilco sono più che una certezza, e se Jeff Tweedy era qui con l’intento di rassicurarci ci è riuscito eccome. Si torna a casa carichi di energia positiva. Certi che, per quando le cose siano difficili, fino a che esiste chi come loro prosegue dritto su un cammino fatto di coerenza e bellezza e ha per fortuna deciso di condividerlo, saremo in qualche modo salvi.

SETLIST
Ashes of American Flags
Normal American Kids
If I Ever Was A Child
Cry All Day
I Am Trying to Break Your Heart
Art of Almost
Pickled Ginger
Misunderstood
Someone to Lose
Via Chicago
Reservations
Impossible Germany
Jesus, etc.
Locator
We Aren’t The World
Box Full Of Letters
Heavy Metal Drummer
I’m The Man Who Loves You
Hummingbird
The Late Greats

Random Name Generator
Spiders (Kidsmoke)

California Stars
War on War
Shot In The Arm

 

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Ha destato grande scalpore, e rabbia tra i fan, il servizio andato in onda ieri sera nella trasmissione televisiva Le Iene, nel corso del quale sarebbero state mostrate prove, contratti e fatture inerenti un rapporto commerciale tra Live Nation, organizzatrice di gran parte dei concerti-evento in Italia, e Viagogo, piattaforma di secondary ticketing.

Secondo quanto emerso, per ammissione dello stesso Amministratore Delegato di Live Nation, la società organizzatrice di concerti cederebbe in anticipo una parte dei biglietti disponibili alle società di secondary ticketing, guadagnando oltre il 90% sul ricarico del prezzo.

Questo il servizio integrale de Le Iene: http://mdst.it/03v662557/

La questione era già balzata da tempo agli onori delle cronache, in particolare dopo quanto accaduto durante la messa online dei biglietti per il concerto dei Coldplay (solo l’ennesimo episodio di una lunga serie, che i fan di ogni grande band sopportano da tempo) e in seguito agli esposti alla procura presentati da Claudio Trotta, boss di Barley Arts, che da tempo si è schierato pubblicamente contro la realtà del secondary ticketing.

La Procura di Milano inoltre aveva già aperto un’inchiesta sui 30mila biglietti del concerto di Bruce Springsteen dello scorso 3 luglio a San Siro, volatilizzatisi poco dopo l’apertura delle vendite online.

Anche l’Antitrust si è mossa ed ha aperto un’indagine su Ticketone – controllata della tedesca Cts Eventim esclusivista della vendita online per l’Italia – e quattro portali del mercato secondario. A questo si sono aggiunte un ricorso d’urgenza da parte di Siae al Tribunale Civile di Roma e un’interrogazione parlamentare e una proposta di legge per mettere fuorigioco il secondary ticketing, presentata dal deputato Massimo Fiorio. La proposita di legge, presentata sotto forma di emendamento al decreto fiscale, per il momento però è stata respinta dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera.

Ma anche le reazioni degli artisti non si sono fatte attendere. Oggi è arrivata quella del Blasco. Sulla sua pagina Facebook è infatti comparso questo comunicato:

Vasco Rossi figura tra i firmatari del protocollo SIAE contro il secondary ticketing, un documento sottoscritto anche da Eros Ramazzotti, Jovanotti e Tiziano Ferro, tutti cantanti i cui interessi dal vivo sono curati da Live Nation Italia.

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Update: Claudio Trotta, patron di Barley Arts, ha pubblicato pochi minuti fa una parte della lettera aperta scritta ad Assomusica, chiedendo una immediata presa di posizione e l’azione di provvedimenti in merito a quanto dichiarato da Roberto De Luca di Live Nation nel servizio de Le Iene. Questo il post:

Nella nuova Assago Summer Arena giustamente gremita, Carlos Santana ha completato le due tappe italiane del Luminosity Tour, riportando la magia della sua chitarra sui nostri palchi.

Per introdurre un artista come Carlos Santana non basterebbero decine di pagine di articoli , non foss’altro per la lunghezza della sua carriera che sorpassa tranquillamente i 40 anni stia lì a testimoniare come il suo talento abbia saputo esportare dal Messico la sua speciale formula musicale, in tutto il mondo.

SANTANA01

Ha venduto centinaia di migliaia di dischi , vincitore di innumerevoli Grammy e Latin Awards ed inserito nella Rock’ n’ Roll Hall of Fame da più di vent’anni la leggenda di Carlos Santana ha saputo come sempre regalare al suo pubblico oltre 2 ore di grande performance .

Una chitarra che si riconosce al primo accordo con il suo timbro al diapason e le sue folate rapide e precise che inseguono “el ritmo” ,  un melting pot di Blues Rock, percussioni afro, e il calore dei ritmi dell’America Latina.

Carlos Santana ha saputo reinventarsi più volte e anche nei momenti più difficili della sua lunga carriera non ha mai perso la voglia di suonare , la voglia di creare , di confrontarsi e collaborare con numerosi artisti ed anche nel 2016  ha voluto lasciare il segno producento un nuovo disco “Santana IV”  con ben 16 inediti richiamando alle armi alcuni degli strumentisti che costituirono la band che da Woodstock 1969 lo fece conoscere in tutto il mondo.

Ma veniamo al Live che puntualmente appena dopo le 21 alza il sipario per un Santana accompagnato da una line up di grandi strumentisti dove una imperiosa sezione ritmica fatta di 2 batteristi, un percussionista e un pulsante basso elettrico viene affiancata dalle tastiere, una chitarra accompagnamento e da due singer che si alternano nell’interpretazione delle canzoni ; gli stessi avranno ampi spazi che Santana concederà sapientemente  all’interno del live, per dimostrare le proprie individualità con straordinari assoli.

Sin dai primi accordi di Soul Sacrifice il pubblico si emoziona perchè ritrova Santana con la sua Gibson dorata attorniato da musicisti superlativi che accompagnano il “maestro” nei suoi mitici arpeggi , e che costruiscono il ritmo sul quale i fraseggi di chitarra si fanno via via sempre più frenetici per poi allungarsi sulle lunghe note.

La scaletta certamente non potrà accontentare tutti ma pescando in una playlist pressochè infinita saprà accontentare molti fan, si perchè alle prime note di Maria Maria tratta da quel disco capolavoro chiamato Supernatural il pubblico si alza in piedi ondeggiando al ritmo latino , cantando poi tutti insieme il refrain di Foo Foo  . Per Jingo le percussioni rullano in una danza africana senza tregua e quando arriva Corazon Espinado non ci spuò esimere dal cantare le pene d’amore al ritmo latino americano .

I classici del repertorio arrivano a metà percorso con una struggente Samba Patì  dove protagonista assoluta è la magica chitarra di Carlos e per il gran finale in un apoteosi di ritmi e sensazioni i capolavori senza tempo di Black Magic Woman e Oye Como Va  .

Santana concederà un paio di encore dove abbiamo riconosciuto una fenomenale Toussaint l’Overture e la superhit Smooth per un tripudio finale di una serata di rock meravigliosa .

Nella bollente Summer Arena di Assago con organizzazzione perfetta di Live Nation, il sipario si apre su un grande personaggio della musica rock quel Noel Gallagher che insieme al fratello Liam costruì una delle Band Brit Rock che ebbero maggior influenza nelle due decadi passate.

Noel è riuscito a ri-costruirsi  una grande nuova carriera solista ripartendo anche dalla burrascosa fine degli Oasis e cercando un nuovo inizio, nella parte inesplorata della sua creatività musicale e del suo talento.

L’intelligenza di Noel nell’attorniarsi da grandi strumentisti tra i quali il vecchio tastierista degli Oasis vede sul palco di Assago una formazione allargata addirittura ad una sezione fiati di tre elementi oltre alla ritmica ed una grande chitarra solista.NG5

Il fantasma Oasis aleggia sul palco e Noel e soci non possono evitare di evocarlo almeno in tre occasioni con le indimenticabili Champagne Supernova e Dont look back in anger su tutte ma è ovviamente il repertorio dei 2 dischi di NGHFB che va ad occupare il 95% dell’ora e mezzo di ottimo di concerto.

Dall’ultimo disco Chasing Yesterday che ha poco più di tre mesi di vita, abbiamo ascoltato molti pezzi tra cui i nuovi singoli In the Heat of the momentThe Ballad of the Mighty I ma anche Lock all doors e Riverman .

Dal disco di esordio non poteva mancare il singolo che ha segnato l’inizio del progetto Noel Gallagher’s High Flying Birds quella stupenda If I Had a Gun…. che affonda le profonde  radici nella tradizione delle ballate beatlesiane  dove Noel è fulgidamente ispirato e che in AKA …. What a Life si sublima con la sua inconfondibile voce.

Il pubblico grida in coro Noel  e la risposta dalla band  è sempre impeccabile, stilisticamente perfetta, nulla è lasciato al caso neanche quando vengono calati gli assi firmati Oasis a far capire che nessuno potrà dimenticare facilmente la loro storia e che indissolubilmente Noel porterà con sé per sempre nella sua musica.

fERDIDAS

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E così i Placebo ritornano in Italia forti della loro popolarità, comprovata da oltre una decina di milioni di dischi venduti in una ventina di anni di carriera. Live Nation ci regala dunque un bel concerto perché Brian Molko e soci sanno esprimersi dal vivo sfruttando una  straordinaria energia comunicativa oltre che la grande padronanza tecnica sugli strumenti.

Il loro repertorio vario e affascinante sa raggiungere trasversalmente svariate tipologie di fans che si riconoscono nella band sia nei momenti più potenti sia in quelli più meditativi. Il rock alternativo dei Placebo è difficilmente classificabile in un genere preciso proprio perché anche le loro influenze sono molteplici spaziando dal post punk al glam rock alla Bowie fino ad atmosfere elettroniche.

I tre sono accompagnati live da un terzetto di session tra cui spicca Fiona Brice che suona il violino elettrico oltre che cimentarsi alle tastiere e ai cori, Brian Molko in forma smagliante con quella sua voce unica che riconosceresti tra mille , Stefan Olsdal che non solo al basso ma anche chitarra e tastiere si destreggia in potenti assoli e poi la macchina ritmica di Steve Forrest impressionante nel suo incedere.

Un gran bel palco allestito con una quantità impressionante di pannelli e poi una  scaletta che ripercorre varie tappe del percorso musicale dei Placebo iniziando con una strabordante B3  e continuando con  i 2 singoli targati 2013 estratti da Loud Like Love. La titletrack   viene eseguita tra i primi pezzi e a seguire la magnifica perla Too Many Friends con una piccola introduzione di Brian sul significato stesso della canzone .

Grandi pulsazioni con  Song To Say Goodbye e per non farsi mancare nulla Every You Every Me e MedsSpecial K e Bitter End ci riportano una diecina di anni indietro arrivando a circa un ora di esibizione letteralmente volata via forse troppo breve per i fans che chiedono one more o some more.

Gli encore non mancano ma non sono più di tre tra cui la stupenda cover di KAte Bush Running Up that Hill e per concludere una versione allungata di Infra Red che anticipa i saluti dei Placebo e lascia sul palco i soli sessions per un giusto tributo alla grande performance live.

Ho percepito come un rinnovato ardore nei Placebo, il fuoco creativo arde ancora e  la voglia di stupire resta immutata nei tre !

Lunga vita al Rock !

fERDIDAS

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Grande serata all’Ippodromo nell’ambito del Festival Milano City Sound 2014 perché dopo alcuni anni di assenza si ripresentano sui palchi italiani i paladini del Trip Hop della Bristol Scene ovvero Massive Attack grazie anche ad un promoter come Live Nation che propone sempre musica di  spessore  e qualità.

Il progetto di Robert Del Naja e Grant Marshall ha ormai superato il ventennio di attività ma risulta sempre fresco ed innovativo come fosse il primo giorno; negli anni 90 , non dimentichiamoci, militavano nel gruppo anche altri musicisti in una sorta di collettivo tra i quali un altro  grande della musica alternativa cioè Tricky che proseguì poi la sua carriera in forma di solista.

Ma veniamo a noi cercando di descrivere  l’evento che, per chi ama la musica elettronica alternativa non può essere mai perso anche in assenza di nuovi materiali considerando che l’ultimo lavoro della band risale a circa 4 anni fa ; Heligoland.

A dire il vero un paio di tracce inedite sono state proposte all’inizio del live ma per il resto la scaletta del concerto ha sapientemente spaziato dai primi hit anni 90 della band fino alle proposte più alternative degli anni 2000.

La formazione sul palco si avvale di una nutrita presenza di session man con addirittura 2 sezioni ritmiche oltre a chitarra e basso il tutto orchestrato al centro  della scena da Robert “3D” e Grant “Daddy G“che si alternano ai vocals ai synth e agli effetti.

I Massive Attack si sono sempre avvalsi di grandi collaborazioni  sia agli strumenti che alla produzione ma soprattutto i “featuring” ai vocals sono  il loro marchio di fabbrica. E allora non poteva mancare con loro sul palco il mitico Horace Andy che con la sua voce riconoscibile tra mille e  tipicamente reggae  ha saputo dare a molti brani dei Massive un impronta e un feeling unico sia sui dischi che soprattutto dal vivo vedi le stupende  Girl I love You e  Splitting the Atom . Altra presenza carismatica molto rilevante è quella di Martina Topley Bird che ha partecipato ad alcune tracce dell’ultimo disco  e  che si prende tutta la scena anche alle tastiere per la splendida Psyche.

Melodia allo stato puro nelle 2  versioni da brividi di Safe From Arm e Teardrop fanno da contraltare al lato più dark della band che ci catapulta in un mondo da incubo nei quasi 10 minuti di Atlas Air o nelle allucinazioni di Future Proof

Lo schermo alle spalle del palco proietta sequenze di numeri , sigle  e loghi il mondo musicale senza confini di Massive Attack è capace di trasportarci su impervi sentieri musicali, la dove  sequencer e synth apocalittici si appropriano dell’etere e dove il ritmo della drum machine è un fluido continuo.

Questa è musica per palati fini  e novanta minuti di concerto non ci bastano, lasciandoci appesi ad un filo, in attesa di altre preziose gemme musicali, in attesa di altre news restiamo sintonizzati sulle frequenze Radio di Bristol .

fERDIDAS

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Molti sostengono che il web abbia ucciso la musica e le vendite dei dischi, il che sicuramente è vero: qualche volta però internet ha anche aiutato artisti emergenti a farsi conoscere al grande pubblico, e lanciato nomi sconosciuti nell’olimpo delle grandi popstar planetarie. Un altro punto interessante nella vita di un artista, quello che spesso gli garantisce la possibilità di continuare a fare il proprio mestiere, è rappresentato dai concerti.
Quando si parla della musica dal vivo però, specialmente nel 2013, saltano subito alla mente i numerosi Festival che – almeno per quest’anno – non si svolgeranno, dall’Heineken Jammin Festival che non è stato realizzato, all’A Perfect Day, annullato una volta che la line-up completa era già stata confermata. Pensando invece ai recenti successi di Bruce Springsteen e Depeche Mode a San Siro (completamente sold-out) o di Jovanotti che ha raccolto consensi ovunque, e ancora alle 12 mila presenze che il 28 luglio scorso hanno affollato l’Ippodromo del Galoppo di Milano per assistere ad una delle due date italiane dei Blur, si comprende che, se e quando gli eventi vengono organizzati, la risposta della gente arriva.

All’estero addirittura, i biglietti per Festival importanti come Coachella o Glastombury vanno esauriti mesi prima dell’evento, senza che i paganti conoscano in anticipo i nomi di chi vedranno esibirsi sul palco. Ovviamente dalle nostre parti una possibilità del genere non sarebbe contemplabile: il problema in Italia è una questione di natura strutturale, che va al di là della volontà degli addetti ai lavori di organizzare grandi eventi come quelli di San Siro, o Festival più o meno mainstream.

Per quanto riguarda i live milanesi da stadio però, sembra che potremo stare tranquilli almeno fino al 2014, come gli stessi Bonaso e De Luca di Live Nation hanno confermato a Repubblica: “Un festival richiede di mettere assieme 2-3 nomi importanti, è come allineare dei pianeti. Per San Siro basta un grande nome alla volta” e continuano, “L’ anno prossimo sarà meglio, anche se speriamo che il Comune ci metta qualcosa di suo. Per ogni concerto a San Siro ci tocca sborsare tra i 30 e i 50mila euro per gli straordinari di vigili urbani e Atm. Non mi pare giusto, considerando che ogni data genera un indotto di 5 milioni in città”. L’autorevole quotidiano, nel medesimo articolo, parla anche di due date al Meazza per Ligabue, e delle possibili presenze di Vasco Rossi, One Direction, AC/DC, Pearl Jam, Biagio Antonacci e Modà: non sappiamo ancora se tutto ciò si concretizzerà, ma puntando su nomi del genere sicuramente le vendite dei tagliandi non si faranno attendere.

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Si tratta di una dichiarazione molto probabilmente destinata a suscitare un certo scalpore: l’agenzia di organizzazione e gestione eventi Live Nation, una delle maggiori degli Stati Uniti, tramite il direttore marketing Jim Steen ha comunicato come i biglietti per i concerti vadano a pagare principalmente gli artisti, che incasserebbero circa l’85 – 90% del costo al pubblico. Nell’ultimo anno i prezzi dei biglietti venduti da Live Nation sarebbero aumentati del 7%, mentre per quanto riguarda l’Italia, si parla di un aumento dell’1,2% con un prezzo medio di 34 euro secondo i dati raccolti lo scorso anno.