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Barley Arts Promotion

Una fantastica serata di inizio Giugno al Festival Costellazioni 2018 nella suggestiva cornice del Parco di Villa Tittoni a Desio grazie allo sfavillante live regalatoci da Xavier Amin Dphrepaulezz in arte  Fantastic Negrito e dalla sua band .

Già un paio di anni fà notammo questo artista di grande talento e dalla vita avventurosa, recensendone il suo primo disco  The Last Days of Oakland vincitore poi del Best Contemporary Blues Album al 59° Grammy Awards,  ed ora grazie alla promozione di Barley Arts che lo ha riportato in Italia, abbiamo potuto apprezzarne tutte le sue potenzialità di artista di grande espressività ed originalità.

Un esibizione di un ora e mezzo con una band composta dalla base ritmica (batteria + basso) da un tastierista e dalla chitarra solista a supporto di Fantastic Negrito con la sua chitarra a 6 corde che rappresenta l’artista a tutto tondo capace di intrattenere il pubblico di incantarlo con la sua splendida voce e di gigioneggiare sul palco con movenze da vero attore .

L’essenza del Mississipi Blues in chiave moderna con spruzzate di di gospel e tanto funk , questo e molto altro dentro il mondo di Fantastic Negrito ;

abbiamo ascoltato molte tracce del nuovo disco”Please Don’t Be Dead”  in uscita il 15 Giugno come ad esempio Plastic Hamburgers nuovo singolo e la splendida The Duffler .  E poi ancora Bullshit  AnthemA Letter to Fear cantata insieme ai cori del pubblico.

Tra le tracce del primo fantastico disco non potevano mancare la struggente In the Pines (Oakland) , Scary Woman, e  Working Poor in un rutilante melting pot  che potremo definire Pop Blues senza scomodare i padri fondatori del genere . Fantastic Negrito sa catalizzare l’attenzione del pubblico lo trascina nel vortice del ballo e propone duetti ben riusciti che lasciano una netta sensazione di soddisfazione perchè la sua musica così lontana dalla nostra realtà è così vicina alle radici dell’istinto che è territorio comune di condivisione delle emozioni.

Al termine della performance lui non può mancare al banchetto dietro il palco per autografare i suoi dischi e per unirsi nelle foto dei fans dimostrando un grande capacità empatica fatta di vita vissuta, di alti e bassi che la vita inevitabilmente ci riserva . E allora pazientiamo ancora qualche giorno per ascoltare interamente il nuovo disco che promette già molto bene e che segnerà certamente un ulteriore passo in avanti verso un più ampio successo certamente meritato .

 

Straordinario live set onirico musicale quello proposto dai Public Service Broadcasting l’altra sera  alla Santeria Social Club di Milano e certamente va fatto un plauso a Barley Arts per averli riportati in Italia per due date.

Difficile classificare il suond dei PSB tuttavia si potrebbe posizionarli a cavallo tra una sorta di progressive rock con venature Pop e una forma di art rock in continua ricerca di suoni ed ambientazioni, con una precisa missione di intrattenere ma anche di educare ed informare proprio come il titolo del loro primo lavoro Inform – Educate – Entertain del 2013.

Date queste premesse l’altro aspetto caratterizzante della musica dei Public Service Broadcasting è l’assenza di un singer vero e proprio, sostituito sia sul disco che nei live da tutta una serie di registrazioni vocali tratte da film d’epoca, documentari , conferenze, discorsi etc

Di fatto la performance dei PSB in concerto è molto differente  dalle atmosfere tipiche dell rock strumentale (alla Mogway per intenderci) ma si avvicina  molto di più ad una esibizione multisensoriale (musica e video) e musicalmente molto interessante anche per gli amanti di altri generi.

Il trio Sud Londinese PSB si è presentato sul palco del Santeria con il leader e ideatore del progetto   J. Willgoose, Esq. alla chitarra, banjo, e campionatori, da Wrigglesworth alla batteria,  a dal polistrumenstista JF Abraham al basso , tastiere e tromba,  intrpretando molte tracce del nuovo lavoro Every Valley uscito un paio di mesi or sono e ovviamente proponendo molti brani della loro produzione fatta di tre dischi e svariati EP e remix.

Lo spettacolo video musicale dei PSB è come una specie di viaggio che ci porta dagli spazi interstellari dei primi viaggi cosmici alle Miniere del Galles e dalle cime di maestose dell Everest al caos delle nostre città tutto eseguito con grande tecnica strumentale ma soprattutto permeato di grande creatività.

I tre musicisti si destreggiano sia con gli strumenti classici del rock batteria , basso e chitarra ma alternano e integrano anche nella stessa traccia tutta una serie di campionamenti e sample eseguiti in tempo reale dando vita ad un turbinio di sensazioni che vanno dal rock all’elettronica .

Bellissima la sequenza di brani tratta dal favoloso The RAce for Space con The other Side, e Sputnik a farci rivivere proprio quella corsa sfrenata verso lo spazio, con la batteria di Wrigglesworth che si cimenta su Drum Pad e Tamburi creare una ritmica sempre trascinante a volte supportato dal basso elettrico di  JF Abraham.

Tra i brani del nuovo disco abbiamo riconosciuto Progress, oltre a They Gave me a Lamp che pur senza il contributo dei featuring nella versione su disco si dimostrano solide anche dal vivo.

 J. Willgoose utilizza almeno 7 chitarre elettrico e addirittura un banjo per ottenere la giusta tonalità ideale ad ogni brano a cominciare dal singolo più famoso dei PSB , Go!, dove tutto il pubblico partecipa alternando lo a Stay , oppure a Spitfire vero capolavoro art rock , mentre l’arpeggio di Lit Up è davvero delizioso.

Splendida la funkeggiante Gagarin , con la tromba e la chitarra a duettare e il video di repertorio in sottofondo di Yuri dove si santifica l’eroe russo primo uomo nello spazio profondo.

Il concerto molto coinvolgente si conclude con due encore  l’ultimo dei quali, la sognante Everest, riporta le tastiere in primo piano a sovrapporsi alla chitarra in un crescendo magnifico lassù fino in cima sulla vetta del mondo dove il suono e la vista non hanno più limiti.