Casa è dove si trova il cuore – Home Festival day 1

Casa è dove si trova il cuore – Home Festival day 1

Un grandissimo inizio per il festival trevigiano, prima che la pioggia portasse all'annullamento del day 2

Quando ci si trova di fronte a qualcosa di così ben costruito, così studiato nei minimi particolari, così grandioso rispetto a ciò che siamo abituati a vedere normalmente in Italia,  come Home Festival, non si può non rimanere basiti. Quello che avviene per 5 giorni l’anno a pochi passi dall’aeroporto di Treviso è una magia: un luna park in cui la protagonista assoluta è la musica, di cui viene permessa e facilitata la fruizione in ogni modo: navette che ti portano nel luogo del festival, un camping a poche centinaia di metri dall’entrata principale, punti ristoro ovunque e anche un’attenzione per il riciclaggio che non si nota in altri festival di uguale impatto.

Insomma a Treviso va in scena un festival di stampo europeo, un piccolo Primavera Sound, un piccolo Sziget Festival: so che forse questo commento farà storcere la bocca a molti, visto quanto accaduto l’1 settembre, con l’annullamento della giornata ed il disappunto dei fan di Liam Gallagher (giustissimo), ma, per quanto visto essendo lì fino a poche ore prima, l’evento naturale accaduto è stato davvero eccezionale e per un festival simile dover decidere per l’annullamento causa un danno economico che, sono certo, avrebbero preferito evitare; credo semplicemente che gli organizzatori abbiano verificato che non c’erano le condizioni di sicurezza per far entrare migliaia di persone nell’area del Festival.

Già, perchè è di grandi numeri che si parla quando si dice Home: erano in migliaia a cantare di fronte a un Simon Le Bon in formissima sul palco principale, dove i Duran Duran hanno dimostrato una volta di più di non essere solo delle icone stantie, ma ancora degli idoli pop, capaci di far ballare tre generazioni di persone con brani immortali come “Hungry like the wolf” o “Wild boys”.

Ed eravamo ancora in migliaia sotto il tendone dell’Isko stage a ballare davanti ai potentissimi Soulwax e alle loro tre (sì, avete letto bene, tre) batterie (di cui una suonata da Igor Cavalera, ex dei Sepultura), ma l’evento forse più atteso della serata era il live dei berlinesi Moderat, ultima data italiana prima dell’annunciata lunga pausa, che vedrà Apparat e i Modeselektor dedicarsi ai rispettivi progetti: il live è stato assolutamente all’altezza delle aspettative e ha confermato come i Moderat spicchino nel panorama dell’elettronica attuale, riuscendo a coniugare alla loro ricerca sonora uno spirito pop che piace e funziona.

Detto questo, quello che “funziona”, per utilizzare il medesimo verbo, dell’Home è proprio questa capacità di accontentare qualsiasi palato (o per meglio dire udito) e di farlo con un alone di semplicità, di familiarità che si incontra solo se un festival è ben fatto: niente ressa, ampi spazi, accessibilità per tutti e godimento assicurato per le proprie orecchie.

Al netto degli imprevisti ed imprevedibili mutamenti climatici, lunga vita ad Home Festival, un festival italiano, un festival europeo, dove sentirsi, semplicemente, a casa.

 

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