I-DAYs Festival 2016 – Sigur Rós

I-DAYs Festival 2016 – Sigur Rós

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Secondo appuntamento dell’I-Days Festival 2016 a Monza: cambiano gli artisti, cambia il pubblico, cambia l’atmosfera. Questa sera, al contrario della precedente, il pubblico è arrivato numeroso fin dalle tarde ore del pomeriggio, ha usufruito in maniera più spontanea e naturale degli spazi verdi che l’evento metteva a disposizione: famiglie con bambini e giovani ragazzi, in compagnia di amici o genitori, immersi in un clima di totale relax e godimento della musica circostante: Shura, Honne, Stereophonics, Låpsley…sono solo alcuni dei numerosi artisti presenti.
Ma il momento più atteso arriva con il calare della notte e lo scorgere delle stelle: dopo 3 anni tornano attesissimi i Sigur Rós live in Italia, con la nuova formazione, orfana del talentuoso polistrumentista Kjartan Sveinsson.
Su un palco allestito di leggere strutture geometriche simmetriche e prospettiche, nascosti da un sipario elettronico, il trio offre come pezzo d’apertura la loro ultima canzone Óveður.
L’infinita folla ai piedi del palco ascolta in religioso silenzio, in piedi, come soldatini, catturati dai suoni alieni che provengono dal palco. Un’ovazione generale quando all’inizio del terzo pezzo, l’acclamata Sæglópur, si alza finalmente l’oscuro sipario, mostrando i tre beniamini ai suoi fan.
Mi chiedo se il modo giusto di usufruire di tale spettacolo sia questo: un contrasto tra la seducente estraneazione, provocata dall’invisibile magia della musica e dalla voce di Jón proveniente da mondi a noi sconosciuti, e l’affliggente realtà di trovarsi immersi a migliaia di persone che possono soltanto immaginare di trovarsi in una situazione gradevole in cui usufruire di tale musica. Inoltre ci sono altri fattori che possono lasciare interdetti gli ascoltatori più accaniti: per esempio la mancanza di un reale supporto di archi, sostituiti da riproduzioni elettroniche e basi registrate, che provocano lo stravolgimento di alcune canzoni, come la storica Starálfur. E se la performance è penalizzata dal volume non abbastanza alto da coinvolgere tutti, almeno le suggestive immagini che si susseguono sul megaschermo hanno il potere di affascinare e conquistare la platea. Uno dei momenti più efficaci è rappresentato da Kveikur, canzone tratta dall’ultimo omonimo album del 2013, dalle sonorità più decise. Il pubblico ha però apprezzato molto l’attenzione da parte del gruppo dell’inserimento di pezzi storici oltre ai più (relativamente) recenti. Infatti, per finire in gran bellezza, appena dopo una piccola pausa, i Sigur rianimano uno dei loro pezzi più amati, dall’infinita bellezza, oltre che lunghezza, Popplagið, lasciandoci tornare a casa con quell’aria spaesata e incantata che ci ha accompagnato per l’intera serata.

SETLIST:
Óveður
Starálfur
Sæglópur
Glósóli
Vaka
Ný Batterí
E-Bow
Festival
Yfirborð
Kveikur
Hafsól
Popplagið

folla

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