Sanremo 2018: il report semiserio della seconda serata

Sanremo 2018: il report semiserio della seconda serata

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Sting e Shaggy - Sanremo 2018

[Ironia mode: on]

Sessantottesima edizione del Festival di Sanremo, conduce: Michelle Hunziker. Pierfrancesco Favino regge bene il ruolo della spalla: canta, balla e riproduce accenti regionali. A Claudio Baglioni devono ancora spiegare che non è un suo mega concerto che dura cinque giorni. Ogni volta che sale sul palco un ospite si mette a cantare lui, meglio se una sua canzone, se no vabbè si accontenta. Comunque molto bene Baglioni, sembra vero. Ha ancora la mobilità articolare del legno massello, è un po’ rigidino insomma, e gli zigomi glieli ha prestati Gabriel Garko, che tanto lui era dal 2016 che li teneva nel cassetto e non li usava più. Quando apre bocca per cantare, però, canta tutto l’Ariston e pure le persone a casa, al punto che durante il siparietto comico con la Leosini i due quasi non riescono a concludere perché tutto il pubblico ha smesso di seguirli alla terza nota di “Quella sua maglietta finaaaaa” continuando da solo tutto il pezzo.
 


 
Ma ripartiamo dall’inizio: la serata si apre con le esibizioni di quattro degli otto giovani in gara. Sono Alice Caioli, Lorenzo Baglioni, Giulia Casieri e Mirkoeilcane. Le canzoni nella maggior parte dei casi sono buone e i giovani sono innegabimente più intonati di tanti big in gara. Ma vabbè, ai big gliela si perdona qualche stecca.

Dopo Le Vibrazioni e Nina Zilli è la volta dei primi ospiti, “Il Volo” sale sul palco per cantare “Nessun Dorma“. E qui forse sono stata l’unica a pensare quanto sarebbe stata impagabile la stessa esibizione sul palco dell’Ariston se al posto dei tre tenorini ci fosse stato il buon Eric Adams accompagnato dalla sobria eleganza al basso di Joey DeMaio. Lo so, questa la capiranno solo i “true metal warriors”, che ovviamente ieri sera si saranno tenuti ben lontano da Sanremo e che lo stesso faranno con questo report semiserio. Ma tant’è, sono un’eretica e frequento entrambi i mondi, per quanto distanti.

Fra l’altro il buon Eric ha una pronuncia decisamente migliore di quella del povero Sting, che salirà più tardi sul palco rispettando la regola del “dittatore artistico” di omaggiare la canzone italiana e cantando quindi “Muoio per te” di Zucchero in una lingua che gli esperti stanno ancora studiando, per capire se si trattasse di esperanto o di un dialetto stretto diffuso solo nella zona di Figline Valdarno, dove l’Englishman ha una tenuta (ecco, a proposito di Englishman, ma “Englishman in New York” proprio no, eh? Mannaggiavvoi).

Subito dopo Shaggy si affianca al buon Sting per presentare il loro nuovo singolo. E da qui partono una serie di scene esilaranti che in rete già girano come gif. Eccone qualcuna:

Verso la fine della serata, dopo la mezzanotte, mentre i Decibel cantano “Lettera al Duca” su Rai5 c’è una trasmissione dal titolo “Discovering Music: David Bowie”. E niente, tutti quelli interessati al Duca sono di là. Enrico Ruggeri – che, detto per inciso, c’ha sempre un certo stile – e compagni chiudono la competizione di questa sera e dopo uno stacco pubblicitario tocca a Roberto Vecchioni con l’intramontabile Samarcanda. Prima del suo arrivo sul palco Michelle Hunziker legge un breve monologo per introdurre la canzone. Ora, Michelle, noi ti vogliamo tutti bene, davvero. E fra l’altro come detto in apertura sei tu a condurre davvero Sanremo quest’anno. Però ragazzi, c’avete Favino che comunque è un attore mica da poco: far recitare a lui il monologo no, eh?

Tornando a Vecchioni: si può far vincere a lui questa edizione per favore? Poche parole per parlare di poesia, di canzoni – che “Non sono poesia, ma quando sento la storia di Piero, della Donna Cannone o quando sento Caruso cantare sulla terrazza di Sorrento allora io voglio scrivere canzoni” – ma anche di violenza sulle donne – “Una battaglia che devono combattere gli uomini” – e di Samarcanda, spiegando da vero professore la storia della canzone.

L’intermezzo comico prima dell’arrivo dei risultati del voto della sala stampa è affidato al Mago Forest, in un siparietto che insieme a Michelle Hunziker non può non riportare alla mente gli anni di Zelig. Si vede che i due sono abituati a lavorare insieme e c’è feeling.

La serata si chiude con la classifica dei cantanti stilata secondo i voti arrivati dalla sala stampa. In testa troviamo Ron, Diodato e Roy Paci e il trio Vanoni, Bungaro e Pacifico. Stesera per la terza serata si esibiranno i rimanenti big e giovani in gara.

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