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INTERVISTA – Speedliner: “Il disco è un tentativo di fermare e razionalizzare momenti, fasi, certezze e incertezze”

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Gli Speedliner sono una giovane band bresciana composta da quattro musicisti provenienti da differenti realtà artistiche: il loro disco d’esordio è intitolato “Flash” e racchiude al proprio interno influenze musicali eterogenee e riflessioni introspettive. Qualche giorno fa abbiamo posto alcune domande a Matthew Zak, il fondatore e ideatore di questo progetto nato nel 2010, ecco cosa ci ha raccontato.

“Flash”, il vostro disco d’esordio, contiene dieci tracce che sono una riflessione sull’alienazione quotidiana e sulle crisi interiori e relazionali. Potresti spiegarmi meglio quest’affermazione?

È vero…in realtà quando ci siamo trovati nella condizione di poter realizzare un album quello che abbiamo voluto e cercato di fare è stato scattare 10 piccole estemporanee di un periodo delle nostre vite, così facendo abbiamo affrontato il tanto e temuto songwriting cercando di essere sinceri, di dare un senso ad alcune situazioni che in quel momento per noi non avevano senso, un tentativo di fermare e razionalizzare momenti, fasi, certezze e incertezze. La tracklist parte con una caduta “Precipitare” e finisce con un metaforico viaggio “L’America” quello che sta nel mezzo tra queste due azioni è un ciclico alternarsi di sensazioni, “Sei”(l’innamoramento), “Assente”(i fantasmi passati), “Non basta mai”(l’insoddisfazione e l’incoscienza)…potrei raccontarlo tutto ma invito i lettori a dare un significato a tutto il resto.

L’album è un concentrato di influenze musicali piuttosto lontane dalle nostre: si parte dalla new-wave per poi arrivare anche al pop-rock e all’indie. Come siete riusciti a conciliare questa impronta stilistica con il cantautorato e la lingua italiana?

Beh, diciamo che cerchiamo di comporre a 4 mani, succede così che le sonorità ne subiscono le conseguenze…la scelta dell’italiano è stata una necessità espressiva. Tutti abbiamo per anni suonato in progetti di matrice indie rock, brit pop e e anche hard rock…quando abbiamo cominciato questa avventura il senso della sfida era appunto riuscire a rendere queste influenze vere e credibili anche nella nostra lingua. Non è stato un lavoro difficile diciamo che è stato un viaggio introspettivo ma spontaneo.

A quali canzoni di “Flash” siete maggiormente legati e perché?

“Flash” è un disco orecchiabile con stesure in 4/4, ci sono brani che amiamo riprodurre dal vivo come “La mia periferia”(carica e rabbiosa) o “Per Te”(malinconica e psichedelica) ma senza dubbio è “Assente” la canzone alla quale siamo più legati, la batteria new wave e il basso alla joy division hanno subito reso uniforme il parere di tutti noi.

Come avvengono le “dinamiche artistiche” nel vostro gruppo? Da dove nasce un futuro brano?

La stesura di un brano nel nostro caso può avvenire in due modi e/o in due rispettive fasi: la prima è con la tipica chitarra acustica e voce ed il fatto che tutti e quattro siamo poli-strumentisti ì rende  poi più fluida questa fase. La seconda invece è diametralmente diversa, succede che su giri suonati e non arrangiati ci si faccia trasportare durante le sessioni in sala prove, capita così che l’istinto prevalga sulla ragione e, sperimentando suoni e sonorità nuove associate a frasi e testi scritti in nero su bianco e privi di una precedente melodia, nascano nuovi brani.

La scena musicale bresciana è sempre stata molto prolifica: come mai la vostra zona vanta una così vasta presenza di gruppi emergenti e locali in cui suonare dal vivo secondo voi? Questo fatto ha in qualche modo favorito la vostra “nascita artistica”?

Sicuramente dobbiamo molto a Brescia, negli anni ci ha aiutato a crescere anche quando non eravamo 4 teste nelle stessa band ma piuttosto 4 musicisti in diversi progetti.
Grazie a figure come Marco Obertini, Alberto Belgesto, Marco Caldera (per citarne solo tre) e locali/circoli culturali come Lio Bar, Latteria Artigianale Molloy, 24 e molti altri, Brescia negli anni è diventata una città come la avete definita voi molto prolifica. Band come The records, Low frequency Club, Moskow Raid, Oranges e MaryDolls o cantautori come Edipo hanno reso questa città una città che aveva e ha ancora molto da dire. Nonostante siano passati anni Brescia riesce sempre a dare i natali a nuovi progetti e nuove realtà…come dire, Stay tuned!

Parlando di live, nonostante vi siate formati nel 2010 avete già all’attivo molti concerti. Nei prossimi mesi avete in programma date o eventi?

Si, stiamo lavorando per riuscire a fissare più date possibili, a breve sui nostri canali web pubblicheremo le date in programma…il giudizio lo rimandiamo ai possibili ascoltatori nel frattempo ringrazio i lettori e la vostra disponibilità.

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