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Pj Harvey

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Il cantautore canadese sarà al TOdays Festival e all'AMA Festival

Torna in Italia uno dei migliori talenti del cantautorato mondiale, il canadese Mac DeMarco, alias Samuel Lanyon De Marco che, a due anni di distanza dall’acclamato Salad Days, presenterà il nuovo album “This old dog”, terzo lavoro, maggiormente acustico dei precedenti e fortemente influenzato dal suo trasferimento dal Queens di New York a Los Angeles.

Il musicista canadese ha scritto qualche demo per This Old Dog con una chitarra acustica, ed è stato un metodo che gli ha aperto gli occhi. “la maggior parte di questo album è chitarra acustica, sintetizzatore e drum machine. Solo un pezzo ha la chitarra elettrica. Quindi uno stile nuovo per me”.

In Italia lo vedremo a due dei più importanti festival estivi nostrani e nella data di Torino dividerà addirittura il palco con sua maestà PJ Harvey.

24 AGOSTO 2017 – ASOLO (TV) – AMA FESTIVAL

INGRESSO: EURO 20 + d.p.

Prevendite disponibili:

www.ticketone.it, call center 892 101  e www.mailticket.it

25 AGOSTO 2017 – TORINO – TODAYS (+ PJ HARVEY )

Via Cigna 211, Parco Sempione – Torino
Apertura Porte: ore 18:00 – Inizio Concerti: ore 19:00
INGRESSO: EURO 25 + d.p.

Info: www.todaysfestival.com

Prevendite disponibili:

www.ticketone.it, call center 892 101   

www.vivaticket.it, call center 892.234

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PJ Harvey si esibirà sul palco del Todays Festival di Torino il 25 agosto 2017 ed è la prima headliner annunciata dagli organizzatori. La terza edizione della rassegna piemontese vedrà la presenza dell’artista britannica con la sua unica data italiana, per presentare dal vivo l’acclamato ‘The Hope Six Demolition Project‘, uscito nel 2016. Il lavoro è stato rilasciato da PJ Harvey dopo quattro anni di viaggi in Kosovo, Afghanistan e Stati Uniti, e ha visto la luce presso la Somerset House di Londra, il più importante centro culturale della capitale inglese.

Quando scrivo una canzone visualizzo l’intera scena. Posso vedere i colori, dire l’ora del giorno, percepire lo stato d’animo, vedere il cambio di luce, le ombre in movimento, tutto è racchiuso in quella foto. Raccogliere informazioni da fonti secondarie era troppo lontano per comprendere appieno quello che stavo cercando di scrivere. Volevo annusare l’aria, sentire la terra e incontrare la gente dei paesi di cui ero affascinata”, ha spiegato la cantautrice a proposito dell’album.
Si tratta della sua nona fatica discografica, data alle stampe dopo ‘Let England Shake‘. La songwriter, sulle scene dagli anni ’90, nel corso di una longeva carriera si è evoluta ed ha scritto canzoni molto differenti tra loro, collaborando con importanti colleghi quali Thom Yorke, Nick Cave, Josh Homme, Mark Lanegan e Biork. E’ anche pittrice e poetessa: un’artista a 360° che realizza concerti in cui drammaturgia, interiorità, storia, rock e ricerca si incontrano, dando vita a live emozionanti e visionari. Sul palco con PJ Harvey sarà presente una band idi 9 elementi, che comprenderà anche i musicisti John Parish, Alessandro Stefana ed Enrico Gabrielli.  Il suo è il primo nome annunciato, al quale seguiranno altre conferme italiane ed internazionali.

PJ Harvey, unica data italiana: venerdì 25 agosto 2017
Todays Festival di Torino @sPAZIO211 open air (Parco Sempione, Via Cigna 211)
Biglietti 25,00€ + d.p. – Apertura porte ore 18.00, inizio concerti ore 19.00
Special guests tba

Una presenza lunare, una vera e propria regina rock, paragonabile per presenza scenica solo a Patti Smith, probabilmente: PJ Harvey plana all’Obihall di Firenze direttamente dalle stelle e, semplicemente, incanta.

Ti sfiora con i suoi versi, te li porge con gesti sciamanici e ti conduce nel suo universo, un universo popolato di creature inquiete e affascinanti, come inquieta e affascinante è lei, fasciata in un mini abito nero e con una corona in testa che la rende, se possibile, ancora più sensuale: una vera e propria vestale del rock.

A completare la scena una band che più di una band è un’orchestra, in cui spiccano i talenti di Mick Harvey, dell’immancabile John Parish, scudiero fedele di Polly Jean, e dei nostri (quanto orgoglio in questo aggettivo) Enrico Gabrielli (ovazione fortissima per lui, toscano di Arezzo, a fine concerto) e Alessandro “Asso” Stefana.

Da “The Community of Hope” a “The wheel” (per citare pezzi freschi ma destinati a diventare classici) fino a “Let England Shake” o “Down by the water” il live è magnetico, ti tiene incollato, ti devasta emotivamente ed è una vera goduria per l’udito, con suoni assolutamente perfetti che esaltano ogni sfumatura, ogni colore della musica di Polly Jean, arricchita da versi che sembrano poesie, più che canzoni.

L’apoteosi di “To bring you my love” è solo l’apice di un live che rimarrà per anni nella memoria del popolo fiorentino (e non) che ha avuto la fortuna di assistervi, riempiendo l’Obihall fino all’orlo.

PJ HARVEY SETLIST – FIRENZE 24/10/2016

Chain of Keys
The Ministry of Defence
The Community of Hope
The Orange Monkey
A Line in the Sand
Let England Shake
The Words That Maketh Murder
The Glorious Land
Written on the Forehead
To Talk to You
Dollar, Dollar
The Devil
The Wheel
The Ministry of Social Affairs
50ft Queenie
Down by the Water
To Bring You My Love
River Anacostia

Encore:
Working for the Man
Is This Desire?

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PJ Harvey Milano, 23/10/2016 foto di Francesco Prandoni
PJ Harvey Milano, 23/10/2016 foto di Francesco Prandoni

La nostra eroina del rock inglese ha viaggiato tanto e a lungo per arrivare fino a noi.
Tra il 2011 e il 2014 attraversa le terre polverose e degradate, lacerate dalla guerra dell’Afghanistan e del Kosovo, raggiunge “la città dove vengono prese le decisioni riguardanti questi due Paesi”, la ricca e contraddittoria Washington DC, ed è tornata a casa, a registrare sotto gli occhi del pubblico al Somerset House di Londra. Il risultato di quest’esperienza, oltre al libro che raccoglie le sue poesie e le foto di Murphy The Hollow of The Hand, è un album di quelli che pesa, che vale e che scotta, corrosivo.

Si chiama The Hope Six Demolition Project, è stato pubblicato il 15 aprile 2016, è stato portato sui palchi dei più importanti festival musicali questa estate e ora viaggia in un tour autunnale europeo.

Il 23 ottobre è arrivato all’Alcatraz di Milano.

Lasciamo stare i convenevoli, PJ Harvey e la sua band di 9 uomini sono magnifici.
Proprio come i 10 magnifici eroi di un vecchio cartone animato anni ’80, ma attualissimi.
Entrano in scena tutti insieme, in marcia, uno dietro l’altro, ognuno col proprio strumento, interrompendo il lungo silenzio nel quale il pubblico era immerso da ore. Chain of Keys è perfetta per immolare questo momento. E’ un inizio solenne, marcato poi da The Ministry of Defence, seconda in scaletta, in cui le 9 eleganti presenze maschili sul palco rendono onore e giustizia al forte carisma della protagonista, coperta di una striscia di pelle nera che le fa da gonna e piume corvine sulla giaccia e tra i capelli.

The Hope Six Demolition Project trionfa sul palco: tutte le canzoni dell’album sono portate in scena in ordine sparso e prima che un altro pezzo possa cominciare la disposizione dei musicisti e il loro ruolo è cambiato, ognuno ha il proprio posto in prima fila accanto alla regina del rock. Si muovono, cantano e suonano in perfetta armonia, come un in ingranaggio complesso e preciso.
A sconvolgere infatti è la perfezione dell’esecuzione, come da album, ma anche la potenza e l’energia che solo un live può trasmettere.

Le performance di PJ Harvey sono di quelle che rimangono impresse per anni: le parole si uniscono ai gesti, la cantautrice diventa interprete e si riportano in scena le atmosfere e gli animi di ogni album le cui canzoni hanno un posto nella setlist.

I brani tratti dal precedente capolavoro Let England Shake, vincitore del Premio Mercury nel 2011, si inseriscono alla perfezione nello scenario di atrocità e ipocrisie raccontato da PJ e i suoi eroi.
Dalle parole di A Line in the Sand, a quelle di Medicinals, passando per The Words That Maketh Murder e The Glorious Land: è difficile non essere disarmati e colpiti dalla semplice schiettezza e crudità dei testi, immersi nella magnificenza del suono di fiati, percussioni, chitarre, battiti di mani e cori.

Ma un attimo dopo ci si ritrova catapultati nella plumbea solitudine di White Chalk, album del 2007, con When Under Ether e The Devil, tra le quali si inserisce lo struggente assolo di sax di Terry Edwards in Dollar Dollar, che dal vivo acquista qualcosa di magico e inaspettato.

C’è anche spazio per l’aggressivo punk rock dell’ormai lontano secondo album (Rid of Me, 1993) in un’unica ma imponente canzone che è 50ft Queenie, e per i grandi successi del passato Down by the Water e la titletrack di To Bring You My Love, cantate insieme al pubblico, che pende dalle grandi labbra di Polly. Rapito e stregato partecipa come da copione al coro e recita allucinato la filastrocca: “Little fish, big fish. swimming in the water. Come back here, man, gimme my daughter…”

Il gran finale spetta al mantrico gospel River Anacostia: il sipario architettonico alle spalle del palco scende piano, le luci si abbassano, i suoni si assottigliano e uniformano, rimangono solo le percussioni. Infine il mantra è recitato da tutti solo con le voci, anche dal pubblico: “Wade in the water, God’s gonna trouble the water..”, i nostri 10 magnifici eroi ora sono tutti in prima fila, gli uni accanto agli altri. Le luci si spengono e la salvezza sembra essere stata toccata con un dito.
Il ritorno sul palco per il bis non ha particolarmente colpito, lasciando i fan più accaniti leggermente delusi, ma non per questo il live non rimarrà un’esperienza unica per ogni suo spettatore.

 


 

SETLIST:
Chain of Keys
The Ministry of Defence
The Community of Hope
The Orange Monkey
A Line in the Sand
Let England Shake
The Words That Maketh Murder
The Glorious Land
Medicinals
When Under Ether
Dollar, Dollar
The Devil
The Wheel
The Ministry of Social Affairs
50ft Queenie
Down by the Water
To Bring You My Love
River Anacostia

ENCORE:
Near the Memorials to Vietnam and Lincoln
The Last Living Rose

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Il 23 ottobre a Milano e il 24 ottobre a Firenze

Tra pochi giorni sbarca in Italia Polly Jean Harvey, l’indiscussa regina del rock, che presenterà “The Hope Six Demolition Project”, suo ultimo lavoro che trae ispirazione dai numerosi viaggi intrapresi dalla cantautrice negli ultimi quattro anni: Kosovo, Afghanistan e Stati Uniti.

La stessa Harvey racconta: “Quando scrivo una canzone visualizzo l’intera scena. Posso vedere i colori, dire l’ora del giorno, percepire lo stato d’animo, vedere il cambio di luce, le ombre in movimento, tutto è racchiuso in quella foto. Raccogliere informazioni da fonti secondarie era troppo lontano per comprendere appieno quello che stavo cercando di scrivere. Volevo annusare l’aria, sentire la terra e incontrare la gente dei paesi di cui ero affascinata“.

L’album segue il tanto acclamato “Let England Shake” (disco vincitore del Mercury Prize nel 2011), ed è stato registrato nel corso dello scorso anno alla Somerset House, il centro culturale più importante di Londra, dove Harvey, la sua band, gli ingegneri del suono e i produttori Flood e John Parish, hanno lavorato a tutte le fasi del disco in uno studio di registrazione appositamente costruito dietro ad un vetro per consentire al pubblico di osservare ciò che succedeva all’interno.

Nella band che accompagnerà PJ in questo tour c’è anche un po’ di spazio per l’Italia, con la chitarra di Alessandro “Asso” Stefana ed il sax di Enrico Gabrielli, che hanno partecipato anche alle registrazioni del disco.

Questo il riepilogo delle due date italiane:

PJ HARVEY

23 ottobre 2016 – Milano – Alcatraz

Ingresso: 42 euro + d.p. posto unico
apertura porte 19:00
inizio concerti 21:30

24 ottobre 2016 – Firenze – Obihall

Ingresso: 42 euro+d.p. posto unico
apertura porte 19:00
inizio concerti 21:30

 

E’ un anno particolarmente eccitante per i numerosi fan di questa straordinaria artista inglese, iniziato con la pubblicazione del libro The Hollow Of The Hand, in collaborazione con il fotografo amico Seamus Murphy, che ha portato l’eclettica Polly Jean in Italia per il 22° Festival Internazionale di Poesia di Genova.
La stessa esperienza che ha dato vita al libro, cioè i 4 anni di viaggi tra Kosovo, Afghanistan e Washington DC, è espressa con l’intensità di una rocker dalla carriera quasi trentennale che non ha pari nell’album The Hope Six Demolition Project: uscito ad aprile e portato sui palchi dei numerosi festival ai quali Pj Harvey ha partecipato questa estate, ha già ricevuto il meritatissimo successo.
Ma ecco che arriva la notizia che a noi più interessa: tra le date del tour europeo, due sono questo mese in Italia.

23 ottobre 2016 Milano, Alcatraz

24 ottobre 2016 Firenze, Obihall

le cui prevendite si possono trovare nei maggiori circuiti online. C’è bisogno di dire altro..?