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Obihall

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Ci sono cantautori che diventano portavoce di un’epoca, riuscendo a raccontare sentimenti e situazioni in pezzi della durata di poco più di tre minuti: si può tranquillamente dire che Vasco Brondi, dopo questo “Terra tour” sia uno di loro,  giunto ad un livello di consapevolezza espressiva che quasi nessun altro ha in questa nuova generazione di artisti.

Una volta scriveva “cosa racconteremo ai figli che non avremo di questi c… di anni zero?”, bene, adesso si è dato da solo le risposte: racconteremo di profughi che arrivano in massa dalle coste libiche, avvolti in termocoperte dorate e pieni di speranze che dobbiamo cercare di non disilludere, racconteremo di viaggi interstellari, o semplicemente dall’altra parte del mondo, per scoprire che in fondo stiamo solo scappando da noi stessi e dai nostri fallimenti, racconteremo di “un aprile che sembra dicembre” e di come anche a trent’anni si possa dover tornare a casa dai genitori, dopo aver provato a fuggirne, cercando un’indipendenza sempre più complicata e difficile.

Vasco Brondi, coadiuvato da una band fantastica, si fa portavoce di tutto questo anche di fronte al pubblico dell’Obihall di Firenze, nell’ultima data del suo club tour e per due ore ci tiene lì, incollati ai suoi versi, da gridare con rabbia a squarciagola o dai quali lasciarsi ammaliare, magari singhiozzando di nascosto; riesci a farci riflettere pur facendoci ballare, raccontandoci le nostre emozioni private sottoforma di canzoni e immortalando un mondo di cui è difficile capire il senso, un mondo di cui siamo tutti ospiti viaggianti da salvare, in fondo.

Lo fa con la semplicità che gli è propria fin dagli esordi, omaggiando i suoi idoli (splendida la versione di “Fuochi nella notte di S.Giovanni” con Giorgio Canali alla chitarra, che aveva in precedenza aperto il live) e mostrandoci il suo percorso di crescita: dalla gioventù (“Piromani” da brividi, ancora con Canali) fino alla consapevolezza (“Viaggi disorganizzati”, con cui si chiude il live), passando per tutte le sfaccettature emotive e musicali toccate in questi anni (da “Ci eravamo abbastanza amati” a “Cara Catastrofe”, da “Quando tornerai dall’estero” a “Questo scontro tranquillo”).

Quello che ne vieni fuori è una fotografia di una generazione, di un momento storico, degli ultimi 10 anni, racchiusa in una sera: straziante, sgraziata, commovente, divertente, un po’ mossa. Siamo così, Vasco è così.

Ed è bello che sia così, alla fine.

LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA SETLIST AT OBIHALL (28/04/2017)

Qui

Stelle marine

Macbeth nella nebbia

C’eravamo abbastanza amati

A forma di fulmine

Quando tornerai dall’estero

Moscerini

Waltz degli scafisti

Ti vendi bene

Questo scontro tranquillo

Fuochi nella notte di S. Giovanni (CSI cover feat. Giorgio Canali)

Piromani (feat. Giorgio Canali)

Iperconnessi

Cara catastrofe

Chakra

Le ragazze stanno bene

Per combattere l’acne

Nel profondo Veneto

 

Coprifuoco

I destini generali

Viaggi disorganizzati

 

Ph. Ilaria Magliocchetti Lombi

Quando un artista che segui da quasi 10 anni, che consideri praticamente un amico, riesce a riempire fino all’inverosimile un teatro di grandi dimensioni, sono due i sentimenti che ti pervadono: un po’ di gelosia per i tempi in cui potevi serenamente chiacchierarci senza essere assaltato dagli altri fan e una gigantesca dose di orgoglio per aver visto crescere qualcosa che adesso arriva (finalmente) a tutti. E’ più o meno questo quello che è successo con Dario Brunori e la Brunori sas: l’Obihall di Firenze straripa di giovani prontissimi a scandire ogni parola di ogni canzone, a farsi invadere da gioia e tristezza (“Ho messo in chiaro dall’inizio della mia carriera che scrivo pezzi tristi, smettetela con questo clima di festa che non è cantautorale”, dice Brunori dal palco).

Si comincia subito con “La verità”, ormai una hit conclamata e uno dei pezzi più ispirati della canzone italiana degli ultimi anni: Brunori non deve nemmeno fare lo sforzo di cantarla, che già le voci del pubblico lo sovrastano, in un unisono straordinario.

La Brunori sas, guidata da Simona Marrazzo, la dolce metà del cantautore cosentino, scandisce dal palco i nuovi brani, caratterizzati da sonorità più ballabili e “dritte” rispetto a quanto la band ci avesse abituato nei lavori precedenti, ma non per questo meno impegnati a livello di testi (“L’uomo nero” ne è un chiaro esempio, piuttosto che la carichissima “Canzone contro la paura”, un vero e proprio mantra collettivo da gridare a squarciagola).

Il live prosegue tra volti sorridenti, increduli, con Brunori che non crede davvero ai suoi occhi per l’amore che gli riserva questa città che lo ha praticamente adottato (la sua crew è in buona dose fiorentina): si passa così ai vecchi successi (“vi ricordate le camicie incredibili che mettevo all’inizio?”) e su “Come stai?” l’emozione è palpabile, ma è con il poker “Le quattro volte”, “Fra milioni di stelle”, “Pornoromanzo”, “Lei, lui, Firenze” che si raggiunge l’apice della serata e su quest’ultima potete ben immaginare l’esaltazione del popolo fiorentino per un brano che esalta la bellezza della loro città.

La lacrimuccia su “Arrivederci, tristezza” è ovviamente garantita e “Una domenica notte” suonata subito dopo è un colpo al cuore un po’ sleale, ma mai quanto i bis: “Guardia ’82”, “Kurt Cobain” e “Secondo me” chiudono una serata magica, una serata in cui Dario Brunori e compagni hanno capito davvero che arrivano al cuore della gente, che si sono buttati e ce l’hanno fatta, con leggerezza e poesia.

Perchè in fondo “Vivere è come nuotare, ci si può riuscire soltanto restando sul pelo del mare.”

 

BRUNORI SAS Setlist @ Obihall Firenze (17/03/2017)

La verità

L’uomo nero

Canzone contro la paura

Lamezia – Milano

Colpo di pistola

La vita liquida

Come stai

Le quattro volte

Fra milioni di stelle

Pornoromanzo

Lei, lui, Firenze

Arrivederci tristezza

Una domenica notte

Il costume da torero

Sabato bestiale

Don Abbondio

Rosa

 

Guardia ’82

Kurt Cobain

Secondo me

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Il cantautore calabrese, ma toscano di adozione, arriva all'Obihall venerdì 17 marzo

Le radio impazziscono per “La verità”, Nicola Savino lo invita a “Quelli che il calcio” e lo incensa in diretta, perfino l’ex premier Matteo Renzi lo cita nel suo discorso conclusivo del Congresso del Partito Democratico: ormai si può davvero dire che Dario Brunori, cantautore cosentino classe 1977, abbia spiccato il grande salto.

«Renzi mi cita? Reagisco con sorpresa. Ma sono contento. Significa che le mie canzoni si stanno muovendo. E il disco aveva intenzione di arrivare a un pubblico sempre più ampio» afferma Brunori in un’intervista all’indomani del congresso PD, dove il politico fiorentino ha citato un verso de “Il costume da torero” (“”Non sarò mai abbastanza cinico da smettere di credere che il mondo possa essere migliore di com’è. Ma non sarò neanche tanto stupido da credere che il mondo possa crescere se non parte da me”), contenuto nell’ultimo disco della Brunori Sas “A casa tutto bene”.

E chissà che proprio Matteo Renzi non sia una delle presenze illustri del live fiorentino che la Brunori Sas terrà venerdì 17 marzo all’Obihall, già praticamente sold out. Il live sarà un vero e proprio show che ripercorrerà, con lo stile ormai inconfondibile di Dario Brunori, i suoi quattro dischi, che ne hanno consacrato l’ascesa assoluta nel panorama musicale italiano.

Il ragazzo che cantava “Guardia ’82” è diventato un cantautore ispirato, poetico e soprattutto con qualcosa di potente da dire. Qualcosa come “La verità”.

“Te ne sei accorto sì

Che passi tutto il giorno a disegnare

Quella barchetta ferma in mezzo al mare

E non ti butti mai

Te ne sei accorto no

Che non c’hai più le palle per rischiare

Di diventare quello che ti pare

E non ci credi più.”

E lui invece ci ha creduto e ci è riuscito, a diventare quello che gli pare. Per averne conferma appuntamento all’Obihall di Firenze venerdì 17 marzo alle 21.

Una presenza lunare, una vera e propria regina rock, paragonabile per presenza scenica solo a Patti Smith, probabilmente: PJ Harvey plana all’Obihall di Firenze direttamente dalle stelle e, semplicemente, incanta.

Ti sfiora con i suoi versi, te li porge con gesti sciamanici e ti conduce nel suo universo, un universo popolato di creature inquiete e affascinanti, come inquieta e affascinante è lei, fasciata in un mini abito nero e con una corona in testa che la rende, se possibile, ancora più sensuale: una vera e propria vestale del rock.

A completare la scena una band che più di una band è un’orchestra, in cui spiccano i talenti di Mick Harvey, dell’immancabile John Parish, scudiero fedele di Polly Jean, e dei nostri (quanto orgoglio in questo aggettivo) Enrico Gabrielli (ovazione fortissima per lui, toscano di Arezzo, a fine concerto) e Alessandro “Asso” Stefana.

Da “The Community of Hope” a “The wheel” (per citare pezzi freschi ma destinati a diventare classici) fino a “Let England Shake” o “Down by the water” il live è magnetico, ti tiene incollato, ti devasta emotivamente ed è una vera goduria per l’udito, con suoni assolutamente perfetti che esaltano ogni sfumatura, ogni colore della musica di Polly Jean, arricchita da versi che sembrano poesie, più che canzoni.

L’apoteosi di “To bring you my love” è solo l’apice di un live che rimarrà per anni nella memoria del popolo fiorentino (e non) che ha avuto la fortuna di assistervi, riempiendo l’Obihall fino all’orlo.

PJ HARVEY SETLIST – FIRENZE 24/10/2016

Chain of Keys
The Ministry of Defence
The Community of Hope
The Orange Monkey
A Line in the Sand
Let England Shake
The Words That Maketh Murder
The Glorious Land
Written on the Forehead
To Talk to You
Dollar, Dollar
The Devil
The Wheel
The Ministry of Social Affairs
50ft Queenie
Down by the Water
To Bring You My Love
River Anacostia

Encore:
Working for the Man
Is This Desire?

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A pochi mesi dalla data milanese di giugno in cui presentavano il nuovo lavoro Strange Little Birds, I Garbage tornano in Italia. Stavolta la band di Shirley Manson salirà sul palco dell‘Obihall di Firenze mercoledì 2 novembre per la prima data di un tour che vede come opening act gli italiani Giorginess.

Strange Little Birds, sesto album in studio a quattro anni dal precedente Not Your Kind Of People, segna un ritorno verso le sonorità dell’album con cui la band ha esordito ormai vent’anni fa (esordio celebrato con il il 20 Years Queer World Tour del 2015 e una lunga serie di sold out in tutto il mondo).
Per questo disco, come spiega la cantante, “Il principio guida del è stato quello di seguire l’istinto, senza ancorarsi al passato e rendere il tutto il più fresco ed immediato possibile. E’ stato come tornare agli esordi, con il risultato di non dover rendere conto a nessuno”.

A caratterizzare anche questo lavoro, il sound peculiare tra rock, pop ed elettronica, ormai diventato un vero e proprio marchio di fabbrica. Sound che li ha immediatamente distinti in un periodo in cui a dominare era invece il grunge più puro e nel corso degli anni ha portato la band a imporsi nelle classifiche mondiali con più di 12 milioni di dischi venduti.

In apertura, la band di Giorgie D’Eraclea, presenta dal vivo La Giusta Distanza, pubblicato ad aprile dalla toscana Woodworm. Non è la prima volta che i Giorginess si trovano a dividere il palco con grandi nomi internazionali (in precedenza è toccato a The Kooks e Savages), oltre ai numerosi artisti della scena italiana come Tre Allegri Ragazzi Morti, Fast Animals And Slow Kids ed Il Pan Del Diavolo.

Il tour italiano dei Garbage prosegue giovedì 3 novembre al Gran Teatro Geox di Padova.


 

Info spettacolo
Obihall – via Fabrizio De André / Lungarno Aldo Moro – Firenze – www.obihall.it
www.bitconcerti.it 
www.barleyarts.com

Prevendite
Box Office Toscana www.boxofficetoscana.it
BoxOl www.boxol.it
TicketOne www.ticketone.it

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Esplosivi. Questo è indubbiamente l’unico aggettivo possibile per la band guidata da Simon Neil, che ha letteralmente infiammato l’Obihall nella sua unica data italiana di questo 2016.

Si parte subito sparati con “Wolves of Winter” e Simon, James e Ben dimostrano di essere in formissima, di fronte a un teatro stracolmo pronto a sudare di fronte alle loro schitarrate: “Sounds like balloon”, “Biblical”, “Howl”, non c’è un attimo di respiro tra suoni, luci e colori vivissimi. E’ impossibile stare fermi e non saltare, ballare, scontrarsi, in una festa collettiva che lascerà magari qualche livido e qualche maglietta impregnata di sudore, da conservare magari come “trofeo”.

La bellezza di “Black Chandelier” arriva poco prima del punk alla “Blink 182” di “That golden rule”, pezzo sempre amatissimo.

Tutto il live è una sequela di emozioni, una cavalcata senza esclusione di colpi, senza rallentamenti: i Biffy Clyro inanellano alla fine 26 brani, una vera e propria rarità di questi tempi assistere a una scaletta tanto lunga e senza cali di tensione o di ritmo.

I tre ragazzi scozzesi si confermano una delle migliori live band che potrete vedere se amate il rock di questi tempi. E fortunatamente in Italia avrete altre occasioni nel 2017 per vederli: il 2 febbraio al Fabrique di Milano, il 6 febbraio all’Atlantico di Roma ed il 7 febbraio al Gran Teatro Geox di Padova (prevendite già attive)

BIFFY CLYRO SETLIST FIRENZE 20/10/2016

Wolves of Winter
Living Is a Problem Because Everything Dies
Sounds Like Balloons
Biblical
Spanish Radio
Howl
In the Name of the Wee Man
Bubbles
Herex
Black Chandelier
Friends and Enemies
That Golden Rule
Re-Arrange
Wave Upon Wave Upon Wave
Folding Stars
Medicine
Different People
Mountains
On a Bang
9/15ths
Animal Style
Many of Horror
Whorses

Encore:
The Captain
People
Stingin’ Belle

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Il 23 ottobre a Milano e il 24 ottobre a Firenze

Tra pochi giorni sbarca in Italia Polly Jean Harvey, l’indiscussa regina del rock, che presenterà “The Hope Six Demolition Project”, suo ultimo lavoro che trae ispirazione dai numerosi viaggi intrapresi dalla cantautrice negli ultimi quattro anni: Kosovo, Afghanistan e Stati Uniti.

La stessa Harvey racconta: “Quando scrivo una canzone visualizzo l’intera scena. Posso vedere i colori, dire l’ora del giorno, percepire lo stato d’animo, vedere il cambio di luce, le ombre in movimento, tutto è racchiuso in quella foto. Raccogliere informazioni da fonti secondarie era troppo lontano per comprendere appieno quello che stavo cercando di scrivere. Volevo annusare l’aria, sentire la terra e incontrare la gente dei paesi di cui ero affascinata“.

L’album segue il tanto acclamato “Let England Shake” (disco vincitore del Mercury Prize nel 2011), ed è stato registrato nel corso dello scorso anno alla Somerset House, il centro culturale più importante di Londra, dove Harvey, la sua band, gli ingegneri del suono e i produttori Flood e John Parish, hanno lavorato a tutte le fasi del disco in uno studio di registrazione appositamente costruito dietro ad un vetro per consentire al pubblico di osservare ciò che succedeva all’interno.

Nella band che accompagnerà PJ in questo tour c’è anche un po’ di spazio per l’Italia, con la chitarra di Alessandro “Asso” Stefana ed il sax di Enrico Gabrielli, che hanno partecipato anche alle registrazioni del disco.

Questo il riepilogo delle due date italiane:

PJ HARVEY

23 ottobre 2016 – Milano – Alcatraz

Ingresso: 42 euro + d.p. posto unico
apertura porte 19:00
inizio concerti 21:30

24 ottobre 2016 – Firenze – Obihall

Ingresso: 42 euro+d.p. posto unico
apertura porte 19:00
inizio concerti 21:30

 

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La band scozzese è pronta ad infiammare l'Obihall nell'unica data italiana del 2016

Il 20 ottobre arrivano all’Obihall di Firenze, per la loro unica data italiana del 2016, i Biffy Clyro, dopo la trionfale tappa all’I-Days Festival, la scorsa estate a Monza.

La band guidata da Simon Neill nasce a Glasgow nel 1995, con il nome di Screwfish, ma solo nel 2001 arriva il primo disco a nome Biffy Clyro, intitolato “Blackened Sky”.

Già l’anno successivo arriva “The vertigo of bliss” e parte un lunghissimo tour, in cui già si rivela il suono dei Biffy Clyro, quella carica rabbiosa e scanzonata che arriverà anche a Firenze, per un concerto che darà carica e sudore al pubblico che arriverà da tutta la Toscana ed oltre.

Nel 2009 arriva la consacrazione con “Only Revolutions”, disco che li proietta, grazie al singolo “That golden rule”, nella top 10 inglese; mentre è nel 2011 che arriva la consacrazione live con l’apertura ai Foo Fighters al Milton Keynes Bowl davanti a 130.000 fan divisi in due serate.

A Firenze presenteranno il nuovo album “Ellipsis” , settimo album dei Biffy Clyro, che coniuga schitarrate alla Foo Fighters e momenti sonori più costruiti (alla Thirty Seconds to Mars).

Questo album rappresenta un punto di svolta per la band scozzese e suona come un doppio disco al cui interno sembrano convivere due diversi mondi: il vecchio sound in procinto di essere abbandonato e il nuovo spirito pop.

Siete pronti a farvi travolgere dai Biffy Clyro??

Qui il riepilogo della data:

20 OTTOBRE 2016 – BIFFY CLYRO – OBIHALL – FIRENZE

Biglietti 34,50 euro

E’ un anno particolarmente eccitante per i numerosi fan di questa straordinaria artista inglese, iniziato con la pubblicazione del libro The Hollow Of The Hand, in collaborazione con il fotografo amico Seamus Murphy, che ha portato l’eclettica Polly Jean in Italia per il 22° Festival Internazionale di Poesia di Genova.
La stessa esperienza che ha dato vita al libro, cioè i 4 anni di viaggi tra Kosovo, Afghanistan e Washington DC, è espressa con l’intensità di una rocker dalla carriera quasi trentennale che non ha pari nell’album The Hope Six Demolition Project: uscito ad aprile e portato sui palchi dei numerosi festival ai quali Pj Harvey ha partecipato questa estate, ha già ricevuto il meritatissimo successo.
Ma ecco che arriva la notizia che a noi più interessa: tra le date del tour europeo, due sono questo mese in Italia.

23 ottobre 2016 Milano, Alcatraz

24 ottobre 2016 Firenze, Obihall

le cui prevendite si possono trovare nei maggiori circuiti online. C’è bisogno di dire altro..?

 

L'assenza di Michele Esposito ha reso, paradossalmente, il live fiorentino dei Ministri qualcosa di unico e irripetibile

Quando il tuo batterista si sente male due giorni prima di un concerto, il primo pensiero che fai è quello di annullare la data, prenderti una piccola pausa e aspettare; certo, rischi di deludere i fan, di aver creato un’attesa che va poi vanificata, ma alla fine cosa poter fare per non compromettere tutto?
I Ministri ne hanno dato un saggio venerdì 27 novembre all’Obihall di Firenze: nonostante l’assenza di Michele dietro i piatti della batteria, Divi e Federico per l’occasione hanno sfoderato un set più minimale ed acustico, uno di quei live che ti prendono il cuore e te lo smontano, tante sono le emozioni che riescono a dare. Accompagnati da un Marco Ulcigrai in splendida forma, che si è diviso tra chitarre e batteria per l’occasione e dal ritorno del “figliol prodigo” Effe Punto i due Ministri hanno messo in scena alcuni brani da intenditori, di quelli che tutti i presenti sognavano di riascoltare ma, forse, pochi avevano il coraggio di chiedere a gran voce: da “La piazza” a “I nostri uomini ti vedono” fino a “Vestirsi male” e l’immancabile “Il bel canto”. Una carrellata in ciò che sono stati i Ministri, in una chiave semi acustica da brividi, con Effe Punto sugli scudi e un Divi scatenato, in piena empatia con il pubblico, composto da giovani e giovanissimi pronti a sorreggere il cantante dei Ministri ogni volta che effettuava stage diving o ad abbracciarlo quando si incamminava tra le ali di folla. Si è creata un’atmosfera unica, difficilmente ripetibile, una di quelle serate in cui sai che devi essere lì, a sudare in mezzo alla gente, a sentire quella musica, a cantare quella musica e non c’è un posto migliore al mondo, nonostante i “sabotaggi” della sorte.
Ad impreziosire il tutto due set da paura dei Fast Animals and Slow Kids e de Il Pan del Diavolo ad aprire il live, due veri e propri concerti che hanno infiammato il pubblico creando il clima perfetto per i Ministri: soprattutto i FASK, nonostante i 3 mesi di pausa dai live da cui venivano, hanno confermato di essere una delle realtà dal vivo migliori della musica italiana.
Ministri, FASK, Pan del Diavolo: tre realtà nuove e straordinariamente qualitative della nuova musica italiana. Bellezza pura.