E’ un sabato sera piovoso. Milano come al solito viene ricoperta da nuvole grigi della serie “io stasera manco esco di casa”.
Il traffico continua imperterrito, la gente come al solito corre dappertutto, magari per recarsi ad un concerto. Magari per recarsi ad un concerto ai Magazzini Generali per vedere quello che è l’icona brit-pop del momento: Miles Kane.
Ore 20: ancora nessuno sul piccolo palco del piccolo locale milanese. Doveva presentarsi “ The Heart and The Void” ma nessuno riesce a vederlo: si bhè parlo al singolare in quanto questo nome sa molto di band, invece è tutt’altro. E’ il progetto solista di un certo Enrico, che viene dal sud Italia e precisamente dalla Sardegna.
La mia reazione nel vederlo sul palco dopo pochi minuti è del tipo: “ah,un tizio del soundcheck” ma mi sbagliavo a quanto pare.
Copia italiana di Bon Iver, con la sua sola chitarra fa da spalla alla serata brit milanese: canta più o meno 4/5 canzoni, tutte uguali, bisogna dirlo. E’ un progetto dove purtroppo ogni singola nota ci riporta alla canzone precedente. Comunque è un ragazzo sicuramente simpatico, volenteroso di fare e saprà farsi sentire in futuro. Mette giù la chitarra e lascia lo spazio ad un’icona del rock.
L’attesa sale, il pubblico aumenta e io mi trovo sempre più accerchiato da personaggi strani: una famiglia inglese che litiga con dei ragazzi italiani perchè escono dall’uscita di emergenza a fumare, tenendo la porta aperta; un ragazzo che prende l’occasione di “provarci” con una ragazza sola di fianco a lui che rimane sorpresa, ma viene rassicurata dal tipo dopo aver sentito “ non ti preoccupare, io sono fatto così”
Tutto ciò lo dico per sottolineare come l’atmosfera all’interno del locale sia semplice e tranquilla, fin quando le luci non si spengono, l’intro inizia e sale lui.
Considerata come la nuova stella del brit-pop dagli inglesi; migliore amico del frontman degli Arctic Monkeys, Alex Turner; amico di Paul Weller e Noel Gallagher che lo sostengono e seguono in tutto il suo percorso: Miles Kane, camicia nera sotto una giacca altrettanto nera, con una voglia assurda di spaccare, neanche il tempo di incominciare che si mette sul bordo del palco ad incitare il pubblico, facendo la faccia da duro.
La prima canzone infatti è proprio quella che ti fa salire l’adrenalina nel corpo, che ti fa scuotere la testa: “ You’re Gonna Get It” è li che ti invade il cervello, i muscoli e che ti fa iniziare a urlare come un matto, seguendo Miles in ogni cosa. E’ il rockettaro per eccellenza, con quella chitarra fa magie. Magie che continuano in “Taking Over”, terzo fantastico ed energico singolo tratto dal secondo lavoro di Kane ovvero “Don’t Forget Who You Are”. Le canzoni si susseguono senza fermarsi, in tutti i sensi, perchè tra una e l’altra non c’è un momento di pausa, è un maxi mash-up che fa di questo artista un genio, icona del brit inglese. Le sorprese non finiscono con l’arrivo della canzone “ Better than That” e con un altro mash-up direi geniale di “Give Up” e “ Sympathy for the Devil” ,dei mitici Rolling Stones.
L’atmosfera è così carica che nel mezzo del pubblico si crea un pogo allucinante: nei concerti a cui ho assistito, nei locali piccoli come i Magazzini Generali, ne ho visti solo due di poghi così terribili, questo e quello al concerto dei Two Door Cinema Club che, ammettiamolo, sono tutto tranne che band da pogo. Miles ad un certo punto inneggia al ritornello dell’ultima canzone, facente parte del mash-up: “ you’re pretty, good looking, but i’m looking far away out”. Kane canta, il pubblico ripete. Kane urla, il pubblico urla con lui. Uno spettacolo unico, lo devo ammettere.
“How are you on the right? On the left? Back? Left? Right? Left? Right?” sembra una cosa scritta a caso e invece è quello che ad un certo punto dice il cantante per sentire quanto è energico il pubblico, quanto lo segua, quanto sia gasato come lo è proprio lui.
Pubblico che si eccita alla canzone prima dell’encore “ Don’t Forget Who You Are” secondo singolo dell’omonimo album che da il titolo al tour.
Alla fine della canzone tutti continuano a ripetere il ritornello, Miles aspetta ad uscire, accompagna il coro,ma poi esce salutando col suo solito segno della vittoria.
Pausa. Pausa sofferta e fastidiosa, ma che vede dopo poco il ritorno del cantante, solo, che prende in mano una chitarra acustica e inizia a cantare una delle sue ballad “Colour of the Trap”. Tutti alzano in alto gli accendini e cantano con lui.
Ultima canzone a chiudere lo show di un’ora e poco più è “ Come Closer” , prima traccia del suo primo album che vede la partecipazione di Jeff Wootton (Gorillaz e co.): una chiusura spettacolare, sia da parte della band, che anche di quella del pubblico che viene coinvolto nel finale da Miles.
Proprio così si chiude la serata Brit a Milano. Sono fiero di quest’uomo perchè ha saputo fare un bellissimo spettacolo, la stessa sera dove molte più persone han scelto il concerto dei 30 Seconds To Mars al forum.
Live report a cura di Gianluca Quadri
Si ringrazia Vivo Concerti per l’invito.
Setlist
GONNA GET IT
TAKING OVER
REARRANGE
CONDITION
QUICKSAND
BETTER THAN THAT
KINKCROWLER
GIVE UP
DARKNESS
TAKE THE NIGHT
MY FANTASY
TONIGHT
INHALER
DFWYA
ENCORE:
TRAP
COME CLOSER ( con Jeff Wootton)