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I-Days Festival 2016

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ph Francesco Prandoni, I-Days Festival 2016, Day3
ph Francesco Prandoni, I-Days Festival 2016, Day3
ph Francesco Prandoni, I-Days Festival 2016, Day3

Eccoci giunti al terzo ed ultimo appuntamento dell’I-Days Festival 2016.
E’ un’aria sospettosamente silenziosa quella che circola: è una di quelle domeniche afose, tra poche ore sarà disputata una finale di Europei e i bus che passano di rado (un probabile sciopero) provocano non pochi disagi ai ragazzi che si stanno recando al Parco di Monza.
Il risultato immediatamente visibile è che questa sera, a godere dei prossimi straordinari spettacoli, sarà un cospicuo numero di persone, messo a confronto con quello delle precedenti serate.
Pochi sì, ma buoni.
Il pubblico di questa sera è quello che avrebbe fatto di tutto per essere presente, è quello che è arrivato correndo ai cancelli, con la maglietta del proprio gruppo preferito addosso e che si catapulta abbracciato agli amici sotto il palco, cantando a squarciagola ogni singola parola di tutte le canzoni.
No, non sto scherzando quando dico che i Biffy Clyro, dal mainstage questa sera, hanno reso felice ogni singola persona presente sul prato, e loro stessi per primi. Propongono una scaletta che è una bomba, che non lascia fiato, a cominciare da Wolfes of Winter, estratta dall’ultimo recentissimo album Ellipsis, per proseguire con i grandi successi di Puzzle, come Living Is A Problem Because e la memorabile 9/15ths, ma soprattutto di Only Revolutions, cantate in coro col pubblico, e di Opposites, i cui singoli, tutti presenti in scaletta, diedero 3 anni fa il successo mondiale a questo incredibile trio dalla straordinaria efficacia live. Oltre all’euforia, la carica, la gioia e la forza distruttiva, non mancano momenti di suggestiva intimità, come nella God & Satan acustica di Simon Neil, lasciato per un attimo solo sul palco. Insomma alla fine del concerto, concluso con Stingin’ Belle, non si capisce bene chi sia più fisicamente provato e senza voce tra il pubblico o il gruppo. E’ una bella sensazione quella che ci lasciano questi giovani scozzesi, che promettono gioiosi di tornare ad ottobre in Italia.
Anche se, bisogna ammetterlo, la maggior parte delle persone stasera erano qui solo per i Biffy Clyro, non si può dire che ai Suede, secondo gruppo co-headliner, sia mancata la propria schiera di fan. Infatti dopo un (alquanto brusco) cambio di pubblico, quella che si è venuta a creare questa notte tra le poche centinaia di persone raccolte sotto il palco e il leader della storica band britpop Brett Anderson è un contatto più che intimo, più che umano. Perchè se da una parte i numerosi inconvenienti tecnici hanno penalizzato la performance, minando alla pazienza dei musicisti sul palco (primo tra tutti Anderson che ha dovuto lanciare più volte il microfono lontano da sé), dall’altra parte questo stesso frontman ha saputo volgere la situazione a suo favore ma soprattutto a favore dei suoi fan. A cominciare da un breve colloquio faccia a faccia con uno dei fan in prima fila, al quale cede il microfono perché forse “ha qualcosa da dire” (questo mito poi ha il coraggio di cantare anche se stonatissimo) Anderson cerca di colmare sempre di più la distanza fisica (la sola) che lo separa dalla platea: se con Film Star è in ginocchio sul ciglio del palco, a She’s In Fashion scende dall’impalcatura e all’inizio di For The Strangers è lì sulle transenne che stringe le mani ai suoi fan.
Inoltre molte sono state le canzoni che, sempre per problemi tecnici, sono state arrangiate da chitarra acustica o piano, ma questo non ha fatto altro che donare alla performance un carattere più intimo e raccolto, sofisticato e di alta bravura tecnica. Oltre ai successi già citati, non sono mancate le storiche Beautiful Ones e New Generation, che ha chiuso lo show. Come si suol dire: non tutti i mali vengono per nuocere, e i pochi fortunati fan questa notte lo sanno bene.
Si è concluso così questo festival dal carattere tanto mutevole quanto ricco di nuove scoperte. Molto probabilmente qualcuno avrà trovato ingiusto o controproducente affiancare due band così diverse e stilisticamente lontane, come è successo anche nelle serate precedenti, ma parliamoci chiaro: a chi piace la musica e a chi piace condividerla, scoprire mondi musicali (apparentemente) lontani dal proprio gusto non può che essere un bene, specialmente se si tratta di un tale valore aggiunto!

SETLIST BIFFY CLYRO:
Wolves of Winter
Living Is A Problem Because
Everything Dies
Biblical
Friend And Enemies
Born On A Horse
Victory Over The Sun
Bubbles
Black Chandelier
In The Name Of The Wee Man
God & Satan
The Captain
Mountains
9/15ths
Animal Style
Sounds Like Balloons
Many Of Horror
Stingin’ Belle

SETLIST SUEDE:
When You Are Young
Outsiders
Trash
Animal Nitrate
We Are the Pigs
By The Sea
Killing of a Flashboy
Filmstar
Heroine
The Wild Ones
She’s in Fashion
For the Strangers
So Young
Metal Mickey
Beautiful Ones
The 2 of Us
New Generation

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Secondo appuntamento dell’I-Days Festival 2016 a Monza: cambiano gli artisti, cambia il pubblico, cambia l’atmosfera. Questa sera, al contrario della precedente, il pubblico è arrivato numeroso fin dalle tarde ore del pomeriggio, ha usufruito in maniera più spontanea e naturale degli spazi verdi che l’evento metteva a disposizione: famiglie con bambini e giovani ragazzi, in compagnia di amici o genitori, immersi in un clima di totale relax e godimento della musica circostante: Shura, Honne, Stereophonics, Låpsley…sono solo alcuni dei numerosi artisti presenti.
Ma il momento più atteso arriva con il calare della notte e lo scorgere delle stelle: dopo 3 anni tornano attesissimi i Sigur Rós live in Italia, con la nuova formazione, orfana del talentuoso polistrumentista Kjartan Sveinsson.
Su un palco allestito di leggere strutture geometriche simmetriche e prospettiche, nascosti da un sipario elettronico, il trio offre come pezzo d’apertura la loro ultima canzone Óveður.
L’infinita folla ai piedi del palco ascolta in religioso silenzio, in piedi, come soldatini, catturati dai suoni alieni che provengono dal palco. Un’ovazione generale quando all’inizio del terzo pezzo, l’acclamata Sæglópur, si alza finalmente l’oscuro sipario, mostrando i tre beniamini ai suoi fan.
Mi chiedo se il modo giusto di usufruire di tale spettacolo sia questo: un contrasto tra la seducente estraneazione, provocata dall’invisibile magia della musica e dalla voce di Jón proveniente da mondi a noi sconosciuti, e l’affliggente realtà di trovarsi immersi a migliaia di persone che possono soltanto immaginare di trovarsi in una situazione gradevole in cui usufruire di tale musica. Inoltre ci sono altri fattori che possono lasciare interdetti gli ascoltatori più accaniti: per esempio la mancanza di un reale supporto di archi, sostituiti da riproduzioni elettroniche e basi registrate, che provocano lo stravolgimento di alcune canzoni, come la storica Starálfur. E se la performance è penalizzata dal volume non abbastanza alto da coinvolgere tutti, almeno le suggestive immagini che si susseguono sul megaschermo hanno il potere di affascinare e conquistare la platea. Uno dei momenti più efficaci è rappresentato da Kveikur, canzone tratta dall’ultimo omonimo album del 2013, dalle sonorità più decise. Il pubblico ha però apprezzato molto l’attenzione da parte del gruppo dell’inserimento di pezzi storici oltre ai più (relativamente) recenti. Infatti, per finire in gran bellezza, appena dopo una piccola pausa, i Sigur rianimano uno dei loro pezzi più amati, dall’infinita bellezza, oltre che lunghezza, Popplagið, lasciandoci tornare a casa con quell’aria spaesata e incantata che ci ha accompagnato per l’intera serata.

SETLIST:
Óveður
Starálfur
Sæglópur
Glósóli
Vaka
Ný Batterí
E-Bow
Festival
Yfirborð
Kveikur
Hafsól
Popplagið

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Ph Francesco Prandoni, 12° I-Days Festival, Monza 08/07/2016
Ph Francesco Prandoni, 12° I-Days Festival, Monza 08/07/2016
Ph Francesco Prandoni, 12° I-Days Festival, Monza 08/07/2016

E’ la prima delle tre serate di questo festival, l’I-DAYs, arrivato alla sua dodicesima edizione.
E’ un caldo venerdì di luglio e i treni, gli autobus e le tangenziali che circondano Monza cominciano ad affollarsi.
I primi arrivati nel grande spazio verde allestito all’interno dell’Autodromo di Monza possono godere delle ultime ore di sole con i primi artisti sulla line up: Michele Bravi, idolo dei teenagers italiani, e The Sherlocks, giovane gruppo indie-rock inglese, sul palco Ascari; sul mainstage invece la giovanissima cantante Jasmine Thompson apre le danze con i suoi successi pop.
Il cielo si tinge di rosa e sul palco arrivano i Bloc Party nella loro nuova formazione. Only He Can Heal Me, dal nuovo album, è il pezzo di apertura che fa avvicinare ed aggregare tutto il pubblico sotto il mainstage. Non tutti li conoscono, ma chi invece li ha scoperti fin dal loro acclamato debutto nel 2005 con Silent Alarm non può non riconoscere pezzi come Helicopter e Banquet, fin dalle prime note acclamati, cantati e saltati. Un nome, i Bloc Party, in giro sui principali palchi della scena rock-indie da più di 10 anni, eppure qualcosa non va: forse risente dei cambiamenti interni, forse i piccoli problemi tecnici o quella che sembra paura di tirar fuori la voce da parte di Kele Okereke, storico leader del gruppo, fanno sì che la performance non sia così potente ed efficace come ci si aspettava. E’ con un simpatico “arrivederci” che abbandonano il palco dopo l’inchino di gruppo.
Ma non c’è tempo di scoraggiarsi, anzi, con una breve corsetta si raggiunge il palco Ascari dove sta per esibirsi il giovane e talentuoso menestrello inglese Jake Bugg, che apre il set proprio con il pezzo di apertura, nonché titletrack, del suo ultimissimo album On My One. Inutile dire che gran parte del numeroso pubblico presente è lì solo per lui: eccolo sul palco, con pochi compagni di band (batteria e basso), vestito di nero, senza fronzoli, provvisto solo di chitarra e di una potentissima, particolare ed affascinante voce. Così come accadde al ventenne Bob Dylan di cinquant’anni fa, Jake Bugg conquista tutto il suo pubblico con quella semplicità disarmante, fatta solo di chitarra e parole, che può anche chiamarsi folk-rock. La sua evidente passione per i vecchi maestri che hanno fatto la storia del rock e per le sonorità country del Nordamerica sono però rivisitate dal suo fresco e coraggioso punto di vista inglese. Essì, perché esser diciottenni nel 2011, quando debuttò, in Inghilterra, significa esser cresciuti a pane e britpop. Quel che ne esce fuori è una miscela incandescente e imprevedibile: da pezzi salterini e ballerini come Taste It e Troble Town, che fanno impazzire la folla, si passa ai più romantici (You And Me e Love, Hope and Misery) a mani in aria, a quelli più suggestivi e cupi (Ballad Of Mr Jones, The Love We’re Hoping For) passando per i ritmi più sostenuti e potenti di Gimme The Love e Bitter Salt. A chiudere quest’ora di calda e ricca esibizione non poteva che essere Lightning Bolt, la quale, specialmente dal vivo, meglio racchiude lo spirito giovane e libero di questo ragazzo.
Sono le 22:45 spaccate, è ormai notte e le luci del palco grande, munito di consolle e megaschermo, sono accese per accogliere l’headliner della serata: Paul Kalkbrenner. Una folla sterminata occupa ogni centimetro dell’intero spazio del festival, trepidante ed emozionata, in attesa del suo idolo. I primi beat cominciano a diffondersi nell’aria, sottili e fluidi, e Paul, a quasi 20 anni di carriera, sa bene come plasmare la sua folla, riscaldandola pian piano, un passo dopo l’altro. I primi pezzi, come Battery Park e Cloud Rider, sono tratti dal suo ultimo album 7, ma come il suo fan ben conosce, nessun pezzo è uguale a sé stesso durante il live: un musicista di elettronica, come Kalkbrenner e i suoi colleghi berlinesi, prende le sue canzoni e le remixa dal vivo, donando a ogni live, così come in tutti gli altri generi musicali, nuove sfumature. Il pubblico è già carico e caldo quando, nella prima metà del concerto, comincia a risuonare la famosissima Sky and Sand. Un boato si alza dal terreno: diventata già un classico del suo genere, questa è la canzone simbolo di una nuova generazione, quella presente questa notte, che quando alza le mani al cielo il più delle volte lo fa brandendo uno smartphone e che grida “ti amo” al disk jockey, così come la precedente lo gridava ai musicisti rock. Immersi nei fumi, ipnotizzati dai giochi di luci e dalle immagini sul megaschermo, ci si lascia andare alle urla di Grace Slick della canzone Feed Your Head (contenente un remix vocale di White Rabbit dei Jefferson Airplane) acclamatissima dal pubblico. Da questo momento in poi Kalkbrenner alza il tiro, si balla sfrenatamente per un altra ora, il pubblico non vuole lasciarlo andare, fino a quando sulle note di un lungo remix di Aaron gli animi si calmano e la folla comincia a scemare.
Una parte del pubblico rimane per gli ultimi dj-set dislocati sui palchi minori, gli altri tornano a casa felici e contenti.

To be continued…

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Mancano solo 4 giorni a I-DaysFestival e Brianza Rock Festival. L’8,9 e 10 luglio ci aspettano tre giorni con il meglio della musica internazionale, con i concerti degli artisti headliner nei più importanti festival internazionali: Sigur Rós, Suede, Biffy Clyro, Stereophonics, Paul Kalkbrenner, Bloc Party, Jake Bugg, insieme ad  alcuni degli artisti più promettenti della scena mondiale come Låpsley, Shura, Honne, Sophie, Formation, The Sherlocks, Anteros, Eagulls, Klangstof, Jasmine Thompson, Public Access T.V., Joan Thiele.

I-Days Festival e Brianza Rock Festival renderanno omaggio a David Bowie con due iniziative nell’ampio spazio all’aperto con gli allestimenti delle opere di Jo Vargas, il missile alto 12 metri e il fulmine alla rovescia alto 3 metri di Aladine Sane. Inoltre nella 3 giorni di Festival, Andy dei Bluvertigo, che oltre alla sua carriera di musicista non ha mai abbandonato l’arte come forma espressiva, curerà una sua personale audio visualizzazione sul palco del Brianza Rock Festival e il 10 luglio alle ore 19:00 darà vita ad un flash mob sulle note di “Space Oddity”.

Una live session strumentale collettiva, un invito aperto a tutti i chitarristi dove per partecipare basterà caricare la propria performance – un video di massimo un minuto con la cover del brano – nella bacheca della pagina facebook.com/brianzarockfestivaltheoriginal/.

Coloro che verranno successivamente contattati avranno la possibilità di accedere gratuitamente alla giornata del festival del 10 luglio e, portando con sé la propria chitarra, prendere parte alla live session delle ore 19:00.

Andy è stato recentemente protagonista di uno degli eventi collaterali del Brianza Rock Festival, il workshop del Rock’nArt che ha come obiettivo quello di avvicinare diverse generazioni alla cultura, all’arte e alla musica.

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L’estate non è mai stata così bella al Parco di Monza, che si prepara ad ospitare grandi nomi della musica come Paul Kalkbrenner, Sigur Ros e Biffy Clyro. Venerdì 8 luglio sarà “headliner” anche Random, il più grande party d’Italia, un evento che a colpi di tutto esaurito sta conquistando i club e per la prima volta arriva in un festival e ha scelto proprio l’I DAYS al Parco di Monza.

I-DAYS sarà una festa che non finisce mai. Non solo concerti, ma anche le più importanti e innovative realtà notturne italiane, oltre a Random, Una Festa a Caso anche Febbre a 90° ed i ragazzi di Linoleum.

Un cast internazionale, il meglio della musica mondiale con i concerti di artisti headliner nei più importanti festival internazionali: Sigur Rós, Suede, Biffy Clyro, Stereophonics, Paul Kalkbrenner, Bloc Party, Jake Bugg, insieme ad alcuni degli artisti emergenti più promettenti della scena mondiale come Låpsley, Shura, Honne, Sophie, Formation, The Sherlocks, Anteros, Eagulls, Klangstof, Jasmine Thompson, Public Access T.V., Joan Thiele.

L’allestimento, organizzato con 4 palchi (Parabolica Main Stage, Ascari Stage, Brianza Rock Circus, Red Bull Bus Stage) è stato proprio pensato affinché gli artisti e le band potessero far godere del loro show integrale il pubblico di I-DAYS.

Nei tre giorni di luglio tutto gira intorno alla musica anche se non è l’unico elemento d’intrattenimento. Oltre ai quattro palchi ci sarà un’attrezzata area campeggio, un’area lounge, una dedicata allo sport ed una al food. Il festival rimarrà aperto 24H su 24H per un’esperienza unica e coinvolgente a 360 gradi e accessibile a tutti con un’offerta promozionale che parte da 23 euro e che arriva a 35 euro per singola data.

L’I-DAYS festival nasce dall’esperienza decennale di Vivo Concerti che con l’Independent Days, organizzato dal 1999 al 2012 all’Arena Parco Nord di Bologna ha portato negli anni ad esibirsi artisti di culto come Joe Strummer, Muse, Nine Inch Nails, Arcade Fire, Sonic Youth, Manu Chao, Queens Of The Stone Age.

L’edizione 2016 del Brianza Rock Festival grazie alla sua identità strettamente connessa al territorio, si unisce all’I-DAYS FESTIVAL, dando visibilità ai suoi contenuti, con la musica italiana qui rappresentata attraverso i gruppi emergenti e le realtà espressive e sociali del territorio. BRF sarà inoltre BRF CIRCUS, un palco dedicato dove l’8, 9 e 10 luglio si esibiranno i vincitori delle passate edizioni di Rockin’ the School.

Da non perdere.

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L’I-Days Festival 2016 ci sarà: dopo qualche anno di stop, in festival milanese tornerà ad allietare la nostra estate, e questa volta si terrà presso l’Autodromo nazionale di Monza nei giorni 8, 9 e 10 luglio. Gli organizzatori hanno finalmente annunciato i tre headliner previsti, e si tratta di Sigur Rós, Biffy Clyro e Paul Kalkbrenner.

Paul Kalkbrenner a fine mese si esibirà sul palco dell’Unipol Arena di Bologna, ma sarà di nuovo dalle nostre parti per un unico dj-set estivo inserito nel calendario dell’I-Days Festival: il dj tedesco, tra i più acclamati beat-maker del mondo, sarà headliner della rassegna l’8 luglio, e farà ballare i presenti con la sua musica.

I Sigur Rós – band islandese post-rock sulle scene da oltre vent’anni – invece mancavano dall’Italia da circa tre anni: il gruppo tornerà nel nostro paese il 9 luglio per ‘sperimentare dal vivo materiale inedito che potrebbe confluire in un nuovo album‘ e poi proseguirà il proprio tour europeo.

I Biffy Clyro – gruppo scozzese capitamato da Simon Neil – hanno dato alle stampe sei album di studio e passano per l’Italia spesso e volentieri. In pochi anni si sono affermati nel panorama alternative europeo e dal vivo sono una garanzia.

Saranno presenti anche Bloc Party, Suede, Stereophonics, Jake Bugg e molti altri. Gli ultimi nomi verranno svelati dagli organizzatori nei prossimi giorni. Nel frattempo ecco il calendario e i dettagli su orari e prezzi dei biglietti:

I-Days Festival 2016 @Autodromo di Monza – 8, 9, 10 luglio 2016

8 luglio, Paul Kalkbrenner + Bloc Party + Jake Bugg
9 luglio, Sigur Ros + Stereophonics + Shura
10 luglio, Biffy Clyro + Suede

Apertura cancelli ore 17.00 – Inizio concerti ore 18.30

Biglietti e abbonamenti:

Singolo Early Bird – Day 1: €18,00 + diritti di prevendita
Singolo Early Bird – Day 2: €29,00 + diritti di prevendita
Singolo Early Bird – Day 3: €19,00 + diritti di prevendita

Singolo Intero – Day 1: €23,00 + diritti di prevendita
Singolo Intero – Day 2: €35,00 + diritti di prevendita
Singolo Intero – Day 3: €25,00 + diritti di prevendita

Abbonamento Early Bird – Day 1+2+3: €56,20 + diritti di prevendita
Abbonamento Early Bird – Day 1+2: €42,30 + diritti di prevendita
Abbonamento Early Bird – Day 2+3: €43,20 + diritti di prevendita

Abbonamento Intero – Day 1+2+3: €70,70 + diritti di prevendita
Abbonamento Intero – Day 1+2: €52,20 + diritti di prevendita
Abbonamento Intero – Day 2+3: €54,00 + diritti di prevendita