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concerto Max Gazzè

 

La favola di Adamo ed Eva, secondo album di Max Gazzè, è considerato un album “cult” per il pop italiano. Uscito nel 1998 e in una edizione successiva nel 1999 ( Sanremo edition contenente il brano presentato al festival di quell’anno nella sezione “giovani”, Una musica può fare, che da allora vive di una felice vita propria ) festeggia quindi il ventesimo compleanno dapprima con un tour europeo (conclusosi a fine 2018) e ora con un giro di concerti in quei club italiani in cui lo stesso Gazzè si esibì già vent’anni or sono.
Una manciata di piccoli locali e tre date previste per ognuno, che finora sono state tutte sold out, costituiscono un tour insolito, anche perchè annunciato a sorpresa dopo la fine di quello europeo, per un cantautore da sempre molto amato e oggi così popolare.

Il 17 – 18 – 19 gennaio La favola di Adamo ed Eva Anniversary Tour fa quindi tappa al New Age di Roncade (Treviso), storico Club veneto in cui il tutto esaurito per questo evento si registra già da settimane.
Una scaletta che ripropone esattamente la tracklist del famoso album (rimasterizzato lo scorso anno e uscito in edizione celebrativa per il ventennale), che comprende alcuni dei successi immortali di Gazzè tra cui la celeberrima Cara Valentina, e ancora Una musica può fare, Vento d’estate (in origine registrata in duetto con Niccolò Fabi e con lui più volte riproposta in seguito)  e la stessa La Favola di Adamo ed Eva, immancabili nei concerti del cantautore romano fino ai giorni nostri.

Ma, cosa ancor più interessante, questa è l’occasione per riscoprire alcuni brani meno noti al grande pubblico, ma molto amati dagli estimatori di Gazzè, come ad esempio Etereo, L’origine del mondo ( già riportati alla luce nel recente grande spettacolo con l’orchestra Alchemaya, ma con una veste sinfonica molto distante dall’originale riproposta invece qui ), Raduni ovali e Comunque vada. Vi sono poi delle vere e proprie “chicche” in scaletta, brani quasi dimenticati, come Nel verde (cantata con il pesarese Francesco Riversi che sale sul palco del New Age in queste serate), Colloquium vitae e Casi ciclici, o addirittura mai suonati dal vivo, come la surreale Due apparecchi cosmici per la trasformazine del cibo che, come spiega Gazzè in un divertentissimo intermezzo, è la storia di un coltello che fugge dalla cucina per andare a salvare un granello di zucchero dalla macchina – e qui vengono improvvisate consultazioni tra il pubblico per l’elezione del suo nome – per lo zucchero filato.
Max appare in grande forma: si muove continuamente in lungo e in largo nonostante le ristrette dimensioni del palco sacrifichino un po’ la sua danza sinuosa con l’inseparabile strumento, che scandisce possente il ritmo dei brani e la fa da padrone sulla scena.  E’ evidentemente divertito, rilassato, perfettamente a suo agio e loquace quanto basta per introdurre i brani meno noti, e coinvolgere il pubblico (anche in francesce, ad un certo punto) nei cori di quelli più noti.
Impossibile non stargli al passo, non ballare al ritmo incalzante dei brani più trascinanti, non seguirlo con battiti delle mani e dei piedi, e l’ondeggiare dei capelli e dei bicchieri di birra. Una bellissima “festa di compleanno” come quest’album molto amato merita: un’esibizione, quella di Gazzè e della sua band, caratterizzata da grande energia, vero entusiasmo e passione palpabile per il proprio lavoro, grande professionalità e piacere nel condividere con il pubblico un mestiere che negli anni si è fatto sempre più raffinato, elegante, denso di sperimentazioni e ricerca, ma che non rinnega, anzi rivaluta con gioia, le proprie origini legate ai piccoli spazi dove suonare, e ritornare a suonare, in modo molto vero, puro e pulito.

Sul palco con Max Gazzè al basso, i musicisti storici che lo accompagnano da anni e che hanno con lui una evidente empatia e grande affiatamento tra loro: Cristiano Micalizzi alla batteria, Clemente Ferrari alle tastiere e sintetizzatori, e Giorgio Baldi alle chitarre.

Il tour proseguirà il 24/1 – 25/1 – 26/1 a Livorno (anche queste date però sono sold out) e a Teramo il 31/1 – 1/2 – 2/2 (biglietti ancora disponibili)

Si ringrazia OTRlive e New Age Club per la disponibilità

 

Scaletta 17-18-19 gennaio 2019

  1. Vento d’estate
  2. Come si conviene (Bom pà)
  3. Raduni ovali
  4. L’origine del mondo
  5. L’amore pensato
  6. Nel verde
  7. Comunque vada
  8. Due apparecchi cosmici per la trasformazione del cibo
  9. Casi ciclici
  10. Colloquium vitae
  11. Cara Valentina
  12. La favola di Adamo ed Eva
  13. Etereo
  14. Una musica può fare

 

Max Gazzè non poteva terminare nel modo migliore questo suo breve tour nei teatri antichi più belli d’Italia, se non nella splendida cornice dell’Arena di Verona, tempio dell’opera e della musica per eccellenza.
Domenica 2 settembre, dopo giornate di tempo instabile e un pomeriggio di nuvole e rovesci, mezz’ora prima dell’inizio dello spettacolo fortunatamente il cielo ha deciso di smettere di lacrimare sulla città, lasciando finalmente agli oltre 60 maestri dell’orchestra di Alchemaya il tempo di una rapida prova nel prestigioso palcoscenico dell’Arena, e poi subito in scena.
Ma che cos’è Alchemaya? Difficile spiegarlo se non lo si è vissuto. Chiamarlo ‘concerto’ è riduttivo, anche se di musica si tratta, chiamarlo ‘spettacolo’ anche, perchè è la musica a farla da padrona – ed è musica di alto livello – , chiamarlo ‘opera’ forse è più appropriato, anche se non parliamo di musica lirica ma ‘sintonica’.
Musica sintonica, appunto: definizione coniata dallo stesso Gazzè per spiegare la formazione di un’orchestra sinfonica, l’Alchemaya Simphony Orchestra diretta magistralmente da Clemente Ferrari, che si avvale anche di sintetizzatori.
Alchemaya è quindi un’esperienza, un evento, quasi una magia, una specie di sogno che si è realizzato, una creazione originale di un folle alchimista che ha il volto, la voce e la genialità di Max e che, con la collaborazione del fratello Francesco Gazzè (autore per l’occasione di testi che traggono spunto da anni di letture e studio approfondito) e del maestro Ferrari (che si è dedicato agli arrangiamenti) ha messo in piedi uno spettacolo di grande qualità ed intensità emotiva.
Alchemaya è un tour diviso in due tempi: una manciata di date nella primavera del 2017, e sei nell’estate 2018,  di una tournè che ha avuto il suo splendido gran finale appunto all’Arena. Nel frattempo c’è stato Sanremo ed è uscito a febbraio scorso un doppio cd che raccoglie tutti i brani dell’opera e che vede in copertina e nel libretto gli splendidi disegni di Francesca Pasquinucci e dell’Imaginarium creative studio, ripresi anche nella scenografia dei concerti del 2018.

Alchemaya è essa stessa un’opera divisa in due parti: durante il primo tempo assistiamo al racconto fantastico nientemeno che dell’origine del mondo e della comparsa dell’uomo sulla terra, che trae spunto sia da testi storici che esoterici, dalla Sacra Bibbia ai Rotoli del Mar Morto, dal Libro perduto del Dio Enki piuttosto che da l’Odissea, mentre nel secondo tempo, che si apre con la romantica Leggenda di Cristalda e Pizzomunno portata con successo al Festival di Sanremo quest’anno,  un Gazzè meno “formale” e più “sbottonato” ci accompagna attraverso la rivisitazione dei brani più belli e noti del suo repertorio, rivestiti dei nuovi arrangiamenti per orchestra.

Ad introdurre i brani del primo atto, la voce calda e importante di Ricky Tognazzi, il quale si muove con discrezione nel guidare gli spettatori, con la lettura di testi affascinanti ispirati a storie sconosciute ai più. Testi che poi, una volta usciti dall’alchima della serata, molti dei presenti correranno a casa a cercare in rete o, meglio ancora, nelle biblioteche per poter approfondire, scoprire e capire quanto la premiata ditta “Fratelli Gazzè & C.” ha messo in scena stuzzicando la curiosità del pubblico.
Il secondo atto invece vede in scaletta i brani storici di Max rivisitati per orchestra. Cambiano di poco le sonorità, l’abito di scena e l’atmosfera che a poco a poco si scioglie nonostante la solennità della location che blocca un po’ il pubblico nelle sue usuali manifestazioni d’affetto e di gradimento. Quelli che non mancano mai sono gli applausi, lunghi, scroscianti, calorosi come sempre. E certamente meritati, forse più di sempre.

È una notte da ricordare, quella di Alchemaya all’Arena di Verona, per tutto il pubblico presente nell’anfiteatro (il sold out è mancato davvero di poco, forse solo per colpa della pioggia pomeridiana), per i moltissimi momenti di stupore e di meraviglia che si sono succeduti, per il fascino della storia raccontata e l’incanto del come quella storia è stata interpretata, per il nuovo abito prezioso dei brani più noti, per le atmosfere a volte quasi dineyane vissute con certi nuovi arrangiamenti (su tutti il valzer fiabesco di Cara Valentina che ha quasi inibito i cori del pubblico o l’ampio respiro del notturno di Mentre dormi, fino alla ridondanza travolgente di quello che Una musica può fare).


Sarà da ricordare sicuramente per il Maestro Ferrari, per aver diretto con garbo e sapienza l’orchestra all’Arena. Sarà da ricordare per la bellissima e bravissima pianista coreana SoonHe You che seduta al pianoforte a gran coda in splendido abito da sera ha duettato elegantemente con la voce di Gazzè in più occasioni e ha reso magico l’intervallo fra i due tempi, per tutti i musicisti dell’Orchestra costituita proprio per questa occasione con alcune “integrazioni” significative (i sintetizzatori e, direttamente dalla band di Gazzè,  il trombone di Max Dedo) e per i tecnici di palco, tecnici del suono, alle luci e al mixer, che hanno svolto un compito impervio ma superlativo date le condizioni atmosferiche fino a un attimo prima di andare in scena (e non era affatto scontato riuscirci, fra l’altro!).
E siamo certi sia stata una serata da ricordare e da incorniciare, naturalmente, soprattutto per lo stesso Gazzè, che ha osato ed è stato premiato, perchè non sempre l’originalità è sinonimo di qualità ma in questo caso senza dubbio le due definizioni coincidono, e gliene va dato merito. Crediamo infine che difficilmente il cantautore, che a dispetto dell’anagrafe ha mantenuto l’anima curiosa d’un ragazzino, potrà dimenticare quando, durante il primo dei bis sono magicamente apparsi in platea centinaia e centinaia di palloncini bianchi sventolati dagli spettatori animati da un nutrito gruppo di rappresentanti dell’ Official fanclub dedicato a Max, che hanno creato così un ulteriore momento di affetto e vivace presenza intorno al loro beniamino.
Lo stesso Gazzè, visibilmente emozionato, impossessatosi di uno di quei palloncini, con epressione radiosa, ha intonato l’ultimo brano del concerto, per poi allontanarsi dalla scena e dalla favola con forse un filo di tristezza, come quando ci si sveglia a forza da un sogno bello.

Ora, chiusa meravigliosamente questa straordinaria esperienza, Max Gazzè si dice già pronto ad imbracciare nuovamente il suo amato basso per affrontare altre avventure, altre sfide, altri palchi (quelli europei stavolta) dove celebrerà il ventesimo compleanno di uno degli album fondamentali della sua carriera, La favola di Adamo ed Eva.
E anche qui, immaginiamo, ci sarà di che stupirsi!

Si ringraziano OTRlive e lo staff dell’Arena di Verona per la gentilezza e la preziosa collaborazione

 

Scaletta Max Gazzè – ALCHEMAYA

Arena di Verona 02.09.2018

  • Progenie (Ricky Tognazzi)
  • L’origine del mondo
  • L’anello mancante (Ricky Tognazzi)
  • Il diluvio di tutti
  • Vuota dentro
  • L’Atlantideo (Ricky Tognazzi)
  • Bassa frequenza
  • Ezechiele1, 1-28 ((Ricky Tognazzi)
  • Alchimia
  • Etereo
  • XII ((Ricky Tognazzi)
  • Il progetto dell’anima
  • (intermezzo al pianoforte di Sun Hee You)
  • La leggenda di Cristalda e Pizzomunno
  • Il timido ubriaco
  • Il solito sesso
  • Nulla
  • Ti sembra normale
  • Mentre dormi
  • Cara Valentina
  • Se soltanto
  • Un brivido a notte
  • La vita com’è
  • Sotto casa
  • Una musica può fare
  • Verso un altro immenso cielo

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Max Gazzè apre la rassegna musicale del festival “Contro” a Castagnole Lenze (AT); sul palco prima di lui l’astigiana Chiara dello Iacovo, seconda classificata a sanremo giovani, che da sola con chitarra e pianoforte riesce a tenere il palco davanti a una grande folla.

Il cantautore romano, dopo la grandiosa esperienza con i colleghi-amici Daniele Silvestri e Niccolò Fabi, è in tour con il suo Maximilian Tour che lo ha visto nei teatri di tutta Italia lo scorso inverno, ha proseguito nelle piazze per tutta estate, e lo porterà all’estero il prossimo autunno, per poi chiudere in gran bellezza con due concerti speciali nei palazzetti di Milano e Roma.

Martedì 23 agosto Piazza San Bartolomeo è gremita di persone che tengono il tempo a mani alzate, cantando per due ore le canzoni hanno costruito la sua carriera di questi vent’anni, tra i pezzi più e meno popolari, lasciando spazio anche a una sezione acustica.
Tra una canzone e l’altra non è mancato lo scambio di battute e qualche aneddoto della sua infanzia da studente “monello”, tutto a rendere l’atmosfera particolarmente familiare.
Max Gazzè anche senza l’ausilio delle scenografie che lo hanno accompagnato per tutto il Maximilian tour, riesce comunque a portare avanti un grandissimo spettacolo, limitato anche nei movimenti da un piccolo infortunio al ginocchio subito nel pomeriggio.

Questa la scaletta della serata:
La favola di Adamo ed Eva
I tuoi maledettissimi Impegni
Mille volte ancora
Un Uomo Diverso
Il solito sesso
Nulla
Teresa
Comunque vada
Raduni ovali
Ti sembra normale
Il timido ubriaco
L’uomo più furbo
Mentre dormi
Cara Valentina
L’amore non esiste [Fabi Silvestri Gazzè]
A cuore scalzo
Sotto casa

Il bagliore dato a questo sole
Vento d’estate
Annina
La vita com’è
Una musica può fare

Ecco le foto del live. Foto e report di Pamela Rovaris.