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concerti a Roma

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Jack Tatum riporta il suo progetto nel nostro Paese per tre live imperdibili a Milano, Roma e Bologna.

Sono appena tornati in scena con il nuovo album “Indigo” i Wild Nothing e subito ecco che sono state anche annunciate le date italiane che riporteranno Jack Tatum e soci nel nostro Paese a marzo 2019.

“Indigo” ha segnato il ritorno dei Wild Nothing a distanza di due anni dall’ultimo lavoro del gruppo, “Life in pause” e segna l’approdo dei Wild Nothing a sonorità che ammiccano ai Fleetwood Mac e ai Roxy Music.

Questi i dettagli per le date italiane, con i biglietti che sono già disponibili dal 12 settembre scorso:

7 marzo 2019 – Circolo Santeria – Milano

8 marzo 2019 – Monk Club – Roma

9 marzo 2019 – Covo Club – Bologna

Il primo singolo estratto da “Indigo” è stato “Letting go”, che potete ascoltare di seguito:

 

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Villa Ada Roma

Una settimana che spazia dall’elettronica alla musica popolare, passando per il rap e la trap, quella di Villa Ada – Roma incontra il mondo che inizia il 23 luglio e si chiude il 29 luglio. Si parte lunedì con i padrini della scena musicale elettronica di Vienna Kruder & Dorfmeister, si continua con la star dei balcani Goran Bregovic, con il rapper pluripremiato Nitro e con il folk dell’Orchestraccia. Spazio anche al rap di Capo Plaza e Tedua.  Chiude la settimana Nicola Vicidomini con lo spettacolo con “Veni, Vici, Domini!”.

Kruder & Dorfmeister

Lunedì 23 luglio a Villa Ada Kruder & Dorfmeister celebrano il venticinquesimo anniversario di “G-Stoned“, prima release ufficiale del duo e oggi pietra miliare dell’elettronica, con uno speciale DJ set di 4 ore spalla a spalla, proprio come agli esordi.  Peter Kruder e Richard Dorfmeister sono universalmente noti per le loro straordinarie produzioni e remix d’avanguardia. Con il loro “DJ Kicks” e il loro album-capolavoro The “K&D Sessions” hanno venduto più di un milione di copie ciascuno in tutto il mondo, divenendo cult da collezione. Il loro stile stravagante che si fonde con un groove sensuale fa in modo che siano considerati, a ragione, dei classici del genere.

Nella cornice del D’ADA Park spazio a Festina Lente, label discografica di musica elettronica, con due dei suoi act più rappresentativi: il live di Ominostanco e il djset after show di P41 (Edo Pietrogrande djset). 

Goran Bregovic

Martedì 24 luglio Goran Bregovic accompagnato dalla sua storica formazione “The Wedding and Funeral Band” presenta al pubblico di Villa Ada gran parte dell’ultimo disco, senza dimenticare i grandi successi e le indimenticabili colonne sonore che lo hanno reso celebre. Cinque anni dopo l’album Champagne for Gypsies, torna con una nuova produzione incentrata sul tema della diversità religiosa e della coesistenza pacifica: “Three Letters from Sarajevo”, uscito con Universal.

In programma al D’Ada Park il concerto al tramonto degli Altosysyema, campioni della cumbia romana e del “sonido sud-europeo”, in versione elettronica. After show con Ant aka A-Tweed con le sue selezioni afro, funk, hiphop, tropical vibes, cumbia e chicche di world music a 360°. 

Ha già collezionato 3 dischi d’oro, 1 disco di platino e milioni di visualizzazioni su YouTube. Nitro, sul palco mercoledì 25 luglio, è oggi uno dei rapper più influenti in Italia. Arrivato al grande pubblico con la trasmissione Mtv Spit (classificandosi secondo), da allora ha collezionato un successo dopo l’altro. A Villa Ada presenta il suo terzo album “No comment” anticipato dal singolo “Infamity show”. Sul palco del D’Ada Park, in programma il concerto di Urby et Orby e after show con  i dj set di Moebius Ohba + Grindalf . 

Torna in concerto sulle rive del laghetto di Villa Ada giovedì 26 luglio l’Orchestraccia, formazione aperta che nasce dall’idea di attori e cantanti di unire e confrontare le loro esperienze attraverso una forma innovativa di spettacolo, che comprenda musica e teatro in una lettura assolutamente originale e attuale. Partendo dal folk degli autori romani tra Ottocento e Novecento, l’Orchestraccia riscopre e reinterpreta canzoni e poesie che sono patrimonio della cultura italiana. Una ricerca continua dettata dall’amore per la tradizione e dall’ inarrestabile voglia di darle seguito anche attraverso le innumerevoli canzoni inedite scritte dalla band. Al D’Ada Park si esibisce in un one man show con chitarra, voce, cassa e charleston The Blues Against Youth, aftershow con dj Armandino.

Capoplaza

Classe 1998, Capo Plaza, Luca D’Orso all’anagrafe, è il giovane rapper salernitano sul palco di Villa Ada venerdì 27 luglio.

Di strada ne ha fatta, tanto da diventare un Giovane Fuoriclasse, come recita il suo brano più famoso, che conta quasi 28 milioni di visualizzazioni su YouTube. Il tema del calcio è ricorrente nei suoi pezzi, come nella trilogia di “Allenamento”, dove spicca anche la voglia di riscatto e il racconto delle sue terre salernitane. 

Il suo nuovo disco per Sto Records, “20”, è uscito ad aprile in collaborazione con moltissimi rapper della scena trap italiana come Sfera Ebbasta, Ghali e DrefGold.

Al D’ada park in programma il concerto di Moebius Ohba + Grindalf e aftershow con il party targato Smash.

Sulla scia del grande successo dell’uscita del suo ultimo album “Mowgli – il disco della giungla”, già campione di vendite, certificato disco d’oro e ai vertici della classifica FIMI, il rapper Tedua è pronto salire sul palco con il suo “Mowgli tour 2018”, che farà tappa a Villa Ada sabato 28 luglio. Considerato uno dei più promettenti giovani della scena trap italiana, Tedua conta più di mezzo milione di followers solo su Instagram. Il suo debutto avviene due anni fa, quando ha pubblicato “Orange country”, iniziando così a esplorare nuove sfumature della musica trap.

Una serata dedicata alla poesia al D’Ada Park con la Slam Poetry: poesia da scontro. Vere e proprie battaglie a colpi di versi dove l’unico giudice è il pubblico. A condurre l’evento il rapper Kento e lo scrittore Valerio Piga. After show con il dj set di Amigdala.

 

Oltre ai numerosi concerti, le rive del laghetto ospitano come ogni anno un programma culturale variegato e multidisciplinare con workshop, incontri e spettacoli.

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Il 9 e 10 luglio la band di Greg Gonzalez sarà a Ferrara e Roma per regalare le sue magie dream pop al pubblico italiano

Negli ultimi anni sono diventati, fortunatamente, degli habituée del nostro Paese e la prossima settimana torneranno per regalare le loro sonorità dreamy al pubblico italiano: sto parlando dei Cigarettes after sex, band guidata da Greg Gonzalez, che si esibirà il 9 e 10 luglio in due dei più prestigiosi tra i festival della nostra penisola: il 9 luglio la splendida cornice che li accoglierà sarà quella del Cortile del Castello Estense di Ferrara, per il Ferrara sotto le stelle, mentre il giorno successivo i nostri saranno al Rock in Roma nel magnifico scenario del Teatro Romano di Ostia Antica. Insomma due luoghi magici per ascoltare brani come “K” o “Nothing’s gonna hurt you babe”, ormai diventati dei veri e propri classici.

Forti del successo del loro disco d’esordio omonimo i Cigarettes after sex hanno già registrato diversi sold out nelle precedenti date nei nostri confini, conquistandosi una folta base di aficionados.

Da poco hanno pubblicato il nuovo singolo “Crush”, possibile anticipazione di un nuovo lavoro che probabilmente non vedrà la luce prima del 2019 e che, qualora ripetessero l’operazione riuscita con il lavoro di debutto,  potrebbe vedere l’uscita di nuovi singoli nei prossimi mesi prima della definitiva uscita fisica del disco.

Questi i dettagli delle due date italiane:

9 LUGLIO 2018 – FERRARA @ FERRARA SOTTO LE STELLE | CORTILE INTERNO DEL CASTELLO Biglietti in vendita a questo link > http://bit.ly/cigarettes2018 Posto Unico € 25,00 + € 3,75 diritti di prevendita

10 LUGLIO 2018 – OSTIA ANTICA (ROMA) ROCK IN ROMA @ TEATRO ROMANO Biglietti in vendita a questo link > http://bit.ly/cigarettes2018 Gradinata Non Numerata € 25,00 + € 3,75 diritti di prevendita

 

Il 4 maggio è iniziato il tour di MirkoeilcaneSecondo me – un tour poco demoscopico”. Ha già toccato diverse città italiane tra cui Torino, Roma e Milano.

Il tour è in continua evoluzione, si aggiungono date nuove che lo vedono attraversare tutta la penisola fino all’ultima data prevista, attualmente, per il 20 luglio a “Voci per la libertà” a Rosolina (RO).

Il 13 aprile è uscito il suo ultimo singolo “Gusti”, in rotazione nelle radio e disponibile nei digital store.

Noi di Concertionline abbiamo avuto il privilegio di poter assistere alle prove del tour e alla prima data romana del 10 maggio (e di intervistarlo prima dell’inizio del suo tour).

L’affiatamento che ha con suoi amici e musicisti della band – alle tastiere Domenico Labanca, al basso Francesco Luzzio e alla batteria Alessandro Duccio Luccioli – è evidente sia in sala prove che sul palco. Si nota che lo accompagnano da anni e questo porta valore aggiunto all’esecuzione dal vivo.

Mirko si accompagna sempre alla chitarra, acustica ed elettrica, ma in un pezzo a cui è particolarmente legato, da solo sul palco, suona il pianoforte per eseguire “Domani Valentina” mostrandosi un musicista valido, anzi, un cantautore completo.

A Sanremo si sentiva spaesato “mi hanno preso in giro per le mie braccia appese, non sapevo cosa farci, sono abituato a stare sempre con la chitarra!” racconta in uno dei tanti interventi che ha fatto durante il suo concerto.

Inizia il concerto con “So cantautore” uno dei brani scritti in dialetto romano e che il pubblico apprezza molto con applausi e battiti di mano. A Roma, d’altra parte, è di casa quindi tante persone tra il pubblico lo conoscono bene e lo apprezzano anche quando non fa musica e confessa di voler urlare “Ciaooo Romaaa” come fanno tanti suoi colleghi musicisti ma ancora non si sente di poterlo fare con libertà assoluta.
Il live prosegue con brani del suo primo disco omonimo e del disco da cui prende il nome il tour. Si alternano canzoni scanzonate come “La fretta” o “Se ne riparla a settembre” a testi più impegnati come “Stiamo tutti bene” o “Da qui”. Una sorpresa per il suo pubblico romano è il duetto con la sua amica e cantante Ilaria De Rosa su “Beatrice”, apprezzata fin dalle prime note. Mirko si mostra in tutta la sua ironia sia quando canta che quanto scherza con i suoi musicisti o con il pubblico, denuncia la società attuale senza essere retorico o banale e fa pensare anche quando fa ridere… un’artista a tutto tondo!

Nel frattempo Mirko continua a collezionare riconoscimenti di tutto rispetto, come il premio FIM e il premio Margutta, e partecipare a Festival importanti come Musicultura che l’anno scorso lo ha visto vincitore. Attualmente è tra i finalisti alle targhe Tenco nelle sezioni “Miglior disco in assoluto” e “Miglior Canzone Solista”, rispettivamente con il suo ultimo disco “Secondo me” e il singolo sanremese “Stiamo tutti bene”.
Non ci resta che augurare a Mirko una carriera lunga e ricca di riconoscimenti per il suo grande talento.

Dal 25 giugno sarà di nuovo in Italia per 5 imperdibili appuntamenti una delle band seminali per la storia del rock "made in USA", i Dream Syndicate, guidati da Steve Wynn, con cui abbiamo parlato della reunion della band e dei loro progetti futuri.

Fin dal 1981, anno in cui si sono originariamente formati, i Dream Syndicate sono stati gli alfieri principali del cosiddetto “Paisley Underground”, la scena rock statunitense losangelina che faceva della psichedelia, una psichedelia che ammiccava al punk, il suo marchio di fabbrica: sono così diventati, grazie a dischi come “The days of wine and roses” o “Medicine show”, un gruppo seminale per il rock mondiale.
Scioltisi nel 1988, fino a 10 anni fa ipotizzare una reunion sembrava impossibile, ma poi, nel 2012, Steve Wynn, mente e anima della band, sorprende tutti e, dopo una comunque fruttuosa carriera solista, decide che è il momento di riportare in scena i Dream Syndicate.
Tornata sulle scene, nel 2017 la band californiana ha addirittura inciso un nuovo disco, “How did I find myself here?”, che ha portato in giro in un fortunatissimo tour anche italiano lo scorso novembre (costellato di sold out).
A fine mese torneranno di nuovo nel nostro Paese per cinque imperdibili date. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Steve Wynn per farci raccontare il ritorno in scena dei Dream Syndicate e cosa prevede il loro futuro.

Ciao Steve, innanzitutto grazie del tuo tempo: dunque, nel 2012, dopo ben 24 anni, decidi che è il momento di riportare in scena i Dream Syndicate, cosa ti ha spinto a farlo?

“Ciao, ma guarda per quei 24 anni siamo comunque sempre rimasti amici e in contatto con Dennis, Mark, Karl e Paul, anche se non suonavamo più insieme, poi nel 2012 ci siamo detti, con Dennis e Mark (Duck e Walton, batteria e basso, ndr) perchè non provarci? Ho contattato anche Karl e Paul (Precoda e Cutler, chitarristi della band, ndr) ma mi hanno detto che per loro non era più il momento per tornare con la band, così ho coinvolto Joe Victor, che già suonava con me nei miei tour solisti ed eccoci qua”.

Hai dichiarato più volte che “How did I find myself here?” è direttamente influenzato dal vostro primo album, “The days of wine and roses”, quali sono i maggiori punti di contatto?

“Il suono, credo che sia rimasta intatta quell’urgenza di fare psichedelia in un certo modo, siamo un gruppo rock e quello è rimasto intatto, anzi adesso sappiamo bene chi siamo, siamo più convinti e più sicuri di noi stessi e di ciò che ci piace”

Credi che la tua carriera solista abbia in qualche modo influenzato il nuovo lavoro dei Dream Syndicate?

“Sicuramente sì, tutto ciò che facciamo ci spinge a migliorarci, ad essere musicisti migliori e a fare tutto per il meglio, evolvendoci, quindi certamente l’esperienza che mi ha portato anche la carriera solista si riflette su questo disco, così come per gli altri le esperienze musicali che hanno fatto in questi quasi 30 anni.”

Qual è il legame, se c’è, che lega i brani di “How did I find myself here?”

“Bella domanda, credo che anche qui si tratti del suono, sono brani che sentiamo nostri, fatti in un certo modo: siamo una band che fa rock psichedelico e ci piace farlo così, dopo più di 30 anni e questi brani sono solidi, sono esattamente ciò che sono i Dream Syndicate, si deve solo chiudere gli occhi e sognare.”

Tra circa un paio di settimane sarete di nuovo in Italia dopo i sold out di novembre scorso: vi aspettavate una simile accoglienza dopo il vostro ritorno?

“Ci speravamo, ma tutto questo va oltre le nostre più rosee aspettative. La cosa che mi ha colpito è che forse non ci sono tutti i nostri vecchi fan a vederci adesso, ma si sono aggiunte nuove generazioni, gente che ha conosciuto i Dream Syndicate con questo disco e magari ignora i precedenti.
Quello che vogliamo fare noi, è farli sognare con la nostra musica, come abbiamo sempre cercato di fare.”

Quali sono i progetti nel futuro dei Dream Syndicate?

“Sicuramente la band va avanti, siamo già proiettati nel futuro: a luglio entreremo in studio per registrare le nuove canzoni per un nuovo album, non so come saranno, ma la nostra idea è di portare avanti il nostro suono, di cui siamo sempre più consapevoli.”

Queste le cinque date italiane dei Dream Syndicate nel dettaglio:

25 giugno – Bologna – BOtanique
26 giugno – Sestri Levante (GE) – Mojotic Festival
27 giugno – Gardone Riviera (BS) – Anfiteatro del Vittoriale
28 giugno – Roma – Monk
29 giugno – Avellino – Auditorium Conservatorio Cimarosa

“Il segreto del tempo è che il tempo perdona chi tutto alla vita si da…”

Recita così un verso del brano che Roby Facchinetti e Riccardo Fogli hanno portato sul palco dell’ultima edizione del Festival di Sanremo, Il Segreto del Tempo, e questa frase rappresenta a pieno ciò che hanno vissuto Roby e Riccardo, che grazie al tempo, sono riusciti ad avere la propria “rivincita”, dopo che negli scorsi mesi avevano dovuto rimandare i propri concerti che si sarebbero dovuti tenere nella prima settimana di aprile e che invece hanno avuto luogo a Milano e Roma rispettivamente il 15 e il 31 maggio scorsi.

Il rinvio dei due concerti quasi a ridosso delle due date, aveva chiaramente creato parecchio scompiglio tra i fan (molti dei quali avevano organizzato le loro trasferte per le due città da parecchi mesi), che si sono visti annullare tutto a poco più di due settimane dagli eventi. Lo slittamento (soprattutto quello del concerto di Milano che inizialmente era di sabato) rischiava di far perdere a molti la possibilità di rivedere i propri beniamini su un palco e ovviamente il rimborso dei biglietti non è bastato a chi era interessato prima di tutto ad assistere a questi spettacoli. Il timore che molti chiedessero il rimborso lasciando spazi vuoti nelle platee però non si è fortunatamente avverato e i due concerti di Milano e Roma hanno visto platee praticamente esaurite e tantissime persone che hanno raggiunto le due città da ogni parte d’Italia, felici di poter finalmente assistere al concerto, un momento per molti atteso sin dall’ultimo concerto (quello di addio) dei Pooh del 30 dicembre 2016.

Due concerti diversi, ma forti in egual modo: si comincia a Milano, il concerto del debutto, quello tanto atteso e che si aspettava come prima “prova” di come il pubblico avrebbe reagito. Il primo dopo la fine dei Pooh, il primo come duo, il primo dopo il Festival di Sanremo. Un concerto che si è distinto sia per l’emozione chiaramente visibile nel volto e nelle voci di Facchinetti e Fogli che non appena saliti sul palco sono stati travolti dall’ondata di affetto e di gioia dell platea milanese, a sua volta emozionata per l’importanza di quel concerto, sia per il legame evidente tra i due.

Passano due settimane, la platea è diversa, l’emozione è sempre presente ma questa volta la grinta e l’entusiasmo prevalgono sull’emozione, sia da parte del pubblico che degli stessi artisti. Dal Teatro degli Arcimboldi siamo passati alla Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica, da Milano a Roma, ma lo spettacolo è lo stesso, con una scaletta che scivola via a cavallo tra i quattro repertori portati in scena dal duo: quello dei Pooh, quelli rispettivamente di Fogli e Facchinetti come solisti e ovviamente i brani tratti dall’album Insieme, pubblicato lo scorso novembre 2017, primo progetto discografico di Facchinetti e Fogli.

Tra applausi, grida di gioia e qualche lacrima d’emozione che il pubblico durante l’interpretazione a lungo applaudita di Facchinetti su brani come “Ali per guardare e occhi per volare” o “E’ per me” non riesce a trattenere, il concerto si presenta come una macchina perfettamente funzionante, che molto ricorda quella dei concerti dei Pooh degli ultimi anni. Anche l’impianto scenico perfettamente costruito rivela e ricorda (forse con un po’ di malinconia) quello dei concerti della band più longeva d’Italia. E come non parlare della simpatia di Riccardo Fogli che si presenta come “il primo rapper della musica italiana” riferendosi alla parte parlata di Piccola Katy (che negli anni è rimasta solo nei ricordi dei veri appassionati) ed emoziona tutti con la stupenda interpretazione del brano “Io ti prego di ascoltare” presentato sul palco del Festival di Sanremo nel 1991?

Un concerto che sicuramente non sarebbe lo stesso senza la band formata da grandi professionisti che Roby e Riccardo hanno scelto per accompagnarli nella propria tournée (di cui al momento non abbiamo date certe ma che siamo certi non finirà qui!): Danilo Ballo alle tastiere, Guido Carli alla batteria, Claudio Sannoner al basso, Marco Barusso e Michele Quaini alle chitarre e Valeria Caponetto Delleani e Chantal Saroldi ai cori.

Ancora una volta dunque la musica ha vinto e coloro che hanno potuto assistere ai due concerti hanno sicuramente portato a casa il ricordo di una serata speciale, fatta di musica ed emozione, con Roby e Riccardo, che da bravi padroni di casa, hanno saputo intrattenere il loro pubblico, divertirlo ed emozionarlo.

Semmai ce ne fosse stato bisogno, questi due concerti hanno dimostrato ancora una volta come Roby e Riccardo, dopo aver festeggiato il cinquantennale dei Pooh, non hanno di certo esaurito la loro voglia e la loro grinta per esibirsi e per continuare a vivere di musica. 50 anni di carriera non si cancellano per la troppa emozione che può farti sbagliare su un palco importante come quello del Festival di Sanremo. E nemmeno qualche piccolo intoppo nell’organizzazione di una tournèe basta a cancellare l’affetto e la stima che i fan provano per un artista. Nell’era dei social dove tutto sembra dovuto, dove si fa presto a giudicare e a scagliarsi contro questo o quel cantante è bello vedere come sia ancora la musica a mettere a tacere critiche e pregiudizi: usciti dai due concerti e rivoltosi ai social per commentare gli eventi, molti dei presenti hanno espresso infatti i loro giudizi positivi nei confronti di quei due amici, che si sono messi in gioco in questa nuova avventura, sperimentando e mettendosi alla prova, con il rischio si di sbagliare, ma con il coraggio e la sicurezza di chi è consapevole delle proprie capacità e sa che non è una scelta sbagliata a cancellare anni e anni di successi, traguardi e di emozioni.

“…dall’inferno si torna su, fai col cuore!” recita un successo che Facchinetti canta durante la serata, e anche se è una frase un poco azzardata, la rivincita e le grandi soddisfazioni ed emozioni raccolte durante questi due concerti sono la prova che la passione per la musica e il rispetto verso il proprio pubblico danno sempre i loro risultati.

Riccardo Fogli Roby Facchinetti concerto auditorium Roma

Una serata primaverile o quasi, ha salutato il 31 maggio, all’Auditorium Parco della Musica, Roby Facchinetti e Riccardo Fogli, gli ennesimi Eterni Ragazzi della scena musicale italiana. Un altro spin off dopo lo scioglimento dei Pooh, che sembrano fatti di Mercurio, mai davvero sciolti, ma solo divisi, ora avvicinandosi, ora respingendosi, in una frammentazione di artisti, che pur con nuovi assetti, il marchio Pooh ce lo hanno tatuato nel cuore.

Il 31 maggio, un nutrito pubblico maturo, ma non solo, ha acclamato il “nuovo” duo, che non ha risparmiato cavalli di battaglia dei Pooh, di Fogli e gli ultimi brani tratti dal presente, che è il loro album “Insieme”.
Con la non fortunatissima partecipazione a Sanremo, fortemente voluta da Baglioni i due hanno creato la loro cifra con la dolente e suggestiva “il segreto del tempo” magnificamente eseguita dal vivo, grazie anche ad una band di tutto rispetto. I momenti più alti della performance romana sono rappresentati dalle inevitabili incursioni vintage : su tutti, una interpretazione di Pierre da brividi, ma pensiamo anche a Infiniti Noi, io ti prego di Ascoltare e il crescendo di Parsifal.

L’estensione vocale e il pathos interpretativo di Facchinetti sono sempre notevoli e caratterizzati, come il marchio di fabbrica delle sue “O” allargate fino ad ogni umana possibilità, ma Fogli, del tutto rigenerato dai bagni di folla degli ultimi due anni e dal suo agognato ritorno alle origini, non sfigura certo per grinta, padronanza del palco e vocalità. Di certo questo inedito duo mostra un affiatamento, che senz’altro va oltre la musica, anche dalla musica e dalla gioia di farla è del tutto permeato.

È doveroso menzionare l’esecuzione del brano Strade, di Valerio Negrini , il “sesto Pooh”, scomparso nel 2013.
Il concerto di Roma ha ripagato i fans delusi, che avrebbero dovuto vedere i concetti di Milano e Roma il 7 e 9 Aprile, performance spostare di data e location, per consentirne una ripresa TV, con conseguente trasmissione. Ma avendo gestito la situazione con una certa maestria e nessuno spreco, il pubblico ha dimostrato di aver ampiamente metabolizzato la polemica che ne era scaturita.
Prossima tappa : 12 luglio, Fiumicino.

Si Ringrazia Parole&Dintorni, F&P.

Laura Pausini in concerto al Circo Massimo di Roma

L’estate di Laura Pausini comincia con E.STA.A.TE, il nuovo singolo in rotazione radiofonica dal 1 giugno, estratto da “Fatti sentire“, il nuovo album uscito per Atlantic/Warner Music.

E.STA.A.TE è il nuovo singolo di Laura Pausini

E.STA.A.TE è un brano che rappresenta il ritmo allo stato puro, un inno all’estate, scritto da Laura e Paolo Carta per la parte musicale mentre il testo, scritto da Laura insieme a Virginio Simonelli, che aveva già collaborato con lei in passato, contiene un gioco di parole: ESTATE / E STA A TE, la mia ESTATE sei tu, E STA A TE cominciare.

“Quando si vuole qualcosa sta a noi prenderla, o fare di tutto per raggiungerla, con l’energia che contraddistingue quella stagione dell’anno, compresa la voglia di godersi ogni momento fino alla fine”- racconta Laura Pausini.

Il videoclip, disponibile dall’8 giugno, è stato girato da Leandro Manuel Emede, a Miami, e rappresenta la vera spensieratezza, tra superstrade americane, auto decappottabili, piste di pattinaggio e disco dance.

Ma l’estate di Laura Pausini è anche live e il concerto del 21 luglio al Circo Massimo è già sold out!

Dopo essere stata la prima donna a calcare il palco dello Stadio San Siro nel 2007, Laura sarà infatti la prima donna ad esibirsi al Circo Massimo in due serate, il 21 (biglietti esauriti) e il 22 luglio (ultimi biglietti rimasti). A seguire, partirà poi per un grande tour mondiale negli Stati Uniti e in America Latina. A settembre sarà di nuovo in Europa, per un tour nei palazzetti italiani che sta collezionando sold out e a cui si continuano ad aggiungere, vista la grande richiesta, nuovi appuntamenti al calendario.

Queste le date del tour di Laura Pausini

JUL 13 JESOLO – PALA ARREX DATA ZERO
JUL 21 ROMA – CIRCO MASSIMO SOLD OUT
JUL 22 ROMA – CIRCO MASSIMO
JUL 26 MIAMI – JAMES L. KNIGHT CENTER
JUL 28 LOS ANGELES – GREEK THEATRE
JUL 31 MONTERREY – ARENA MONTERREY
AUG 2 GUADALAJARA – AUDITORIO TELMEX
AUG 4 MEXICO DF – ARENA CIUDAD DE MEXICO
AUG 6 GUATEMALA CITY – FORUM MAJADAS
AUG 8 SAN JOSE’ – ESTADIO NACIONAL
AUG 11 GUAYAQUIL – COLISEO VOLTAIRES
AUG 14 LIMA – JOCKEY CLUB
AUG 16 BUENOS AIRES – LUNA PARK
AUG 18 SANTIAGO – MOVISTAR ARENA
AUG 20 SAO PAULO – CREDICARD HALL
AUG 21 SAO PAULO – CREDICARD HALL
AUG 23 BRASILIA – TEATRO GUIMARAES
AUG 25 RECIFE – CLASSIC HALL
AUG 27 CURITIBA – TEATRO POSITIVO
AUG 31 NEW YORK – RADIO CITY MUSIC HALL
SEP 08 MILANO – MEDIOLANUM FORUM SOLD OUT
SEP 09 MILANO – MEDIOLANUM FORUM SOLD OUT
SEP 11 MILANO – MEDIOLANUM FORUM
SEP 12 MILANO – MEDIOLANUM FORUM NUOVA DATA
SEP 17 RIMINI – RDS STADIUM SOLD OUT
SEP 19 VERONA – ARENA SOLD OUT
SEP 21 VERONA – ARENA
SEP 22 VERONA – ARENA
SEP 25 EBOLI (SA) – PALA SELE SOLD OUT
SEP 26 EBOLI (SA) – PALA SELE
SEP 28 ACIREALE – PAL’ART HOTEL SOLD OUT
SEP 29 ACIREALE – PAL’ART HOTEL SOLD OUT
OCT 01 BARI – PALA FLORIO SOLD OUT
OCT 02 BARI – PALA FLORIO
OCT 06 FIRENZE – NELSON MANDELA FORUM SOLD OUT
OCT 07 FIRENZE – NELSON MANDELA FORUM
OCT 09 PADOVA – KIOENE ARENA SOLD OUT
OCT 10 PADOVA – KIOENE ARENA
OCT 12 BOLOGNA – UNIPOL ARENA NUOVA DATA
OCT 13 BOLOGNA – UNIPOL ARENA
OCT 17 BARCELONA – PALAU ST JORDI
OCT 18 MADRID – WIZINK CENTER
OCT 20 PARIS – ZENITH LA VILLETTE
OCT 21 BRUXELLES – FOREST NATIONAL
OCT 23 STUTTGART – PORSCHE ARENA
OCT 24 ZURICH – HALLENSTADION
OCT 26 TORINO – PALA ALPI TOUR SOLD OUT
OCT 27 TORINO – PALA ALPI TOUR

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Il Siren Festival 2018 è alle porte e si terrà, come di consueto, a Vasto ospitando Public Image LtD, Cosmo, Slowdive, 2ManyDjs, dEUS, Bud Spencer Blues Explosion, Colapesce, Rodrigo Amarante e tanti altri. La rassegna avrà anche una preview in programma a Roma (Largo Venue) il 6 giugno 2018: la line up dell’evento è stata annunciata e contiene i nomi di Unknown Mortal Orchestra, Tune-Yards, The Rainband, Laago! e Miz Kiara.

In particolare, gli Unknown Mortal Orchestra hanno rilasciato lo scorso aprile il loro quarto album intitolato ‘Sex & Food”, un lavoro mutevole e contaminato da drum machine, funk, rock e psichedeliche melodie disco e daranno ampio spazio al lavoro in scaletta. I Tune Yards, invece, guidati da Merrill Garbus, presenteranno dal vivo al pubblico di Roma il disco uscito nel 2017, I can feel you creep into my private life, atteso seguito di Nikki Nack (2014).

The Rainband, tra i principali esponenti del rock britannico contemporaneo, daranno spazio al secondo lavoro di studio ‘The Shape of Things to Come‘. A chiudere la lista degli artisti che parteciperanno alla serata di anteprima romana che farà da apertura al Siren Festival 2018 ci sono anche gli italianissimi Laago! e la dj Miz Kiara, con un sound crossover tra elettronica, house e techno.

Siren Festival 2018 – Rome Preview – Informazioni e prezzi dei biglietti

Apertura porte 18,30 – Biglietto 17,00€ + d.p. – Alla porta 20,00
(Per i possessori dell’abbonamento al Siren Festival il costo del biglietto sarà di 10,00€ alla porta)

Abbonamenti Siren Festival 2018:

60,00€ è d.p. abbonamento venerdì e sabato
75,00€ + d.p. (early price)

Line-up

Unknown Mortal Orchestra
Tune-Yards
The Rainband
Laago!
Miz Kiara

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La band irlandese presenterà il nuovo album "Epitaph" con tre imperdibili concerti a Milano, Bologna e Roma

Proprio alla fine di questa settimana, venerdì 27 aprile, uscirà il loro ottavo album, intitolato “Epitaph”, che si prospetta come l’ennesima pietra miliare nel mondo del post-rock: loro sono i God is an Astronaut, band irlandese guidata dai gemelli Kinsella, che ormai dal 2002 fanno vibrare cuori e chitarre come pochi altri al mondo.

Arriveranno in Italia esattamente una settimana dopo l’uscita del disco, con tre date imperdibili che li vedranno esibirsi nel nostro Paese dopo i due splendidi concerti tenuti a Roma e Milano l’estate scorsa.

Questi i dettagli delle tre nuove date italiane, in cui saranno supportati dagli Xenon Field, che hanno anche collaborato alla realizzazione di “Epitaph”:

5 Maggio – Fabrique – Milano 

6 Maggio – Estragon – Bologna

7 Maggio – Orion Club – Roma

Biglietti in prevendita al costo di 32,20 euro su ticketone.it

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A poche settimane dall’inizio del Concerto del Primo Maggio 2018, gli organizzatori hanno svelato i nomi dei primi artisti che si alterneranno sul palco di Piazza San Giovanni in Laterano a Roma. Sarà presente il dj internazionale Fatboy Slim, ma sono stati confermati anche Carmen Consoli, Canova, Nitro, Calibro 35, Dardust ft Joan Thiele, Frah Quintale, Wrongonyou e Willia Peyote. Un secondo aggiornamento ha incluso nel cast anche Max Gazzé e FORM (Orchestra Filarmonica Marchigiana), Sfera Ebbasta, Cosmo, Le Vibrazioni, The Zen Circus, Maria Antonietta, Galeffi, Mirkoeilcane.

L’evento, promosso da CGIL, CISL e UIL, è organizzato da iCompany e punterà, come di consueto, i suoi riflettori sulla nuova musica italiana: la manifestazione, infatti, sarà anche una vetrina per alcuni giovani artisti che avranno la possibilità di esibirsi accanto a colleghi già affermati e noti al pubblico italiano. Il Concerto del Primo Maggio, come ogni anno, sarà trasmesso in diretta televisiva e radiofonica su Rai 3 e Radio 2. L’organizzatore Massimo Bonelli ha commentato così l’imminente evento: “Per la sua storia quasi leggendaria e per il ruolo simbolico che ha ricoperto e ricopre nell’immaginario musicale nazionale, credo che il Concerto del Primo Maggio debba darsi oggi l’opportunità, ed anche l’obiettivo, di portare sul palco “la musica attuale”, quella che impazza nelle cuffiette dei ragazzi, nei live club, in rete, e che a breve probabilmente sarà in alta rotazione nelle radio o ai primi posti delle classifiche di vendita”.

Concerto del Primo Maggio 2018 a Roma: il cast (in aggiornamento)

FATBOY SLIM
CARMEN CONSOLI
CALIBRO 35
CANOVA
NITRO
DARDUST ft JOAN THIELE
FRAH QUINTALE
WRONGONYOU
WILLIE PEYOTE
MAX GAZZE e FORM
SFERA EBBASTA
COSMO
LE VIBRAZIONI
THE ZEN CIRCUS
MARIA ANTONIETTA
GALEFFI
MIRKOEILCANE

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I Ministri con "Fidatevi" pongono l'accento sulle insicurezze e sul bisogno dei rapporti umani in una società sempre più "a misura di consumatore". Il 5 aprile partirà il loro nuovo tour dall'Estragon di Bologna, ne abbiamo parlato con il chitarrista e autore dei testi Federico Dragogna.

A tre anni di distanza dal precedente “Cultura Generale” i Ministri, trio milanese composto da Federico Dragogna (chitarra, cori, testi), Davide “Divi” Autelitano (basso, voce) e Michele Esposito (batteria), sono tornati sulle scene con un disco dal titolo ambizioso, “Fidatevi”.
In un momento storico in cui la fiducia è merce rarissima, farne il tratto distintivo di un intero disco può apparire come un’operazione rischiosa, ma in realtà i Ministri, più che “chiedere la fiducia” a scatola chiusa, decidono di raccontare la loro intimità, come forse mai prima, riuscendo ad intercettare anche le paure e le insicurezze di un’intera generazione, quella di 30/35enni, a cui la fiducia sta venendo meno, come buona parte dei propri punti di riferimento.
Ne ho parlato con Federico Dragogna, chitarrista e autore dei testi dei Ministri, che in questo momento si stanno preparando per l’inizio del tour (prima data 5 aprile all’Estragon di Bologna).

Ciao Fede, “Fidatevi” è forse il disco più personale dei Ministri, quello in cui si parla di più di interiorità, dei propri spettri interiori e delle proprie insicurezze
e che poi però si rivolge al di fuori, “agli altri”, da guardare per rubargli un po’ di certezze, come in “Tra le vite degli altri”…ti sembra una giusta descrizione?

“Ciao, sì ti direi che se uno scrive nella vita questi cambiamenti anche nella scrittura rappresentino il fatto che stai davvero continuando a scrivere davvero e che non sei diventato una cosa di genere: è bello invece che uno a 23 anni scriva in un certo modo perchè pensa certe cose e a 35 in un altro diverso, sarebbe preoccupante se a 23 anni uno vedesse già le cose come un trentacinquenne e poi magari a 35 anni volesse vederle e descriverle come un ventritreenne. Mi viene da dirti che erano personali anche prima le cose che scrivevo, ma c’era un po’ meno persona: la personalità veniva fuori più per differenza dal “fuori”, dagli altri, piuttosto che affermando qualcosa. Quando attacchi ciò che è altro da te lo fai per definire la tua identità, alla fine anche il web è basato su questo principio, spesso coinvolgendo anche persone che il 23 anni li hanno passati da un pezzo in questo schema. A volte si odia qualcosa solo per far capire agli altri chi si è, senza però sostenere qualcos’altro. Si combattono prima magari guerre “esteriori” per poi arrivare, come in questo disco, a combattere quelle interiori. Poi magari dal prossimo disco, il giorno in cui diventeremo compiutamente grandi, non avremo più il problema del mutamento, saremo qualcos’altro e non dovremo più combattere nessun tipo di guerra, nè esteriore nè interiore.”

Come si può definire oggi, nel 2018, il concetto di “Fiducia”, dato che sembriamo tutti, soprattutto la nostra generazione di trenta/trentacinquenni, avere sempre meno appigli a cui rivolgerci?

Io credo che a un certo punto quando hanno iniziato a crollare le ideologie la confusione tra bene e male sia stata accettata come un dato di fatto e i valori hanno iniziato ad essere affrontati in modo ironico, mentre i controvalori come il sesso e la cocaina e così via sono diventati qualcosa di cui cantare: non lo dico però in un senso moraleggiante, semplicemente nel momento in cui mancano delle sicurezze accade questo. Non è che i nostri genitori avessero garanzie maggiori, semplicemente alla nostra età avevano ideali a più lunga scadenza rispetto ai nostri, potevano permettersi progetti a lungo termine, era il mondo ideologico di prima. Secondo me però non è detto che fosse necessariamente meglio. Noi come band, fin da quando abbiamo iniziato, abbiamo affrontato questa precarietà in tutto, oserei dire che è molto nietzschiano avere sempre intorno il caos ed è anche una spinta vitale, sarebbe anacronistico lottare per tornare ad avere, per dire, la pensione come i nostri genitori o nonni. Lo trovo triste, però resta il fatto che perdere i valori, i motivi per cui stare insieme è pericoloso: se ci togliamo del tutto la nostra parte sociale diventiamo davvero una puntata di Black Mirror.

Anche i social portano poi all’individualismo esasperato che stiamo vivendo adesso: tutti noi abbiamo la nostra personale verità da condividere, no?

“Certo, i social secondo me sono un po’ un incidente di percorso: nascono come una cosa bella per tenersi in contatto solo che poi si è scoperto che se dai agli uomini la possibilità di scagliarsi contro gli altri senza incorrere in conseguenze, quelli ci provano e qualcuno ci rimane invischiato. Penso che il punto cardine di tutto comunque sia il bisogno di stare insieme, il punto è che cosa lo muove e cosa lo muoverà: se lo muove solo il fatto di trovarsi un posto per consumare certi servizi è troppo poco. Dopo un po’ ci romperemo le palle, infatti credo che parte dei cervelloni delle grandi aziende mondiali cerchino di darci ciò che ci serve a casa, da Amazon a Netflix.”

Infatti va quasi di moda non uscire più di casa…

“Sì, ma anche questa è più una conseguenza, cioè questi colossi arrivano e ti dicono “ehi cittadino, non hai più nessun vero motivo per uscire ed andare a beccare gli altri? Ok, stai a casa, tanto hai tutto.” Ormai vediamo anche le ragioni per cui vivere come un servizio, dobbiamo non accontentarci di questo.”

Questo è un disco molto generazionale, mi riferisco a canzoni come “Due desideri su tre” piuttosto che la stessa “Fidatevi”, te ne rendevi conto mentre lo scrivevi?

“Dentro questo disco ci sono storie di altre persone, per esempio “Fidatevi”: ci sono alcuni pezzi che sono scrittura più nel senso adolescenziale del termine, nel senso di un’autoanalisi, come “Spettri” o “Crateri”, che è proprio una liberazione. Mentre nei due pezzi che hai citato racconto storie di altri, è il mio punto di vista su un’altra persona. Quando diventi musicista o racconti di te e della tua vita o racconti quella di qualcuno che non è musicista, il mondo che ti interessa è quello diverso da te perchè scandito da ritmi e giornate diverse, quello dei miei amici, di mio fratello per esempio. In ogni caso la situazione generazionale ed economica non cambia, in linea di massima.
Ad esempio “Nella battaglia” nasce dalla situazione che si crea nella metro affollata alle 8,30 al mattino: in quel periodo stavo producendo un disco e per un dato periodo appunto prendevo la metro a quell’ora e mi ritrovavo con chi normalmente lo fa tutti i giorni tutto l’anno. Mentre io sapevo che la mia era una situazione temporanea e poi sarei tornato ad altri ritmi, mi sono immedesimato in chi invece lo fa quotidianamente, senza una “scadenza”. Mi ci sono messo tante volte in chi fa un lavoro più “normale”, con ritmi da ufficio, secondo me ha anche lati molto belli e, per testimonianza diretta, ti posso dire che tanti musicisti sono tentati di passare a quel tipo di vita, per una questione di sicurezze, di ritmi meno serrati, una maggiore routine. Non è detto che la vita tutta sregolata sia figa per forza, dipende da che carattera hai. Dall’altra parte invece delle volte non ti rendi conto che dovresti staccare quando ti sei messo in un lavoro di merda, che non ti soddisfa, ma è difficile farlo perchè perdere le sicurezze, anche economiche, è rischioso per tutti.”

All’interno dei Ministri, tra voi tre, quanto è importante la fiducia l’uno nell’altro? Penso sempre al fatto che Davide canta parole che non ha scritto lui in molti casi, questo è un grande segno di fiducia.

“Tra noi la fiducia è un qualcosa che ci tiene insieme in un senso molto forte, noi siamo amici fin da quando eravamo ragazzi, però al di là di questo i Ministri sono proprio come un equipaggio di una barca che sta facendo una mega traversata oceanica: ognuno ha il suo ruolo e fa quello che fa sicuro che gli altri faranno il loro per far viaggiare la barca al massimo. Lo scrivere e poi Divi che canta, anche se in questo disco ha scritto anche due pezzi (“Tra le vite degli altri” e “Dio da scegliere”), crea tra noi un rapporto particolare: è un discorso tra due amici ma che va ad un livello anche superiore alla normale amicizia, a volte abbiamo anche usato i pezzi per dirci delle cose tra noi, in questo disco meno, in altri dischi di più. Poi ormai questo ci sembra normale e scrivo canzoni che si prestano bene alla sua voce, mentre con la mia dovrebbero avere una metrica totalmente diversa, tra cui praticamente tutte quelle di questo disco. Ormai abbiamo una sinergia iperconsolidata.”

Il disco inizia con i versi “E’ una questione di gusti, che ci spinge in avanti”, come sono cambiati e come si sono evoluti i gusti musicali dei Ministri in questi dodici anni di carriera?
Aggiungo che la critica e il pubblico hanno detto che “Fidatevi” somiglia ai vostri esordi…io direi che non è così.

“Infatti non è assolutamente così, si legge tutto e il contrario di tutto: il problema della rete è anche che si cercano di consumare e giudicare le cose ipervelocemente. Non si può recensire un disco dopo un giorno che è uscito, con le canzoni ci devi vivere, ci devi passare delle esperienze, almeno con le nostre, non sono canzoni da sentire quando vai a fare la spesa. Non andrei a una festa dicendo “ehi adesso vi faccio sentire questa che spacca” e metto su “Crateri”.
Ci sono tante chitarre nel disco e semplicemente questo oggi fa strano.
Per quanto riguarda i miei gusti musicali, essendoci già troppe chitarre nella mia vita con i Ministri si sono rivolti verso cose dove di chitarre ce ne erano sempre meno, come produttore poi in realtà ho fatto tante cose diverse. Devo dire che molti degli arrangiamenti che ci sono in questo disco sono cose che abbiamo dentro da sempre e sono un nostro dna di partenza, che significano ancora tantissimo per me. I gusti sono in realtà dovuti a una sincerità che abbiamo con noi stessi: a noi piace fare questo nella vita, al di là della risposta che può avere.
Però la risposta a questa domanda può variare un sacco da persona a persona.”

Proprio riguardo al fare ciò che vi piace senza guardare a come siete percepiti: voi avete sempre affrontato un vostro percorso musicale che non ha mai guardato troppo a “cosa funziona”, tu lo hai affrontato in alcuni casi anche nelle vesti di produttore: a parte rari casi, ho l’impressione che la musica italiana di un certo circuito si stia sempre più omologando a certi standard, certi meccanismi ricorrenti. Secondo te perchè succede questo e pochi hanno il coraggio di uscire dagli schemi? E’ mancanza di talento o semplicemente è bello stare nella propria “comfort zone”?

“Io credo sia un normale fenomeno biologico della musica il fatto che siano funzionate delle cose con un certo sound e si sia creata una certa onda che adesso si sta cavalcando, quando poi si esaurirà ne verrà fuori un’altra diversa.
L’unica differenza rispetto a prima è che prima si divideva il mondo in mainstream ed indie, ora questo gioco è saltato perchè anche nel mainstream ci sono cose che sono venute dal nostro mondo, quindi è tutto un po’ più confuso.
Credo che il fatto che le cose grosse pop vengano dal mondo “indie” sia bello, vuol dire che siamo gli unici fornitori di entrambi i mondi, diciamo. Basta continuare ad alimentare entrambi questi mondi così da mantenere un certo grado di biodiversità e permettere all’ascoltatore di scegliere tra un po’ di tutto.
Poi credo sempre che chi ha talento verrà fuori, magari in ritardo perchè ha pochi mezzi ma chi vale prima o poi si nota.”

In tour porterete con voi Anthony Sasso come quarto “ministro”, come è nata la scelta di coinvolgerlo e come vi state preparando al tour, che tipo di set sarà?

“Volevamo rendere il disco come si deve e non volevamo usare sequenze, perchè siamo allergici diciamo, per cui abbiamo cercato una persona che facesse al caso nostro. Cerchiamo sempre di trovare degli artisti che ci aiutano, prima c’era Effe Punto, che adesso è in giro con cose sue, adesso avremo ancora con noi, come nello scorso tour, Marco Ulcigrai de Il Triangolo e in più si è aggiunto Anthony, che abbiamo conosciuto con gli Anthony Laszlo quando ci ha aperto un live: condividevamo con lui una serie di visioni e lo abbiamo quindi tirato in mezzo alla nostra grande famiglia. Per quanto riguarda il tour, lo stiamo provando in questi giorni: è un concerto bello denso, molto elettrico, molto potente e molto impegnativo. Raccoglie tante delle cose che ci siamo detti in questa intervista. La potenza di fuoco è molto grossa e certi pezzi hanno tutta l’ampiezza che necessitavano. Siamo molto contenti.”

Appuntamento dunque il 5 aprile per la prima data live del “Fidatevi Tour” all’Estragon di Bologna.

Queste tutte le date ad oggi in programma del “Fidatevi Tour” dei Ministri:

5 APRILE – BOLOGNA – ESTRAGON

6 APRILE – PADOVA – GRAN TEATRO GEOX

9 APRILE – MILANO – ALCATRAZ

12 APRILE – TRENTO – SANBA’POLIS

14 APRILE – ROMA – ATLANTICO LIVE

19 APRILE – VENARIA REALE (TO) – TEATRO DELLA CONCORDIA

20 APRILE – NONANTOLA (MO) – VOX CLUB

24 APRILE – FIRENZE – OBIHALL

27 APRILE – MOLFETTA (BA) – EREMO CLUB

28 APRILE – NAPOLI – CASA DELLA MUSICA

30 APRILE – PERUGIA – AFTERLIFE LIVE CLUB