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concerti a Prato

Ormai da 5 edizioni il Settembre: Prato è spettacolo è diventata una piacevole tradizione di fine estate, prima della ripresa del lavoro e della scuola. In questi anni, da spettatore, da addetto ai lavori, ho visto crescere una realtà.
Prato è una creatura strana, una città di provincia pur potendo contare su circa 200.000 abitanti (la seconda città più grande della Toscana), una città multiculturale eppure legata a certe tradizioni che non moriranno mai e che rendono i pratesi orgogliosi (e i pratesi, credetemi, sono orgogliosi per natura).
L’operazione che ha portato avanti Fonderia Cultart in questi anni è un’operazione di educazione (o forse ri-educazione) culturale che ha rimesso questa città di provincia al centro, valorizzandone i luoghi (da Piazza Duomo, teatro del palco principale, a Officina Giovani, dove quest’anno sono andati in scena mostre e secret show, fino ad altri luoghi immersi nella città) e portando Prato a smarcarsi dall’ombra fiorentina e ad avere in città band del calibro di Interpol, dEUS, Einsturzende Neubauten e, quest’anno The Flaming Lips e Eels.
Proprio lo show doppio delle due iconiche rock band americane è sembrato qualcosa di irreale per la città, eppure è successo: Wayne Coyne ha cavalcato la folla nella sua bolla trasparente, ha solcato piazza Duomo in groppa al suo unicorno luminoso e tutti ci siamo chiesti: “ma davvero sta succedendo a Prato?”. Sì, sta succedendo. E poco prima mr. E aveva deliziato tutti con un set energico e con quella “Novocaine for the soul” che pacifica le anime, sul serio.
Il pubblico è rimasto estasiato e, cosa da non sottovalutare, negli anni è cresciuto, di edizione in edizione: sembrava impossibile riuscire ad avere piazza Duomo piena ed invece Salmo aveva a saltare di fronte a sè tantissimi giovani lo scorso 30 agosto, così come Samuel lunedì 2 settembre ha raccontato a giovani e meno giovani (“nostalgici anni ’90” verrebbe da dire) cos’è stato “Microchip emozionale” per una generazione intera.
Carl Brave e Gazzelle sono stati la “quota indie” del 2019 e anche loro hanno fatto scoprire a tanti ragazzi venuti da fuori che in fondo Prato non si può identificare solo con i luoghi comuni che la descrivono da anni e che un live all’ombra del Pulpito di Donatello è qualcosa che loro stessi si ricorderanno bene, come se lo ricorderà sua maestà Mike Patton, che si è anche portato un pezzo importante di Prato nel suo mini-tour italiano, ovvero la Camerata Strumentale Città di Prato, memoria storica della città e suo fiore all’occhiello. L’ex frontman dei Faith No More è stato un paio di giorni in città per le prove e poi ha regalato alla città un live straordinario, coadiuvato da musicisti del calibro di Enrico Gabrielli, Vincenzo Vasi e Alessandro “Asso” Stefana, che lo ha visto cimentarsi con i classici della canzone italiana, riportando in scena a distanza di 9 anni “Mondo Cane”.
Un giorno potremo davvero raccontare di aver visto Mike Patton o Wayne Coyne proprio lì, all’ombra del Duomo, così come Coyne racconterà magari nel mondo che una volta ha fatto un soundcheck con le persone appena uscite dalla messa domenicale che lo applaudivano divertite.
Questo per dire che Prato è ormai ben più dei cliché con cui la si descrive, è ben più di una provincia e vuole ancora crescere.
Sognare è lecito, chissà, l’anno prossimo, chi avrà la fortuna di suonare su quel palco, illuminato dalla luna, con il Pulpito di Donatello a un passo…

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Da Gazzelle ai Flaming Lips, passando per Salmo, i Subsonica e perfino Mahmood. Musica e spettacoli per tutti i gusti alla quinta edizione di Settembre: Prato è spettacolo.

Giunto alla quinta edizione, sotto la produzione di Fonderia CultArt, il “Settembre: Prato è spettacolo” non molla di un centimetro e continua ad annoverare un programma ricchissimo di spettacoli ed artisti di livello nazionale ed internazionale.

Oltre al Palco Centrale di Piazza Duomo, tornerà anche la Piazza dei Piccoli, in piazza Santa Maria in Castello, dal 29 agosto al 3 settembre: laboratori, spettacoli e giochi per i bambini in pieno centro storico.

Tra le novità dell’edizione, da segnalare UnderStage|35 la rassegna di giovani band in collaborazione con Santavalvola che si terrà a Officina Giovani dal 31 agosto al 1 settembre.
Altra novità di quest’anno il Dopofestival Secret Show, il 30 e 31 agosto, dalla mezzanotte a Officina Giovani.
Fra gli eventi in città anche serate a cura di Freaky Deaky al Museo di Palazzo Pretorio e al Centro Pecci e il Creative Factory / Self made Market dal 1 al 3 settembre a Officina Giovani.
Infine, ultima importante novità dell’edizione 2019, l’evento gratuito in Piazza Duomo “Radio Bruno live” che ospita numerosi artisti della scena musicale italiana.

Per quanto concerne gli eventi di Piazza Duomo, si parte il 28 agosto con lo spettacolo “A ruota libera”, in cui Giovanni Veronesi dirigerà in diretta Alessandro Haber, Rocco Papaleo e Sergio Rubini, accompagnati dal vivo dall’Orchestra Musica da Ripostiglio. Sarà uno spettacolo che intreccerà musica, cinema e vita di questi straordinari artisti.

La sera successiva sarà la volta del fenomeno it-pop Gazzelle portare in scena il suo tour sul palco di Piazza Duomo, per quello che si preannuncia come l’ennesimo sold out di un tour ricco di successi (oltre 90 date fino ad oggi) che lo ha proiettato ad essere una delle voci dominanti della nuova scena indie italiana.

Il 30 agosto arriva il rap caustico di Salmo, autore di uno dei dischi italiani dell’anno, trainato da singoli come “90 minuti” o “Il cielo nella stanza”. Il suo “Playlist summer tour” si preannuncia come caldissimo e attesissimo anche in quel di piazza Duomo.

Dopo 9 anni, il 31 agosto lo storico leader dei Faith No More Mike Patton riporterà live in Italia “Mondo Cane”, accompagnato dalla Camerata Strumentale Città di Prato, il suo omaggio alle canzoni italiane degli anni ’60 e ’70. La sua voce unica risuonerà nella splendida cornice di Piazza Duomo con classici di Gino Paoli, Luigi Tenco o Fred Buscaglione per quella che sarà una delle sue due sole date italiane (la data di Milano del 2 settembre al Teatro degli Arcimboldi è già sold out).

Il 1 settembre gli amanti del rock avranno l’acquolina in bocca, poichè ad alternarsi sul palco pratese saranno gli Eels guidati da Mark Oliver Everett (che porterà in scena il suo nuovo album “Deconstruction”) e gli eccentrici Flaming Lips di Wayne Coyne, reduci dall’ultima fatica “King’s Mouth”, che coloreranno la piazza con uno show unico come solo loro sanno offrire.

Il 2 settembre si continua a ballare con lo sonorità dei Subsonica, che non hanno certo bisogno di alcuna presentazione e porteranno in scena “8”, loro nuovo album che li ha già accompagnati in un tour nei palazzetti.

Il palco pratese dei grandi concerti ospiterà poi il 3 settembre, Carl Brave al secolo Carlo Luigi Coraggio, produttore e paroliere romano. La sua prolifica capacità compositiva è sfociata nell’esodo solista “Notti Brave” (Disco di Platino). L’album, uscito a maggio 2018, è entrato diretto al primo posto in classifica, restandoci per due settimane. Notti Brave è senza dubbio un disco che ha colpito nel segno, trainato dal singolo “Fotografia” (Triplo Platino) interpretato assieme a Fabri Fibra e Francesca Michielin.

Il 4 settembre concerto a ingresso gratuito (ormai tradizionale) per la Camerata Strumentale Città di Prato, diretta dal maestro Jonathan Webb con il soprano Elizaveta Martirosyan dal titolo Bohemian Rhapsody: saranno eseguite musiche di Dvořák e Bedřich Smetana.

Il 6 settembre poi appuntamento nuovo di zecca per il settembre pratese, con il live del Radio Bruno Estate 2019, che vedrà alternarsi sul palco artisti del calibro di Mahmood, Luca Carboni, J-Ax, Tiromancino e tanti altri, rigorosamente ad ingresso gratuito.

Tutti i biglietti degli eventi sono disponibili nei Punti vendita Ticketone e Box Office Toscana e on line su www.ticketone.it.

 

 

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Le due band saliranno sul palco la stessa sera, domenica 1 settembre, in Piazza Duomo.

Due band di culto per il rock americano sullo stesso palco, la stessa sera, in Italia.

Ebbene, è possibile. Dopo che già l’anno scorso il 1 settembre il “Settembre: Prato è spettacolo” aveva proposto l’imperdibile terzetto formato da Blonde Redhead, dEUS e Einsturzende Neubauten, quest’anno saranno Flaming Lips e EELS ad alternarsi sul palco di Piazza Duomo, sempre in data 1 settembre.

Wayne Coyne e soci tornano dunque in Italia dopo il trionfale show dell’Alcatraz di Milano di novembre scorso, mentre mr. E sarà a Prato e il giorno successivo al Circolo Magnolia di Segrate (MI), dopo la data unica alla Rocca Malatestiana di Cesena dell’estate scorsa nell’ambito di Acieloaperto.

Questi i dettagli della data pratese, un appuntamento da non perdere per tutti gli amanti del rock:

1 SETTEMBRE 2019 – Piazza Duomo – Prato

THE FLAMING LIPS + EELS

Biglietti in prevendita sul circuito ticketone da venerdì 1 febbraio alle ore 10.

Una di quelle serate da ricordare. Quella andata in scena ieri sera in piazza Duomo a Prato è assolutamente una serata da raccontare ai nipotini: pensate alle difficoltà, per una città comunque di provincia, che non ha i budget o l’appeal di posti quali Milano o Roma, di portare a suonare sul proprio territorio band di importanza internazionale, band che hanno fatto la storia del rock. Moltiplicate tutto questo per tre e otterrete ciò che sono riusciti a fare ieri sera gli organizzatori del Settembre: Prato è spettacolo.

Blonde Redhead, Einsturzende Neubauten e dEUS tutti sullo stesso palco, la stessa sera.

Nonostante un ritardo (enorme) del backline della band belga, che ha costretto a invertire l’ordine di uscita (Blixa Bargeld e soci hanno preceduto Tom Barman e compagni) e conseguentemente ad accorciare il set dei dEUS per questioni di orari (si era in pieno centro cittadino), tutto si è svolto per il meglio, con la fortuna che neppure la pioggia è giunta a funestare la serata.

Alle 20 i primi a salire sul palco erano i Blonde Redhead guidati da Kazu Makino: la splendida cantante giapponese, fasciata in un vestitino bianco, non si risparmiava affatto durante il set, inanellando perle come “23”, “Give give” o “3 o’clock”. I fratelli Pace sono stati la solita macchina perfetta, che ogni volta mostra sul palco un’intesa fuori dall’ordinario. Era cominciata la magia, portata all’apice da quel mostro sacro che risponde al nome di Blixa Bargeld, una leggenda vivente, che con i suoi Einsturzende Neubauten ha dato dimostrazione di cosa significhi suonare “industrial rock”: tra frese, bidoni pieni di pezzi di alluminio e tubi, sul palco non mancava assolutamente niente per un set atipico quanto epico: Blixa sprizza carisma da tutti i pori e la sua capacità di modellare la voce, intonando sempre perfettamente ogni nota anche quando si tratta di fare “noise” o comunque di portare in scena elementi disturbanti, è qualcosa di unico.

Un Lucio Dalla dell’industrial, se mi si passa l’irriverente e forse azzardato paragone, ma del resto se Blixa è sulla breccia da oltre 40 anni, ci sarà un motivo: presumibilmente perchè è un genio capace di armonizzare elementi che, apparentemente, di musicale non hanno assolutamente niente.

A chiudere la serata ci hanno pensato i dEUS, come già detto con un set più corto del previsto, ma che non ha fatto mancare delle chicche come “The architect” o “Hotellounge”: la band di Tom Barman ha dato prova di una verve straordinaria e, scusandosi per i propri ritardi (“fuckin’ traffic in Austria”), ha annunciato che il 2019 sarà l’anno delle celebrazioni per il ventennale di “The Ideal Crush” e chissà che non ci sia spazio per rivederli a breve alle nostre latitudini…

In sintesi ci siamo trovati di fronte all’evento rock dell’anno e il fatto che una città che sta tornando sempre più in vita come Prato sia stata capace di organizzare una simile serata è un ottimo segno, da cui tante altre città italiane dovrebbero prendere spunto: con la professionalità, l’impegno e l’amore per la musica vengono fuori occasioni come queste.

Negli anni il “Settembre: Prato è spettacolo” è cresciuto sempre più, avendo la capacità di portare sul palco di Piazza Duomo artisti del calibro di Interpol, Air, Public Service Broadcasting, Benjamin Clementine fino ad arrivare alla inimmaginabile serata di ieri.

A questo punto, chissà quali altri grandi nomi internazionali arriveranno l’anno prossimo…

Si è aperto con un entusiasmante live di Caparezza, di fronte a una piazza del Duomo stracolma, il Settembre: Prato è spettacolo

Sono passati 15 anni da “Verità supposte”, da quando un giovane rapper pugliese salì alla ribalta con un motivetto accattivante e caustico intitolato “Fuori dal tunnel”: quel giovane rapper ha saputo crescere, rinnovarsi, aggiornarsi e sempre migliorare la sua proposta, quel giovane rapper è diventato semplicemente Caparezza, ad oggi uno degli artisti più quotati nel panorama musicale italiano, e a ragione.

Michele Salvemini non è più solo un rapper, troppo riduttiva questa definizione, perchè nel frattempo le sue sonorità si sono aperte al rock, all’elettronica e il suo sound lo ha proiettato in cima a classifiche ed indici di gradimento del pubblico più e meno giovane, stabilmente, senza che per questo lui sia sceso a compromessi, anzi: quello di Caparezza non è solo un concerto, è un vero e proprio affresco dell’epoca in cui viviamo, messo in musica e, in particolare, è un quadro pennellato di cinismo di un’Italia che non sa ritrovarsi, prigioniera dei propri luoghi comuni e incapace di sfruttare fino in fondo i propri enormi talenti.

Di fronte a una piazza del Duomo stracolma e festante è iniziato sulle note di Caparezza il Settembre: Prato è spettacolo, edizione 2018 e si è subito assistito ad uno show che in Italia ha davvero pochi eguali, sia dal punto di vista musicale e contenutistico (difficile trovare un artista che riesca a parlare in modo così limpido alle masse), sia dal punto di vista visivo: costumi, giochi pirotecnici, balletti, al concerto di Caparezza non manca niente ed è letteralmente impossibile non mettersi a saltare o non intonare con lui i suoi brani, dai più recenti di “Prisoner 709”, fino a quelli che ormai sono classici, come “Vengo dalla luna” o “La mia parte intollerante”.

Caparezza costruisce un racconto sonoro che lo porta ad esplorare tutta, o quasi, la sua produzione, collegando i brani con siparietti o agganci che sono destinati a far riflettere: è questa la forza del cantautore di Molfetta, la capacità di instillare nella testa di grandi e piccoli il tarlo della riflessione, facendo allo stesso tempo ballare tutti.

Non sono molti quelli in grado di portare avanti una simile battaglia nel contesto socio-culturale di oggi e Caparezza lo fa con uno stile unico: è un artista libero ed è proprio la libertà il grande filo conduttore dello show. La libertà di essere se stessi, la libertà di essere diversi, la libertà che non dobbiamo permettere a nessuno di farci limitare. Caparezza è un inno al talento e invoglia chi lo ascolta ad approfondire anche i propri, di talenti, con determinazione, proprio come ha fatto Van Gogh (e come viene efficacemente ricordato con l’ultimo pezzo del live, “Mica Van Gogh”).

Lunga vita a Caparezza: che si conservi libero, intelligente, caustico e leggermente folle, proprio come è adesso. Il suo è un concerto imperdibile alle latitudini italiche.

 

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Si parte il 30 agosto con Caparezza, per proseguire con The Darkness, Zen Circus e Cristiano De Andrè. Il 1 settembre l'evento rock dell'anno: Blonde Redhead, dEUS e Einsturzende Neubauten tutti sullo stesso palco.

E’ in arrivo una nuova edizione per Settembre: Prato è spettacolo e, come ogni anno, quella che arriva appare sempre come l’edizione più ricca rispetto alle precedenti.

Negli anni sul palco di Piazza Duomo si sono esibiti artisti del calibro di Interpol, Air, Marlene Kuntz, Afterhours, Verdena, Carmen Consoli, Brunori SAS solo per citarne alcuni; quest’anno gli organizzatori si sono superati, portando nella città toscana il meglio del rock mondiale, soprattutto con la data del 1 settembre, che tutti gli appassionati del genere si sono già cerchiati in rosso sul calendario.

Saliranno infatti sullo stesso palco Blonde Redhead, dEUS ed Einsturzende Neubauten per 5 straordinarie ore di rock (si parte infatti alle 19.30): insomma siamo di fronte a tre band che hanno segnato la storia del rock negli ultimi 30 anni ed oltre.

Ma non finisce qui: sarà l’energià di Michele Salvemini, in arte Caparezza, a dare il via il 30 agosto al Settembre Pratese, con il suo “Prisoner 709 Tour”, mentre il 31 agosto sarà la volta dei The Darkness, che nella loro unica data italiana porteranno tutto il loro glam rock, che li ha fatti paragonare negli anni a band quali i Queen, anche grazie alla voce capace di vette acutissime di Justin Hawkins.

Doppio evento addirittura domenica 2 settembre: alle 18, nei locali dell’ex cinema Excelsior, andrà in scena l’omaggio di Roberto Angelini e Rodrigo D’Erasmo a Nick Drake intitolato “Way to blue”.

Sarà “l’occasione per assistere all’unico evento nei vecchi locali del cinema Excelsior, prima dell’imminente ristrutturazione per la riattivazione della storica Sala prevista per il 2019.”

In “Way to Blue”, Roberto Angelini e Rodrigo D’Erasmo ripropongono il loro personalissimo tributo al cantautorato di Nick Drake, nato dal disco pubblicato da entrambi nel 2005, “PongMoon. Sognando Nick Drake”. “L’album – spiega la nota – era una rivisitazione di alcuni brani del songwriter britannico, tra cui “Time Has Told Me”, “Things Behind the Sun”, “Pink Moon”, “Day is Done” e molti altri.

Alle 21 poi, in piazza Duomo, spazio alla scena indie italiana con due band storiche come A Toys Orchestra e The Zen Circus, che saranno certo capaci di far prima sognare e poi di infiammare la piazza, senza mezze misure, come ci hanno abituato negli anni con le loro peculiari sonorità.

Il 3 settembre sarà poi la volta di Cristiano De Andrè, che riporterà in vita i classici del padre in un tributo che non può, necessariamente, essere solo un tributo e che certamente saprà emozionare e commuovere i presenti.

Si chiude poi il 4 settembre con un orgoglio locale quale la Camerata Strumentale Città di Prato con una festa musicale dedicata a Leonard Bernstein, a cento anni dalla nascita del compositore.

Ricapitolando:

30 agosto – Caparezza – ore 21.00 – Piazza Duomo (Biglietti: posto in piedi euro 28,75 + prev. ; tribuna non numerata euro 34,50 + prev.)

31 agosto – The Darkness – ore 21.00 – Piazza Duomo (Biglietti: posto in piedi  euro 25 + prev. ; tribuna non numerata euro 35 + prev.)

1 settembre – Blonde Redhead – dEUS – Einsturzende Neubauten – ore 19.30 – Piazza Duomo (Biglietti: posto in piedi euro 35 + prev. ; tribuna non numerata euro 40 + prev.)

2 settembre – A Toys Orchestra + The Zen Circus – ore 21.00 – Piazza Duomo (Biglietti: posto in piedi euro 20,70 + prev. ; tribuna non numerata euro 28,75 + prev.)

3 settembre – Cristiano De Andrè – De Andrè canta De Andrè – ore 21.00 – Piazza Duomo (Biglietti: parterre primo settore numerato euro 35 + prev. ; parterre secondo settore numerato euro 30 + prev. ; tribuna non numerata euro 25 + prev. )

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In un Anfiteatro Pecci stracolmo è andata in scena ieri sera una di quelle serate che per Prato resteranno sempre memorabili, di quelle che si dirà: “quella volta che hanno suonato in città i Calexico io c’ero”.

Ecco, proprio così, la band di Joey Burns e John Convertino ha regalato alla città toscana uno show al fulmicotone, ricco di quelle atmosfere filomessicane che li hanno resi iconici e che hanno reso il loro rock desertico pressochè unico.

Con l’aiuto di uno splendido Jacub Valenzuela alla tromba e Jairo Zavala alla chitarra il sound della band ha avvolto la cornice dell’anfiteatro, in pratica “costringendo” a ballare tutto il pubblico.

Da “End of the world with you”, passando per “Under the wheels”, fino a toccare le sonorità di Alfredo Jimenez con la splendida “Serenata huasteca”, per arrivare a “Flores y tamales” i Calexico non hanno fatto mancare niente del loro sconfinato repertorio: la loro capacità di coinvolgere il pubblico, creando un’empatia unica e divertendosi loro per primi sul palco, è stato l’ingrediente fondamentale di uno show musicalmente pregevolissimo.

Sono veramente sempre più rare le band capaci di creare qualcosa di poco incasellabile e di qualità, i Calexico in questo non sono secondi a nessuno: per definire il loro sound sono state coniate delle definizioni nuove e questo rende l’idea della genialità della coppia Convertino – Burns.

A distanza di 22 anni dal primo disco i Calexico continuano a sorprendere, restando fedeli a loro stessi. Non resta che goderseli, applaudire. E ballare.

CALEXICO Setlist @ Anfiteatro Centro Pecci (13/07/18 – Festival delle Colline)

Epic

End of the world with you

Voices in the field

Under the wheels

Frontera

Trigger

The town & miss Lorraine

Sonic wind

Cumbia de donde

Not even Stevie Nicks (including Love will tear us apart, Joy Division cover)

Serenata Huasteca (Josè Alfredo Jimenez cover)

Sunken Waltz

Thrown to the wild

Splitter

Flores y tamales

Music box

Crystal frontier

 

Nao Queiras (Raul Marques cover)

Another space

Corona (Minutemen cover)

Guero canelo

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Ha preso il via lo scorso 1 luglio la nuova edizione dell'ormai storico festival pratese, che porterà in città grandi nomi della musica e non solo, in scenari magnifici e inconsueti.

Video ergo Sono. Da quasi 40 anni crocevia di forme diverse d’arte, Festival delle Colline 2018 celebra l’incontro tra musica e video, in tutte le sue declinazioni: cinema, clip, cortometraggi, ma anche sonorizzazioni, musicisti prestati al grande/piccolo schermo, cantautori lanciati da serie tv…

Un rapporto, quello tra suoni e immagini, che il web ha esaltato fino a renderlo spesso imprescindibile, altre volte inverso: davanti a uno schermo scopriamo un artista musicale, a chi non è successo?

Per la prima volta il Festival si è cimentato nella produzione di un cortometraggio, assieme al Collettivo Snellinberg e alla cooperativa sociale Il Cenacolo (la scorsa domenica 1 luglio), mentre alla band Serpentu è affidata la nuova sonorizzazione di “Vampyr”, capolavoro del cinema horror di Carl Theodor Dreyer datato 1932 (mer 11 luglio, Prato).

Quasi un road movie è il sound psycho-tex-mex dei Calexico (ven 13 luglio, Prato) ed è guardando la serie Narcos che molti hanno scoperto il talento di Rodrigo Amarante (mer 25 luglio, Carmignano). Altro percorso obliquo, quello di Grant-Lee Phillips (ven 3 agosto, Poggio a Caiano), che nella serie “Una mamma per amica” è comparso decine di volte nelle vesti di busker. E ancora, Sergio Caputo (grande successo lo scorso 6 luglio per lui), tra i primi artisti italiani a puntare sul video-clip, il progetto di Gabriele Marco e Samuele Luca Cecchi dedicato ai mestieri del cinema alla musica da film (lun 16 lugli, Poggio a Caiano), e il duo Ilaria Graziano e Francesco Forni (mar 24 luglio, Poggio a Caiano) che con la settima arte ha un legame ormai inscindibile.

In programma dal primo luglio al 3 agosto, Festival delle Colline 2018 coinvolge luoghi d’arte e cultura oltre a incantevoli spazi delle colline pratesi: le otto serate hanno infatti come scenario la Villa Medicea, il parco del Barco e la Chiesa di Bonistallo a Poggio a Caiano, il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, la Corte delle Sculture e la Ex-Fabrica a Prato, la secolare Rocca di Carmignano.

Festival delle Colline 2018 è organizzato da Comune di Poggio a Caiano e Regione Toscana in collaborazione con i Comuni di Prato e Carmignano e Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana / Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci e il sostegno di Estra Prato, Publiacqua, Consiag Prato e cooperativa Il Cenacolo.

Inaugurata domenica primo luglio la nuova edizione, allo spazio estivo Ex-Fabrica di Prato (ingresso libero), ha visto svolgersi il party di presentazione del cortometraggio del Collettivo John Snellinberg coprodotto insieme a Il Cenacolo e al Festival delle Colline. Tra liscio e trap, la giornata di un giovane africano, di un impresario di orchestre da ballo, di un rapper fiorentino e di un manager senza scrupoli. 

Venerdì 6 luglio alla Villa Medicea di Poggio a Caiano  Sergio Caputo ha celebrato i 35 anni del suo “Sabato italiano”. Ai capisaldi dell’indimenticato debutto ha aggiunto i brani di “Oggetti smarriti”, disco fresco di stampa in cui rivisita deep cuts del suo repertorio, aggiungendo tre inediti, tra cui il singolo “Scrivimi scrivimi”.

Alfred Hitchcock lo definì “l’unico film che valga la pena vedere due volte”. “Vampyr” è uno dei capolavori della storia del cinema, girato nel 1932 dal regista Carl Theodor Dreyer. Domani, mercoledì 11 luglio alla Corte delle Sculture della Biblioteca Lazzerini (Prato – ingresso libero) verrà presentato con una nuova sonorizzazione firmata dal trio Serpentu (Blue Willa, Werner, Marlon Brando).

Un immaginario Tex-Mex che si srotola tra i deserti polverosi dell’Arizona, le feste messicane a base di Tequila, le atmosfere surreali dei film di Tarantino… I gloriosi Calexico di Joey Burns e John Convertino saranno in concerto venerdì 13 luglio al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci (Prato – biglietto 20 euro). In valigia hanno il nuovo album “The Thread That Keeps Us”.

Lunedì 16 luglio al Parco del Bargo di Poggio a Caiano (Prato – ingresso libero) va in scena “Cinemiamoci di musica” progetto/spettacolo a firma di Gabriele Marco e Samuele Luca Cecchi con il supporto dell’ensemble Tacito Accordo: brani dedicati ai mestieri della settima arte e alla musica da film, tra ironia e poesia. Arrangiamenti di Tiziana Gacci.

Un cowboy con tanto di cappello e stivali e una ragazza dalla voce nera e dalle labbra rosse”: la musica di Ilaria Graziano e Francesco Forni è un mix di blues, folk, country, tango argentino, canzoni napoletane e dolce vita: Martedì 24 luglio alla Chiesa di Bonistallo di Poggio a Caiano (Prato – biglietto 5 euro) presenteranno l’ultima fatica, “Twinkle Twinkle”.

A consacrarne la fama ci ha pensato la serie tv “Narcos”. E’ opera sua il cliccatissimo brano “Tuyo” scelto come sigla: solo il capitolo recente di Rodrigo Amarante, compositore e polistrumentista brasiliano in concerto mercoledì 25 luglio alla Rocca di Carmignano – (Carmignano – Prato – biglietto 8 euro).

Il festival si chiude venerdì 3 agosto alla Chiesa di Bonistallo di Poggio a Caiano (Prato – biglietto 8 euro) con il live di Grant-Lee Phillips: un grande nome del songwriting americano e un gradito ritorno. Venticinque anni addietro calcava le scene del Festival delle Colline a capo dei suoi Grant Lee Buffalo. Nell’ultimo album da solista, “Widdershins”, ritrova proprio quelle morbide atmosfere che hanno segnato capolavori come “Fuzzy” e “Mighty Joe Moon”.

Questo il riepilogo dei prossimi appuntamenti del Festival delle Colline 2018:

Mercoledì 11 luglio 2018 – ore 21.30 – ingresso gratuito

Corte delle Sculture – Biblioteca Lazzerini – Prato

SERPENTU / VAMPYR

Ri-sonorizzazione dal vivo del film capolavoro di Carl Theodor Dreyer

Produzione originale Festival delle Colline

 

Venerdì 13 luglio 2018 – ore 21.30 – ingresso 20 euro

Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci – (Prato)

In collaborazione con Fonderia Cultart

CALEXICO

 

Lunedì 16 luglio – ore 21.30 – ingresso gratuito

Parco del Bargo – Poggio a Caiano (Prato)

CINEMIAMOCI DI MUSICA / FRATELLI CECCHI & TACITO ACCORDO

 

Martedì 24 luglio 2018 – ore 21,30 – ingresso 5 euro

Chiesa di Bonistallo – Poggio a Caiano (Prato)

ILARIA GRAZIANO e FRANCESCO FORNI

 

Mercoledì 25 luglio 2018 – ore 21.30 – ingresso 8 euro

Rocca di Carmignano – Carmignano – Prato

RODRIGO AMARANTE

 

Venerdì 3 agosto 2018 – ore 21,30 – ingresso 8 euro

Chiesa di Bonistallo – Poggio a Caiano (Prato)

GRANT-LEE PHILLIPS

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Stasera parte da Prato il tour estivo della band torinese, diventata famosa per un concerto... su un treno!

Quando la celebrità bussa alla porta come un colpo di fortuna, dopo essersi fatti il mazzo su e giù per i palchi di tutta Italia, e un treno in ritardo si trasforma in una meravigliosa opportunità, perchè alla fine per divertirsi basta suonare, non importa dove: è quello che è successo agli Eugenio in Via Di Gioia (Eugenio Cesaro, Emanuele Via, Paolo Di Gioia e Lorenzo Federici), che a febbraio si sono trovati su un Italo Torino – Roma con 6 ore di ritardo e hanno deciso, per passare il tempo e allietare gli esasperati passeggeri, di improvvisare su quel treno un concerto, proposta ben accolta dai controllori che li hanno portati in giro per le carrozze.

Fortuna ha voluto che il video di quella loro estemporanea trovata sia diventato virale e che ne abbiano parlato i maggiori quotidiani (lo trovate su Repubblica.it a questo link) dando alla band, giunta al secondo album, “Tutti su per Terra” (il primo si chiama “Lorenzo Federici”, per omaggiare il bassista, dato che il nome della band è composto dall’insieme dei nomi degli altri tre membri) una visibilità straordinaria.

Proprio in questi giorni è in partenza la tranche estiva del tour, che li vedrà esibirsi questa sera, venerdì 18 maggio, a “Prato a tutta birra”, in una data gratuita nella città toscana, in compagnia dei Modena City Ramblers.

Ne abbiamo parlato con il batterista, Paolo Di Gioia:

Stasera sarete a suonare a Prato, come sta andando il tour? Avete notato l’exploit avuto dopo l’episodio avvenuto su Italo e la successiva ospitata a Radio Deejay in “Deejay chiama Italia”?

Il tour sta andando bene, abbiamo fatto diversi sold out, tra cui Firenze e Bologna: da febbraio sicuramente gli addetti ai lavori si sono accorti più di noi, è nato tutto per caso ma siamo molto contenti. Quando tu credi in un progetto e poi ci lavori intensamente per 5 anni poi ti capita anche il colpo di fortuna che ti dà quella spinta in più. L’importante è insistere.

Questo mi fa pensare che poi i meccanismi che ti fanno conoscere al grande pubblico siano veramente strani: uno si sbatte un sacco di tempo per la promozione ed il resto e poi tutto avviene istantaneamente per un colpo di genio estemporaneo…

“Sì è vero, però tutto fa, nel senso che non avremmo mai suonato sul treno se non avessimo avuto l’attitudine di suonare ovunque. Abbiamo suonato in primis per strada, per cui figurati.  Diciamo che questo aiuta la botta di fortuna che poi serve sempre.”

Voi siete l’ennesima espressione della scena torinese degli ultimi anni (da Bianco a Levante a Willie Peyote, che suonerà a Prato domani), da cosa dipende secondo voi?

“Sì, con Willie dovevamo suonare insieme a Prato, poi per un incrocio di date non siamo riusciti. Per quanto riguarda la scena torinese, credo che Torino abbia sempre avuto un forte underground musicale, ci sono tante realtà che faticano poi ad uscire anche per il fatto che magari non hanno una spinta dagli addetti ai lavori, però adesso stiamo uscendo bene. E’ un periodo, bisogna saperlo sfruttare: adesso è il periodo di Roma e Torino.”

Parliamo un po’ del vostro secondo disco, “Tutti su per Terra”, come è nato? E poi non posso non chiederti della copertina che capovolge in qualche modo il mito di Atlante che sorregge il mondo…

Questo disco è nato suonato per strada e nasce dalla quotidianità, molti brani parlano del rapporto tra uomo e società, uomo e futuro: abbiamo voluto dare questa idea anche nella copertina, dove è il mondo che sorregge Atlante e non il contrario.

Come la vedi la società adesso? I musicisti hanno sempre un punto di vista privilegiato alla fine.

La società di oggi deve un po’ svegliarsi, noi parliamo molto del futuro e della natura: dobbiamo curare il mondo dove siamo e avere un bel rapporto con esso, che spesso manca. Bisogna correre ai ripari al più presto.

Visto che avete scritto un disco in cui si parla molto di quotidianità, dell’uomo, mi viene da chiederti se osservando la gente in tour avete già scritto cose nuove.

“Sì, già in questi giorni siamo in studio e stiamo registrando due brani nuovi, due singoli che dovrebbero uscire non so ancora quando, ma credo a breve. Un singolo è nato interamente da Lorenzo Federici, proprio durante questo tour. Vediamo se riusciremo a suonare entrambi i pezzi nuovi già nelle date estive del tour.”

Quanto l’attitudine da buskers vi aiuta a stare sul palco? Cosa ci dobbiamo aspettare da un vostro live?

Guarda ci aiuta tanto, ci aiuta ad essere improvvisatori e a fare anche del teatro oltre che della musica sul palco: è un mix delle due cose e il pubblico tende a divertirsi. Noi facciamo capire alla gente che noi ci divertiamo un sacco a stare sul palco, non abbiamo barriere con nessuno. Interagire col pubblico è molto importante.

Ecco, mi incuriosisce sapere qual è la reazione che ha avuto più spesso la gente che magari vi ha conosciuto attraverso un live, a scatola chiusa, senza avervi ascoltato?

“Mi sono proprio divertito”, questa è la frase che ci hanno detto più spesso.

Queste le date estive dove potrete vedere live gli Eugenio in Via Di Gioia:

18.05.18 Prato A Tutta Birra – Prato
19.05.18 Arci Mu – Parma
24.05.18 Casa della Musica – Napoli
25.05 Eremo Club – Molfetta (BA)
01.06.18 Bella Vista Social Fest – Borgo a Buggiano (PT)
08.06.18 Giornata dell’arte – Biella
10.06.18 Ama Music Festival – Bassano Del Grappa (VI)
16.06.18 Albori Music Festival – Sulzano (BS)
21.06.18 Magnolia – Milano
22.06.18 Biografilm Festival – Bologna
23.06.18 Fans Out – Nizza Monferrato (AT)
14.07.18 Baciami Festival – Livorno 
16.07.18 Rock In Roma opening Caparezza – Roma
22.07.18 Suoni di Marca – Treviso
27.07.18 Eco Sound Festival – Caprarola (VT)
28.07.18 Sud Est Indipendente – Lecce
14.08.18 Anguriarafara – Fara Vicentino (VC)
31.08.18 Beat Festival – Empoli
02.09.18 Home Festival – Treviso
09.09.18 Live Rock Festival – Siena

 

 

 

E’ la notte di Pasqua, Colapesce si presenta sul palco con il collarino ecclesiastico ed inizia a distribuire ostie al pubblico delle prime file sulle note di “Compleanno”: è con questa immagine, che avviene più o meno a metà serata, che si può riassumere l’impatto del live di Lorenzo Urciullo, un live ben fatto, costruito e allo stesso tempo spontaneo, in cui i suoni, i dettagli, hanno un’importanza davvero cruciale, come del resto nel bellissimo “Infedele”, suo ultimo album.

Colapesce costruisce, grazie anche a una band formidabile in cui spicca Adele Nigro (voce degli Any Other), un live da club che però sarebbe altrettanto adatto in un teatro (location infatti in cui si è esibito nella prima parte del tour): sonorità soffuse e ritmi più danzerecci si alternano in un unicum in cui la voce di Lorenzo ci fa da guida, trasportandoci quasi in un universo parallelo fatto di suggestioni, voglie, passioni e riflessioni personali che diventano collettive: dalla bellissima “Ti attraverso”, passando per “Vasco de Gama” fino a “Maometto a Milano” e ovviamente al singolo “Totale”, già imparato a memoria dal pubblico foltissimo del Capanno Blackout di Prato, toccando anche brani dai dischi precedenti come “Egomostro”, “Maledetti italiani” o “Restiamo in casa”, Colapesce fa un dipinto sonoro di altissimo livello, dimostrando un’identità artistica ben definita e al momento non replicata nel panorama musicale italiano.

In questo contesto non sfigura neppure la cover di “Segnali di vita”, con cui l’artista siciliano rende omaggio al suo conterraneo e maestro Franco Battiato (c’è qualcosa di battiatesco sicuramente in ciò che propone Lorenzo).

Ecco i riferimenti possono essere Battiato, piuttosto che le composizioni di Umiliani o la scuola cantautorale genovese (più Lauzi e Bindi che De Andrè e Tenco): Colapesce costruisce un film, un immaginario ed è bravissimo a rimanere nella parte, regista e attore protagonista.

Menzione speciale per l’apertura chitarra e voce di Verano, alias Anna Viganò, il cui disco di prossima uscita sarà prodotto proprio da Colapesce: ci ha regalato una piccola anteprima di quello che ascolteremo, se il buongiorno si vede dal mattino, ascoltatevi questo disco, le atmosfere ci sono tutte, non resta che avere conferma dagli arrangiamenti, ma pensando a chi ha curato la produzione, non ho molti dubbi che sarà un lavoro di spessore.

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Domani con i suoi Diaframma Fiumani inaugurerà la nuova stagione del Riff Club a Prato, portando in giro 30 anni di storia del rock italiano.

Venerdì 29 settembre Federico Fiumani torna a suonare a Prato, nel rinnovato Riff Club, per inaugurarne la stagione concertistica con i suoi Diaframma: la band, attiva fin dai primi anni ’80, manca alla prova di un disco di inediti dal 2013, anno di “Preso nel vortice”, ma non per questo è venuta meno la loro presenza sui palchi di tutta Italia, toscani in particolare, tanto che Fiumani stesso, tramite i social, ha definito questo tour un “Puttan tour”, proprio perchè non ha un disco in uscita.

Siamo andati dunque a chiedergli quando arriverà questo agognato disco di inediti, atteso dai tantissimi fan della band fiorentina, ma la data precisa ancora non c’è. Venerdì però, si inizierà a sentire qualcosa di nuovo.

Federico, venerdì inaugurerai con il tuo live la stagione del Riff Club, come è cambiata secondo te la situazione dei live club italiani negli ultimi 30 anni?

“Non è cambiata granchè, 30 anni fa se un locale aveva gli schermi che mandavano video musicali, era considerata una cosa all’avanguardia e poteva determinare il suo successo.”

Credi che siano la miglior dimensione per un concerto?

“No, i teatri sono meglio, si sente meglio. Spesso nei club, non tutti, ma alcuni, l’acustica non è delle migliori.”

Ho letto su facebook che hai definito, con la tua consueta schiettezza, questo tuo tour “Puttan tour”, vista l’assenza di un nuovo disco da promuovere. A quando un nuovo disco di inediti dei Diaframma?

“Ci stiamo lavorando. Senza fretta, che non vuol dire senza impegno.”

Questo tour di successi ti ha fatto riscoprire qualche brano storico che non suonavi da tempo?

“Direi che i brani storici li stiamo facendo tutti, a parte quelli che proprio non riesco a imparare a memoria.”

Qual è il tuo rapporto con i social network?

“Mi servono per organizzare concerti.”

Venerdì suonerai un brano nuovo, “Quando morirò”, cosa ti ha ispirato questo pezzo?

“In realtà ho solo questa frase e qualche accordo, lo devo finire entro venerdì perchè lo ho annunciato, mannaggia a me.”

In generale hai un metodo di scrittura per i brani dei Diaframma?

“No, ogni brano ha una storia diversa.”

Nelle sonorità dei gruppi indie italiani degli ultimi anni sono molto presenti gli anni ’80 e i Diaframma sono considerati un gruppo di riferimento: se oggi dovessi rimettere in piedi un progetto come fu “Il dono” qualche anno fa a quali gruppi penseresti, oltre a quelli che già avevi coinvolto?

“Spartiti e Afterhours, che sono quelli che mi rimbalzarono all’epoca, solo per il gusto di rompere i coglioni.”

Se dovessi riassumere Federico Fiumani e i Diaframma in una frase, quale sarebbe?

“Se mi lasci non vale, tutto il nostro passato dentro quella valigia, non ci può stare.”

25 anni fa, al Centro Pecci di Prato, si apriva (e si chiudeva) una pagina di storia della musica italiana: nascevano i CSI, morivano i CCCP, durante una serata intitolata “Maciste contro tutti” (di cui resta una splendida testimonianza su disco).

25 anni dopo, domenica 10 settembre 2017,  al Teatro Politeama di Prato (e non al centro Pecci per ragioni di maltempo) quella pagina di storia si è chiusa, arrivando così a una perfetta chiusura di un altrettanto perfetto cerchio.

C’erano tutti, mancava Giovanni Lindo Ferretti, che, per scelte personali, ha deciso che quella pagina, per lui, era già chiusa.

E’ stata una festa, non c’è stata malinconia, c’è stata celebrazione: quello che più rimane nel cuore dopo una serata come questa è l’empatia, una specie di comunione viscerale non solo tra chi era sul palco, che del suo essere “gruppo” (pur nella propria individualità) ne ha fatto anche il proprio nome (Consorzio Suonatori Indipendenti), ma anche tra chi era ad assistere, chi 25 anni fa era solo un bambino, o forse neppure, o chi c’era già e non poteva non esserci di nuovo.

Semplicemente si è avuta la sensazione di essere di fronte ad una storia, una storia che meritava un finale, esattamente dove era cominciata, un finale che vedesse di nuovo Francesco, Massimo, Gianni, Giorgio, Ginevra, Fatur (sì, c’era anche un sempre eccentrico e incomparabile Fatur) sullo stesso palco, dove, come in ogni festa che si rispetti, anche alcuni amici importanti sono accorsi (da Peppe Voltarelli a Max Collini, da Francesco Di Bella ad Angela Baraldi): “Epica, Etica, Etnica, Pathos” è un disco di passaggio, di cesura,  un disco che arriva dopo la caduta del muro di Berlino, con l’URSS che non si chiama più URSS (ma CSI, guarda caso: Comunità degli Stati Indipendenti), era l’unico che si potesse suonare in un momento come questo. E’ un disco che va a chiudere qualcosa.

E allora eccolo arrivare nella sua imponente, monolitica bellezza, un brano dopo l’altro, dalla magnificenza decadente di Aghia Sophia, passando per Paxo de Jerusalem, fino ad Amandoti e alla chiusura lasciata ad Annarella. Max, Peppe, Francesco e Angela si alternano alle voci, spesso in duetti straordinariamente riusciti, supportati da Ginevra Di Marco e Giorgio Canali, mentre la band mostra un affiatamento mai perduto e anzi ravvivato negli anni grazie alle esperienze con Stazioni Lunari: i CSI esistono ancora e sono ancora la miglior rock band italiana. Più della prima Repubblica (anche della seconda…), più del partito comunista, più di tutto, i CSI resistono, i CSI restano. 

I CSI sono un ricordo e un presente a cui tutti noi siamo legati: un immaginario collettivo ed individuale allo stesso tempo che si fa canzone, musica, concerto. In fondo, siamo stati tutti con loro dentro Villa Pirondini, immortalata per sempre dalle foto di Luigi Ghirri (di cui una campeggia anche al Politeama sullo sfondo del palco) perchè loro sono stati in grado di tradurre in musica un sentore comune, in anni di passaggio eppure fondamentali per l’epoca in cui siamo.

Quando le ultime note di “Fuochi nella notte di San Giovanni” ed “Emilia Paranoica” risuonano in un infuocato bis (con Angela Baraldi interprete  straordinaria) ci si rende conto che, oggi, siamo nel 2017. Letteralmente.

E, forse, per un attimo, non vorremmo. “Lasciami qui, lasciami stare, lasciami così”.

Ma qualcuno ha scritto che “la libertà è una forma di disciplina”. E allora, siate liberi e “con lo sguardo eretto all’avvenire”, cari Francesco, Massimo, Gianni, Giorgio, Ginevra, Fatur, Giovanni Lindo (e tutti gli altri). E grazie. Davvero grazie.