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concerti a lignano sabbiadoro

É un De Gregori “in grazia di Dio”, elegante e sereno, quello che porta in giro per le città italiane questo su nuovo tour 2018, e che abbiamo visto salire sul palco dell’Arena Alpe Adria di Lignano Sabbiadoro lo scorso 19 luglio. Quando già le prime note della sua musica si levano nell’aria, il Principe dei cantautori italiani sale sul palco dove una inedita formazione di musicisti ha già iniziato a suonare. La band è ridotta rispetto alla scorsa estate, ora è più scarna ed essenziale: mancano la batteria, i fiati e il violino, e questo fa già pensare a un concerto più acustico, meno “carico” di suono ma sicuramente più intenso nell’atmosfera.
La vera novità per il pubblico italiano è infatti la scelta di Francesco De Gregori di circondarsi solo di strumenti a corda, con l’unica eccezione della sua cara armonica a bocca. Tale scelta ha quindi determinato un totale riarrangiamento della maggior parte dei brani in scaletta ed ha orientato la scelta sulla presenza di più canzoni lente, alcune delle quali mancavano da molto tempo. Scelta che appare subito apprezzata dal pubblico, in particolare per certi brani tornati in scaletta dopo anni, come ad esempio la cadenzata “Buenos Aires”, la ballata lenta “Raggio di sole” con il preziosissimo solo di chitarra di Paolo Giovenchi, la nostalgica “Gambadilegno a Parigi” accompagnata nella sua languida lentezza dal mandolino di Alessandro Valle, la bellezza quasi cinematografica de “Il cuoco di Salò”, le cui parole sono scandite e accompagnate da ampia gestualità da parte dei De Gregori, al centro della scena.
E poi “Bambini venite parvoulos”, tra i brani più inaspettati, forte della sua tragica attualità e la ritmata “Numeri da scaricare” che si regge ora esclusivamente sul basso di Guido Guglielminetti che introduce e conduce, abbraccia e scalda atmosfere inusuali.
E la scenografia, semplice e scarna anch’essa, riproduce un cantiere: bidoni di latta, cartelli di lavori in corso, una scala e quelle lampadine in fila che penzolano semplicemente dal soffitto e i riflettori da cinema anni 50 alle spalle a illuminare la scena. E il pubblico, inondato di luce e di musica, si fa più partecipe, coinvolto e incoraggiato dai gesti del padrone di casa, che invita a cantare, applaudire, alzarsi in piedi.

L’idea che arriva è quella di uno spettacolo in continua evoluzione data dopo data, dove niente è definito e nel quale la scaletta può ancora cambiare, evolversi, costruirsi quasi al momento. Ma dove niente è veramente improvvisato, complice il talento dei musicisti, l’esperienza del Capobanda Guglielminetti (artefice dei nuovi arrangiamenti) e quasi mezzo secolo di navigazione alle spalle del Capitano della nave, De Gregori appunto.
Cambiano veste anche i classici, naturalmente, e si adeguano ai tempi, dimostrando di essere brani sempre vivi, sempre attuali e sempre molto amati, sotto qualsiasi aspetto siano presentati sul palco: il basso scandisce una marcia lenta che accompagna “Generale”, l’armonica prolunga il finale della “Leva calcistica del 68” lasciando spazio alla fantasia del Principe, la pedal steel guitar di Valle lacera il buio e i cuori alla fine di “Santa Lucia”, tanto amata da Lucio Dalla, con il reef di “Come è profondo il mare” mentre De Gregori incoraggia una standing ovation dedicata all’amico, per proseguire poi con il suo personale omaggio, quella “4 marzo 1943” che è presente anche nell’album live del 2017 “Sotto al vulcano”.
E ancora, sono senz’altro da ricordare, l’allegria caraibica di “Titanic”, il valzer romantico ritrovato di “Buonanotte fiorellino”,  mentre nei bis, la bella “Alice” che riscopre il suo splendore attonito adolescenziale (nonostante i suoi 45 anni di età sulla carta) e la “Donna cannone” che si fa ancora più sublime in una interpretazione quasi teatrale di gesti lenti con le mani e il nuovo vestito al pianoforte da parte dell’ottimo Carlo Gaudiello, nella band dallo scorso inverno.
Sul finale, un De Gregori visibilmente emozionato e compiaciuto, presenta la sua “sposa”, Alessandra Gobbi, che lui chiama affettuosamente Chicca e che sale sul palco a cantare in duetto “Anema e core”, la celebre canzone napoletana che fu interpretata anche da Roberto Murolo, mentre la chiusura è affidata a una versione quasi country dell’intramontabile “Rimmel” (quarto e ultimo bis, richiesto a gran voce), che coinvolge tutto il pubblico presente (l’arena è praticamente piena) accorso sotto al palco e che non ha alcuna voglia di smettere di cantare e di andarsene.
Come del resto sembra proprio da questo tour che lo stesso Principe non abbia alcuna intenzione di fare altrettanto, quantomeno a breve. “E menomale” viene da pensare prendendo a prestito un suo verso “che c’è sempre uno che canta e la tristezza ce la fa passare” perchè davvero, questo è un concerto che lascia un bel sorriso e una grande voglia di applaudire ancora e ancora a lungo Francesco De Gregori e i suoi impareggiabili musicisti.

 

Scaletta del 19 luglio 2018
Lignano Sabbiadoro, Arena Alpe Adria

Numeri da scaricare
Caterina
Il cuoco di Salò
Buenos Aires
Non è buio ancora (Not dark yet, di Bob Dylan)
Vai in Africa, Celestino
Sempre e per sempre
Cose
La leva calcistica della classe 68
Generale
Raggio di sole
Gambadilegno a Parigi
Bambini venite parvoulos
Santa Lucia
4 marzo 1943 (omaggio a Luico Dalla)
La donna cannone
Buonanotte fiorellino
Titanic

Falso movimento
Alice
Anema e core ( di Roberto Murolo, con Alessandra Gobbi)
Rimmel

 

 

 

 

 

 

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La band scozzese sarà al Beat Festival di Empoli (FI) e a Lignano Sabbiadoro (UD)

Sono pronti a tornare in Italia per due date gli scozzesi Franz Ferdinand, molto probabilmente per presentare un nuovo album che, però, al momento resta ancora del tutto top secret.

La band indie-rock, ferma da circa 3 anni per quanto riguarda i live, terrà due imperdibili date nel nostro Paese:

VENERDÌ 1 SETTEMBRE – EMPOLI Beat Festival – Parco di Serravalle #Empoli

Posto unico: 28€ + diritti di prevendita

SABATO 2 SETTEMBRE – Lignano Sabbiadoro (UDINE) Arena Alpe Adria

Posto unico: 33€ + diritti di prevendita

Formatisi nel 2002, i Franz Ferdinand hanno immediatamente raggiunto il successo con il loro album omonimo. Con un totale di 7 milioni di dischi venduti in tutto il globo sono una delle band più apprezzati grazie al loro suono fresco e dinamico che ha caratterizzato i loro quattro lavori in studio (più uno in collaborazione con gli Sparks, uscito nel 2015).

Di recente il gruppo vincitore di due Brit Awards ha contribuito con il brano Demagogue alla compilation 30 Days, 30 Songs che lo scrittore Dave Eggers (Il cerchio, Ologramma per il re) ha curato come gesto di protesta contro l’elezione di Donald Trump.

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Gli Offspring torneranno in Italia per tre appuntamenti live, all’interno di un tour europeo che li vede protagonisti in alcuni dei maggiori festival.

Gli Offspring, esplosi negli anni ’90, sono una delle band che ha portato il punk rock al grande pubblico, restando sulla cresta dell’onda per quasi trent’anni di onorata carriera. Dexter Holland (voce, chitarra), Noodles (chitarra), Greg K (basso) e Pete Parada (batteria) danno vita al progetto nel 1989 e raggiungono il successo planetario con l’album “Smash”, il disco più venduto di sempre prodotto da un’etichetta indipendente, Epitaph, con 14 milioni di copie vendute.

Da lì la band non si è più fermata: più di 1100 show in tutto il mondo, più di 40 milioni di album venduti e numerose hit indelebili nella storia del rock tra cui “Self Esteem,” “Come Out And Play (Keep ‘Em Separated),” “The Kids Aren’t Alright” e “You’re Gonna Go Far, Kid.”
Fin dal primo album-studio lo stile musicale della band è chiaro: chitarre potenti, avvolte da occasionali riff surf ed un timbro vocale alto, tra l’urlato ed il cantato, con una base melodica. Smash invece si differenzia dall’intera produzione musicale del gruppo, con riff più pesanti, e tempi più lenti.

E proprio come lo scorso anno gli Offspring avranno degli ospiti d’eccezione che condivideranno il palco con loro in tutte e tre le date. È già stato svelato il primo ospite, che suonerà nella data di Roma: saranno i Pennywise, una bomba energetica capace di travolgere le masse con la loro formidabile presenza scenica e l’incredibile feeling con i fan.

I Pennywise sono uno di quei gruppi che ha iniziato, ben 29 anni fa, guidati dalla sola voglia di suonare e divertirsi, quella stessa voglia che, nonostante il successo di livello mondiale, mantengono e sanno trasmettere anche oggi. Fin dagli esordi, nel 1988, la band cattura l’attenzione della Epitaph che pubblica l’Ep di debutto, “A Word From The Wise” ma è l’album “About Time, anno 1995, a dargli la popolarità. Da quel momento l’attività dei Pennywise prosegue al ritmo frenetico di un album ogni due anni, fino al 2008, quando il cantante Jim Lindberg lascia il gruppo. Pochi anni dopo, nel 2013, torneranno a suonare, più carichi che mai, con la loro formazione originale.

Qui tutti i dettagli sulle tre date.

The Offspring + guests

27.07.2017 Barolo (CN)
Collisioni Agrirock Festival

Ingresso 27,00 + d.d.p
Ingresso cassa 31,00 €
Prevendite online disponibili a partire da venerdì 03 febbraio alle ore 11.00 sui circuiti di vendita Ticketone, PiemonteTicket e CiaoTickets.

02.08.2017 Roma
Postepay Sound Rock In Roma | Ippodromo delle Capannelle

Guest: PENNYWISE
Ingresso 30,00 € + d.d.p
Ingresso in cassa 35,00 €
Prevendite online disponibili dalle ore 11.00 di venerdì 03 febbraio sui circuiti Ticketone e Postepaysound.it.
Disponibili dalle ore 10.00 di lunedì 06 febbraio nei punti vendita Ticketone e presso i circuiti di prevenditale Box Office Lazio, BookingShow e Etes.

04.08.2107 Lignano Sabbiadoro (UD)
Sunset Festival

Biglietto Prato Gold 40,00 € + d.d.p.
Biglietto Prato 35,00 € + d.d.p
Tribuna numerata 45,00 + d.d.p.
Prevendite online disponibili a partire da venerdì 03 febbraio alle ore 11.00 sul circuito di vendita Ticketone.