Sono rivelazioni shock e decisamente pesanti quelle fatte da Matt Bellamy, leader dei Muse, a pochi giorni dal trionfale concerto tenuto a Roma che presto diventerà materiale per un dvd della band. Nel corso di una lunga intervista per il periodico “The Sun”, il cantante ha svelato alcuni retroscena del mondo dei concerti, parecchio più oscuri di quanto non sia il palcoscenico delle grandi star. Effetti speciali, scenografie imponenti, giochi di luce e perfino spettacoli pirotecnici sono parte integrante degli show delle più grandi rock band, ma la loro realizzazione comporta costi e fatica non solo dal puto di vista dell’organizzazione. “Ci sono problemi dovunque si va. Abbiamo commercialisti e avvocati che discutono con ogni genere di amministrazione locale, con la polizia, con i promoter”, racconta il cantante, per poi andare a parlare di un esempio recente e che tocca da vicino l’Italia: il concerto romano. “A Roma abbiamo dovuto corrompere della gente con migliaia di euro solo per essere autorizzati a sparare i nostri fuochi d’artificio. Abbiamo dovuto chiamare l’ambasciata inglese e discutere con dei diplomatici. Quando vuoi fare una cosa simile e sei lontano da casa è una cosa grossa. Molto costoso. A dirla tutta, è incredibile quanto sia costoso”. Le parole dell’artista non sono certo leggere e non lasciano spazio a dubbi e interpretazioni: simili affermazioni avranno delle conseguenze?
Di certo la situazione è complessa, come dimostra il comunicato diffuso da Vivo Concerti in risposta alle pesanti accuse: “Rispetto a quanto riportato da vari organi di stampa, la licenza è stata concessa dalle autorità competenti dopo le opportune verifiche che hanno dimostrato che tutto era sicuro e regolare e dopo aver puntualmente messo in atto ed ottemperato ad ogni disposizione di sicurezza e accorgimento tecnico richiestoci, come è successo in tutte le altre città”.