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Continua la lotta al bagarinaggio online, capitanata da Claudio Trotta e Barley Arts, che ieri 26 gennaio hanno organizzato al teatro Franco Parenti la conferenza “La negazione del secondary ticketing”: un momento di incontro tra operatori del settore, rappresentanti delle istituzioni e artisti per riflettere su questo fenomeno e su come arginarlo. La conferenza è stata anche l’occasione per presentare l’Osservatorio Permanente Anti-Secondary Ticketing e proporre la firma di un Codice Etico da parte degli operatori del settore.

Di secondary ticketing si è parlato molto negli ultimi mesi, dopo il “caso Coldplay” in cui i biglietti si sono volatilizzati in pochi minuti, i servizi de Le Iene che hanno scoperchiato un vaso di Pandora e le dichiarazioni di Live Nation (qui l’articolo sulla questione).

Alla conferenza hanno partecipato, tra gli altri, Filippo Del Corno, Assessore Cultura del Comune di Milano, Claudio Maioli, manager e storico braccio destro di Ligabue, Stefano Lionetti, Amministratore Delegato di Ticketone, Adam Webb di Fan Fair Alliance, Ivo Tarantino di Altroconsumo, Luca Montebugnoli, presidente di Best Union.

In primo piano il grande concerto di Vasco previsto per il primo luglio, che è stato citato più volte e per il quale il Blasco sta ponendo particolare attenzione per evitare che si verifichino episodi di bagarinaggio.

Durante il suo intervento, Stefano Lionetti di Ticketone ha evidenziato i limiti dei controlli applicabili e ha puntualizzato che il rapido esaurirsi dei biglietti non ha nulla a che fare con il fenomeno del secondary ticketing. Infine, ha chiesto che venga vietata per legge la vendita di biglietti a un prezzo superiore a quello nominale, per colpire che specula sulla passione dei fan ma non chi ha acquistato un biglietto e poi si ritrova a non poter partecipare all’evento.

Più volte citata dagli altri partecipanti alla conferenza anche la soluzione del biglietto nominale. Alex Bruford, di Agente ATC Live, ha detto: “Se non mi aspetto di salire su un aereo con un biglietto senza il mio nome sopra, perché dovrei aspettarmi di entrare a un concerto nella stessa maniera” e ancora “Se spendo 300 dollari per acquistare un biglietto che ne costava 50 questo significa che non spenderà quei 250 dollari in più per andare a vedere altri show. Quella persona avrebbe potuto comprare altri biglietti per altri concerti.” Qui il suo intervento.

Il più conciso e incisivo è stato anche quello più abituato a stare sopra un palco: Elio. “Se lo chiamiamo ‘secondary ticketing’ sembra figo, secondo me bisognerebbe dire ‘bagarini’. Tecnicamente stiamo parlando di parassitismo. Sono zecche. Le firme sono belle, le iniziative anche, ma secondo me ci vuole qualcosa di più drastico: bisognerebbe pensare a dei collari anti secondary ticketing, come quelli per le zecche“. Elio chiude con un appello: “Quando ho appreso del fenomeno all’inizio c’è stata rabbia, ma alla fine il sentimento principale è un enorme pena per esseri umani che spendono la vita a fottere gli altri e non pensano a costruire qualche cosa di meraviglioso. Per cui voglio fare un appello: man del secondary ticketing, pentitevi! Date un senso alla vita e ricordatevi che Vincenzo Bellini è morto per colpa di un parassita”.

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Qui il video del suo intervento.

Tutti gli speech e la tavola rotonda del pomeriggio sono stati ripresi e possono essere rivisti integralmente in questo video:

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Non si placa lo scandalo che ha travolto alcune società organizzatrici di concerti dopo il servizio de Le Iene (noi ve ne avevamo già parlato qui). Martedì scorso la trasmissione tv ha mandato in onda un nuovo servizio dedicato all’argomento, in cui emerge che a stringere accordi con le società di secondary ticketing (bagarinaggio online) non sarebbe solo Live Nation ma anche Vivo Concerti (almeno sino a quando è stata gestita da Corrado Rizzotto, poi passato a Indipendente Concerti). Qui il link al servizio integrale: http://mdst.it/03v664364/

In seguito alla messa in onda di questo nuovo capitolo sono scattate le perquisizioni negli uffici milanesi di Live Nation e Vivo Concerti da parte della Guardia di Finanza. Tre le persone indagate: Roberto De Luca, amministratore delegato di Live Nation, Corrado Rizzotto, ex numero uno di Vivo Concerti e ora amministratore di Indipendente Concerti, e Antonella Lodi. E in questo nome sta il potenziale colpo di scena.

In queste ore molti quotidiani hanno riportato che potrebbe essere proprio lei la persona con il volto coperto che ha dato il via all’inchiesta de Le Iene. Antonella Lodi però è Direttore Generale di Live Nation, e se l’ipotesi che sta circolando in rete venisse confermata significherebbe che Live Nation è stata tradita non solo dall’interno, ma da un suo alto dirigente. Dagli uffici di Via Pietrasanta (sede milanese di Live Nation) liquidano l’ipotesi però come “Pura fantascienza”.

Va chiarito, però, che l’attività di investigazione ha lo scopo di porre sotto sequestro le originali fatture incriminate (quelle documentate da Le Iene). Inoltre la truffa ipotizzata dal Pubblico Ministero si configura ai danni di TicketOne, e non degli acquirenti finali del biglietto venduto a prezzo maggiorato. Questo significa che il reato diventa procedibile solo in seguito a una querela della parte lesa. TicketOne, però, non ha ancora presentato querela.
I filoni d’indagine attualmente in corso inoltre sono due: quello legato al rapporto diretto esistente tra organizzatori di concerti e siti di secondary ticketing e quello che fa riferimento all’esistenza di software che hanno lo scopo di aggirare i limiti all’acquisto di biglietti, generalmente di 4 per ogni utente, appoggiandosi su profili falsi.

Intanto Claudio Trotta, da tempo impegnato in una battaglia contro questo tipo di speculazioni, ha pubblicato una lunga lettera in cui annuncia che Barley Arts lascia Assomusica. Questo il contenuto della lettera:

Cari Associati
Ho assistito, come probabilmente molti di voi, alla trasmissione di ieri sera de Le Iene, che ha mostrato la terza puntata dell’indagine sul tema del Secondary ticketing. Alla luce di quanto nuovamente emerso è palesemente stridente la posizione e l’atteggiamento che la nostra dirigenza ha assunto, e messo in atto nel corso dell’intero anno corrente.
Ho per fortuna assistito alle nette prese di posizione di Clemente Zard e di Ferdinando Salzano, e all’adesione formale di Alex Fabbro alla mia azione legale contro Live Nation per danni di immagine e concorrenza sleale. Grazie a ciò mi sono fortunatamente sentito un po’ meno solo; tuttavia voglio brevemente riassumere quanto successo per non lasciare nulla di incompreso circa la decisione che ho maturato e che qui vi comunico.
Ricordo a tutti voi che ho cominciato a denunciare questo cancro da moltissimi anni; a livello internazionale e nazionale, a livello mediatico e istituzionale, durante incontri pubblici e in occasione di assemblee, direttivi e riunioni associative.
Quanto scritto a proposito della mia presa di posizione è largamente presente sul web, all’interno di documenti ufficiali (pubblicati anche sui miei social network, privati ed aziendali), e all’interno dei report redatti al termine delle riunione di “Assomusica” e di “International Live Music Conference”.
Più in particolare vi riassumo quanto successo quest’anno: nel mese di Gennaio, in occasione di un incontro svoltosi presso l’AGIS di Milano, alla quale hanno partecipato tutti i principali produttori nazionali, ho chiesto di prendere una posizione comune contro tale fenomeno, ottenendo solo adesione informale da parte di Orazio Caratozzolo per conto di F&P Group e da David Zard.
La maggioranza dei partecipanti non si è espressa in merito, e due importanti produttori nazionali hanno dichiarato l’adesione al modello Secondary ticketing; uno dei quali ha poi curiosamente firmato l’appello contro il Secondary Ticketing promosso dalla Siae.
In quell’occasione ho lealmente informato tutti i presenti che non mi sarei fermato e che avrei continuato anche da solo questa battaglia etica, affermando che fare impresa non può e non deve significare per tutti fare speculazione.
Nei mesi seguenti ho chiesto due volte al Consiglio Direttivo dell’associazione di prendere una posizione sul tema, e lo stesso ha deciso di non prendere in tutte e due le occasionialcuna posizione come documentato dai verbali.
Il 4 aprile ho presentato un esposto penale alla Procura della Repubblica di Milano. Ho sollecitato più volte pubblicamente, con email e scritti di varia natura, gli associati, i produttori nazionali, i cantanti ed i gruppi musicali, le associazioni dei consumatori e più in generale l’intera filiera della musica dal vivo, di aderire a questa battaglia.
Fino alla messa in vendita dei Coldplay e al secondo servizio de Le Iene non mi pare che nulla di concreto sia cambiato nell’interesse collettivo, salvo il crescente malumore (e sto usando un eufemismo) dei nostri consumatori.
Il resto è di vostra conoscenza, inclusa la mia lettera aperta a tutti gli associati e ad Assomusica che qui vi allego nuovamente.
Non mi pare che la dirigenza abbia adeguatamente, e nei tempi necessari, preso le distanze, da quanto riassunto sopra, e, come avevo già accennato in precedenza, non riesco a restare un minuto in più in quest’Associazione, che non sento più appartenermi e rappresentarmi adeguatamente.
Con effetto immediato mi dimetto dolorosamente da Associato di un Associazione che ho fieramente contribuito a costituire nel lontano 1996, soprattutto per la propria e collettiva dignità personale che in questo momento sento duramente svilita e colpita.
cordiali saluti,
Claudio Trotta

Intanto, Live Nation ha diramato un comunicato in cui assicura la piena collaborazione con le forze dell’ordine:

n merito alla presenza oggi del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano presso gli uffici di Live Nation Italia, la società intende comunicare quanto segue:

Live Nation è sicura della correttezza del proprio operato e ha mostrato la massima collaborazione e trasparenza nei confronti degli organi competenti. La società esprime la propria totale fiducia nella Magistratura e la massima solidarietà nei confronti dell’Amministratore Delegato della sede italiana, che darà tutti gli approfondimenti del caso presso le sedi preposte, non appena sarà chiamato in causa.

Live Nation si astiene per il momento da ulteriori commenti sulla vicenda.