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Anthrax

Anthrax

Quando arrivi sul luogo di un concerto alle 17.30 per un’intervista a Joey Belladonna, non è difficile raggiungere la prima fila e abbarbicarti alle transenne per rimanerci per tutto il concerto. Già due ore prima dell’aperture delle porte, prevista per le 19.30, i primi irriducibili sono in coda davanti all’ingresso. All’apertura delle porte defluiscono lentamente, superando i controlli di sicurezza che si sono fatti più rigidi. Entrati nel Live Club alcuni si dirigono verso le transenne di prima fila, altri prendono posto sulle balconate. Dopo poco inizia la band di supporto, The Raven Age. Alla chiarra c’è un figlio d’arte: George Harris, il figlio di Steve Harris (Iron Maiden). La giovane band suona per circa un’ora, prima di lasciare spazio agli headliner.

Gli Anthrax si fanno annunciare da Mob Rules (Black Sabbath) e I Can’t Turn You Loose nella versione dei Blues Brothers, sparati a palla prima del loro ingresso. Poi finalmente Scott Ian e soci fanno il loro ingresso sul palco e attaccano con Among the Living. La prima parte dello show è tutta dedicata all’album del 1987 che quest’anno celebra il suo trentennale. L’album viene suonato per intero, mentre piovono thrasher che fanno crowd surfing dal fondo della sala per atterrare davanti al palco, presi al volo dagli uomini della sicurezza.

Gli interventi istituzionali, quelli al microfono per presentare le canzoni e ringraziare il pubblico, sono affidati a Scott Ian, ma è Joey Belladonna a interagire con il pubblico per tutta la durata del concerto: sembra che si rivolga a uno a uno a ciascuno dei fan nelle prime file, li guarda, comunica con loro a gesti, lancia plettri, chiede conferme. Tutto torna, se si pensa che poche ore prima ha dichiarato durante l’intervista: “Mi piace in generale osservare le persone, mi guardo sempre intorno per vedere cosa stanno facendo e quali sono le loro emozioni. Mi piace farlo, perché mi fa sentire come se fossi là in mezzo con loro”. Arriva il turno di Indians e sulla testa di Joey non compare il solito vistoso copricapo indiano: non ce n’è bisogno. La location è più intima e il coinvolgimento del pubblico è totale, non occorre nient’altro.

La seconda parte del set include i brani dei loro ultimi lavori, come Fight ‘Em ‘Til You Can’t (Worship Music), Breathing Lightning e Blood Eagle Wings (For All Kings) e i pezzi immancabili della band, sopra tutti Madhouse e Antisocial, che chiude il concerto. La band scende dal palco salutando i fan, accompagnata dalle note di Long Live Rock’n’Roll.

Live incendiario e scaletta tiratissima, gli Anthrax hanno festeggiato come si deve il trentesimo compleanno di Among The Living, più in forma che mai e pronti per il prossimo mosh pit. E noi già non vediamo l’ora di rivederli live.

Questa la scaletta completa del concerto:

Among the Living
Caught in a Mosh
One World
I Am the Law
A Skeleton in the Closet
Efilnikufesin (N.F.L.)
Guitar Solo (Jonathan Donais)
A.D.I. / Horror of It All
Indians
Imitation of Life
Fight ‘Em ‘Til You Can’t
Breathing Lightning
Madhouse
Blood Eagle Wings
Be All, End All
Antisocial

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Joey Belladonna, Anthrax

Gli Anthrax sono da sempre un’istituzione per gli amanti del thrash metal. Nonostante alcuni alti e bassi e qualche cambio di formazione che ha per qualche anno destabilizzato lo storico trio dal cognome italico Bello, Benante, Belladonna, la band di Scott Ian e soci non ha mai smesso di essere parte dell’Olimpo del metal, i Big Four, insieme a Metallica, Megadeth e Slayer.

Abbiamo incontrato Joey Belladonna in occasione del concerto degli Anthrax al Live Club di Trezzo sull’Adda, uno delle poche occasioni in Italia in cui ci è concesso di vederli da headliner, e non in occasione di Festival o in apertura di altre band. Il live è parte dell’Among The Kings Tour, un nome che vuole celebrare al contempo l’ultimo lavoro della band, For All Kings, e lo storico album Among The Living, uscito nel 1987 e che quest’anno celebra quindi il trentennale dall’uscita. Con Joey abbiamo parlato del passato, presente e futuro della band e di quanto siano più belli i live nei club rispetto alle grandi adunanze dei festival.

Il tour che vi porta oggi in Italia si chiama Among The Kings, per celebrare i trent’anni dall’uscita di Among The Living e presentare il vostro nuovo album, For All Kings, unendo così presente e passato. Quali pensi che siano gli elementi di continuità tra questi due album e quali invece marcano un’evoluzione?

Ciò che hanno in comune i due album è che sono 100% Anthrax. Qui ora abbiamo un mix di tutto quello che abbiamo fatto. Penso che la band si sia evoluta in modo da avere un mix di diversi sound, noi siamo molto influenzati da altri generi, non siamo mono-dimensionali. Il nuovo album ha un sound molto fresco.

Nel nuovo album la tua voce è forse stata sfruttata ancora meglio rispetto al lavoro precedente della band, Worship Music, in cui le canzoni originariamente erano state scritte per un altro vocalist [Belladonna è rientrato nella band durante la lavorazione di questo album, sostituendo John Bush n.d.r.]. Come sei stato coinvolto questa volta nel processo di produzione dell’album?

Certo, sicuramente questo album mi ha visto molto più coinvolto e mi assomiglia molto di più. Io e Jay Ruston, il produttore, ci siamo presi del tempo da soli per far funzionare le parti vocali dell’album. Mi sono preso il tempo necessario: non si trattava di molto tempo, ma eravamo solo io e il produttore. È stato bello poter tirare fuori le mie idee senza avere tutti intorno. Prima era molto più difficile, con tutti quanti che ti dicevano cosa dovevi fare e come dovevi farlo, che ti fermavano…ora è tutto più tranquillo. Possiamo anche provare cose diverse senza preoccuparci di nulla e questo fa una grande differenza.

E per il futuro? Cosa prevedi per il futuro della band e del metal / thrash metal in generale?

Non saprei…sembra che tutti quanti stiano cercando il modo di rendere la loro musica più vendibile. Tutti si preoccupano di promuovere nuovi album, di trovare nuovi fan, di essere online con tutte quelle cose come Facebook, Instagram… con tutta quella roba vieni quasi distratto da quella che è la musica. Ma noi siamo ancora old school. Badiamo ancora a fare dischi. Ci piace registrare, io amo registrate. Non so cosa ci riserverà il futuro. Pensiamo a YouTube: è incredibile. Poi c’è Spotify e tutta quella roba. Io sono ancora della vecchia scuola però, in “old school mode”.

Parliamo del live: come cambiano i vostri pezzi quando vengono eseguiti dal vivo rispetto alla versione dell’album?

Penso che risultino molto più freschi, l’approccio è molto più strong. Io mi sento molto meglio ora quando canto quelle canzoni, non penso nemmeno a come erano. In un certo senso mi sembrano come nuove, come se fossero tutte parte di un unico grande album. Ora i due album, Among The Living e For All Kings, si fondono insieme come fossero un’unico grande lavoro. Mi sento molto più sicuro oggi, non penso a quale canzone stiamo suonando, se è dell’album nuovo o di uno vecchio, penso solo al live. E poi durante questo tour suoniamo quelle canzoni così tante volte che mano a mano migliorano. Le prime volte ci dicevamo “Wow, è passato un po’ di tempo” ma ora non ci pensi nemmeno più,  è tutto molto più naturale.

Ci sono dei pezzi che ti piace di più suonare dal vivo? E cosa ti piace vedere nel pubblico, quali tipi di reazionI?

Mi piace vedere facce giovani e fresche, ma mi piace in generale osservare le persone, mi guardo sempre intorno per vedere cosa stanno facendo e quali sono le loro emozioni. Mi piace farlo, perché mi fa sentire come se fossi là in mezzo con loro. Non voglio essere la band che tiene le distanze, mi piace essere coinvolto, quella è la parte che preferisco. Non c’è una canzone in particolare che preferisco fare: verso la fine quando ci sono i pezzi più popolari, come Antisocial, tutti fanno headbanging e si scatenano, poi magaricon altri pezzi fanno meno, ma a me piace in ogni caso. Alcune canzoni sono più difficili di altre, come Imitation of Life, l’ultima canzone di Among The Living, è molto veloce e non è una canzone facile da cantare. Ma non ho una vera e propria canzone preferita, sono felice quando le persone sentono le canzoni che vogliono sentire.

Questa volta suonerete in un club anziché nei grandi festival in cui siamo soliti vedervi, come con i Big Four per esempio.

Si, e io preferisco suonare nei piccoli club. Mi piacciono anche le grandi location ma è più difficile interagire con il pubblico, nei piccoli club c’è un rapporto più intimo. Con la mia cover band ho suonato in posti piccolissimi, in piccole stanze in cui letteralmente avevi il pubblico attaccato a te, senza transenne, senza divisioni…io amo i live nelle piccole location.

Recentemente ho visto su YouTube un video in cui si parlava di cosa fare e cosa non fare quando si incontra una rock star, è un video divertente…

Oh si, mi hanno chiesto di farlo, si capisce vero che non è stata una mia idea?

Certo che si. E a proposito di quel video, qual è la cosa più strana che ti è capitata durante un incontro con i fan?

Una volta ho firmato un armadietto, di quelli che si usano a scuola, mi hanno portato l’intera porta.

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Ogni anno, per tre giorni, Clisson, una tranquilla cittadina francese a tre chilometri da Nantes, diventa il punto di ritrovo degli amanti del metal (e non solo) di tutta Europa. L’Hellfest, giunto all’undicesima edizione, è ormai un punto di riferimento per i migliaia di fan del metal, dell’hard rock e del punk che ogni anno popolano Clisson e dintorni “allietando” i settemila abitanti della piccola cittadina. A un mese dall’evento, che quest’anno si è tenuto il 17, 18 e 19 giugno, ecco il nostro report.

60 mila presenza giornaliere. Oltre 170 gruppi di livello. Musica live dalle dieci del mattino alle due di notte.

Sei palchi sui quali gli artisti si alternano a ogni ora del giorno: Mainstage 1, Mainstage 2, Temple, Altar, Warzone e Valley.

L’edizione di quest’anno ha visto salire sul palco del Mainstage 1 tre headliner d’eccezione (due dei quali alle prese con il loro tour di addio): Rammstein venerdì 17 giugno, Twisted Sister sabato 18 giugno, Black Sabbath domenica 19 giugno. Oltre a loro, sui vari palchi si sono alternati band del calibro di Amon Amarth, Anthrax, Ghost, Joe Satriani, Megadeth, Overkill, Sixx A.M., Slayer, Testament, Dropkick Murphys, Melvins, Disturbed, Sick Of It All, Bad Religion, Whitin Temptation, Napalm Death, Korn, Bling Guardian, Jane’s Addiction e tanti, veramente tanti altri.

L’Hellfest 2016 inoltre non poteva non essere dedicato a Lemmy Kilmister, vera e propria leggenda del mondo hard rock e metal grazie alla musica dei Motörhead ma anche grazie al suo modo di essere e di vivere. Una sua enorme statua è stata installata nella Warzone, una delle zone più piacevoli dell’intero festival per i momenti di relax, mentre sabato 18 i Twisted Sister hanno ospitato sul palco con loro Phil Campbell, chitarista dei Motörhead, suonando Born To Raise Hell. Alla fine del loro set, l’Hellfest ha omaggiato Lemmy trasmettendo la sua musica e accompagnando i suoi pezzi più noti con spettacolari fuochi d’artificio, che in chiusura hanno composto nel cielo la scritta “R.I.P. Lemmy”. Sicuramente un bell’omaggio.

Il giorno dopo, domenica 19, è stata la volta di un’altra bella commemorazione. Gli Slayer salgono sul Mainstage 1 nel tardo pomeriggio e durante l’immancabile Angel of Death dietro di loro compare una scritta dedicata a Jeff Hanneman, chitarrista della band scomparso nel 2013:  Jeff Hanneman 1964-2013 – Angel of Death still reign.

Se i Rammstein non hanno fatto mancare ai loro fan una scaletta di tutto rispetto e i consueti effetti speciali e i Twisted Sister hanno salutato come si deve il loro pubblico in occasione del loro ultimo tour anche i Black Sabbath hanno portato sul palco francese uno show di tutto rispetto, anche se il buon Ozzy non ha fatto alcun cenno di saluto nonostante si tratti anche per loro di quello che è stato annunciato come un tour di addio.

Queste le scalette dei tre headliner:

Rammstein, venerdì 17 luglio 2016

Ramm 4
Reise, Reise
Hallelujah
Zerstören
Keine Lust
Feuer frei!
Seemann
Ich tu dir weh
Du riechst so gut
Mein Herz brennt
Links 2-3-4
Ich will
Du hast
Stripped
(Depeche Mode cover)

Encore:
Sonne
Amerika
Engel

Twisted Sister, sabato 18 luglio 2016

What You Don’t Know (Sure Can Hurt You)
The Kids Are Back
Burn in Hell
Destroyer
You Can’t Stop Rock ‘n’ Roll
The Fire Still Burns
We’re Not Gonna Take It
The Price
I Believe in Rock ‘n’ Roll
I Wanna Rock
Shoot ‘Em Down
(with Phil Campbell)
Born to Raise Hell
(Motörhead cover) (with Phil Campbell)
S.M.F.

Black Sabbath, domenica 19 luglio 2016

Black Sabbath
Fairies Wear Boots
After Forever
Into the Void
Snowblind
War Pigs
Behind the Wall of Sleep
(with ‘Wasp’ intro)
N.I.B.
(with ‘Bassically’ intro)
Rat Salad
(with drum solo)
Iron Man
Dirty Women
Children of the Grave

Encore:
Paranoid

Questa, invece, è la line-up completa del festival: roba da acquolina in bocca.

Hellfest-2016-Final-Lineup

Unica modifica alla scaletta soprra riportata: niente da fare per i Down, che hanno cancellato tutti i loro concerti dopo quanto combinato da Phil Anselmo sul palco del Dimebash a gennaio.

Se quanto detto sin qui non bastasse ancora (ma ne dubito) per invogliare i metalhead italiani a progettare una trasfertina oltralpe, ecco qualche altra informazione su location, servizi e atmosfera.

Abbena arrivati sul luogo del festival è subito chiaro che l’atmosfera è quella di una enorme festa. La popolazione è composta dal classico metalhead ma anche da personaggi più colorati, travestiti da unicorno, da coniglio, da power ranger, da puzzola. Oppure si trovano grossi omoni barbuti con gilet di jeans smanicati. Un classico, sì, ma non se il gilet è rosa e ricoperto di toppe di Barbie, Poochie e Hello Kitty.

Cibo di ogni tipo viene servito in moltissimi stand disseminati per l’area del festival, che è una vera propria città ricostruita nelle campagne di Clisson: da mangiare c’è carne grigliata, primi piatti, panini ma anche cibo veg niente male. E la birra? L’alimento alla base della piramide alimentare del metallaro viene servita in tre formati: l’illegale birra piccola, la media da 0,60 e la caraffa da circa un litro e mezzo. Mai più di dieci minuti di coda. Nè per il cibo, né per il merchandising. L’unica coda lunga è quella per l’ingresso, visti i doverosi controlli con perquisizione.

Ecco una breve fotogallery con alcuni degli artisti che sono saliti sul palco.
Grazie a United Rock Nations e Peetoff per le splendide foto.

Se invece volete farvi un’idea della location, ecco alcune foto:

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Fondato circa due decenni fa, precisamente nel 1996, il New Age Club di Roncade (TV) è uno dei locali più conosciuti ed attivi nell’Italia del nord-est, per quanto riguarda concerti, eventi e musica dal vivo. Nel corso dei suoi quasi 20 anni di vita, la location ha ospitato ogni anno centinaia di live,  dando spazio a grandi nomi della musica italiana ed internazionale, oltre che a varie band emergenti.

Programmazione da giugno 2014

18 giugno – Anthrax 19 giugno – Steel Panther
17 ottobre – Animals as leaders
31 ottobre – Elouveitie 17 novembre – Lamb
25 novembre – Cannibal Corpse

Come raggiungere il New Age Club
In auto (presente parcheggio illuminato davanti e dietro al locale) – Da Nord: Autostrada A27 direzione Venezia, uscita Treviso Sud. Dopo il casello direzione “mare” “Jesolo”, procedere per 6 km ed entrare a destra prima in via T. da Modena, poi in Via Tintoretto. Da Sud: Autostrada A27 direzione Belluno. Da Est: Autostrada A4 direzione Venezia. Da Ovest: Autostrada A4 direzione Trieste.
Zona non raggiunta da stazione ferroviaria.

Contatti Chiuso fino a Venerdì – Orari 22.00 – 4.00 Telefono 0422 841052 email info@newageclub.it Sito web www.newageclub.it

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Due tra i maggiori esponenti del genere thrash metal la prossima estate saranno in tour insieme: si tratta di Slayer e Anthrax, che tra una manciata di settimane faranno tripla tappa anche in Italia, in occasione di tre concerti fissati tra Milano, Bologna e Bolzano (rispettivamente il 15, il 16 giugno e 11 luglio). Gli Anthrax inoltre, si fermeranno nel nostro paese per altri due appuntamenti da headliner pochi giorni più tardi: il 18 e il 19 dello stesso mese infatti sono attesi anche sui palchi del New Age di Roncade (TV) e dell’Orion di Roma, accompagnati da una band di apertura ancora da annunciare. I tagliandi per tutti gli eventi saranno disponibili a partire da domani, 26 marzo, presso tutti i circuiti autorizzati. Ecco il calendario dettagliato dei concerti:

SLAYER + ANTHRAX:

15 giugno, Trezzo sull’Adda (MI) – Live Club
prezzo del biglietto 30€ + d.p. oppure 35€ in cassa

16 giugno, Bologna – Estragon
prezzo del biglietto 25€ + d.p. oppure 30€ in cassa

11 luglio, Collalbo (BZ) –  Rock Im Ring

ANTHRAX:

18 giugno, Roncade (TV) – New Age
19 giugno, Roma – Orion
prezzo dei biglietti 20€ + d.p oppure 25€ in cassa

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James Hetfield, leader dei Metallica, si è raccontato con la solita ironia in un’intervista al magazine Guitar Word lasciando aperta la possibilità di un ritorno dei Big 4. L’inedita task force metal, dalla scorsa primavera, aveva portato dei mostri sacri come i Metallica sullo stesso palco con Anthrax, Megadeth e Slayer in tour assieme per mezzo mondo che ha fatto tappa anche nel nostro paese, nella storica data del 6 luglio 2011 a Milano. Anche più entusiasta si rivela il compagno di gruppo e chitarrista Kirk Hammet, che dal canto suo caldeggia date marchiate Big 4 in luoghi ancora non raggiunti dal tour come le Maldive.