The 1975 a Milano (Recensione concerto)

The 1975 a Milano (Recensione concerto)

2 617

Son passati quasi tre mesi dalla mia ultima recensione che, guarda caso, riguardava una performance proprio nel luogo dove sono stato mercoledì sera: il Factory di Milano.
Il gruppo di cui ora vado a narrarvi le imprese erano previsti dal vivo ai Magazzini Generali, ma a pochi giorni dall’evento, la data è stata posticipata a dopo quella di Roma, nel locale Blackout.
Sto parlando di un gruppo nuovo, uscito da poco nel panorama musicale inglese indie ma che ha già riscosso un enorme successo; dopo vari EP pubblicati è arrivato finalmente il loro album di debutto e si sono già fatti notare aprendo, lo scorso anno, il concerto dei Two Door Cinema Club: sto parlando dei THE 1975.

Dopo esser arrivato a destinazione, ho avuto un attimo di panico non trovando nessuno davanti all’ingresso, ma tempo di chiedere a qualche ragazzo di passaggio e scopro che tutta la marmaglia di gente è già entrata, ritiro il mio accredito ed entro nel fatidico luogo dove suonò anche Tom Odell mesi fa.
Nonostante il locale fosse già pienissimo riesco a trovare posto in una posizione ottima. L’attesa sicuramente è stata snervante in quanto avevo voglia di rivederli, dopo essermi gustato il loro debutto un anno fa ai Magazzini: ero curioso di sapere se c’era stato un cambiamento o no nelle loro performance. Il gruppo d’apertura, totalmente italiano, non era male: si chiamavano WEMEN, 4 ragazzi in camicia molto carichi e anche molto simpatici.
Finita la loro performance, amata e anche un po’ odiata da alcuni, da quanto ho sentito, ricomincia l’attesa per gli headliner.
Il palco è illuminato, al centro, a due centimetri dalla batteria, una finestra, che non è altro che il logo della band sulla copertina del nuovo album; l’ingresso della band sul palco avviene proprio dai lati di quella finestra.

The 1975 è l’intro d’apertura, omonima traccia presente nel loro album di debutto. I ragazzi entrano, la folla impazzisce, li acclama, loro salutano e parte l’attacco di batteria per la canzone The City.
Ecco che proprio in quel momento le mani si alzano a ritmo di questo brano, ci si muove perché con loro è difficile non farlo: non è uno di quei concerti in cui si salta, poga; è invece il classico concerto tranquillo, ma allo stesso tempo pieno di energia traboccante da ogni amplificatore.
Le canzoni non solo provengono dal primo album, come per esempio la bellissima M.O.N.E.Y, ma anche dai vari EP pubblicati precedentemente: tutt,i e dico tutti, siamo esplosi a sentire le note di So Far ( It’s Alright) contenuta nell’EP “IV”.
Un altro momento indimenticabile è stato quando hanno suonato il loro ultimo singolo “Settle Down”, canzone che ti mette proprio voglia di muoverti a ritmo.
Ma come ci sono i momenti carichi, ci sono quelli dolci e tranquilli: Mattie, il cantante, ci ha dedicato Fallingforyou (scritta proprio tutto attaccato) e subito dopo You, provenienti tutti e due da vari EP precedenti.
La band comunque non si ferma, i 1975 sono molto carichi, con voglia di suonare e si vede anche se l’acustica certe volte dava a desiderare.
Ecco che arriva Girls, altro loro singolo, con un video a dir poco bellissimo e originale, che fa esplodere il locale: tutti ballando, cantano, alzano le mani e il gruppo è lì che suona con una carica incredibile, anche Mattie sembra preso da questa energia che arriva dal pubblico, sale su amplificatori, agita i suoi capelli che sono i più lunghi mai visti.
Le ultime tre canzoni sono forse le più conosciute: si parte con Robbers, una ballad toccante che ha messo in evidenza la particolarità della voce del cantante, seguita dal successone Chocolate. Per finire il concerto in bellezza e con tanta energia c’è Sex, canzone che parla di problemi adolescenziali e ovviamente di sesso. Le chitarre esplodono, la batteria impazzisce e il bassista si da alla pazza gioia per finire un concerto epico, molto ben strutturato e bellissimo.

The 1975 sono migliorati tantissimo, sono sbocciati in quello che è la loro vena artistica dell’electro-indie e questo gli fa onore. Sono una band che vale la pena sentire dal vivo, vale la pena comprarne gli album, perché se lo meritano e faranno molta strada. E quella strada, a quanto pare, passerà anche dall’Italia.

Live Report a cura di Gianluca Quadri

2 COMMENTS

Leave a Reply