Recensioni concerti

I report dei più importanti concerti in Italia: band italiane e internazionali, rock, pop, elettronica, punk, alternative e molto altro altro ancora. Photogallery e recensioni, report e scalette del concerto, immagini, video e racconti di tutta la musica live in Italia.

Il mitico Campovolo di Reggio Emilia ha ospitato The Prodigy per l’unica data italiana del loro “The Day is my Enemy Tour “, senza dubbio uno dei grandi concerti dell’estate italiana 2015, grazie alla promozione artistica di  Barley Arts unita alla straordinaria macchina organizzativa di Festareggio.

Dunque un grande evento perché quando parliamo dei Prodigy non possiamo che definirli progetto seminale anni 90 della Big Beat che ha influenzato buona parte della musica elettronica del nuovo millennio e che da 5 lustri ci stupiscono con la loro energia e potenza confermata anche dal nuovo disco dal quale prende nome il live.

Sul palco di Reggio Il terzetto Liam, Keith e Maxim viene supportato  da un drumming tradizionale e da una chitarra elettrica, elementi che oltre ad arricchire il proscenio, conferiscono un registro rock alla performance electro beat dei nostri 3 .

Liam in console troneggia al centro del palco alle spalle dei due frontman , Keith in canotta bianca con il suo sguardo allucinato e penetrante e l’inquietante ghigno di Maxim incorniciato dalle sue tradizionali dreadlocks.

l’apertura spetta ad un classico “Breathe” che con il suo incedere break ci riporta agli anni 90 così straordinariamente moderno , così grandiosamente interpretato dalle voci graffianti di Maxim e Keith che si inseguono, si raggiungono si fermano,  ricordandoci il magnifico video che fu realizzato per questa traccia.

Il nuovo disco fa da filo rosso durante tutto il live inframezzato dagli straordinari singoli che i The Prodigy hanno prodotto nei 6 dischi da studio della loro carriera. L’assalto sonoro prodotto da Nasty è adrenalina pura per l’audience numeroso, duplicato da The Day is my Enemy titletrack e opener dello stesso.

Se torniamo al 97 anno del capolavoro Fat of the Land i Prodigy ci fanno riapprezzare due supertrack che rispondono ai nomi di Firestarter e Smack my bitch up che sapientemente Liam Howlett orchestra dietro le sue macchine elettroniche e lascia cavalcare il palco alla coppia Maxim-Keith, maestri di cerimonia che ci spingono là, fino a quelle “frontiere selvagge” della musica che non tutti sanno raggiungere .

E dunque sia per Wild Frontier e Get your fight on  ritornando poi al punto di partenza con Voodoo People 1994 e passando per il penultimo lavoro di Invaders must die e Omen .

La guerra mediatica dei Prodigy non è lunghissima ma intensa , una battaglia di guerrieri urbani, di suoni primordiali, di ritmica impulsiva dove Il giorno è il nemico da combattere e la notte è l’oscura alleata !

fERDIDAS

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In una serata che più irlandese non si può, con quel freschetto e la pioggerellina che ti fanno tanto pensare al clima di Dublino d’estate, al The Jungle di Cascina (sì, avete letto bene, Cascina provincia di Pisa…non Milano) arrivavano per l’unica data italiana gli alfieri del celtic punk, ovvero i Bostoniani (e infatti tra il pubblico si sprecavano le canotte dei Celtics) Dropkick Murphys, caricati a mille e pronti a mettere in piedi un concerto devastante: e così è stato!
Un live energico, voglioso, coinvolgente, tutto ciò che un fan poteva desiderare lo hanno regalto i Murphys, compresa una lunga scaletta in cui non sono mancati i classici della band, da “The State of Massachussetts” a “Rose Tattoo”, fino a “The Boys are back”, pezzo sul quale sono entrati in scena e hanno fatto esplodere tutta l’ “irlandesità” possibile sotto un cielo italiano.
Un Al Barr in formissima si è issato più volte sulle transenne che lo dividevano dalla folla, abbracciando simbolicamente il pubblico che gli era davanti, proveniente da tutta Italia per un evento unico, ospitato in un luogo che merita assolutamente almeno una visita e che è una delle piacevoli scoperte degli ultimi anni delle estati toscane.
Questo concerto in particolare non lo scorderà il giovane fan che, presentatosi al live provvisto di cornamusa e notato da Barr, è stato fatto salire sul palco per una breve esibizione, nel tripudio generale: cose che solo i Murphys possono permettersi, in un live che sa trasformarsi in una vera e propria festa popolare, tanta è l’empatia che si sprigiona tra chi è sul palco e chi è sotto.
Chiaramente l’apice si ha al momento dei bis, quando la band intona “I’m shipping up to Boston”, classico attesissimo, su cui il pubblico si scatena: canti, balli, “pogo”, insomma tutto ciò che si poteva chiedere a un simile concerto e, anzi, per qualcuno di più: sugli ultimi tre brani (” Kiss me, I’m shitfaced”; “Skinhead on the MBTA” e la splendida “If the kids are united”) ecco che il palco viene lasciato invadere da tante ragazze del pubblico, che hanno la fortuna di potersi scatenare con i Murphys a pochi passi da loro e sentirsi ancora più protagoniste di una serata che, certamente, sarà difficile da dimenticare.
Lunga vita ai Murphys!

DROPKICK MURPHYS SETLIST AT THE JUNGLE (CASCINA -PI- 18/08/2015)

The Boys Are Back
Prisoner’s Song
Sunshine Highway
Captain Kelly’s Kitchen
Worker’s Song
Johnny, I Hardly Knew Ya
Bastards on Parade
The Warrior’s Code
Going Out in Style
Iron Chin (The Bruisers cover)
Citizen C.I.A.
The Fighting 69th
Out of Our Heads
Jailbreak (Thin Lizzy cover)
Cruel
The Irish Rover (traditional)
Rose Tattoo
10 Years of Service
Blood and Whiskey
Your Spirit’s Alive
Barroom Hero
The State of Massachusetts
I’m Shipping Up to Boston
Kiss Me, I’m Shitfaced
Skinhead on the MBTA
If the Kids Are United (Sham 69 cover)

Successo annunciato per The Kolors

The Kolors in concert inAsiago to promote their successful album Out.

Mercoledì  5 agosto la straordinaria cornice di Piazza Carli di Asiago,  ha ospitato  i “The Kolors”,  la band fenomeno del momento con il loro tour “The Kolors Live 2015” nell’unica data veneta della tournèe partita il 10 luglio con il sold out di Roma. Il concerto di Asiago,  organizzato da Due Punti Eventi in collaborazione con il Città di Asiago e con il patrocinio della Provincia di Vicenza era l’appuntamento musicale più atteso e affascinate dell’estate  e tale si è rilevato con la Piazza gremita di pubblico.

I The Kolors , band formata da Stash Fiordispino(voce e chitarra), Alex Fiordispino(batteria) e Daniele Mona(synth), appassionati di rock e musica elettronica,  iniziano la loro carriera musicale nel 2010, come resident band di uno dei locali più famosi della città, “Le Scimmie”.  Nel 2011 producono  l’inedito “I Don’t Give a Funk” e  MTV New Generation programma il video al quale partecipa l’amico  Andy dei Bluvertigo. Dopo alcuni all’estero tra Stoccolma, Berlino e Londra,  i “The Kolors” aprono i concerti di artisti internazionali come Paolo Nutini, Gossip, Hurt e Atoms for Peace.  Nel 2015 sono gli autentici trionfatori dell’edizione 2015 del talent show Amici di Maria De Filippi vincendo anche il premio della critica.

Il loro disco“Out”  in vetta alle classifiche degli album più venduti in Italia  trainato da “Everytime” tormentone dell’estate,  viene certificato disco multiplatino (FIMI/Gfk) con oltre 100.000 copie, ad un mese esatto dalla data di pubblicazione.  L’album masterizzato da Mike Marsh(Depeche Mode, Oasis, Bjork, Massive Attack) agli Exchange Studios di Londra, contiene dodici canzoni composte dalla band  e cantate interamente in inglese, tra cui spicca il brano “Realize”  cantato in duetto con Elisa che ha curato la supervisione artistica dell’album.

Il concerto di Asiago ha visto la partecipazione massiccia di pubblico che sin dalle prime ore del pomeriggio sfidando il sole e il caldo afoso, si è assiepato davanti ai cancelli per guadagnarsi un posto in prima fila e poter vivere il live a distanza ravvicinata con i loro idoli.  Un pubblico eterogeneo pronto  ad acclamare e applaudire la band. Generazioni diverse  tra loro, ragazzini e adulti  insieme a cantare e ballare  la musica di Stash e della band che ha entusiasmato e avvolto il pubblico presente in un clima di festa e divertimento. Quasi due ore di live per una set-list di brani come Out,  Keep on smiling, Love, Why don’t you love me, Realize, Me minus you, Why, Maniac,  Everytime  e tante altri per una serata di divertimento e successo annunciata da tempo.

Queste le altre date del ” The Kolors live 2015″  tour organizzato da F&P Group (tutte le informazioni su www.fepgroup.it) : Forte dei Marmi (13 agosto), Castagneto Carducci (14 agosto), Capo Colonna (17 agosto), Barletta (30 agosto), Prato (10 settembre) e Langhirano (12 settembre).

 

Foto e Recensione a cura di Mimmo Lamacchia

 

Un’ora a ritmi forsennati. Un’ora meravigliosa, in cui Jehnny Beth e le sue Savages hanno letteralmente infiammato il cortile del Castello estense di Ferrara, chiudendo alla grande l’edizione 2015 di Ferrara Sotto le Stelle.
La band londinese ha presentato, oltre ai pezzi del primo lavoro “Silence yourself”, anche alcuni brani del suo successore, che vedrà la luce prima della fine del 2015: in totale una scaletta di tredici pezzi a cavallo tra punk e new wave, pezzi sui quali la Beth si è scatenata, danzando in modo tanto scoordinato quanto coinvolgente, novella Ian Curtis 2.0.
Si è addirittura messa in piedi sul pubblico, cercando di provocarlo e coinvolgerlo in un live che aveva solo bisogno di essere vissuto con ogni fibra del corpo, senza pensare troppo ma lasciandosi andare.
“Shut up” ha aperto la serata, seguita da “City’s full”, per poi lasciare spazio ad alcuni brani inediti come “Sad Person”, “Evil” o “Slowing”, brani che hanno esaltato il pubblico, nonostante la gente non avesse confidenza con essi, poichè manca ancora un po’ all’uscita del disco fisico.
La chiusura è stata affidata ad “Husbands” e “Fuckers” un nuovo brano che la Beth si è sentita anche in dovere di tradurre in italiano: la traduzione non è proprio lusinghiera ma è molto punk, proprio come lo spirito delle Savages.
Ora non resta che aspettare il secondo disco…e magari nuove date italiane per presentarlo ufficialmente!

Set List Savages Ferrara sotto le stelle 31/07/2015

Shut Up
City’s full
Sad Person
INSN
Evil
Slowing
Adore
The answer
I am here
Hit me
She will
Husbands
Fuckers

Il brutto tempo non ferma il concerto della star newyorkese. L'evento è stato un grande successo di pubblico e di musica.

Lenny Kravitz - Hydrogen Festival
Lenny Kravitz - Hydrogen Festival
Lenny Kravitz – Hydrogen Festival

Mercoledì 19 luglio, nella splendida location della Company Arena di Villa Contarini a Piazzola sul Brenta, si è esibito Lenny Kravitz con il suo “Strut Live Tour”. L’attesissimo concerto dell’artista americano ha chiuso l’edizione 2015 dell’Hydrogen Festival. La manifestazione organizzata dalla Zed! azienda leader nel mondo della musica, è da anni tra gli eventi più attesi dell’estate nel segno della grande musica live, ospitando nomi illustri del panorama musicale italiano e internazionale.
Nonostante il maltempo e la fitta pioggia che si è abbattuta in serata sulla cittadina padovana, l’evento è stato un grande successo di pubblico e di musica con la Company Arena strapiena di gente pronta ad accogliere e applaudire il proprio beniamino.
Poco dopo le 22 si son spente le luci e Lenny Kravitz , accompagnato dalla sua band e dalle tre coriste Erika Jerry, Wagner-Cowan e Yahzarah St. James, fa il suo ingresso sul palco tra l’ovazione generale mentre la pioggia finalmente lascia un pò di tregua alla serata.
Il concerto ha inizio con il brano “Frankenstein” tratto dal suo ultimo lavoro “Strut“. Si susseguono “American Woman”(The Guess Who cover), “It ain’t over ‘til It’s over” con migliaia di spettatori immersi da subito nella carismatica musica di Lenny Kravitz .
Il cantante newyorkese con la sua carica rock, e le sue melodie soul, blues e funky, coinvolge i presenti sin dalle prime note del live. In scaletta si susseguono le sue hit più famose e i brani del suo ultimo album con i fan pronti a cantare in coro tutti i ritornelli.

Lenny Kravitz - Hydrogen Festival 2015 -
Lenny Kravitz – Hydrogen Festival 2015 –

A rendere ancor più magico lo show, è stata la presenza sul palco dei musicisti Gail Anna Dorsey al basso, George Laks alle tastiere, Cindy Blackman alla batteria, Ludovic Louis alla tromba, Craig Ross alla chitarra, Michael Sherman e Harold Todd al sax che con i loro assoli e virtuosismi, hanno regalato momenti di grande impatto musicale e permesso al cantante di esaltarsi ed esibirsi con naturalezza, rendendo ancor più briosa la serata e il concerto.
Nonostante il ritorno incessante della pioggia, il concerto va avanti e a sorpresa, durante il brano “Let love rule“, Lenny Kravitz scende in platea e corre in direzione del loggione che si affaccia sull’Anfiteatro Camerini, raggiunta la balconata in alto si mette a cantare, con il pubblico incredulo che lo omaggia con le mani alte al cielo. Raggiunto nuovamente il palco si arriva al gran finale con il brano “Are you gonna my way” a cui fa seguito l’ovazione generale del pubblico soddisfatto e felice.
Lenny Kravitz con il suo carisma e il suo talento ha regalato al pubblico dell’Hydrogen Festival una serata spumeggiante e romantica, facendo vivere loro uno show ricco di emozioni e sensazioni forti che resteranno a lungo impresse nella loro memoria.

Sarà il clima, sarà la line up, ma quest’anno Gruvillage, il festival musicale organizzato dal centro commerciale Le Gru di Grugliasco (To) ha fatto davvero il botto. Numerosi i sold out e numeri da record per una rassegna che è giunta alla decima edizione.

A chiudere il calendario degli spettacoli ci hanno pensato i 2Cellos, duo balcanico che ha trasformato i violoncelli in veri e propri strumenti di rock, anche duro.

Concertionline li aveva intervistati alcuni mesi fa (vedi l’articolo qui) e non ha perso l’occasione per seguirli nuovamente dal vivo. Stjepan Hauser e Luka Sulic hanno regalato 90 minuti di musica pura e coinvolgente. Mescolando il metallo alla musica classica, il pop al rock. Il pubblico numerosissimo ha accolto i due “gemelli” degli archi con un’ovazione ed i due ragazzi hanno ripagato l’apprezzamento con una bellissima esibizione.

Impossibile ricordare la scaletta. Quella ufficiale, distribuita prima dello show, è stata completamente stravolta. Ma poco importa. Quando di mezzo c’è la musica di qualità i titoli diventano un fatto secondario.

Testo e foto di Vincenzo Nicolello

 















La stagione del Gruvillage prosegue con il botto. Lo scorso 28 luglio, l’arena all’aperto del centro commerciale Le Gru di Grugliasco (To) ha alzato il cartello “sold out”.

Ospite della serata era Anastacia, stupenda interprete americana dalla pelle bianca, ma dalla voce soul.

Una cornice di pubblico esaltante per l’artista americana, apparsa emozionata, forse anche per la presenza dei genitori in platea.

Che dire di questo concerto? Bellissimo, intenso, coinvolgente. Anastacia è apparsa in splendida forma e, supportata da una band di altissimo livello, ha offerto il meglio si sé, proponendo brani del suo ricco repertorio, ma anche cover “metallare”, quali Back in Black (AC/DC); Sweet Child O’ Mine (Guns N’ Roses); Best of You (Foo Fighters).

Rispetto allo show invernale del Resurrection Tour, la produzione è apparsa minimale, stop a costumi, ballerini e video. Protagoniste sono state la musica e lei, l’inimitabile Anastacia.

Ecco la scaletta della serata.

Left Outside Alone; Staring at the Sun; Welcome to My Truth; Seasons Change; Pieces of a Dream; Heavy on My Heart; I Belong to You (Il Ritmo Della Passione); Cowboys & Kisses; Use Somebody (Interlude); Back in Black (AC/DC cover); Sweet Child O’ Mine (Guns N’ Roses cover); Best of You (Foo Fighters cover); Lifeline; Defeated; Stupid Little Things; Paid My Dues. Bis: Freak of Nature; One Day in Your Life; I’m Outta Love.

Grazie a  Vivo Concerti e al Carroponte per aver portato da Anversa all’Italia i dEUS prima  band belga a firmare per un major e ad ottenere un buon successo internazionale, grazie al loro indie rock , con sfumature grunge e alla loro indubbia qualità compositiva.

Festeggiano un ventennio di musica e bisogna dire in splendida forma e l’occasione ghiotta per tutti noi di ascoltare un concerto che ripercorre la loro intera carriera, sancita proprio dalla raccolta uscita nel 2014 “Selected Songs” di ben 30 tracce .

Puntuali, dopo gli interessanti e giovani connazionali Balthazar, il quintetto dEUS,  si presenta capitanato dai 2  membri fondatori , il cantante Tom Barman e il polistrumentista Klaas Janzoon insieme all’ interessante sezione ritmica basso e batteria oltre che dalla seconda chitarra.

DEUS1

Dal disco d’esordio Whorst Case Scenario che presentò i dEUS al grande pubblico vengono proposti  i due grandi singoli “Via” e Suds & Soda oltre che alla bellissima ballad Hotellounge  intervallati a brani che hanno visto un evoluzione verso un rock più alternativo e funk degli ultimi anni come Quatre Mains in francese e ad una grande versione di The Architetct.

Tom e Klaas dominano la scena e il loro affiatamento si percepisce durante tutto il concerto, mulinando le loro braccia sul violino elettrico, synth e percussioni il primo, mentre le chitarre elettriche e classiche vanno ad appannaggio del secondo.  La voce di Tom piena e potente  caratterizza il sound dEUS ma non è da sottovalutare la performance dell’intero gruppo che dal vivo esprime un energia positiva e una grande tecnica che sul disco a volte faticano ad emergere.

Bellissima la versione di Sirens e una vera chicca industrial arriva con Slow, poi  Ideal Crash, e Ghosts  ci fanno scoprire i diversi orizzonti del mondo dEUS, completando in un ora e mezzo il percorso 94 -2014 che fin qui li ha visti protagonisti !!!

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In alta quota la musica del Festival Urca Urca ha risuonato nelle splendide montagne del Lecchese, per due giorni ufficialmente, ma solo uno il Sabato realmente, causa il maltempo di venerdì che comunque non ha guastato la festa alle migliaia di giovani accorsi all’Alpe Giumello.

L’enorme sforzo organizzativo degli splendidi ragazzi dell’Associazione Urca Urca, nonostante tutto, ha  ripagato il pubblico con un grande sabato di musica, divertimento,  e relax finale all’aria aperta perfettamente in linea con le aspettative dell’organizzazione.

La line up di sabato un po’ rivoluzionata per il buco di venerdì inizia a suonare verso le 17 con il Dj set dei 3  Concrete Jungle che scalda il palco con Reggae, Ragamuffin e Dub. A seguire Missinread la DJ che a suon di Electro swing,  ci porta con brio verso l’orario dell’aperitivo . Il testimone passa a Calamity Jade che con i suoi  vinili ci propone uno straordinario mix di Funk e soul di grande impatto e le gambe iniziano a muoversi sempre più velocemente.

UU-THEDYNAMICS3 L’ora del primo live reale arriva quando le luci del tramonto rischiarano il grande prato alpino dell’alpe che comincia a gremirsi in modo sostanziale;  The Dynamics un interessante collettivo musicale che viene dalla Francia propone un eterogeno mix di reggae, rocksteady e soul sia con brani originali che con splendide cover tipo Ryders on the storm rivista e corretta in jamaican style.

 

Le ombre sono ormai calate e per il secondo live set viene dato spazio ai mitici The Cyborgs che nell’infinito  tour estivo che li vede presentare il nuovo disco Extreme Boogie calano le loro cyber maschere, suonando il loro elektroboogie con energia e stile .UU-THECYBORGS

La musica continua e tra Dj set e live set arriviamo alle prime ore del mattino nella frizzante aria montana che trasporta le onde sonore fin sulle vette  alla conclusione del festival che anche quest’anno si è concluso con un successo al grido di Urcaaaa Urcaaaa.

 

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Sting e la sua leggendaria band hanno regalato un live da ricordare agli oltre 8000 accorsi a Pistoia.

Un live leggendario, perchè sul palco c’erano almeno tre leggende; è a questo che hanno assistito gli oltre 8000 spettatori accorsi in piazza Duomo a Pistoia per la data finale del Pistoia Blues 2015. E che data!

Sul palco Sting, in versione barbuta e straordinariamente in forma, coadiuvato da una band incredibile in cui spiccavano le tastiere di David Sancious e la batteria di Vinnie Colaiuta, due veri e propri virtuosi dei propri strumenti, nonchè due leggende (basti dire che Sancious fa parte della E-Street Band e Colaiuta era il batterista di Frak Zappa) ha regalato un live incredibile, che ha provocato dei veri e propri tuffi al cuore a ogni fan dei Police che si rispetti: da “Walking on the moon” a “So lonely”, da “Roxane” a “Message in the bottle”, le hit della band, che hanno fatto la storia della musica, sono state sciorinate una dietro l’altra da uno Sting che è apparso davvero a suo agio sul palco, divertito di suonare nello scenario toscano (terra che lui conosce bene avendo una tenuta nelle campagne, in cui produce un ottimo vino).

Al momento in cui sono arrivati pezzi da brividi come “Fields of gold” o “Every breath you take” la piazza ha sussultato, come un solo cuore che avesse dato un battito potentissimo.

Questo è stato il live di Sting, qualcosa che le parole non bastano a descrivere, qualcosa a cui si doveva solo assistere, rimanendo a bocca aperta, emozionati come bambini, di fronte a pezzi che hanno fatto anche un po’ la storia di tutti noi. Chiusura co “Fragile” e poi tutti a correre a vedere i fuochi pistoiesi (il 25 luglio è infatti San Jacopo, patrono della città).

Ma i veri fuochi d’artificio c’erano già stati sul palco, merito di Gordon Matthew Thomas Sumner o, più semplicemente, Sting.

Il chitarrista e compositore messicano regala un live da antologia a una Piazza Duomo sold out da giorni.

La leggenda Carlos Santana è atterrata ieri sera al Pistoia Blues e con la sua chitarra ha letteralmente incendiato una piazza stracolma, che attendeva il suo ritorno al Pistoia Blues in modo spasmodico.

Carlos ha dimostrato tutto il suo amore e rispetto per la location pistoiese con poche semplici parole prima del bis: “Questo è un Blues Festival, non puoi venire qui e non suonare Blues”, attaccando poi uno struggente solo di chitarra degno del delta del Mississippi.

Coadiuvato da una band straordinaria, con due cantanti assolutamente perfetti per esaltare il suono della sei corde di Carlos, Santana ha regalato oltre due ore intensissime, facendo scatenare la piazza con i suoi ritmi latini: da “Soul sacrifice” a “Freedom in your mind“, da “Maria Maria” a “Corazon Espinado” la serata è stata una vera e propria carrellata di successi, un viaggio nelle note che hanno costellato la carriera di quest’uomo straordinario, che con la sua Fondazione aiuta anche i bambini poveri del Messico e del Sud America tutto.

La piazza ha risposto ad ogni assolo, ad ogni gemito partorito dalla chitarra, sollecitata dalle dita di Carlos, con un boato e si è concessa addirittura un meraviglioso “Happy birthday to you” cantato da ottomila voci, per festeggiare il compleanno di Santana, che il 20 luglio ha spento sessantotto candeline.

Carlos, dal canto suo, ha detto che il suo live era costruito per liberarsi della paura, per scacciare le paranoie ed in effetti le sue note hanno qualcosa di mistico, di ineguagliabile, qualcosa che ti dà dei brividi sottopelle e ti rilassa, ti mette a tuo agio: persone di ogni età scatenate a ballare, ancheggiare, cantare, come in una gigantesca festa popolare in cui Santana è l’assoluto mattatore.

Come si fa a non esaltarsi di fronte a brani come “Samba pa ti”, “Oye como va”, “Black magic woman” o la straordinaria “A Love supreme” di John Coltrane, che Santana fa sua e trasforma, regalandole un suono latino e un’impronta tutta nuova.

Insomma, non è un caso se Carlos Santana è una leggenda. Pistoia, ieri sera, ne ha avuto l’ennesima conferma.  Viva Carlos Santana.

Le due band regalano a Piazza Duomo la serata più infuocata e rock dell'edizione 2015 del Pistoia Blues.

Da una parte gli incendiari Black Label Society, guidati da uno Zakk Wylder (ex chitarra di Ozzy Osbourne, non so se mi spiego…) in forma straordinaria, dall’altra i The Darkness di un istrionico Justin Hawkins, che ha saltato, cantato e ballato per tutta la sera, provocando la folla del Pistoia Blues e riducendosi praticamente in mutande a suonare. Il talentuoso Justin si è perfino fatto portare a spalla a fare un giro in mezzo alle più di quattromila presenze di piazza Duomo e non si è fatto mancare neppure un’arrampicata sui tralicci che sostenevano il palco. Insomma, quando si dice “essere una rockstar”. I suoi Darkness, rinnovati dall’ingresso alla batteria di Rufus Taylor (sì, proprio il figlio di Roger Taylor dei Queen) presentavano il nuovo album “Last of our kind”, così come i Black Label Society erano in Italia (unica data nel nostro Paese quella della metal band al Pistoia Blues 2015) per farci ascoltare “Catacombs of the black Vatican“, loro ultima fatica. Ovviamente entrambe le band non hanno fatto mancare le loro hit, cantate a squarciagola da tutta la piazza, in cui si mescolavano curiosamente metallari “duri e puri” e fan meno estremi e forse più colorati, creando un binomio insolito ma straordinario a vedersi.

Entrambi i set sono stati un’esplosione di energia rock: da una parte la chitarra di Wylder e dall’altra gli acuti di Hawkins hanno dominato la scena, supportati da due band che, malgrado le temperature non proprio fresche, non si sono risparmiate, dando sfogo a tutta la loro grinta e regalando così al Pistoia Blues la serata più infuocata dell’edizione 2015. In attesa di Santana e Sting, veri e propri eventi clou che chiuderanno il festival pistoiese.

Ph. by Luca Passerotti