Recensioni concerti

I report dei più importanti concerti in Italia: band italiane e internazionali, rock, pop, elettronica, punk, alternative e molto altro altro ancora. Photogallery e recensioni, report e scalette del concerto, immagini, video e racconti di tutta la musica live in Italia.

L'assenza di Michele Esposito ha reso, paradossalmente, il live fiorentino dei Ministri qualcosa di unico e irripetibile

Quando il tuo batterista si sente male due giorni prima di un concerto, il primo pensiero che fai è quello di annullare la data, prenderti una piccola pausa e aspettare; certo, rischi di deludere i fan, di aver creato un’attesa che va poi vanificata, ma alla fine cosa poter fare per non compromettere tutto?
I Ministri ne hanno dato un saggio venerdì 27 novembre all’Obihall di Firenze: nonostante l’assenza di Michele dietro i piatti della batteria, Divi e Federico per l’occasione hanno sfoderato un set più minimale ed acustico, uno di quei live che ti prendono il cuore e te lo smontano, tante sono le emozioni che riescono a dare. Accompagnati da un Marco Ulcigrai in splendida forma, che si è diviso tra chitarre e batteria per l’occasione e dal ritorno del “figliol prodigo” Effe Punto i due Ministri hanno messo in scena alcuni brani da intenditori, di quelli che tutti i presenti sognavano di riascoltare ma, forse, pochi avevano il coraggio di chiedere a gran voce: da “La piazza” a “I nostri uomini ti vedono” fino a “Vestirsi male” e l’immancabile “Il bel canto”. Una carrellata in ciò che sono stati i Ministri, in una chiave semi acustica da brividi, con Effe Punto sugli scudi e un Divi scatenato, in piena empatia con il pubblico, composto da giovani e giovanissimi pronti a sorreggere il cantante dei Ministri ogni volta che effettuava stage diving o ad abbracciarlo quando si incamminava tra le ali di folla. Si è creata un’atmosfera unica, difficilmente ripetibile, una di quelle serate in cui sai che devi essere lì, a sudare in mezzo alla gente, a sentire quella musica, a cantare quella musica e non c’è un posto migliore al mondo, nonostante i “sabotaggi” della sorte.
Ad impreziosire il tutto due set da paura dei Fast Animals and Slow Kids e de Il Pan del Diavolo ad aprire il live, due veri e propri concerti che hanno infiammato il pubblico creando il clima perfetto per i Ministri: soprattutto i FASK, nonostante i 3 mesi di pausa dai live da cui venivano, hanno confermato di essere una delle realtà dal vivo migliori della musica italiana.
Ministri, FASK, Pan del Diavolo: tre realtà nuove e straordinariamente qualitative della nuova musica italiana. Bellezza pura.

In Italia per un'unica data Tom Smith e soci infiammano un PalaDozza sold out

Sugar - Editors (testo e video)

Semplicemente, diciamolo subito, una delle migliori band live che vi capiterà di vedere.
Una band in continua crescita, in continua metamorfosi, che dà l’impressione di non aver ancora sfoderato il massimo del proprio potenziale, ma che ancora non ha sbagliato un disco, non un solo pezzo.
Vedere Tom Smith, nella sua camicia bianca, muoversi con quella padronanza sul palco, incantando il pubblico con uno sguardo o un semplice accenno vocale fa pensare che il prossimo passo degli stadi sia quasi d’obbligo per gli Editors, l’entusiasmo per i quali si contiene a fatica nel PalaDozza, già sold out da giorni.
Il nuovo album “In Dream” è l’ennesima conferma per la band e sentirlo risuonare live è un qualcosa di eccezionale: se ne colgono le atmosfere, gli accenti, i momenti più cupi e quelli più danzerecci, in un mix che risulta semplicemente perfetto. Rock di qualità, ma con accenni pop, melodie cantabili, momenti in cui l’head banging diventa naturale.
Da “No harm” a “Smokers outside the hospital doors” (in una versione solo chitarra di Tom, da brividi assoluti) fino a “Marching orders” i nuovi brani si mescolano splendidamente alle hit e il pubblico festante è la maggior riprova della riuscita del live.
Ancora una volta gli Editors dimostrano di meritare un posto nella ristretta elite delle migliori live band al mondo, e quando puoi annoverare hit come “A ton of love” o “Munich” sai già che il tuo concerto deve esserne all’altezza. Tom e soci lo sono alla grande.
A questo punto non gli rimane che la “prova stadio” da superare…

EDITORS SETLIST @ PalaDozza – Bologna 28/11/2015

No harm
Sugar
Life is fear
Blood
An end has a start
Forgiveness
All sparks
Eat Road Meat = Blood Drool
The racing rats
Formaldehyde
Salvation
Bones
Smokers outside the hospital doors (Tom solo)
Bricks and Mortar
All the kings
A ton of love
Nothing
Munich

Ocean of night
Papillon
Marching Orders

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yo la tengo friday i'm in love

Semplicemente “noi siamo gli Yo La Tengo”. Queste sono le nostre cose. Rilassatevi e godetevele.
Questo sembra essere l’incipit ideale del live della band di Ira Kaplan e Georgia Hubley, un incipit non detto, ma presente, come in un tacito accordo tra band e pubblico.
Gli Yo La Tengo semplicemente deliziano, con le loro dinamiche sonore, la loro meravigliosa semplicità: tutto appare semplice infatti nel loro modo di suonare, quasi scontato.
Ma è una scontatezza bella, mai banale, la forza di una band che sa ciò che fa, ciò che offre per circa due ore, in un doppio set che lascia incantati, specchio di un mondo placido e sereno fatto delle loro note e parole: “Friday I’m in love” nella loro versione rilassa, “I’m so lonesome I could cry” immalinconisce, “All your secrets” e “Can’t forget” lasciano impietriti tanto sono, puramente, belle.
E così si finiscono per passare due ore in contemplazione di questi tranquilli signori del New Jersey, che sorridono, si divertono e ringraziano che “non ci siano match di calcio stasera, l’ultima volta che abbiamo suonato a Bologna c’era la finale di una Coppa Europea e si affrontavano due squadre italiane, c’erano 3 persone al concerto” dichiara Ira.
La chitarra di Dave Schramm regala una sfaccettatura in più al loro suono, una dimensione antica eppure attuale.
Semplice. Serena. Non resta che stare lì e sperare che il concerto non finisca, perchè la sensazione che ti lascia è di una straordinaria serenità, 2 ore fuori dal mondo e dai problemi di tutti i giorni, due ore immersi nel mondo melodico degli Yo La Tengo.

Promesse mantenute per gli A Place to Bury Strangers che si sono presentati ieri sera sullo stage del  Circolone di Legnano supportati dai giovani e promettenti Grooms e complimenti all’organizzazione Friday on My Mind per aver creduto in questa operazione.

APTB si definiscono la band più rumorosa di New York e devo dire che la definizione non è per nulla esagerata considerando che i tre ragazzi hanno confezionato un assalto sonoro degno di grandi band post punk del lontano passato.

APTB1La loro produzione musicale è giunta quasi al decimo anno con una manciata di EP e 4 full lenght incluso il nuovo lavoro Transfixation del 2015Oliver Ackerman leader della band alla chitarra e voce, Dion Lunadon al basso ed effetti e Robi Gonzalez alla batteria si presentano con un preludio di performance tra il pubblico in una sorta di rituale di iniziazione fatto di drum machine e suoni sintetici ad alta potenza.

Una volta saliti sul palco vero e proprio un’atmosfera psichedelica di luci in proiezione avvolge nella nebbia i tre musicisti , che armeggiano le loro strepitose pedaliere , scatenando l’inferno e la battaglia .

I padiglioni auricolari sono messi a dura prova sin da subito e non sarà la rappresentazione massima di un suono equalizzato ma certamente si fa apprezzare per immediatezza e carica viscerale anche se, devo dire che  la voce di Oliver in alcuni pezzi fa fatica ad emergere in tutta la sua potenza.

Tutta la carica esplosiva di brani come Straight , We’ve come so far o Alone che già su disco si può apprezzare, viene ulteriormente amplificata e portata all’estremo della distorsione proprio nel live. Ipnotici a volte con You are the One e Slide quasi a riportare in vita il suono di band come Joy Division e The Cure, I lost you e Onwards on the Wall presentano invece il lato psichedelico e shoegaze della band infuso da illustri precursori che rispondono ai nomi di My Bloody Valentine e The Jesus and Mary Chain.

Se APTB non esistessero forse bisognerebbe inventarli , non per tutti, forse per pochi, il loro essere corrosivi, acidi fino al midollo li rende unique, cultori del suono estremo e custodi dell’essenza del rock.

fERDIDAS

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Salgono sul palco in una sala in penombra, Mimi si siede dietro la batteria, Steve cammina lento verso le tastiere, Alan metodicamente attacca il jack alla sua chitarra.
Poi, semplicemente, suonano, senza fronzoli, sprigionando la loro naturale carica ipnotica, quella bellezza pura fatta dei contrasti tra il loro sound oscuro eppure mellifluo e le voci: eterea quella di Mimi Parker, vissuta, quasi verrebbe da dire consumata, quella di Alan Sparhawk. Insieme intessono trame inestricabili, bellissime, come un arazzo sonoro che si compone piano piano e da cui non si può non restare rapiti. “One and Sixes”, l’undicesimo album della storia dei Low, è un nuovo strepitoso capitolo, una sfaccettatura familiare eppure diversa di questa band di culto che arriva da Duluth, lo stesso luogo di nascita di Bob Dylan (e forse non è un caso).
“No comprende”, “What part of me”, “Landslide” sono diapositive di un gioiello che lascia tutti a bocca aperta, non meno dei classici, con “Words” acclamatissima, suonata in apertura del bis.
I Low sono una band che lascia senza parole, una band di cui godere non solo i suoni ma perfino le pause: la musica semplicemente fluisce e colpisce il cuore e la mente, senza via di scampo. Fortunatamente.

LOW SETLIST AT TEATRO ANTONIANO 20/10/2015

Gentle
No Comprende
Monkey
The Innocents
Plastic Cup
On My Own
Holy Ghost
Spanish Translation
Lies
Into You
Pissing
DJ
What Part of Me
Will the Night
Landslide

Encore:
Words
Last Snowstorm of the Year
Laser Beam

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Ci sono certe serate in cui l’atmosfera magica la percepisci fin da quando entri in un posto; poi ci sono certe persone, certi artisti, che hanno il dono naturale di metterti a tuo agio, di emozionarti, farti ridere o commuovere a loro piacimento. Ecco, Glen Hansard è uno di questi e il Teatro Antoniano, la sera del suo live, rivestito delle sue note, è diventato un luogo magnifico.
Il cantautore irlandese, affiancato da una band strepitosa, con tanto di sezioni di archi e fiati, ha regalato oltre 2 ore di assoluta bellezza a un teatro che era sold out da mesi in attesa della sua data.
Glen ha scherzato, ha sorriso, ha raccontato molto di sè, creando un’empatia perfetta con chi era lì ad ascoltarlo, tanto che un signore, rivelatosi ottimo percussionista, è salito più volte sul palco ad accompagnare i brani, per la gioia di Hansard (“sei impegnato per il resto del tour?” gli ha chiesto) e i sorrisi di tutti i presenti (si trattava di Caterino Riccardi, già noto per esser stato fatto salire sul palco da Springsteen al concerto di Padova nel 2013 e membro della band The Fireplaces).
Hansard è uno di pancia, uno che balla, salta, si muove, e che un minuto dopo sa colpirti al cuore con una sua ballata. Uno che invita tutti ad andare sotto palco per sentirli più vicini dopo appena due canzoni, uno che fa salire sul palco un bambino e gli fa cantare un brano di Bruce Springsteen accompagnandolo come un qualsiasi busker. Uno che, visto che andare tutti sotto il palco era impossibile, sale in balconata per regalare due brani da vicino anche a chi era più distante dal palco.
Insomma Glen Hansard è, senza timore di smentita, un artista e un uomo meraviglioso.
E la profondità dei suoi brani ne è la testimonianza più viva.

SETLIST GLEN HANSARD at TEATRO ANTONIANO (16/10/2015)

Grace Beneath the Pines
Just to Be the One
Winning Streak
My Little Ruin
When Your Mind’s Made Up (The Swell Season song)
Bird of Sorrow
Back Broke (The Swell Season song)
In These Arms (The Swell Season song)
Astral Weeks (Van Morrison cover)
Come Away to the Water
Talking With the Wolves
McCormack’s Wall
Lowly Deserter
Way Back In The Way Back When
High Hope
This Gift
Drive All Night (Bruce Springsteen cover)
Her Mercy

Encore:
Say It to Me Now (The Frames song)
Gold (Interference cover)
Falling Slowly (The Swell Season song)
Didn’t He Ramble
Passing Through (Pete Seeger cover)

Foto Stefano Mattii

La Dave Matthews Band torna in Italia con 4 grandiosi live, inclusi nella nuova tournee europea che li vedrà protagonisti per più di un mese. Straordinario il nuovo spettacolo che presenta un doppio set per un concerto che ha sorpassato abbondantemente le due ore , tiratissime e di grande fascino.

E’ il palcoscenico il luogo dove la Dave Matthews Band esprime da sempre il meglio della sua forza tanto che la produzione discografica della stessa, dispone di una monumentale collezione di Volumi sotto il nome di Live Trax . I fan ed il pubblico in generale sanno che la DMB regalerà una serata indimenticabile, e nella prima serata di un sabato ottobrino ci rechiamo al Forum impazienti di assaporare il loro sound.

Palco con un visual impeccabile , suond perfettamente calibrato per poter apprezzare tutti gli strumenti sia  nella prestazione di insieme sia nei frequenti “solo” ; musicisti con la M maiuscola i componenti della Dave Matthews Band  , mettono in mostra un affiatamento incredibile, dietro il quale ci sono ore di prove, per non lasciare nulla al caso, anche nelle improvvisazioni di stampo jazz.

Dave è il maestro di cerimonia che dirige il sestetto composto da una sezione ritmica da paura , da un  duo  fiati impressionante, da una chitarra elettrica  e un violino; chitarra classica , voce calda  ma capace di acuti da brividi Dave ci regala momenti incredibili con un simpatico intermezzo di un’esibizione al piano che dice di saper suonare con un solo dito ! Così semplice e così perfetto.

Si inizia con alcuni classici da Satellite a Crash into me ma si fanno excursus un po’ in tutta la grande produzione musicale della DMB pescando anche alcuni brani dall’ultimo lavoro da studio del 2012 Away form the World  come Mercy o If Only . Le canzoni si trasformano in incredibili jam sessions dove la band esprime il meglio di se stessa in un crescendo incredibile.

Bellissime le versioni di #41 e Two Step , una perla straordinaria Black and Blue Bird , the Space Between da cantare a squarciagola,  Ants Marching e ancora Where Are You Going.

Ogni brano è una avventura unica , sensazioni musicali rock  , grande professionalità , tutto ciò è la Dave Matthews Band . Amici di Roma e Padova, un consiglio spassionato se potete non perdetevela, nelle prossime 2 serate suonerà ancora nella Vostra città !!!

fERDIDAS

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PHOTO GALLERY BY MARCO COMETTO

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Luis Vasquez e compagni regalano un gran live nella prima delle due date italiane autunnali

I Soft Moon sono una creatura affascinante, elettrici, tiratissimi, ma allo stesso tempo melliflui, con certe atmosfere fluttuanti che fanno stare bene: ecco il live che è andato in scena all’Exenzia Rock Club di Prato riassume splendidamente tutto ciò.
Un Luis Vasquez in grande forma ha regalato un concerto tirato, ispirato, una porta aperta sul suo mondo oscuro e avvolgente, tetro ma per nulla inquietante, anzi inquieto piuttosto.
‘Deeper’, non ci poteva essere titolo migliore per un disco dei The Soft Moon, perchè loro sono uno di quei gruppi capaci di scavarti dentro e riportare in superficie le sensazioni più primitive e naturali.
Scuotere la testa, ancheggiare convulsamente, sono sintomi normali se si è di fronte a Luis Vasquez; quando partono pezzi come “Parallels” o “Black”, piuttosto che la stessa “Deeper” è impossibile rimanere fermi, è impossibile non farsi travolgere da questa onda sonora perfetta che arriva dritta a scuotere il corpo e colpire il cuore.
Questi sono i Soft Moon, una scarica di oscurità perfetta, che si vorrebbe semplicemente non finisse mai.
PS. Menzione speciale per l’ottima apertura di Phase Fatale, ne sentirete parlare: elettronica dark al punto giusto, che ha creato fin da subito la giusta atmosfera per la serata.

The Soft Moon Setlist at Exenzia Rock Club 10/10/2015

Black
Dead Love
Machines
Alive
Circles
Far
Wrong
Into the Depths
Parallels
Try
Repetition
Insides
Tiny Spiders
Being

Un Live molto particolare ed interessante grazie alla lungimiranza di DNA Concerti , quello visto ieri sera al Fabrique di Milano dove il progetto Apparat ovvero “Sascha Ring”, il guru dell’elettronica berlinese,  ha presentato un nuovo live set con 3 date  in Italia e molte altre all’interno dei Club europei più famosi.

Apparat ha ormai dimostrato di essere un grande innovatore della musica elettronica, non solo coi suoi numerosi dischi pubblicati ma anche con le innumerevoli collaborazioni, remix e produzioni che lo hanno visto protagonista negli ultimi quindici anni .

Eclettico compositore, Sascha Ring ha iniziato ad espandere il suo raggio d’azione esplorando i territori delle colonne sonore sia per il teatro vedi “Krieg und Frieden” del 2013 , che per il cinema scrivendo  la soundtrack del film di Mario Martone del 2014 “Il Giovane favoloso”  dedicato alla vita di Giacomo Leopardi

Apparat soundtrack live si presenta sul palco con il nostro Sascha accompagnato da 3 musicisti con una strumentazione molto varia che spazia dal violino alle percussioni, dagli immancabili synth al flauto , supportato da un superlativo visual prodotto dai connazionali “Transforma.

apparat_desk

Poco più di un’ora di intensa performance con parecchi nuovi brani dove Apparat dietro la sua piramide di tastiere ha diretto lo show con quel suo stile leggero ed elegante che lo rende unico . Per chi conosce il sound di Apparat non si sarà stupito di trovare la performance emozionante perché l’artista berlinese sa creare un atmosfera rarefatta da un lato e potente da un altro, rumoristica miscelata a note d’archi , drum machine sincopate su flauti e chitarre insomma tutta l’essenza della musica all’interno di un singolo brano.

Un caleidoscopio di immagini e luci ci conducono in un viaggio immaginario , una storia raccontata in musica dove possiamo rivivere i nostri sogni che a volte si trasformano in incubi nei quali un piacere sottile ci spinge a restarne immersi, risvegli improvvisi e ad occhi aperti rivivere un luogo, una sensazione un immagine.

fERDIDAS

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Evento multicanale Musica + Arte e multilocation, il Todays Festival ha risvegliato la Torino agostana dal torpore estivo con tre giornate ricche di concerti ma non solo . Laboratori creativi gratuiti su musica e canto presso la Scuola Holden concerti in luoghi insoliti e particolari come i Docks Dora o l’ex Cimitero di San Pietro in Vincoli dimostrano che con impegno e creatività si possono realizzare operazioni culturali di ottimo livello e di grande impatto.

In particolare il nostro live report si concentra sulla serata del 28 Agosto presso lo sPAZIO 211 che ha visto una line up interessante di artisti con il main event dedicato ai newyorkesi TV On The Radio. Di grande spessore anche i due giorni successivi con i main act dei nostri Verdena il 29 e i grandi Interpol il 30 il tutto documentato da straordinarie gallerie foto in fondo all’articolo !

La prima parte è Inri fest tradizionale appuntamento annuale e spazio live per alcuni degli artisti della omonima casa discografica torinese, fucina di nuove proposte musicali che spaziano in modo trasversale nei generi.

Opening al tramonto al ritmo della Surf Music con i gli uomini mascherati I Monaci del Surf che cavalcano le onde a suon di guitar rock californiano riportando alla gloria grandi successi del passato e non solo. Mezz’ora di puro divertimento con brani come Apache, Que Viva la Fiesta e una cover di Sweet Dreams (Are Made of this) assolutamente incredibile.

Il ritmo sale e con loro i decibel perché la band dei Titor non lascia scampo , energia a mille, punk rock style con una performance granitica , pezzi hardcore come Dal 2036 o Titor is Dead e con la punta di diamante chiamata Motocross grande tributo al mitico Ivan Graziani .

Quando le ombre della sera prende il sopravvento sul giorno si cambia decisamente registro con Bianco innovativa proposta di musica d’autore italiana con un respiro internazionale. Già al terzo lavoro in studio Bianco insieme ad un ottima band di supporto si sta affermando grazie alla sua capacità compositiva ed interpretativa superiori alla media. Ascoltare Filo d’erba è un viaggio intenso , Le Stelle di Giorno è un sogno , La Solitudine perché c’è con il duetto di Tommaso Cerasuolo dei Perturbazione e cantata in background dal pubblico è una straordinaria avventura.

Ancora non sazi di musica ed intorno alle 22 arriva il momento clou della serata perchè i TV on the Radio tornano protagonisti in Italia ed in esclusiva per la serata grazie all’ organizzazione del Todays e salgono sul palco appositamente restilizzato dello sPAZIO 211. La band di Tunde Adebimpe e soci si materializza con una line up che vede Sitek alle tastiere e al basso , Malone alla chitarra e seconda voce e Bunton alla batteria oltre a 2 session men di supporto.

E’ chiaro si dall’inizio che il concerto sarà incentrato sull’ultimo lavoro in studio “Seeds” che racchiude tutte le anime musicali dei TVOTR definito unanimamente da pubblico e critica come il loro migliore e che in parte è dedicato anche alla scomparsa del bassista Gerard Smith.

Definire il genere musicale dei TVOTR è impresa ardua , forse un melting pot di rock alternativo ed elettronica con impennate sperimentali ed influssi di sonorità new wave . Ascoltandoli dal vivo si ha però ha la netta sensazione che l’anima rock elettrica e distorta abbia una netta prevalenza sulla parte più elettronica e lounge della band americana. La voce straordinaria di Adebimpe deve andare oltre il tappeto sonoro che la band impone in molti pezzi tipo Lazzeray o Wolf like me, mentre si apprezza in tutta la sua grandezza in Careful You o Quartz. Kip Malone con la sua barba fluente arpeggia sulla chitarra le note di Happy Idiot nuovo singolo da Seeds , classico pezzo che riscalda il pubblico ma i TVOTR non disdegnano di proporre anche alcuni brani tratto da Dear Science come Halfway Home o Golden Age e addirittura tornare ai loro primi successi tratti da Return to Cookie Mountain.

Sarebbe necessario più tempo, oltre i 60 minuti concessici dai TVOTR inclusi un paio di encore, per poter apprezzare tutta la loro originalità ma sappiamo che le regole del music business impongono ormai una tempistica che sta diventando uno standard per molte esibizioni live.

Ma ce ne facciamo una ragione per noi musicofili incalliti sarà necessario premere il tasto play sul nostro lettore cd per ascoltare la traccia 5 Test Pilot da “seeds” e apprezzare i TV on The Radio in tutta la loro grandezza.

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Photo by Giuliano Di Bello

 

Paul Banks e soci sono sbarcati a Prato in una serata ancora estiva, eleganti e oscuri come solo gli Interpol sanno essere e hanno regalato un live la cui perfezione tecnica non si discute, in cui forse le pecche sono apparse più i volumi (voce di Banks troppo bassa) e la durata un po’ scarsa del live (appena 75 minuti circa).
Ci sono stati però brani che hanno fatto sobbalzare il cuore di chiunque segua gli Interpol: “Rest my chemistry” è stata la miccia che ha fatto salire di tono una serata fin lì un po’ in sordina, “Slow hands” ha visto la partecipazione di tutta Piazza Duomo in un unico impressionante coro a sorreggere Banks, “All the rage back home” ci ha fatto ballare e ha confermato come con “El pintor” gli Interpol si siano ripresi dopo un paio di dischi discutibili e siano tornati ai loro livelli abituali, quei livelli certificati da una qualità sonora straordinaria, degna di una band di livello mondiale.
Si spera che questo live abbia inaugurato per Prato una nuova stagione: la città tessile, troppo spesso relegata a provincia e all’ombra di Firenze (e Pistoia col suo “Pistoia Blues”) ha ora intrapreso una strada da cui non può e non deve tornare indietro, sperando che tra qualche anno si possa dire, di fronte ad altri grandi nomi in concerto in città, che tutto è iniziato con gli Interpol.

INTERPOL SETLIST PRATO 01/09/2015

Say Hello to the Angels
Anywhere
Narc
My Blue Supreme
Evil
Length of Love
Rest My Chemistry
Everything Is Wrong
The New
Take You on a Cruise
My Desire
Pioneer to the Falls
Slow Hands
PDA
Encore:
Untitled
All the Rage Back Home
Stella Was a Diver and She Was Always Down

La band torinese chiude la prima trionfale edizione del Beat Festival di Empoli.

Samuel Romano e compagno in una forma strepitosa, è così che si chiude la prima, riuscitissima edizione del Beat Festival ad Empoli, nello splendido scenario del Parco di Serravalle, una distesa verde in cui, per tre giorni, il cibo, il mercatino e la grande musica l’hanno fatta da padroni: nell’ultima serata è stata la band torinese, nel pieno della tranche estiva del tour di “Una nave in una foresta” a far ballare migliaia di giovani accorsi nella provincia fiorentina apposta per loro.
Samuel, con immancabile cappellino d’ordinanza, Boosta, Max Casacci, Vicio e Ninja hanno regalato una scaletta tutta da ballare, senza il minimo calo di tensione, spaziando dai brani più recenti (da “Lazzaro” a “I cerchi negli alberi”) fino, ovviamente, agli immancabili classici, trasformando il parco in una vera e propria “Disco Labirinto”, come hanno detto loro stessi (“come cerchiamo di fare ovunque da 20 anni” ha aggiunto Samuel).
Sotto delle “Nuvole rapide”, in una calda serata estiva, ci siamo ritrovati tutti a ballare “Di domenica”, “Liberi tutti”, ma tutti catturati da questa “Nuova ossessione” che ci diverte e ci emoziona da 20 anni e che si chiama semplicemente Subsonica.
Sicuramente tra “Tutti i miei sbagli” i Subsonica non ci sono e sono sicuro che come me la pensano tutti coloro che erano sotto il palco del Beat Festival, un appuntamento che speriamo diventi un classico dell’estate toscana anche nei prossimi anni.

SETLIST SUBSONICA EMPOLI 30/08/2015

Colpo di pistola
Lazzaro
Attacca il panico
La glaciazione
Disco Labirinto
Nuvole rapide
Nuova ossessione
Up Patriots to Arms (Franco Battiato cover)
Una nave in una foresta
I cerchi degli alberi
Di domenica
Strade
Specchio
Veleno
Depre
Liberi tutti
Il diluvio
L’errore / Piombo
Benzina Ogoshi (con “Io sto bene” (CCCP Cover)
Preso blu
L’odore
Tutti i miei sbagli