Recensioni concerti

I report dei più importanti concerti in Italia: band italiane e internazionali, rock, pop, elettronica, punk, alternative e molto altro altro ancora. Photogallery e recensioni, report e scalette del concerto, immagini, video e racconti di tutta la musica live in Italia.

Le canzoni di Lucio Dalla tornano a vibrare nella voce di Fiorella Mannoia

La città di Marostica giovedì 21 luglio ha ospitato Fiorella Mannoia nella splendida Piazza degli scacchi, con il suo “FIORELLA MANNOIA LIVE 2016 – A TE”,  concerto tributo a Lucio Dalla,

La serata organizzata da Duepunti eventi ha visto la piazza gremita di gente pronta ad applaudire questa grande cantautrice,  durante il Marostica Summer Festival.

Alle 21.30 si spengono le luci, Fiorella Mannoia arriva sul palco accompagnata dall’ orchestra e dalla sua band. Saluta il pubblico e la splendida città di Marostica, iniziando il live con il brano  “Stella di Mare”.  Subito racconta di quando dopo la scomparsa di Lucio Dalla  lei aveva iniziato a  cantare le canzoni di Lucio in giro per Roma, per ricordare un amico e un artista che aveva lasciato un segno indelebile nella storia della musica italiana.  Dopo qualche concerto però, aveva smesso, per timore di essere considerata opportunista.  Ora, che è passato del tempo,  pensa di poter continuare perché secondo lei tutti dovremmo cantare queste canzoni,  è  l’unico modo per celebrare davvero gli artisti.

Canta  “Milano” e subito dopo parla di tanti anni fa, quando proprio a Marostica , in quella piazza si era esibita insieme a Pino Daniele, Ron e Francesco De Gregori, ma un forte nubifragio aveva interrotto il concerto. Visto che la gente non andava via tutti e quattro hanno deciso di improvvisarsi con le chitarre in un “unplugged” ed è stato bellissimo,

Si continua con “Chissà se lo sai”, “Tango”, “Se io fossi un angelo”, “Anna e Marco”, “Le rondini” e  l’immancabile “Caruso” e alla fine del brano riceve una mazzo di fiori da un ammiratore.

Applausi e ovazioni dei fan, sono continuati per tutta la serata, . Con “L’anno che verrà” l’artista romana ha invitato tutti a credere nel cambiamento, a sperare perché le cose possono cambiare, anzi devono cambiare.

Ci sono brani che devono vibrare nell’aria e sulle note di “Felicità” la Mannoia riesce a farlo perfettamente.

Dopo “Piazza Grande“ l’artista presenta la sua band storica: Davide Aru alla chitarra, Fabio Valdemarin al pianoforte, Diego Corradin alla batteria, Luca Visigalli al basso, Carlo Di Francesco alle percussioni e tutti i componenti dell’orchestra. Subito dopo, saluta e ringrazia il pubblico, lasciando il palco per poi tornare con l’allegra “Attenti al lupo” con i fan in piedi a ballare.

Tutti la applaudono e richiedono  un brano del suo repertorio, “E difficile andare via da questo palco senza aver fatto canzoni proprie“  ed esegue “I dubbi dell’amore”, ”Perfetti sconosciuti”, “Quello che le donne non dicono” e “Sally”

La Mannoia ha prodotto il nuovo album di Loredana Bertè  “Amici non ne ho…ma amiche si”, l’ultimo brano di Antonella Lo Coco “Non ho più lacrime” e è candidata ai nastri d’argento per la miglior canzone per il film “Perfetti Sconosciuti”.  Fiorella Mannoia curerà inoltre la direzione artistica di “Amiche in Arena” concerto evento del 19 settembre a Verona ideato da Loredana Bertè. Sul palco dell’arena canteranno solo donne per sensibilizzare il pubblico contro il femminicidio e la violenza sulle donne.

Durante le due ore del Live, Fiorella Mannoia ha interpretato i brani con grande dolcezza e sicurezza che fanno di lei la grande donna cantautrice che è diventata. Capace di trasportare lo spettatore in una dimensione fatta unicamente di note e melodie collocate nell’ attimo presente dell’ascolto del brano, in un momento senza tempo.

Alla fine del concerto , sulle note di “Sally” ,  la gente è corsa sottopalco,  applaudendo e cantando con Fiorella, felici di aver trascorso una bellissima serata, in una atmosfera da favola, tra musica e poesia.

Recensione Kathi Fraccaro – Foto Mimmo Lamacchia

Nella nuova Assago Summer Arena giustamente gremita, Carlos Santana ha completato le due tappe italiane del Luminosity Tour, riportando la magia della sua chitarra sui nostri palchi.

Per introdurre un artista come Carlos Santana non basterebbero decine di pagine di articoli , non foss’altro per la lunghezza della sua carriera che sorpassa tranquillamente i 40 anni stia lì a testimoniare come il suo talento abbia saputo esportare dal Messico la sua speciale formula musicale, in tutto il mondo.

SANTANA01

Ha venduto centinaia di migliaia di dischi , vincitore di innumerevoli Grammy e Latin Awards ed inserito nella Rock’ n’ Roll Hall of Fame da più di vent’anni la leggenda di Carlos Santana ha saputo come sempre regalare al suo pubblico oltre 2 ore di grande performance .

Una chitarra che si riconosce al primo accordo con il suo timbro al diapason e le sue folate rapide e precise che inseguono “el ritmo” ,  un melting pot di Blues Rock, percussioni afro, e il calore dei ritmi dell’America Latina.

Carlos Santana ha saputo reinventarsi più volte e anche nei momenti più difficili della sua lunga carriera non ha mai perso la voglia di suonare , la voglia di creare , di confrontarsi e collaborare con numerosi artisti ed anche nel 2016  ha voluto lasciare il segno producento un nuovo disco “Santana IV”  con ben 16 inediti richiamando alle armi alcuni degli strumentisti che costituirono la band che da Woodstock 1969 lo fece conoscere in tutto il mondo.

Ma veniamo al Live che puntualmente appena dopo le 21 alza il sipario per un Santana accompagnato da una line up di grandi strumentisti dove una imperiosa sezione ritmica fatta di 2 batteristi, un percussionista e un pulsante basso elettrico viene affiancata dalle tastiere, una chitarra accompagnamento e da due singer che si alternano nell’interpretazione delle canzoni ; gli stessi avranno ampi spazi che Santana concederà sapientemente  all’interno del live, per dimostrare le proprie individualità con straordinari assoli.

Sin dai primi accordi di Soul Sacrifice il pubblico si emoziona perchè ritrova Santana con la sua Gibson dorata attorniato da musicisti superlativi che accompagnano il “maestro” nei suoi mitici arpeggi , e che costruiscono il ritmo sul quale i fraseggi di chitarra si fanno via via sempre più frenetici per poi allungarsi sulle lunghe note.

La scaletta certamente non potrà accontentare tutti ma pescando in una playlist pressochè infinita saprà accontentare molti fan, si perchè alle prime note di Maria Maria tratta da quel disco capolavoro chiamato Supernatural il pubblico si alza in piedi ondeggiando al ritmo latino , cantando poi tutti insieme il refrain di Foo Foo  . Per Jingo le percussioni rullano in una danza africana senza tregua e quando arriva Corazon Espinado non ci spuò esimere dal cantare le pene d’amore al ritmo latino americano .

I classici del repertorio arrivano a metà percorso con una struggente Samba Patì  dove protagonista assoluta è la magica chitarra di Carlos e per il gran finale in un apoteosi di ritmi e sensazioni i capolavori senza tempo di Black Magic Woman e Oye Como Va  .

Santana concederà un paio di encore dove abbiamo riconosciuto una fenomenale Toussaint l’Overture e la superhit Smooth per un tripudio finale di una serata di rock meravigliosa .

0 394

Tyler, The CreatorTyler, the Creator è una figura incredibilmente carismatica, con aspetti contrastanti della sua personalità al tempo stesso positiva e negativa.
Americano di origine nigeriana, è un ragazzino del ’91, che ha fatto il botto nel 2011, a soli diciott’anni, con l’album Goblin. Il video di Yonkers conta ad oggi più di 84 milioni di visualizzazioni. Si presenta con una fisicità molto particolare: ha le braccia lunghe lunghe, salta dappertutto, è magrissimo ma con gli addominali scolpiti.
Ciononostante conserva uno stile sia molto colloquiale nelle sue canzoni, legato soprattutto alla cosmogonia della sua crew Odd Future / Wolf Gang, sia molto introspettivo quando lascia la parola al suo alter ego Wolf Haley. Non a caso infatti, anche durante il concerto, i punti più alti li tocca nei pezzi che parlano di suicidio o dedicati all’odio verso il padre mai conosciuto.
Spesso criticato per il sessismo dei suoi testi, gioca tuttavia spesso con atteggiamenti omosessuali (vedi il video di Rella) e varie stupidaggini da palcoscenico che danno però l’impressione che sia già un artista navigato.

Al Carroponte si presenta con Taco (di cui sento gli ultimi minuti di un dj set che sembrava abbastanza miserevole) e Jasper Dolphin (tecnicamente nemmeno un rapper), nel più piccolo dei due palchi all’aperto.
L’atteggiamento è quello superenergetico che ti aspetti, nonostante un po’ di spaesamento generale (forse per non aver visto in giro abbastanza McDonald’s).
C’è un numero incredibile di cellulari accesi a registrare video tra il pubblico, che conosce comunque tutti i ritornelli a memoria. Tyler scatta come un grillo su tutto il palco, giocando col pubblico con numeri da performer consumato, del tipo:
– osservare simpaticamente, in tono Black Lives Matter: “Hey, è pieno di neri anche qui!”;
– inscenare il lancio e rilancio di un reggiseno tirato sul palco;
– fingere di litigare con un fan rivolgendosi con un: “I run this shit – not you”
– dividere il pubblico in due per gridare wolf gang / golf wang e poi bullarsi di aver guidato la metà più rumorosa
– giocare con un palloncino a forma di alieno che arriva dal lato destro del palco
– invitare tutti ad accovacciarsi o togliersi la magliette a seconda di quello che gli suggerisce il beat

Il punto di svolta arriva circa a metà del concerto, pressappoco durante 48, Bimmer e IFHY. Finalmente la gente si rilassa, e dal palco sembrano assumere un atteggiamento meno scarico dell’inizio, con più confidenza.
Quando canta a cappella Tyler mostra un flow strepitoso, il discrimine vero tra i rapper americani (o francesi) e quelli italiani è sempre stata la capacità di cantare dal vivo con la voce ferma come da disco.
Da lì in poi, è tutta una tirata fino alla fine dai pezzi nuovi di Cherry Bomb (Death Camp su tutti), che contengono spesso richiami più pop da major, alla classica chiusura con Tamale, giunta purtroppo troppo presto. A un certo punto piove infatti un: “Sono stanco, vado a farmi una doccia. Ciao! ” e alle 23:05 tutti a casa senza nemmeno il tempo per un bis.
Insomma, considerate le grandi attese costruite attorno alla propria immagine il voto finale è un 6 e mezzo. Sotto sotto della sostanza rimane e ne sentiremo parlare ancora per un po’.

Il cantautore irlandese regala una serata magica in chiusura del festival pistoiese. E si concede anche un aftershow tra la folla da brividi.

Luci soffuse, luna che fa capolino da dietro il campanile dell’affascinante duomo di Pistoia e la voce e la chitarra di Damien Rice a scandire emozioni: questo è il quadro riassuntivo dell’ultima serata del Pistoia Blues 2016, che, dopo le esclusive italiane di Bastille e The National, ha avuto il privilegio di ospitare anche l’unica data nel nostro Paese del cantautore irlandese.

Damien, camicia chiara e bretelle, è arrivato sul palco a dispensare la sua meraviglia intorno alle 22, dopo il suggestivo live di apertura della violoncellista Gyda: le note di “My favourite faded fantasy” hanno impregnato l’aria di poesia.

Il tocco di Rice è qualcosa di davvero speciale ed il suo rapporto con l’Italia lo è altrettanto, come sottolinea lui stesso, testimoniando addirittura che gli irlandesi e gli italiani hanno un simile concetto di “colpa” (o “colpola” come la chiama lui in un italiano da perfezionare).

Sorrisi per tutti e magie: “Delicate” arriva come un colpo al cuore, “Nine crimes” è così intensa da lasciare spiazzati e attoniti; poi, dopo “Amie” e “I remember” il concerto diventa qualcosa di più, diventa un vero e proprio dialogo tra Damien e il suo pubblico e scatta la corsa alla richiesta: “The rat within the grain” arriva inaspettata e lo stesso Rice è in difficoltà a ricordarsi il testo, ma il pubblico ha sempre ragione e viene così accontentato, così come quando chiede “Insane” che, dice Damien, “è così sconosciuta che nemmeno il tecnico luci sa cosa deve fare”.

Si torna ai classiconi con una “Cannonball” assolutamente incantevole, una carezza su una ferita aperta, mentre “Colour me in”  è un inno all’amore su cui non resta che abbracciarsi.

“Elephant” e “It takes a lot to know a man” sono il completamento di una scaletta che raggiunge il suo acme negli attesissimi bis: “Rootless tree”, ma soprattutto “The blower’s daughter” e una “Volcano” su cui Gyda torna sul palco per dare manforte a Damien in una cascata di emozioni, lacrime, sorrisi, abbracci, pensieri. Una collana di ricordi da incastonare nel cuore per chiudere questo Pistoia Blues…. Anzi no!

Perchè dopo un paio d’ore dalla fine del live, per chi è rimasto ad aspettarlo, Damien decide di uscire in Piazza Duomo e, dopo aver fatto sedere tutti intorno a lui i fan rimasti, attacca una serie di brani da brividi in un aftershow che nessuno dimenticherà: si va da “Eskimo” a “I don’t want to change you”, a “Delicate” risuonata con un ragazzo del pubblico dotato di chitarra, dalla Coheniana “Hallelujah” a “Cold water”, su cui Damien duetta con Francesca Michielin, che, come una fan qualsiasi, si è goduta il concerto in mezzo al pubblico ed era il volto della felicità nel poter duettare con il suo idolo.

Poi, semplicemente, chiede “permesso”, dispensa sorrisi e saluta dando appuntamento alla prossima volta. E, già lo sappiamo, che ci saremo…e che sarà incantevole.

Questo il foto report della serata. Foto di Stefano Mattii.

Grande successo per Miss Nostalgia Tour 2016 degli Stadio a Marostica, Vicenza.

Giovedi  14 luglio in Piazza Castello a Marostica, per il Summer Festival, si sono esibiti gli Stadio, storica rock band bolognese vincitrice della 66esima edizione del Festival di Sanremo.

Il Marostica Summer festival è organizzato da Due Punti Eventi, con la direzione artistica di Valerio Simonato, in collaborazione con la Città di Marostica e con il patrocinio di Regione del Veneto e Provincia di Vicenza.

La serata nella cittadina  Vicentina,  fa parte della nuova tournèe  “Miss Nostalgia tour 2016”,  a supporto del  nuovo lavoro discografico “Miss Nostalgia”, 15° album  in studio della band,  uscito lo scorso 12 febbraio.

Il Pubblico presente ha accolto con calore ed entusiasmo la formazione capitanata da Gaetano Curreri.           Il cantante, ha salutato i cittadini di Marostica e ha ricordato con affetto Vittorio Salvetti  patron del  Festivalbar,  ripercorrendo con nostalgia i bei  tempi passati.

Secondo Curreri,  la nostalgia è il fil rouge che lega lo stato d’animo della band e tutte le tracce dell’intero tour.  Una Nostalgia che non è la tristezza della malinconia, ma è un qualcosa di positivo che va visto con occhi diversi.  E’ un messaggio per imparare a condividere, tra etnie diverse, tra età diverse, tra uomini e donne,  in un mondo dove tutti vanno contro tutti.

Il concerto ha ripercorso i 35 anni di carriera discografica degli Stadio.  I presenti hanno apprezzato le interpretazioni di  brani storici come “Acqua e sapone”,  “Allo stadio”, “Sorprendimi”,  “Ballando al buio”, “Lo zaino”, ” La sera dei miracoli”, “Chiedi chi erano i Beatles” e tanti altri.  Gaetano ha ricordato con affetto Marco Pantani, parlando di lui come uomo onesto, un campione che ha avuto la sfortuna di incontrare situazioni sbagliate e a lui ha dedicato il brano “Mi alzo sui pedali”.

Non è mancato il saluto e ringraziamento ad un artista che per lui è un fratello , Vasco Rossi, ricordando la loro passione comune quella di scrivere canzoni per le donne. Così ha introdotto un medley lasciando il palco alla sua corista Carlotta Contesi per eseguire i brani “Dimmi che non vuoi morire“(scritto per Patty Pravo), “Prima di partire per un lungo viaggio” (scritto per Irene Grandi) e “Vuoto a Perdere” (scritto per Noemi). Non è mancato il momento dedicato al grande Lucio Dalla, a cui la band è molto riconoscente proprio perchè è nata ed esiste grazie a lui.

Tra i diversi brani presentati del nuovo album, la sanremese “Un giorno mi dirai” e “Tutti contro tutti”. Il  primo che  racconta  di un padre che affronta il dolore della figlia che sta soffrendo per amore e che attraverso il suo vissuto trova le parole giuste per consolarla.  Il secondo brano è il nuovo  singolo in rotazione radiofonica ed  è una ballade  interpretata dalla band  con un’incursione di Vasco Rossi. Entrambe le canzoni rappresentano appieno il senso di nostalgia,  di cui parlava  Curreri.

Sul palco  Gaetano Curreri  leader, voce e tastiere, Adriano Molinari  alla batteria, Andrea Fornili alle chitarre, Roberto Drovandi  al basso, Fabrizio Foschini alle tastiere, Maurizio Piancastelli ai fiati Carlotta Cortesi al coro, hanno ripercorso più di trent’ anni di carriera musicale,   regalando al pubblico presente una bella serata di musica e poesia, nonostante l’intensa  pioggia scesa giù nel finale.

Il Marostica Summer Festival proseguirà fino al 24 luglio e sostiene l’associazione Women for Freedom Onlus.

Recensione e foto Mimmo Lamacchia

Matt Berninger e compagni regalano a Pistoia la serata perfetta nella loro unica data italiana. E in apertura un meraviglioso Father John Misty.

Empatia. Dal dizionario: “la capacità di comprendere appieno lo stato d’animo altrui, sia che si tratti di gioia che di dolore”. Concetto difficile. Ci sono poche band al mondo in grado di creare situazioni di empatia col proprio pubblico attraverso i propri atteggiamenti e le proprie canzoni. I National sono una di quelle, in particolare col pubblico italiano. Fin da quando Matt e compagni salgono in scena, sulle note di “Please,please, please…” degli Smiths e attaccano la superba “Don’t swallow the cap” si capisce che la serata sarà magica: ogni gesto, ogni verso cantato da Berninger con la sua voce profonda, che ti entra nelle ossa e ti avvolge con un particolare unico tepore, scatena una reazione corrispondente nel pubblico. “I’m not alone, I’ll never be” canta Matt ed è davvero così, con lui, a provare esattamente le sue stesse sensazioni, c’è un pubblico di migliaia di persone, stipate in Piazza Duomo da quando il sole era ancora ben alto.

I National lasciano spazio anche a nuovi brani, che andranno a comporre il disco di prossima uscita: spiccano la malinconica “Find a way” e “The day I die”, pezzi che si preannunciano già come punti cardine della loro prossima fatica.

Non mancano le hit, da cantare  a squarciagola o da sussurrare appena: “Hard to find”, “About today”, “Graceless”, “Bloodbuzz Ohio”, una dietro l’altra vanno ad indagare una gamma di sensazioni che sembra impossibile poter racchiudere in due ore di concerto. I National ci riescono, Matt, anima in pena, fa avanti e indietro sul palco, come se riflettesse ogni parola prima di pronunciarla, bevendo vino e ammiccando ai fan in prima fila, che non vedono l’ora che lui scenda tra loro per farsi abbracciare.

Prima però scatta il flash mob, con tanti braccialetti rosa che si illuminano quando attacca “Pink rabbits”: l’emozione, l’intensità, l’amore. Ecco cosa c’è in un live dei National, fondamentalmente amore corrisposto.

Tra loro e il pubblico italiano è amore vero e quando Matt scende a prendersi l’abbraccio collettivo su “Mister November” e lascia cantare la folla su “Vanderlyle Crybaby geeks” è l’apoteosi di questo rapporto promiscuo che, in realtà, è un rapporto a due.

Un meraviglioso, vitale, unico rapporto a due.

Da non dimenticare, anzi da sottolineare, il clamoroso live d’apertura di Father John Misty, questo Jim Morrison uscito dagli abissi del rock incanta col suo solo ancheggiare sul palco: è un vero e proprio sciamano che ti costringe a guardarlo, a muoverti al suo ritmo, ti ipnotizza, coadiuvato da una band incredibile che sa il fatto suo. La serata valeva la pena già solo per lui.

Poi si è puntato alla perfezione. E la si è raggiunta.

 

Mika mattatore al Postepay Sound di Piazzola sul Brenta

Straordinario successo di pubblico, martedi 12 luglio a Piazzola sul Brenta, per lo spumeggiante tour estivo di Mika.  L’artista anglo libanese,  conosciuto al grande pubblico soprattutto per la sua estensione vocale, col  singolo “Grace Kelly”,  subito seguito da Love Today e Relax, take it easy, altri due grandissimi successi, è molto apprezzato  non solo come cantante,  ma anche come showman, intrattenitore  ed ex giudice di XFactor.

Il tour di Mika  a supporto del suo ultimo album, No Place in Heaven”, partito lo scorso 24 maggio da Molfetta(Ba), lo ha visto protagonista in tutte le precedenti tappe comprese quelle del Pistoia Blues Festival e dell’ Umbria Jazz.  Il 17 luglio sarà a Barolo per il Collisioni  Festival, per poi finire la sua tournèe estiva a Roma passando per Trieste, e Chieti.

La serata a Piazzola sul Brenta  rientra nell’ampio cartellone del Postepay Sound,  festival musicale  con il meglio del rock e del pop internazionale organizzato dalla Zed Live.

La splendida cornice dell’Anfiteatro Camerini  è un colpo d’occhio eccezionale  pieno di gente a dimostrazione di quanto questo suo successo sia sentito e condiviso ovunque.

Alle 21,30 si spengono  le luci,  sul palco la scritta Heaven in stile Brodway  con lucine  intermittenti  da il via al concerto . Mika in completo nero e camicia bianca ,  fa il suo ingresso in scena,  sulle  note di  “No place in Heaven”.

Mika  con una padronanza unica del palcoscenico  e con la sua  grande capacità di trascinare e coinvolgere il pubblico,  ha letteralmente fatto esplodere la sua musica tra la gente, con un live spumeggiante e colorato.  Una serata di festa in musica, per intensità ed emozioni,  con  interpretazioni straordinarie,  e con il pubblico emozionato e divertito che canta in coro, alza le mani al cielo, felice ed entusiasta  in un clima di festa.

Più di due ore di live con una scaletta che ha ripercorso i più grandi successi come “Relax”, “Golden”, “Love Today” , “Happy ending”,  “Grace Kelly”,  “Hurts”, “Good Wife”, “Staring At The Sun”, “Boom boom”, Lollipop” , “Under Water” e tanti altri

Mika ha dimostrato di essere uno straordinario showman,  dalla disarmante simpatia e dall’incontenibile entusiasmo,  ma soprattutto un artista  capace di fondere nella sua musica, atmosfere e generi diversi,  mostrando inedite sfumature della sua voce che lo rendono particolare nel suo genere.

A fine serata il pubblico tutto in piedi  ha riservato al cantante e alla sua band  tutto il suo calore e affetto, acclamandolo e applaudendo a lungo.

 

Recensione e foto Mimmo Lamacchia

La band di Dan Smith fa ballare Pistoia senza sosta nella sua unica data italiana del 2016

Dan Smith e compagni sono bellocci (soprattutto lui), fanno le mosse giuste sul palco e sanno farsi voler bene dal pubblico, ok, ma non c’è solo questo: catalogare i Bastille come una comunissima teenage band che fa urlare le ragazzine, vorrebbe dire non rendere giustizia al suono di questi ragazzi londinesi, che hanno saputo coniugare pop ed elettronica fino ad arrivare in cima alle classifiche.

Pezzi come “Bad blood” o “Blame” rendono l’idea di una band che ha un proprio mondo musicale da esplorare e che nel prossimo disco, anticipato nella data pistoiese eseguendone alcuni brani, andrà ancora più a fondo nel proprio sound, spingendo ancor di più sul lato elettronico, pur non trascurando quella vena pop che li ha resi famosi: il loro set dà carica, fa venir voglia di saltare e ballare e stupisce con i visual che si muovono frenetici alle loro spalle, regalando un’ulteriore dimensione al concerto.

“Things we lost in the fire”, “Overjoyed”, una “Flaws” da brividi, i Bastille danno fondo a tutto il loro meglio, con Dan Smith in una forma strepitosa che, abbacinato dalla bellezza della piazza pistoiese, decide anche di farcisi un giretto, fendendo la folla a metà concerto, continuando a cantare e stupendo tutti.

Chiaramente l’apice si raggiunge nel bis, con “Of the night” e “Pompeii”, le due hit della band: un tripudio di suoni e luci dai migliaia di cellulari, una degna conclusione di un live che, al di là del clichè della teenage band, merita di essere visto. Non potrete non divertirvi!

I Bastille, lo hanno annunciato proprio ieri sera dal palco, torneranno in Italia, a Milano, il prossimo 7 febbraio, con biglietti in prevendita dalle ore 10 di venerdì 15 luglio e 24 ore prima per gli iscritti al Vivo Club.

BASTILLE SETLIST PISTOIA BLUES 2016 11/07/2016

Bad Blood
Laura Palmer
Send Them Off
Things We Lost in the Fire
These Streets
Blame
Overjoyed

Encore:
Weight of Living, Pt. II
The Currents

Encore 2:
Good Grief
Flaws
Oblivion
Laughter Lines
Lesser Of 2 Evils
Icarus
The Draw

Encore 3:
Of the Night
Pompeii

Ph Francesco Prandoni, 12° I-Days Festival, Monza 08/07/2016
Ph Francesco Prandoni, 12° I-Days Festival, Monza 08/07/2016
Ph Francesco Prandoni, 12° I-Days Festival, Monza 08/07/2016

E’ la prima delle tre serate di questo festival, l’I-DAYs, arrivato alla sua dodicesima edizione.
E’ un caldo venerdì di luglio e i treni, gli autobus e le tangenziali che circondano Monza cominciano ad affollarsi.
I primi arrivati nel grande spazio verde allestito all’interno dell’Autodromo di Monza possono godere delle ultime ore di sole con i primi artisti sulla line up: Michele Bravi, idolo dei teenagers italiani, e The Sherlocks, giovane gruppo indie-rock inglese, sul palco Ascari; sul mainstage invece la giovanissima cantante Jasmine Thompson apre le danze con i suoi successi pop.
Il cielo si tinge di rosa e sul palco arrivano i Bloc Party nella loro nuova formazione. Only He Can Heal Me, dal nuovo album, è il pezzo di apertura che fa avvicinare ed aggregare tutto il pubblico sotto il mainstage. Non tutti li conoscono, ma chi invece li ha scoperti fin dal loro acclamato debutto nel 2005 con Silent Alarm non può non riconoscere pezzi come Helicopter e Banquet, fin dalle prime note acclamati, cantati e saltati. Un nome, i Bloc Party, in giro sui principali palchi della scena rock-indie da più di 10 anni, eppure qualcosa non va: forse risente dei cambiamenti interni, forse i piccoli problemi tecnici o quella che sembra paura di tirar fuori la voce da parte di Kele Okereke, storico leader del gruppo, fanno sì che la performance non sia così potente ed efficace come ci si aspettava. E’ con un simpatico “arrivederci” che abbandonano il palco dopo l’inchino di gruppo.
Ma non c’è tempo di scoraggiarsi, anzi, con una breve corsetta si raggiunge il palco Ascari dove sta per esibirsi il giovane e talentuoso menestrello inglese Jake Bugg, che apre il set proprio con il pezzo di apertura, nonché titletrack, del suo ultimissimo album On My One. Inutile dire che gran parte del numeroso pubblico presente è lì solo per lui: eccolo sul palco, con pochi compagni di band (batteria e basso), vestito di nero, senza fronzoli, provvisto solo di chitarra e di una potentissima, particolare ed affascinante voce. Così come accadde al ventenne Bob Dylan di cinquant’anni fa, Jake Bugg conquista tutto il suo pubblico con quella semplicità disarmante, fatta solo di chitarra e parole, che può anche chiamarsi folk-rock. La sua evidente passione per i vecchi maestri che hanno fatto la storia del rock e per le sonorità country del Nordamerica sono però rivisitate dal suo fresco e coraggioso punto di vista inglese. Essì, perché esser diciottenni nel 2011, quando debuttò, in Inghilterra, significa esser cresciuti a pane e britpop. Quel che ne esce fuori è una miscela incandescente e imprevedibile: da pezzi salterini e ballerini come Taste It e Troble Town, che fanno impazzire la folla, si passa ai più romantici (You And Me e Love, Hope and Misery) a mani in aria, a quelli più suggestivi e cupi (Ballad Of Mr Jones, The Love We’re Hoping For) passando per i ritmi più sostenuti e potenti di Gimme The Love e Bitter Salt. A chiudere quest’ora di calda e ricca esibizione non poteva che essere Lightning Bolt, la quale, specialmente dal vivo, meglio racchiude lo spirito giovane e libero di questo ragazzo.
Sono le 22:45 spaccate, è ormai notte e le luci del palco grande, munito di consolle e megaschermo, sono accese per accogliere l’headliner della serata: Paul Kalkbrenner. Una folla sterminata occupa ogni centimetro dell’intero spazio del festival, trepidante ed emozionata, in attesa del suo idolo. I primi beat cominciano a diffondersi nell’aria, sottili e fluidi, e Paul, a quasi 20 anni di carriera, sa bene come plasmare la sua folla, riscaldandola pian piano, un passo dopo l’altro. I primi pezzi, come Battery Park e Cloud Rider, sono tratti dal suo ultimo album 7, ma come il suo fan ben conosce, nessun pezzo è uguale a sé stesso durante il live: un musicista di elettronica, come Kalkbrenner e i suoi colleghi berlinesi, prende le sue canzoni e le remixa dal vivo, donando a ogni live, così come in tutti gli altri generi musicali, nuove sfumature. Il pubblico è già carico e caldo quando, nella prima metà del concerto, comincia a risuonare la famosissima Sky and Sand. Un boato si alza dal terreno: diventata già un classico del suo genere, questa è la canzone simbolo di una nuova generazione, quella presente questa notte, che quando alza le mani al cielo il più delle volte lo fa brandendo uno smartphone e che grida “ti amo” al disk jockey, così come la precedente lo gridava ai musicisti rock. Immersi nei fumi, ipnotizzati dai giochi di luci e dalle immagini sul megaschermo, ci si lascia andare alle urla di Grace Slick della canzone Feed Your Head (contenente un remix vocale di White Rabbit dei Jefferson Airplane) acclamatissima dal pubblico. Da questo momento in poi Kalkbrenner alza il tiro, si balla sfrenatamente per un altra ora, il pubblico non vuole lasciarlo andare, fino a quando sulle note di un lungo remix di Aaron gli animi si calmano e la folla comincia a scemare.
Una parte del pubblico rimane per gli ultimi dj-set dislocati sui palchi minori, gli altri tornano a casa felici e contenti.

To be continued…

Performance internazionale per Francesco Gabbani con Anastacia al Carpi Summer Fest

Un’emozione indescrivibile per Francesco Gabbani, mercoledi 6 luglio in occasione del Carpi Summer Fest. Il cantante toscano è stato invitato sul palco da Anastacia a duettate con lei durante il concerto in Piazza Martiri a Carpi.

Francesco Gabbani, vincitore del Festival di Sanremo nella sezione Nuove Proposte, con il brano “Amen”, ha  cantato con Anastacia sulle note di  “I Belong to You (Il Ritmo Della Passione)” interpretato in origine da Eros Ramazzotti.

Inoltre il cantante carrarese con la sua band, Filippo Gabbani (Batteria elettronica/Cori) e Lorenzo Bertelloni (tastiere) ha aperto l’Ultimate Collection Tour 2016 (produzione D’Alessandro e Galli), presentando dal vivo alcuni brani di “Eternamente ora” l’album uscito lo scorso Febbraio per BMG Right Managment(Italy) ed entrato nella top 20 degli album più venduti in Italia.

Il 19 Luglio al Postepay Sound di Piazzola sul Brenta, il cantante toscano avrà l’onore di aprire il concerto dei Simply Red che tornano con un tour mondiale e un nuovo album.

Dopo le prime tappe del GabbaTour, che si sono tenute tra maggio e giugno,  Francesco Gabbani sarà in tournèe  tutta l’estate per presentare live il suo album “Eternamente Ora” che contiene il tormentone “Amen” che è stato in vetta alle classifiche di vendita (“disco d’oro” per le oltre 25 mila copie vendute) e radio per settimane e con oltre 7 milioni di visualizzazioni su youtube.

Il tour organizzato da International Music and Arts è sempre in aggiornamento, di seguito i prossimi eventi confermati:
10 luglio Scorrano (Le) – Festa di Santa Domenica
14 luglio Carpi (Mo) – Festa Carpi
15 luglio Asti – Asti Musica
19 luglio Piazzola sl Brenta (Pd) – Anfiteatro Camerini – Opening act Simpy Red
24 luglio Torino – Parco Dora
27 luglio Bellinzona – Castle On Air OFF
02 agosto Rapallo (Ge) – Palco sul Mare Festival
10 agosto Forte dei Marmi – Villa Bertelli
11 agosto Marina di Castagneto Carducci – Arena Bolgheri
14 agosto Loano (Sv) – Loano Estate 2016
26 agosto Rizziconi (RC) – Piazza Municipio – Festa della Birra
08 settembre Reggio Emilia – Festa Reggio
24 settembre Bologna – Festival Francescano

 

foto e report  Mimmo Lamacchia

Parte alla grande il Pistoia Blues 2016 con un super Mika

Colorato. Irriverente. Stravagantemente elegante. Con questi tre aggettivi si può definire il live di Mika, che ha aperto l’edizione 2016 del Pistoia Blues, di fronte a una Piazza Duomo stracolma di gente.

Il talentuoso cantautore libanese è davvero il re della festa, signore e padrone del suo personale pezzo di Paradiso, come recita la scritta luminosa alle sue spalle.

Da “Big Girl” fino a “Lollipop”, passando per “Relax, take it easy” e tutte le altre hit di una carriera già luminosissima, Mika fa ballare incessantemente Piazza Duomo, in un tripudio di colori e coriandoli (sparati addirittura dal proprio pianoforte), arricchendo il tutto con battute e una simpatia spiccata (“Quando morirò non sarà per i dolci o le sigarette, ma mi troveranno nei polmoni questi cavolo di coriandoli che sono dappertutto!”).

Mika sa essere così, sbadato e perfetto allo stesso tempo, sa colpirti al cuore col suo falsetto e il suo lato più romantico, chiedendo magari a tutti di accendere le torce dei cellulari su “Underwater”, e un attimo dopo fulminarti con una battuta (“Ehi tu, signore con la maglietta rossa al centro, devi cantare a squarciagola anche tu eh! Senza vergogna!”).

E’ irresistibilmente pop ed è proprio questa la sua forza, il saper comunicare emozioni genuine con le sue canzoni e l’aver fatto in modo, pur col successo mondiale, di essere rimasto il ragazzo della porta accanto, quello che si porta il cane dietro le quinte ai concerti (e alle volte, per sbaglio, la “piccola pazza”, come l’ha definita lui, sale sul palco) e che si diverte come un matto dall’inizio alla fine, dandoti sempre l’impressione di stare improvvisando qualcosa di nuovo ed unico anche quando lo show è studiato nei minimi dettagli.

Una festa studiata e preparata alla perfezione ma che sembra sempre fresca, speciale, meravigliosa, questo è un live di Mika, Popstar con la P maiuscola.

 

MIKA SETLIST @ PISTOIA BLUES 2016 05/07/2016

Big Girl
Talk About You
Good Wife
Grace Kelly
Rain
Good Guys
Step with Me
Relax
Staring at the Sun
Hurts
Underwater
Lollipop
Beautiful Disaster
Happy Ending
Promiseland
Stardust
We Are Golden
Last Party
Love Today

Grande successo di pubblico per Anastacia a chiusura del Carpil Summer Fest

Mercoledi 6 luglio nella splendida cornice di Piazza Martiri a Carpi, è approdato l’attesissimo “Ultimate Collection Tour 2016” di Anastacia.

Il concerto della star americana, ha concluso con successo il Carpi Summer Fest, kermesse musicale che ha visto esibirsi nelle tre serate precedenti, gli Stadio, Malika Ayane e Boosta dei Subsonica.

La serata carpigiana organizzata da International  Music and Arts e da Quelli del ’29, ha richiamato il pubblico delle grandi occasioni, con i fan assiepati sin dalle prime ora del pomeriggio davanti alle transenne per una piazza gremita in ogni ordine di posto.

Prima del live di Anastacia, sul palco si è esibito, Francesco Gabbani, vincitore del Festival di Sanremo nella sezione Nuove Proposte, con il brano “Amen”.

Il pubblico impaziente aspetta l’arrivo della cantante, acclamandola a gran voce. Tutto è pronto per il concerto, alle 21.30 si spengono le luci,  la band fa il suo ingresso sul palco e un rullo di tamburi  introduce  le note diArmy of Me”.  In fondo palco da un’imponente porta a forma di A compare Anastacia bellissima e in splendida forma.  La sua voce forte e grintosa e la sua energia fanno esplodere di gioia la piazza.

La  partenza è tutta sprint con Sick and Tired”, “Stupid Little Things” e “Paid My Dues”,  la cantante americana coinvolge da subito  il pubblico,  in tanti non resistono e si alzano in piedi per ballare  e cantare, molti altri corrono sottopalco quasi a voler creare un legame più stretto con l’artista.

Dopo i primi meritatissimi applausi,  Anastacia saluta il suo pubblico che ricambia con entusiasmo. La sua simpatia contagiosa sprizza gioia da ogni poro,  lei dialoga con i suoi fan e li rende partecipi dello spettacolo.

Tra un cambio d’abito e l’altro, Anastacia sul palco si muove con naturalezza e semplicità,  dialoga con il pubblico, interagisce con le sue ballerine,  lascia spazio agli assoli dei suoi musicisti, passando dall’energia accattivante di brani ritmici alle  ballade dolci e melodiche del suo repertorio discografico, in poche parole non si risparmia.

Siparietto simpatico e divertente quando  i fan si sono inventati  il ritornello  Who don’t jump is not a freak yeah yeah”,  “Who don’t jump is not a freak yeah yeah” con Anastacia divertita che balla  e canta in coro con loro.

Durante il live, Anastacia ha duettato con Francesco Gabbani  e deliziato la platea, con il brano “I Belong to You (Il Ritmo Della Passione)” interpretato in origine con Eros Ramazzotti.

Il concerto  ha ripercorso una lunga scaletta di grandi successi che ripercorre i quindici anni di  carriera dell’artista come Pieces of a Dream”,  Why’d You Lie to Me”, “Cowboys and Kisses”, “Heavy on My Heart”,  “You’ll never be alone”,  “Who’s loving  you”,“Take This Chance” e tante altre .

Il finale del live è spumeggiante con Anastacia che propone in successione una sequenza di brani tutti proiettati verso il suo passato discografico: I’m Outta Love”,  e i bis   “Left Outside Alone” e “One Day In YourLife”.

Anastacia  ha rapito e conquistato il pubblico non solo per la sua voce e le sue estensioni vocali, ma anche per la sua innata simpatia,  per il suo sorriso che sprizza gioia infinita e soprattutto per la sua grande umiltà.

Dopo la data di  Verbania e di Carpi, Anastacia si esibirà  a Grugliasco il 19 luglio, a Lucca il 20  dove condividerà il palco con i Simply Red, a Taormina il 22 e concluderà il suo The Ultimate Collection Tour 2016 il prossimo 23 luglio al Teatro di Verdura di Palermo.

 

Foto e Report  Mimmo Lamacchia