L’autentica personalità dei Fleet Foxes: report del concerto a Milano

L’autentica personalità dei Fleet Foxes: report del concerto a Milano

0 502

Quando sul palco del Fabrique di Milano i tecnici iniziano ad allestire la fila di aste per microfoni in prima linea, così imponente rispetto alla scenografia semplice e neutra, affiora la sensazione che qualcosa di solenne sta per avvenire: i tanto attesi sul palco questa sera, 10 novembre 2017, sono gli statunitensi Fleet Foxes, tornati a sorpresa quest’anno sulle scene musicali, dopo 6 anni di pausa, con l’album Crack-Up, pubblicato a giugno.

I fan hanno temuto a lungo il loro scioglimento dopo l’allontanamento dal gruppo del batterista Joshua Tillman (oggi in arte Father John Misty) e dopo il trasferimento del leader Robin Pecknold da Seattle, città d’origine della band, a New York City. Ma Pecknold è tornato più in forma che mai e frutto di tanta riflessione e lavoro è questo nuovo ambizioso e sfaccettato album.

Il concerto inizia proprio con i primi brani di Crack-Up, tra cui la splendida Cassius, ispirata dalle manifestazioni di protesta cittadine ed intitolata in onore del pugile Cassius Clay. Ma il pubblico comincia a scaldarsi in maniera particolare con il primo brano tratto dall’amatissimo album d’esordio Fleet Foxes del 2008 cantando il ritornello di Ragged Wood insieme ai numerosi cori maschili della band. Da questo momento sono molti i tuffi nel passato della carriera della band, come il folk più tenebroso di Your Protector o quello dal sapore medioevale di The Cascades.
Il ricco muro di suoni e di voci che accompagna ogni brano in setlist è interrotto solo per Tiger Mountains cantata in assolo dal frontman accompagnandosi con la chitarra classica. Questo romantico momento di raccoglimento viene subito spezzato con la doppietta delle famosissime Mykonos e White Winter Himnal, che fanno impazzire il pubblico in sala.

La complicità tra il pubblico e la band è sempre più palpabile canzone dopo canzone e non si può non riconoscere la bravura, l’umiltà e l’entusiasmo di questi giovani affiorare durante un live. Pecknold sa raccontare un’immagine, una storia, un personaggio in modo sempre personale ed autentico, lasciando l’ascoltatore viaggiare tra i paesaggi come tra le note. E’ per questo che dal vivo anche le canzoni più “pensate” del nuovo album si rivestono di un nuovo carattere, più esperenziale.
La lunga e magica serata si conclude con un nostalgico encore e la band saluta il suo cospicuo ma speciale pubblico con smaglianti sorrisi.

SETLIST:

Arroyo Seco
Cassius
Naiads
Grown Ocean
Ragged Wood
Your Protector
The Cascades
Mearcstapa
On Another Ocean
Fool’s Errand
He Doesn’t Know Why
Battery Kinzie
Tiger Mountain
Mykonos
White Winter Hymnal
Third Of May
The Shrine/An Argument
Crack-Up
Helplessness Blues

ENCORE:
Oliver James
Blue Ridge Mountains

NO COMMENTS

Leave a Reply