The Veils live a Milano: il report del concerto al Serraglio

The Veils live a Milano: il report del concerto al Serraglio

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Stavolta a decidere di aprire il loro tour dall’Italia sono i The Veils, che scelgono il palco del Serraglio per presentare l’ultimo lavoro Total Depravity. Il quinto disco della band, uscito il 26 agosto, è strabiliante da diversi punti di vista. Composto quasi interamente in una stanza buia e poco aerata dell’East London (poi registrato in più luoghi, tra cui Casa Lynch), è un disco claustrofobico, cupo e disturbante e dal vivo la formazione australiana riesce a renderlo in tutta la sua pienezza.
Si parte con la perfezione totale di Here Comes The Dead e Axoloti ed è subito chiaro che il concerto proseguirà senza la minima sbavatura fino all’ultima canzone. Finn Andrews saluta e ringrazia. Con l’immancabile cappello nero a tesa larga, in scena è una strana creatura a metà tra la versione migliore del David Byrne predicatore allucinato e l’essere più pacato del mondo. La sua voce talmente perfetta da sembrare aliena porta in vita le storie degli stani personaggi che popolano il disco (Low Lays The Devil e Swimming With Crocodiles). Ecco arrivare la prima delle incursioni dei brani tratti da Nux Vomica, secondo album della band, datato 2006: la title track regala il primo vero momento sporco della serata, con la voce di Andrews che si spezza e l’andamento che si fa dapprima sincopato per poi esplodere a più riprese.
Si tratta di una serata speciale, spiega, la prima in cui suoniamo di nuovo assieme dopo un po’ di tempo. L’escalation claustrofobica e strisciante prosegue e trova il primo apice con l’esecuzione di Total Depravity, l’episodio decisamente più new wave di tutto il disco che dal vivo riesce ad essere ancora più disturbato. D’altronde la Depravazione Totale ha a che fare con il vizio che corrompe la natura umana, condizione da cui Andrews sembra oggi più che mai essere affascinato.
C’è spazio per brani più convenzionali (Lodin & Iron, Not Yet) prima della lisergica King of Chrome, racconto nero con protagonista un camionista psicopatico, narrato con il tono di un sermone per comunicarci chissà quale inquietante morale.
Il gruppo esce di scena e poco dopo il frontman rientra da solo, per regalare un momento più intimo con tanto di brano a richiesta dal pubblico che prova ad eseguire nonostante non lo ricordi bene (ero davvero giovane quando l’ho scritto). Recuperati gli altri, ci si avvia verso la conclusione che diventa definitiva con Jesus For The Jugular (sempre da Nux Vomica). Un lampo di luce rossa riempie la stanza, acceca i presenti poi si spegne e il palco è vuoto: degna conclusione di un live allucinato e allo stesso tempo raffinatissimo.
Non sappiamo mai bene cosa andremo a suonare, facciamo una manciata di cose sperando vada per il meglio, aveva detto poco prima di salutare. E per il meglio è andata, decisamente.


 

SETLIST:

Here Come The Dead
Axoloti
Do Your Bones Glow at Night
Low Lays The Devil
Swimming With The Crocodiles
Nux Vomica
House of Spirits
The Pearl
A Bit on The Side
Total Depravity
Lodin & Iron
Not Yet
King of Chrome

The Tide That Left & Never Came Back
In The Nightfall
Advice for Young Mothers to Be
Calliope!
Jesus For The Jugular

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