The Lumineers live al Fabrique: il report della data milanese

The Lumineers live al Fabrique: il report della data milanese

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La confusione regna davanti al Fabrique, a pochi minuti dall’inizio della data milanese dei The Lumineers. Tra code chilometriche per il ritiro, casse chiuse e fan in cerca di biglietti, si avverte il clima da sold out. Dopo gli show che hanno portato la band nel nostro Paese nel periodo estivo,  Wesley Schultz e compagni, tornano ad esibirsi dal vivo con i brani del nuovo lavoro Cleopatra.

All’interno la temperatura è infernale ed è sovraffollata persino la tribuna stampa. In tutta questa agitazione, i membri della band statunitense fanno il loro ingresso sul palco con l’eleganza e lo stile che li contraddistingue, assieme ai musicisti aggiunti per i live. Si parte con la doppietta Sleep on The Floor e Ophelia, per arrivare quasi immediatamente alla hit Ho Hey che, neanche a dirlo, scalda la sala che in realtà era già dal primo minuto. Ed è su questo brano, al quale la band deve la totalità del suo successo fuori patria, che il frontman chiede al pubblico di fare l’ultimo video e poi riporre i cellulari in tasca per godersi il concerto.

Dal racconto in prospettiva femminile di Cleopatra, alla dedica alla donna che ha sposato (Dead Sea), la voce di Schultz è la costante che esprime tutta la cifra stilistica della band. Delicati, intensi, distaccati il giusto senza perdere in impatto emotivo.
Il polistrumentista Jeremiah Fraites e la violoncellista Neyla Pekarek, danno il loro contributo fondamentale nel creare un live imbastito con grazia, la stessa grazia con cui, alla fine di ogni canzone, Schultz si toglie il cappello per ringraziare il suo pubblico.
C’è spazio anche per l’omaggio al dio laico a cui tutte le band del genere guardano, ossia Bob Dylan, con una versione davvero notevole di  Subterranean Homesick Blues. Non mancano i momenti più tranquilli, durante i quali i più cadono nella tentazione di prendere di nuovo in mano lo smartphone per fare video o inviare spezzoni di registrazione a chi, purtroppo per lui, non è presente.
Darlene viene eseguita dal gruppo in versione acustica e senza microfoni per ricordare i tempi ormai lontanissimi in cui sostituta dei palchi giganti era la strada, con il busking che sembrava destinato a non evolvere mai.
Sulla coinvolgente Big Parade esplodono i coriandoli (e definitivamente l’entusiasmo) ma la serata non è del tutto finita. Si torna per il bis, con tanto di brano mai inciso (Long Way From Home), fino ad arrivare ai saluti. I musicisti si abbracciano e ringraziano tra di loro perché l’alchimia che li unisce è quella fondamentale e va celebrata. Da li poi si può ringraziare il pubblico che a sua volta ringrazia e si incammina senza smettere di saltellare.

SETLIST

Sleep On The Floor
Ophelia
Flowers In Your Hair
Ho Hey
Cleopatra
Cassy Girl
Dead Sea
Charlie Boy
Darlene
Subterranean Homesick Blues (Bob Dylan)
Slow It Down
Submarines
Gun Song
Angela
Big Parade
In The Light
My Eyes

Long way from home
Scotland
Stubborn love

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