Back to front: Peter Gabriel celebra i 25 anni di So

Back to front: Peter Gabriel celebra i 25 anni di So

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C’era il pubblico delle grandi occasioni al Pala Alpitour di Torino, una delle due tappe italiane del “Back to Front Tour” di Peter Gabriel, organizzato in concomitanza con il 25° anniversario del suo album forse più celebre, So. Un disco che ha consacrato definitivamente l’artista e considerato dalla rivista specialistica Rolling Stones uno dei 500 lavori migliori di tutti i tempi, inserendolo al 187° posto nella graduatoria.
Dunque un concerto evento, che in molto hanno avuto modo di apprezzare, visionando al cinema il “docu-film” registrato alla London O2 nel 2013.

Alle 21 in punto Gabriel è salito sul palco e in perfetto italiano ha introdotto lo spettacolo, anticipando la suddivisione del set in tre parti. La prima, in acustico, la seconda con la band al completo e, infine, la terza, dedicata a So. La serata parte subito forte con l’artista al pianoforte, accompagnato dal battito di mano dei fan, ordinato e attento. La sala illuminata a giorno. Fa specie sentire un brano come Shock the Monkey in versione unplugged, ma dobbiamo dire che il risultato è estremamente piacevole e convincente. Tre brani di riscaldamento e poi l’atmosfera cambia. I ritmi ovattati e sincopati, lasciano spazio al rock più puro. Le luci si spengono e si accendono i riflettori sul palco. Ed inizia lo show. Con Gabriel suonano David Rhodes alla chitarra, Tony Levin al basso, David Sancious alle tastiere, Manu Katchè alla batteria. Coriste Jennie Abrahamson e Linnea Olsson. Sullo stage una pattuglia di tecnici pronti a muovere enormi occhi di bue, simili a draghi pronti a divorare i musicisti in azione.

La scenografia è scarna, il lungo palco è sormontato da un grande display dove sono proiettate immagini oniriche e psichedeliche, poi solo giochi di luce ed ombra. Bianco accecante e flash stroboscopici che inondano gli sguardi di chi è in sala. Una scelta obbligata, per far capire che la vera protagonista della serata è la musica, quella che ha fatto sognare chi ha i capelli bianchi e che stuzzica la fantasia di chi per la prima volta può vedere dal vivo l’ex Genesis.

Con la terza parte, le prospettive cambiano ancora: i colori dominano la scena. La psichedelia, lascia spazio alle geometrie e ai suoni più freddi. E’ il momento di So. Il pubblico sogna ad occhi aperti. Si fa un tuffo all’indietro: cinque lustri sembrano non essere mai passati. I brani sono snocciolati nello stesso ordine della tracklist. Unica eccezione è In Your Eyes, che va a chiudere questa acclamatissima parte del set, in cui emerge il bellissimo duetto con Jennie Abrahamson, per la ballata Don’t give up. La voce graffiata di Peter e l’armonia suadente di Jennie si fondono per regalare un momento davvero commuovente.

Poi si riprende con il rock. La dolcezza lascia il posto al ritmo. Basta chiudere gli occhi per respirare gli anni ’80, quelli che ormai sono considerati l’eldorado della musica moderna. La serata si chiude in trionfo con due bis: The tower that ate people e Biko. L’organizzazione della serata è stata curata da Live Nation, con il supporto di Setup Live di Torino.

Questa la scaletta della serata:

Acoustic session:Daddy long legs
Come Talk To Me
Shock The Monkey
Family Snapshot

Full band:Digging In The Dirt
Secret World
The Family And The Fishing Net
No Self Control
Solsbury Hill
Why Don’t You Show Yourself?

So live:Red Rain
Sledgehammer
Don’t Give Up
That Voice Again
Mercy Street
Big Time
We Do What We’re Told (Milgram’s 37)
This Is The Picture (Excellent Birds)
In Your Eyes

Encore:
The Tower That Ate People
Biko

A cura di Vincenzo Nicolello

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