Guano Padano: “Americana è un regalo a noi stessi.”

Guano Padano: “Americana è un regalo a noi stessi.”

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La band di Alessandro "Asso" Stefana è in tour con il suo nuovo disco, ispirato ad un'antologia curata da Vittorini.

I Guano Padano sono una delle esperienze più trascendentali che ha regalato la musica italiana degli ultimi anni: riescono a creare interi universi musicali senza l’uso delle parole e la loro fama è tale che Mike Patton si è accorto di loro e, dopo aver partecipato a “2”, il disco che precedeva “Americana”, adesso li ha prodotti e lanciati in tutto il mondo con la sua Ipecac Records.

L’ultima fatica della band si chiama “Americana” ed è ispirata ad un’antologia di autori americani (da Steinbeck a Hemingway, fino ad Edgar Allan Poe) curata da Elio Vittorini che, quando fu ideata negli anni ’30, fu censurata dal regime fascista, poco propenso a lasciar pubblicare autori stranieri non germanici.

Ne abbiamo parlato con Alessandro “Asso” Stefana, chitarrista dei Guano Padano, che ci ha raccontato come è nato il nuovo disco.

Con “Americana” i Guano Padano riescono a trasporre la letteratura in musica, senza però usare le parole. Quanto lavoro ha richiesto una simile impresa?

E’ stato un lavoro abbastanza breve rispetto ai nostri standard.
Solitamente impieghiamo un paio d’anni prima di pubblicare un disco, mentre questa volta abbiamo lavorato  (solo) alcuni mesi. E’ stato un processo di realizzazione molto naturale.

Come è nata l’idea di partire dall’antologia di Vittorini e sviluppare un intero disco?

L’idea del concept è nata da Nicoletta Montella (filologa e moglie di Zeno De Rossi, batterista della band ndr).
Ed essendo noi stessi appassionati a questo tipo di letture abbiamo sposato appieno l’idea ed insieme abbiamo creato l’ossatura del disco, sulla quale poi abbiamo creato le canzoni.

Quell’antologia negli anni ’30 voleva portare in Italia qualcosa di nuovo, qualcosa che desse orizzonti nuovi. Trovate che il contesto italiano attuale, musicale ma non solo, fatte le dovute proporzioni ovviamente, abbia ancora necessità di “allargare gli orizzonti”?

C’è sempre bisogno di allargare gli orizzonti e di guardare oltre, anche se oggi in realtà possiamo avere veramente tutto a portata di mano e in un attimo. Forse quello che ci manca è il vivere intensamente le cose, viverle a fondo per farle diventare parte di noi. Il rischio di oggi, almeno in musica, è quello di non fare lezione delle cose che ascoltiamo.

Se dovessi scegliere solo uno scrittore, tra quelli contenuti in “Americana”, che ti ha maggiormente influenzato nella vita, chi sarebbe e perchè?

Sicuramente l’autore dell’Antologia cui sono più legato è Steinbeck.
Lo Steinbeck giocoso e bontempone di “Pian della Tortilla”, e allo stesso tempo quello capace di farti piangere in “Uomini e topi”.

Il disco vede la partecipazione di Joey Burns dei Calexico e di Mark Orton, come sono nate queste collaborazioni?

Joey Burns (Calexico) è un nostro amico di lunga data.
E’ stata una delle prime persone a credere nei Guano Padano, tanto che nel primo disco scrisse delle entusiasmanti note di copertina. Ci sembrava bello, dopo tanti anni di amicizia, coinvolgerlo nel progetto.
Ne abbiamo parlato insieme quest’estate in occasione dei concerti che abbiamo aperto per i Calexico e tutto è andato nel migliore dei modi, Mark Orton è un caro amico di Zeno, incredibile polistrumentista che ha impreziosito il disco con interventi di dobro, banjo ed altre sonorità.

Che tipo di show deve aspettarsi chi verrà a vedervi live? Il vostro è un suono molto cinematografico, avete pensato eventualmente anche a uno spettacolo con una parte visual?

Per il momento non ci sarà visual nei concerti ma ci stiamo lavorando.
Il concerto sarà fondamentalmente diviso in due parti: la prima, dedicata interamente al nuovo disco, mentre nella seconda suoneremo i nostri cavalli di battaglia.

Ti lancio un’idea, non so se è fattibile o ci stavate già pensando: perchè non realizzare una parte di tour in cui la lettura di alcuni racconti di “Americana” accompagni la vostra musica a mò di reading?

Ci abbiamo pensato, è una strada percorribile…

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