2Cellos: intervista ai due violoncellisti di Thunderstruck in “versione d’epoca”

2Cellos: intervista ai due violoncellisti di Thunderstruck in “versione d’epoca”

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Si è scomodato perfino sir Elton John, definendoli «la cosa più emozionante vista dal vivo dai tempi del concerto londinese di Jimi Hendrix al Marquee Club negli anni Sessanta». Si chiamano 2Cellos ovvero Stjepan Hauser e Luka Sulic, virtuosi del violoncello e vera sensation fra classica e rock, nata dal web ed esplosi a livello mondiale. Alzi la mano chi non ha visto il fantastico video qui sopra, ormai arrivato a 30 milioni di visualizzazioni, in cui suonano “Thunderstruck” in una versione, diciamo… d’epoca.

Ora sbarcano in Italia per una manciata di concerti in Italia. Partiranno l’11 dicembre a Padova al Gran Teatro Geox, il 12 a Roma all’Atlantico Live, il 13 a Bologna all’Estragon, il 14 a Milano al Fabrique e il 15 a Udine al Teatro Nuovo Giovanni da Udine. Sono 10.000 i biglietti già venduti, sold out già in prevendita le date di Bologna e Udine e ancora poche le disponibilità per Padova, Roma e Milano. Un fenomeno mondiale, dunque, che merita di essere conosciuto da vicino. Ma chi sono davvero i 2Cellos? L’abbiamo chiesto a Stjepan Hauser: sentite cosa ci ha risposto.

Come vi siete avvicinati alla musica e perché avete scelto due strumenti classici come i violoncelli?
«Siamo stati attratti dalla musica fin dalla più giovane età. C’era qualcosa nei violoncelli che ci risuonava nella testa. E’ uno strumento veramente speciale, con tonalità e colori molto vinci alla voce umana».

A chi vi siete ispirati?
«Siamo stati ispirati semplicemente da tutta la musica e da chi aveva qualcosa da dire con il suo strumento. E’ molto difficile scegliere in da un mondo così eterogeneo di artisti»

Come vi siete conosciuti e da cosa è nata l’idea di formare il duo?
«Ci siamo incontrati tanto tempo fa, quando eravamo ancora studenti di violoncello. Entrambi volevamo fare qualcosa di molto diverso, perchè avevamo intuito che c’erano delle grandi potenzialità nel violoncello, ancora inesplorate. Noi stavamo suonando come animali rock, ma anche come musicisti classici. Così è stato facile creare la fusione».

Le cronache vi davano come rivali “musicalmente parlando”…
«Fino ad un certo punto è stato così. Poi abbiamo deciso di unire le forze e sembrerebbe che la decisione abbia regalato un effetto molto migliore».

La scelta dei brani da “riarrangiare” è condizionata dai vostri ascolti musicali?
«Il brano deve essere davvero toccante ed ispirarci in qualche modo. In pratica ci deve piacere e dobbiamo sentirlo nostro, per farci iniziare l’arrangiamento. Ovviamente deve calzare a pennello con i nostri violoncelli».

Il lavoro di arrangiamento è fatto esclusivamente da voi?
«Si è proprio così».

Che tipo di pubblico vi segue?
«Il nostro pubblico è il più vario al mondo. Abbiamo i giovanissimi, gli anziani e tutto ciò che sta in mezzo. Tutto questo perché il nostro approccio alla musica abbraccia tutti gli aspetti. Non vogliamo semplicemente attrarre gente che ascolta un solo genere musicale, così alla fine ci segue chi ama la classica, ma anche il rock o il pop. Alcuni dei nostri fan viaggiano per il mondo per vedere i nostri concerti. Tutto questo è davvero eccezionale».

Tra i vostri partner c’è anche Zucchero: ci sono altri artisti italiani con cui vorreste collaborare?
«Noi abbiamo già collaborato con i migliori: Zucchero e Andrea Bocelli. Tutti gli altri sono… morti (risata)».

E’ difficile essere accettati artisticamente dal pubblico inglese. Vi siete stupiti di essere stati invitati al concerto del giubileo a Buckingham Palace?
«E’ stato un grande onore e di sicuro l’invito in qualche modo ci ha sorpreso».

Quali sono i vostri progetti futuri?
«Vogliamo aumentare sempre di più il nostro successo, ovviamente anche in Italia»

Dopo l’esperienza di Orient Express, ci saranno altre vostre composizioni originali?
«Certamente, questo accadrà in futuro».

Intervista a cura di Vincenzo Nicolello

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