Billy Idol a Milano – 23 Novembre 2014 – (Foto e recensione...

Billy Idol a Milano – 23 Novembre 2014 – (Foto e recensione concerto)

Chiamarlo “progetto revival” potrebbe far storcere il naso a qualcuno, ma come possiamo definire lo show di un artista che vive sull’onda di un passato glorioso?
Eppure lo spettacolo di Billy Idol ha fatto centro, al Fabrique di Milano c’era il sold out: una testimonianza inequivocabile che la gente, specialmente quella che ha vissuto in prima linea i favolosi anni ’80, ha bisogno di positività e di respirare quell’aria.
E’ stato un concerto divertente, che sebbene non sia stato eccezionale dal punto di vista tecnico, ha coinvolto appieno i 3.000 spettatori del nuovo locale milanese.
Il 59enne Idol ha stentato a carburare, la voce un po’ altalenante ha fatto emergere più di qualche incertezza. La sua immancabile smorfia con la bocca, il suo strip-tease a scoprire un fisico che è ancora tonico ed asciutto, hanno sopperito alle manchevolezze musicali. A nascondere i tentennamenti iniziali ci ha pensato soprattutto Steve Steven. Il chitarrista ha regalato saggio della sua bravura con virtuosismi e anche una teatralità, che oggi si stenta a trovare tra le giovani leve.
Uno show vecchia maniera che ha fatto ballare, urlare in un’atmosfera un po’ punk e molto rock ’n roll. E’ stato un crescendo continuo che è arrivato all’apice quando l’artista ha intonato Eyes without a face, King rocker e Rebel Yell, facendo sognare una generazione di 50 enni, che non aspettava altro per scatenare i propri sentimenti ribelli, sopiti dal tempo.
Lo show è stato organizzato da D’Alessandro e Galli.

Photogallery a cura di Marco Cometto
Recensione a cura di Vincenzo Nicolello

Ecco la scaletta con i 17 brani presentati.

Postcards from the Past;
Cradle of Love;
Can’t Break Me Down;
Dancing With Myself;
Flesh for Fantasy;
Save Me Now;
Ready Steady Go;
Sweet Sixteen;
Eyes Without a Face;
L.A. Woman.
Guitar Solo by Steve Stevens;
King Rocker;
Whiskey and Pills;
Blue Highway;
Rebel Yell.

Bis: White Wedding; Mony Mony.

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