Salmo is back! Il doppio sold out al Fabrique di Milano

Salmo is back! Il doppio sold out al Fabrique di Milano

Salmo, 15 dicembre 2016, ph Elena di Vincenzo

Salmo, 15 dicembre 2016, ph Elena di Vincenzo
Salmo, 15 dicembre 2016, ph Elena di Vincenzo

Il rapper e producer di origini sarde Maurizio Pisciottu, in arte Salmo, è diventato in pochi anni una delle figure più importanti ed eclettiche della scena italiana e il tour del suo quarto album pubblicato a febbraio 2016 “Hellvisback” è stata la riconferma del suo successo. Ancora alla fine di questo lungo tour la doppia data – 15 e 16 dicembre- al Fabrique di Milano, città di adozione, è sold out.

Il locale è enorme e pieno, il pubblico è per la maggior parte molto giovane, ma non mancano fan di tutte le età e tutti tipi: Salmo non è mainstream, è tutt’altro che commerciale, è sfacciato, crudo e blasfemo, eppure piace anche le signore (mamme?); è della “nuova scuola” ma piace anche e soprattutto a chi la nuova scena rap italiana fa storcere la bocca, e un motivo ci sarà.
Salmo è come la Madonna, se ci credi compare“. Atteso e chiamato a lungo, arriva finalmente in scena innalzando nettamente il livello della serata, che fino a quel momento era stata intrattenuta un po’ a fatica da altri giovani rappers.
Provocatore ed energico, porta sul palco non solo l’aria di casa nostrana che noi conosciamo bene, con canzoni come S.A.L.M.O. , Old Boy e Russell Crowe, dall’album Midnite del 2013, ma anche tutto l’immaginario a cui si è ispirato per il nuovo album: le lande desolate del Nordamerica, le losche gang da bar western e i tempi in cui germogliavano le basi della musica che tutti noi amiamo, il rock.
I riferimenti sono espliciti, le influenze ben chiare, ma quando queste si incontrano e si scontrano con il mondo musicale dell’artista, legato più all’hardcore, all’elettronica e alla drum&bass, diventano un’unica miscela incandescente che infuoca il palco e gli animi del pubblico: l’entrata in scena con le prime tre tracce che coincidono con quelle dell’album tagliano a fette l’atmosfera e a Daytona già si poga con foga sotto il palco, il pubblico impazza e accoglie con clamore e affetto i pezzi degli album precedenti.
Mentre canta si dimena con atteggiamento da spaccone, il nostro rapper; ma non appena si rivolge al suo pubblico per dare consigli si dimostra un giovane umile e anche molto premuroso: ad esempio, dopo l’ormai tradizionale wall of death in Hellvisback chiede ai ragazzi se ci sono feriti e distribuisce bottigliette d’acqua. “Salmo uno di noi“, “Rovazzi figlio di p*****a” grida la folla, che vuole ribadire il proprio appoggio all’unico artista che ai giorni d’oggi ha ancora lo sbattimento di andare controcorrente e di dire in faccia ai diretti interessati che certa musica fa c****e. Non mancano gli ospiti, che entrano in scena per le rispettive canzoni, e i selfie di fine concerto.
Insomma al ragazzo classe 1984 non si può chiedere di più, e forse un po’ anche per questo che nell’aria si respira la paura di trovarsi di fronte l’ennesimo canto del cigno. Naturalmente noi siamo qui a scongiurarlo.

 


 

SETLIST:
Mic Taser
Giuda
Io sono qui
Daytona
Russell Crowe
Old Boy
Bentley vs Cadillac
Il messia
ft. Victor Kwality
7 am
L’alba
Buon Natale
Venice Beach

Killer Game
Hellvisback
S.A.L.M.O.

ENCORE:
Don Medellin ft. Rose Villain
Title? ft. Axos e Nitro
1984
La festa è finita
Black Widow

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