Gli Emperor colpiscono ancora. Godspeed you! Black Emperor live at Estragon.

Gli Emperor colpiscono ancora. Godspeed you! Black Emperor live at Estragon.

La band canadese regala uno show straordinario ad una Bologna in estasi.

Sono le 22.15 quando Carla Bozulich, con la sua carica da poetessa del rock, lascia il palco dell’Estragon e fa spazio ai Godspeed You! Black Emperor; è sufficiente che Efrim Menuck e compagni salgano sul palco per innescare la magia: in un’atmosfera caldissima ed irreale il violino di Sophie Trudeau e la batteria di Aidan Girt ci guidano dentro le sonorità ipnotiche di “Asunder, Sweet and Other Distress”, ultimo lavoro del gruppo.

L’amalgama sul palco è letteralmente percepibile, non sembra neppure che i GY!BE stiano tenendo un concerto davanti a più di duemila persone estatiche, sembra che siano nella loro tranquilla ed isolata sala prove a suonare per loro stessi, con una qualità ed una precisione letteralmente incredibili: ogni suono è perfetto, niente accade per caso e anche il piccolo incidente con l’impianto luci (per qualche secondo salta la corrente, con conseguente salto dell’amplificazione, nel bel mezzo del live) finisce quasi per sembrare calcolato, un piacevole diversivo per mettersi alla prova, con i nostri che dimostrano di saper perfettamente riprendere un brano senza farsi scalfire da ciò che è accaduto ma suonando con la medesima intensità e fluidità.

Il live dei Godspeed è questo: fluido. Capita di guardare l’orologio e solo lì ti accorgi che dalle 22.15 si è già fatta mezzanotte e il live sta quasi per finire, perchè si è talmente assuefatti alla musica, talmente “dentro” le note di questi otto incredibili musicisti, che il tempo è una dimensione estremamente relativa e dilatata.

Non bastasse la musica, a coinvolgere ulteriormente lo spettatore ci sono le straordinarie proiezioni di Karl Lemieux, che con un favoloso proiettore a doppia bobina regala ai GY!BE uno sfondo animato e ancor più magico.

I Godspeed You! Black Emperor fanno chiudere gli occhi e sognare, muovere la testa a tempo su pezzi come “Mladic” e toccano le corde più intime in alcuni passaggi di “Lambs Breath”, fornendo una gamma di emozioni incredibile in due ore di live preziose, straordinarie, da incastonare nella memoria ed andare a ripescare nei momenti di stress come un’oasi di pace e serenità assoluta.

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