Empatia Nazionale – The National live al Pistoia Blues

Empatia Nazionale – The National live al Pistoia Blues

Matt Berninger e compagni regalano a Pistoia la serata perfetta nella loro unica data italiana. E in apertura un meraviglioso Father John Misty.

Empatia. Dal dizionario: “la capacità di comprendere appieno lo stato d’animo altrui, sia che si tratti di gioia che di dolore”. Concetto difficile. Ci sono poche band al mondo in grado di creare situazioni di empatia col proprio pubblico attraverso i propri atteggiamenti e le proprie canzoni. I National sono una di quelle, in particolare col pubblico italiano. Fin da quando Matt e compagni salgono in scena, sulle note di “Please,please, please…” degli Smiths e attaccano la superba “Don’t swallow the cap” si capisce che la serata sarà magica: ogni gesto, ogni verso cantato da Berninger con la sua voce profonda, che ti entra nelle ossa e ti avvolge con un particolare unico tepore, scatena una reazione corrispondente nel pubblico. “I’m not alone, I’ll never be” canta Matt ed è davvero così, con lui, a provare esattamente le sue stesse sensazioni, c’è un pubblico di migliaia di persone, stipate in Piazza Duomo da quando il sole era ancora ben alto.

I National lasciano spazio anche a nuovi brani, che andranno a comporre il disco di prossima uscita: spiccano la malinconica “Find a way” e “The day I die”, pezzi che si preannunciano già come punti cardine della loro prossima fatica.

Non mancano le hit, da cantare  a squarciagola o da sussurrare appena: “Hard to find”, “About today”, “Graceless”, “Bloodbuzz Ohio”, una dietro l’altra vanno ad indagare una gamma di sensazioni che sembra impossibile poter racchiudere in due ore di concerto. I National ci riescono, Matt, anima in pena, fa avanti e indietro sul palco, come se riflettesse ogni parola prima di pronunciarla, bevendo vino e ammiccando ai fan in prima fila, che non vedono l’ora che lui scenda tra loro per farsi abbracciare.

Prima però scatta il flash mob, con tanti braccialetti rosa che si illuminano quando attacca “Pink rabbits”: l’emozione, l’intensità, l’amore. Ecco cosa c’è in un live dei National, fondamentalmente amore corrisposto.

Tra loro e il pubblico italiano è amore vero e quando Matt scende a prendersi l’abbraccio collettivo su “Mister November” e lascia cantare la folla su “Vanderlyle Crybaby geeks” è l’apoteosi di questo rapporto promiscuo che, in realtà, è un rapporto a due.

Un meraviglioso, vitale, unico rapporto a due.

Da non dimenticare, anzi da sottolineare, il clamoroso live d’apertura di Father John Misty, questo Jim Morrison uscito dagli abissi del rock incanta col suo solo ancheggiare sul palco: è un vero e proprio sciamano che ti costringe a guardarlo, a muoverti al suo ritmo, ti ipnotizza, coadiuvato da una band incredibile che sa il fatto suo. La serata valeva la pena già solo per lui.

Poi si è puntato alla perfezione. E la si è raggiunta.

 

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