Arrivano gli Skunk Anansie e trema il Gru Village. (Recensione e Foto)

Arrivano gli Skunk Anansie e trema il Gru Village. (Recensione e Foto)

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Questa non sarà una semplice recensione su come è andato il concerto di martedì 23 luglio al Gru Village di Grugliasco (TO). Non ci saranno quattro parole su chi c’era e chi non c’era o su come si sentiva l’audio, questa sarà la mia personale e colorata visione di uno spettacolo assurdo, osservato con gli occhi di una ragazza che aspetta da 14 anni di vedere gli Skunk Anansie dal vivo.

L’adrenalina e l’attesa spasmodica la percepisco nell’aria già nel tardo pomeriggio, quando arrivati al Gru Village per cenare con i colleghi fotografi, o forse dovrei dire fratelli, mi accorgo che siamo tutti in preda alla stessa euforia; ma di quell’euforia sana, di quell’agitazione pre-concerto che ti carica e ti fa entrare nel pit con l’energia di un leone. Eh sì, perché per questo live la parola d’ordine è ‘Energia’.

Sparite le sedie dalla platea, si fa spazio al pogo, tutti in piedi, alle 22.30 il pubblico inizia ad acclamare Skin e soci, si spengono le luci e il giro di chitarra attacca già con una canzone storica, ‘The Skank Heads’, tratta dall’album “Post Orgasmic Chill”, ed lì che scatta il delirio! Una pantera avvolta in trasparenze e paillettes argentate inizia a saltare impazzita sul palco, una esplosione di voce che arriva dall’anima e una mandria di suoni che arrivano dal suo branco. Cass Lewis, imponente, con il suo testone di rasta e il suo mezzo cilindro come cappello, che con il suo basso argentato in spalla diffonde onde di vibrazioni rock all’ennesima potenza. Ace, alla chitarra, con quei riff spigolosi e tirati, quei giri di accordi che fanno da pura armonia per quelle canzoni. E poi c’è lui, Mark Richardson alla batteria, martella per quasi 2 ore di musica, un muro ritmico che ha il solo potere di farti saltare e ballare. Ecco le fondamenta degli Skunk Anansie.

E mentre Skin continua a volare da una parte e l’altra del palco partono i due successivi pezzi tratti dall’ultimo “Black Traffic”: ‘I will break you’ e ‘I believed in you’, aggressivi quanto basta per continuare a saltare. Ma noi fan di vecchio stampo non possiamo fare altro che attendere e poi esultare come dei tifosi alla finale dei mondiali, quando riconosciamo le prime 4 note di ‘Secretly’ e ‘Twisted’. Urlare a pieni polmoni, tentando, inutilmente aggiungerei, di arrivare alle note alte di Skin. Pessimi risultati per le orecchie del ragazzo capitatomi accanto ma tutto sommato quando ci si accorge che anche lui sta provando a raggiungere quelle note così alte, ci si sente parte di un unico grande sfogo e coro!

Ma la serata è ancora lunga, l’energia di questa donna ancora non è uscita del tutto; è sulla canzone ‘Weak’ che inizia lo show di Skin tra il pubblico: aiutata da un po’ di fan e un po’ di security, scende dal palco e inizia letteralmente a camminare sul pubblico. Sì, avete letto proprio bene, camminava sulle teste, spalle e sull’entusiasmo dei suoi fan, una scena da restare senza parole, le uniche parole contemplate e urlate saranno, ancora una volta, quelle del testo della canzone.

Nella scaletta han continuato ad alternarsi brani recenti con brani più vecchi ma è su ‘Charlie Big Potato’ che sembra quasi che tutti saltino all’unisono, o forse è una mia impressione presa dall’eccitazione del momento, ma mi sembra davvero di far parte di un unico grande movimento.

Per il bis, viene proposta anche la più tranquilla ‘You follow me down’, ma è con l’ultima canzone, ‘Little Baby Swastika’, che Skin lascia tutti a bocca aperta: riesce a convincere il pubblico a sedersi, a mollare i cellulari e godersi il momento, si crea un varco a centro platea e la cantante scende tra i  fan. Ai suoi piedi un tappeto di persone che la guardano estasiati e sorridenti, al centro solo lei, senza nessuna guardia del corpo: si fida dei suoi fan, saltano e cantano insieme, fa parte di loro. Skin sparisce tra la folla e ricompare in piedi al mixer, chiede un vero e proprio passaggio per ritornare al palco, fa alzare le mani a tutti e si fionda per il più figo e lungo stage diving visto nella mia vita! Mano dopo mano, rotolandosi tra la folla arriva al palco per un’ultima strofa e per i saluti finali.

Ma la festa per me e altri pochi fortunati continua nel backstage, all’aftershow: con il resto della band, ci cimentiamo in foto, tante risate e tentativi di spiegare in italiano a Cass “TU SEI UN FIGO”. Skin, invece, si lascia desiderare e attendere, esce per qualche minuto, è molto stanca e si vede, rispettiamo il suo stato, in fondo ci ha solamente regalato una serata indimenticabile, e dopo averla ringraziata e ammirata da molto vicino, ce ne torniamo a casa con un sorriso a 2000 denti e con una sola domanda, che continuiamo a rivolgerci: “che ne pensi se andiamo anche a Cattolica domani per rivederli ancora?!?”. Solo i grandi concerti ti invogliano a seguirli anche in capo al mondo!

Ringrazio di cuore SetUp Live, Adfarmandchicas, Gru Village, Live Nation e Propapromoz.

Setlist

The Skank Heads (Get Off Me)
I Will Break You
I Believed in You
God Loves Only You
Secretly
Twisted (Everyday Hurts)
I’ve Had Enough
My Ugly Boy
Weak
Hedonism (Just Because You Feel Good)
My love will fall

This Is Not a Game
I Can Dream
Spit You Out
Because of You

Political
Charlie Big Potato

Encore:
Tear the Place Up
Follow me down
Little Baby Swastika

Photogallery a cura di concertionline.com
All rights reserved © Jessica Carpentieri

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