Intervista ad Andrea Romano, cantautore emergente bresciano

Intervista ad Andrea Romano, cantautore emergente bresciano

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Andrea Romano è cantautore e pittore bresciano che si sta facendo strada nel panorama cantautorale nostrano. Ex pilota di rally e imprenditore, ha deciso in età ‘matura’ di accostarsi anche all’arte musicale e compositiva. Dopo “Specchio blu” del 2009 e “Quante stelle sotto un cielo” del 2011, quest’anno uscirà il suo terzo lavoro discografico intitolato “Disco bianco e disco nero”, che ci ha raccontato rilasciando una breve intervista.

1) Sulla tua biografia c’è scritto che il tuo incontro con la musica è avvenuto in età matura e in maniera quasi casuale, potresti brevemente spiegarmi come?

Stavo frequentando corsi teatrali e continuavo a sperimentare nuove tecniche di pittura digitale. Era il 2003. Un giorno sono entrato in un negozio di strumenti musicali e mi sono seduto di fronte ad un pianoforte… è stata una delle emozioni più forti della mia vita. Non era ovviamente la prima volta che vedevo un pianoforte ma, quella volta, è stato come se fosse la prima. Mi ricordo che mi sono chiesto fortemente perché io non sapessi suonare un oggetto che mi pareva così amico e bellissimo. Ho deciso di comprarne uno per costringermi, in seguito, a non darmi del fesso se non avessi imparato a suonarlo. E così è stato. Da allora non è passato giorno senza che io non lo abbia “frequentato”. Dopo circa un anno ho composto il mio primo brano (Specchio nel blu) e da allora non ho più smesso. Vivo un po’ con il terrore di sedermi a scrivere perché ogni volta che mi lascio libero di improvvisare nasce un pezzo. E quando scrivi una canzone sai che sentirai il desiderio di pubblicarla in un album e, se ne scrivi una al giorno, sai che non avrai tutto questo tempo e queste risorse e che quindi qualche “figlia” dovrà restare chiusa in un cassetto.

2) Tu sei anche un pittore: questo tipo di arte e la tua musica sono in qualche modo collegate? Se si in che modo?

Sono collegatissime come qualunque forma espressiva, che sia arte o no. Tutto è comunicazione e lo strumento formale usato conta relativamente. L’arte è porre un’idea in una forma, così come fa la natura. Tutto qua. La musica è molto più formale di quel che sembra. E’ matematica, equilibrio e geometria come lo è la pittura, il teatro e la scultura. Anche il “parlar bene”, facendosi comprendere è una forma d’arte. Fare bene il pane, crescere dei figli, tenere vivo un rapporto… tutto è arte. Nella musica la tela rappresenta la parte armonica e la melodia invece è la parte formale (la macchia o l’oggetto)

3) E’ in uscita l’album “Disco bianco e disco nero”. Si tratta di un doppio disco con 6 brani + 6 brani? Potresti raccontarmi come è nato e come mai hai deciso di strutturarlo in questo modo?

Abbiamo deciso di dividerlo radicalmente per meglio rappresentare i due filoni di pensiero: il primo ironico e di commento allo stato attuale della società, il secondo più intimistico. Due mondi comunque non separati perché il primo accende i pensieri del secondo e viceversa.

4) In cosa si discosterà rispetto ai tuoi precedenti lavori?

Una leggerezza più marcata in certe parti ed una attenzione maggiore alla parte compositiva musicale. Ho lavorato con grandissimi musicisti e bravissimi arrangiatori (Umberto Iervolino, Cristian Piccinelli e Michele Bonivento).

5) Che tipo di musica ascolti?

Cantautorale in genere. Mi piace la musica italiana e lo swing anni 50. Ascolto comunque con attenzione un po’ di tutto. Ultimamente mi piace il rock. I miei preferiti restano: Lucio Battisti, Ivano Fossati, Vinicio Capossela e Jamie Cullum.

6) Suonerai nella tua città e/o in giro per l’Italia prossimamente?

Abbiamo suonato quanto basta ultimamente. Le prossime date a settembre in occasione della presentazione del film che ho scritto ed interpretato proprio in questi giorni accanto a bravissimi attori. S’intitola “Travolti da un solido destino” ed è un film fondamentalmente comico con spunti di riflessione (così almeno speriamo sia…).

 

 

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