Elettronica

Tutto sulla musica elettronica: i concerti in Italia, le nuove uscite, gli album, i singoli e i video dei più importanti artisti italiani e internazionali.

Alla lotta per l’emancipazione sessuale e al rifiuto degli schemi eteronormativi si unisce la voce di una cantante e musicista che fa della sua musica uno strumento per la ricerca della propria libertà.

Come seconda tappa dell’esclusivo tour di Plunge, Karin Dreijer Andersson, oggi in arte Fever Ray, porta sul palco del Fabrique di Milano la sua queerness, con tanto di eroiche compagne di viaggio: Gutarra, muscolosissima ed energica cantante, Maryam, la musa danzatrice e corista, Miko, tastierista dark fetish, Diva, batterista bomba sexy e Lili, la floreale alchimista delle percussioni.

Band assembled. Fever Ray Tour starts tonight.

A post shared by Fever Ray (@feverray) on

L’eterogenea band femminile ammalia ed inquieta al primo sguardo, con un’energia primordiale trascina pian piano il proprio pubblico alla scoperta di frontiere prive di generi e di sessi, di etichette e di sguardi predicatori: la scaletta dei brani perfetta per l’escalation della libido.  “An itch that started to follow me“, poi “Babies pushing boundaries, I really need a beast to feed, my curiosity found a cavity and something to stick in“, fino alle iconiche “This country makes it hard to fuck” e “I want to run my fingers up your pussy“, esplicitamente provocatorie. L’elettronica pop e tribale riempie ogni buco di silenzio e le voci delle tre donne si intrecciano alle loro sfrenate danze e ai gesti che mimano posizioni e atti sessuali.

Anche la scelta dei brani dal precedente album Fever Ray, del 2009, non risulta casuale se si pensa che allora la nostra performer era appena all’inizio di questa ricerca. I’m Not Done può essere la canzone di questo primo album, pervaso da un clima di evasione e depressione, che fa da ponte tra il nuovo e il vecchio: prima impelleva il bisogno di disconnettersi dal mondo (“Can I come over, I need to rest, lay down for a while, disconnect” – Triangle Walks) e l’unica speranza era la consapevolezza dell’artista che c’è ancora molto da scoprire e da creare. Oggi Fever Ray ha trovato altri mezzi per connettersi con realtà diverse da quella da cui desidera fuggire, racconta dell’uso di app per incontri e di reti universali che permettono di raggiungere quel che si cerca e anche di più. Ha scoperto luoghi sicuri dove coltivare una rinata libertà, un nuovo modo di considerare la propria femminilità e il proprio ruolo di donna nella società contemporanea (“Happy drunk, happy in a safe space, so proud to be a part of us, a chosen family to love, to trust” – A Part Of Us).

Da qui si spiega anche il riarrangiamento di alcune canzoni dell’album Fever Ray in uno stile diverso dall’originale, più tribale e ricco di percussioni, insomma più leggero e fresco. Fanno eccezione la tenebrosa Keep the Streets Empty For Me e l’intramontabile If I Had A Heart che sono rimaste, giustamente aggiungerei, intatte nel loro vesti oscure determinando il momento più introspettivo di tutta la serata.

A sintetizzare questa notte di istinti e di pulsioni risuona sul palco la madre di tutte le canzoni: la significativa Mama’s Hand che racchiude tutto l’amore che Fever Ray intende porre al centro delle sue azioni, in campo artistico e personale, nella sfera sessuale e familiare, perché in fondo di amore si parla.

SETLIST:

An Itch
A Part of Us
When I Grow Up
Mustn’t Hurry
This Country
Falling
Wanna Sip
I’m Not Done
Red Trials
Concrete Walls
To the Moon and Back
Triangle Walks
IDK About You
Keep the Streets Empty For Me

ENCORE:
If I Had A Heart
Mama’s Hand

0 568
dalla cover album Plunge
dalla cover album di Plunge

Mancano pochi giorni all’unico live italiano della famosa cantante e producer svedese Fever Ray, pseudonimo artistico di Karin Dreijer, nel nostro Paese per la seconda tappa del suo tour europeo:

il 20 febbraio sarà al Fabrique di Milano.

Dopo la pubblicazione nel 2009 del suo primo omonimo album solista, apprezzato dalla critica di tutto il mondo e diventato ormai un album cult per gli amanti del genere elettronico, Fever Ray non ha pubblicato più nulla fino all’attesissimo ritorno con Plunge, l’album uscito il 27 ottobre 2017 e finito subito ai vertici delle classifiche di gradimento dei più importanti siti musicali. Pitchfork l’ha inserito nella categoria ‘Best New Music’, apprezzando in particolare modo la traccia intitolata IDK About You. Immaginario suggestivo, atmosfere dark e lussureggianti, note elettroniche e lyrics precise come lame. Noi non possiamo proprio perderci uno degli show più interessanti del 2018.

0 118

 

Chiara “Oakland” Castello e Camilla Matley sono le I’m not a blonde, il duo “arty-electro-pop” milanese che lo scorso 26 gennaio ha pubblicato il secondo album “The blonde album”.

Anticipato dai singoli A Reason, Daughter e The Road, hanno presentato il nuovo album al BIKO di Milano la sera del 25 gennaio con un live, affiancate da Leziero Rescigno alla batteria.

Salgono sul palco poco dopo le 22.30, e in un attimo si scalda l’atmosfera. Si ha come l’impressione di essere catapultati in un’altra dimensione, fatta di suoni moderni e nostalgici.
Sul palco si muovono costruendo i suoni con loop che si sovrappongono; voci, chitarre e synth si sommano, facendo del loro live-set una performance che riempie gli spazi sonori di una full band. Si guardano e si trovano in perfetta sintonia.
Il duo, a distanza di due anni dallo scorso album, si è chiesto se confermare o smentire tutte quelle etichette che critica e pubblico hanno attribuito in questi anni di concerti; questo nuovo disco è una profonda ricerca di identità.
Autrici e polistrumentiste, Chiara Castello e Camilla Matley, scrivono canzoni di stampo electro-pop con richiami alle più diverse influenze. La forza del loro sound si trova in bilico tra le loro due personalità, quella più ironica e la follia, il divertimento e la serietà, il minimalismo e l’art-pop, il digitale e l’analogico, il tutto avvolto da quel velo di malinconia di derivazione dark new-wave che le accomuna.
Le canzoni raccontano il cambiamento, la ricerca, tutte quelle esperienze e quei rapporti che nella vita mutano: in Daughter lo scontrarsi la prima volta con la percezione di quello che la società vuole da noi, in Walls Coming Down, A Reason troviamo le storie d’amore che vanno in crisi per l’incapacità di ascoltarsi e in The Road troviamo le strade che si aprono quando le relazioni finiscono e prendono altre direzioni.

0 933
Zero
Zero

Una maratona di 12 ore insieme ai protagonisti del clubbing e del bere bene a Roma: arriva sabato 27 gennaio al Quirinetta la festa itinerante che celebra il ventennale del magazine ZERO, punto di riferimento per chi ogni giorno vuole sapere dove andare e cosa fare in città. Era l’ottobre del 1996 quando Andrea Amichetti diede alle stampe ZER02, il primo freepress tascabile italiano che nasceva con l’intento di mandare a divertire i suoi lettori nel miglior modo possibile. Dalla natìa Milano, 2 anni dopo, ZERO partì alla conquista della Capitale e da allora non ha mai smesso di espandersi, arrivando a conquistare il pubblico di Bologna, Torino, Firenze, Napoli, Venezia, Zurigo e Istanbul. Dopo il successo del primo evento celebrativo tenutosi a Milano a gennaio 2017 presso Macao – Nuovo Centro per le Arti, la Cultura e la Ricerca, ZERO racconta 20 anni di divertimento nella Capitale con 30 dj scelti tra i più significativi della scena romana, sia per le loro produzioni sia per il loro impegno nell’organizzazione di serate e, contemporaneamente, con 40 bartender che si alterneranno nelle postazioni dedicate alla nuova cultura del drink che tutti ormai conoscono come “mixology”. Una staffetta dove ogni ora ci sarà un nuovo remix da ballare e un nuovo cocktail da degustare, praticamente dodici serate in una! Obiettivo: celebrare la città e superare gli impressionanti numeri registrati in occasione della prima memorabile festa a Milano, con 23 dj, 30 barman e migliaia di presenze per altrettanti cocktail serviti.

Roma dunque riparte da ZERO! E si prepara a festeggiare in un grande evento tutta quella creatività diffusa di cui la rivista è testimone attento e sensibile da ben due decenni. Una festa di Roma e per Roma, con i protagonisti della città, quelli che riempiono le pagine di ogni numero del magazine.

A passarsi il testimone di questa lunga storia saranno, in consolle: Adiel (Ultrabeat), Andrea Esu (L-Ektrica/Spring Attitude), Andrea Lai (Agatha), Andypop (Hot Cakes Bass/Abformal Recordings), Beat Soup, Blackie (Smash), Bob Corsi (Magnetica, Go Bang, Club Tropicana), Borgioli (Curtis Wolf), Claudio Coccoluto (The Dub), Dj Red (BPitch Control), Emiliano Cataldo (Radio™), Equohm (Since), Fabio Luzietti (Screamadelica), Flavia Lazzarini (Glamda, Disco Misto), Gino Woody Bianchi (Cut Rec /Plaza), Hugo Sanchez (Tropicantesimo), Lady Coco (Pussybay/Kingdom), Lorenzo Bitw (MOX), Luzy L & Corry X (Toretta Stile/Rock’nRoll Robot/Twiggy), Marcolino (Ultrasuoni), Miz Kiara (Female Cut), Nan Kolè (Gqom Oh), Nicola Casalino (Fish’n’Chips), Orree (Since), Pier (Viral), Sere Na (MOX), Simona Faraone as Pharaoh (New Interplanetary Melodies/Roots Underground Records), Sine One, Valerio! (Puas Puas), Zerø(Rebel Rebel).

Il messaggio è chiaro: a dispetto delle sue ricorrenti crisi politiche, la Città Eterna è ancora densa di eccellenze sul piano artistico e culturale, dalla scena più sotterranea ai grandi appuntamenti delle istituzioni culturali, dalla club-culture alla digital art. È Roma la culla italiana della migliore scena di musica elettronica. Ed è da Roma, prima ancora che da qualsiasi altra città italiana, che passano i grandi protagonisti internazionali del teatro e della danza contemporanea, senza dimenticare le mostre in luoghi ormai simbolo come il MAXXI o la musica classica e contemporanea che ha trovato la sua dimora all’interno dell’Auditorium Parco della Musica di Renzo Piano.

Una ricorrenza e una città che dunque vanno festeggiate in grande, all’insegna di quel valore di cui ZERO ha sempre portato alto la bandiera: #divertirsiègiusto.

INFO
dalle 18:00 alle 21:00 ingresso gratuito
dalle 21:00 alle 24:00 5€
dalle 24:00 in poi 10€

Maggiori dettagli disponibili sull’evento Facebook e sul sito zero.eu.

0 408

Londinesi, capitanati da Ellis Rosell, affiancata da Joff Oddie, Theo Ellis e Joel Amey: sono i Wolf Alice.
Arrivano in Italia con il secondo disco “Vision of a life”, subito la nomina ai Grammy del 2016 come best rock performance con il singolo “Moaning Lisa Smile”, e dopo aver calcato i palchi dei più noti festival europei.
Grintoso, spazia dall’indie al punk, freschi e originali, sabato 13 gennaio saranno alla Santeria Social Club di Milano per la loro unica data italiana.

Prima di loro, sul palco ci saranno “I’m not a blonde”, Chiara ” Oakland ” Castello e Camilla Matley; autrici e polistrumentiste, scrivono canzoni di stampo electro-pop con richiami a più svariate influenze. A fine mese uscirà il loro secondo disco “The blonde album”.

0 463

Archy Ivan Marshall è il giovane talentuosissimo cantante e musicista britannico dalla chioma rossa conosciuto anche come Zoo Kid. Ma è con lo pseudonimo di King Krule e con il suo primo album 6 Feet Beneath The Moon risalente al 2013 che ha attirato il grande pubblico facendolo innamorare della sua elettronica jazz, dark e punkeggiante e della sua voce calda e profonda tutt’altro che da ventenne.

In occasione della pubblicazione del suo secondo album The OOZ , avvenuta il 13 ottobre 2017, King Krule ha iniziato un lungo tour internazionale che toccherà il suolo italiano per un’unica imperdibile data:

28 novembre 2017 a Milano, presso i Magazzini Generali.

L’album è stato già accolto con successo da pubblico e critica, e i suoi concerti stanno registrando un sold out dopo l’altro. Vi auguriamo che uno dei biglietti andati a ruba per questa data sia vostro!

Un grandissimo inizio per il festival trevigiano, prima che la pioggia portasse all'annullamento del day 2

Quando ci si trova di fronte a qualcosa di così ben costruito, così studiato nei minimi particolari, così grandioso rispetto a ciò che siamo abituati a vedere normalmente in Italia,  come Home Festival, non si può non rimanere basiti. Quello che avviene per 5 giorni l’anno a pochi passi dall’aeroporto di Treviso è una magia: un luna park in cui la protagonista assoluta è la musica, di cui viene permessa e facilitata la fruizione in ogni modo: navette che ti portano nel luogo del festival, un camping a poche centinaia di metri dall’entrata principale, punti ristoro ovunque e anche un’attenzione per il riciclaggio che non si nota in altri festival di uguale impatto.

Insomma a Treviso va in scena un festival di stampo europeo, un piccolo Primavera Sound, un piccolo Sziget Festival: so che forse questo commento farà storcere la bocca a molti, visto quanto accaduto l’1 settembre, con l’annullamento della giornata ed il disappunto dei fan di Liam Gallagher (giustissimo), ma, per quanto visto essendo lì fino a poche ore prima, l’evento naturale accaduto è stato davvero eccezionale e per un festival simile dover decidere per l’annullamento causa un danno economico che, sono certo, avrebbero preferito evitare; credo semplicemente che gli organizzatori abbiano verificato che non c’erano le condizioni di sicurezza per far entrare migliaia di persone nell’area del Festival.

Già, perchè è di grandi numeri che si parla quando si dice Home: erano in migliaia a cantare di fronte a un Simon Le Bon in formissima sul palco principale, dove i Duran Duran hanno dimostrato una volta di più di non essere solo delle icone stantie, ma ancora degli idoli pop, capaci di far ballare tre generazioni di persone con brani immortali come “Hungry like the wolf” o “Wild boys”.

Ed eravamo ancora in migliaia sotto il tendone dell’Isko stage a ballare davanti ai potentissimi Soulwax e alle loro tre (sì, avete letto bene, tre) batterie (di cui una suonata da Igor Cavalera, ex dei Sepultura), ma l’evento forse più atteso della serata era il live dei berlinesi Moderat, ultima data italiana prima dell’annunciata lunga pausa, che vedrà Apparat e i Modeselektor dedicarsi ai rispettivi progetti: il live è stato assolutamente all’altezza delle aspettative e ha confermato come i Moderat spicchino nel panorama dell’elettronica attuale, riuscendo a coniugare alla loro ricerca sonora uno spirito pop che piace e funziona.

Detto questo, quello che “funziona”, per utilizzare il medesimo verbo, dell’Home è proprio questa capacità di accontentare qualsiasi palato (o per meglio dire udito) e di farlo con un alone di semplicità, di familiarità che si incontra solo se un festival è ben fatto: niente ressa, ampi spazi, accessibilità per tutti e godimento assicurato per le proprie orecchie.

Al netto degli imprevisti ed imprevedibili mutamenti climatici, lunga vita ad Home Festival, un festival italiano, un festival europeo, dove sentirsi, semplicemente, a casa.

 

Credits Giulia Razzauti Photography

Vasto è il piccolo borgo abruzzese, in provincia di Chieti, cornice di 4 giorni di musica, mare, buon cibo e ottima atmosfera: una bomboniera in mattoni e mosaici che con i suoi giardini lussureggianti, le sue ampie terrazze e le sue piccole vie labirintiche si affaccia sul Mare Adriatico.
Simbolo della città è la “Sirenetta” che erge su uno scoglio della morbida spiaggia sabbiosa di Vasto Marina – la statua di bronzo alta 3 metri realizzata nel 1979 dallo scultore Aldo D’Adamo raffigurante una bagnante. Da qui il nome del Siren festival.

Imprescindibile raccontare l’esperienza del festival senza la sua cornice e i suoi sapori, perché se c’è un’altra nota fondamentale da segnalare di questo territorio è la sua tradizione culinaria: dalla frittura di calamari agli arrosticini di pecora, tutte le ricette tipiche mirano a valorizzare la qualità e l’esclusività del prodotto primo a chilometro zero.

Con queste premesse ora è possibile immergerci nel mondo del Siren festival 2017, arrivato quest’anno alla sua quarta edizione: ben 50 concerti dislocati su 6 diversi palchi o location da giovedì 27 a domenica 30 luglio.
Le serate principali, più ricche e con più affluenza di pubblico, sono state quelle di venerdì e sabato.

Ad inaugurare la serata di venerdì 28 è stata la cantante e compositrice norvegiese Jenny Hval, che sullo sfondo di un romantico tramonto ha cantato del suo crudo, provocatorio e disilluso mondo femminile.
Dopo di lei, sullo stesso grande palco padrone di Piazza del Popolo, la piazza principale della città nonché terrazza di punta del belvedere vastese, è salito il giovane rapper Ghali, una delle voci più affermate dell’ormai radicata scena trap italiana. Un pubblico per lo più giovane, pronto ad accompagnare il rapper nei suoi ritornelli e a prendere la serata con la stessa sciallatezza che ha Ghali sul palco.

Nel frattempo all’interno dello Jager music stage del cortile D’Avalos suonano i losangelini Allah-Las seguiti dal veterano della musica elettronica Richard Kirk della storica band britannica Cabaret Voltaire che ripropone le tappe della carriera artistica del gruppo che fondò nel 1973: non solo suoni industrial e ventate di funk synth, che fecero dei Cabaret Voltaire uno dei gruppi più all’avanguardia di quel decennio, ma anche remix di pezzi elettronici a noi più vicini.

I più attesi della serata sono i Baustelle, che in occasione della pubblicazione del loro settimo album in studio L’amore e la violenza hanno intrapreso un never-ending-tour per l’Italia che però sembra essere per loro solo linfa ed energia: la scaletta che propongono è pressoché la medesima, molte le canzoni del nuovo album e alcune dei precedenti, ma ogni live merita la propria sorpresa e venerdì sera il pubblico del Siren festival ha potuto assistere a una delle più belle cover della famosa ballata Henry Lee di Nick Cave, emblema delle canzoni di “amore & violenza”. Con grande affetto e soddisfazione i tre e la loro live band di dandy lasciano il proprio pubblico al gran finale della serata: il dj set del famoso producer berlinese Apparat, all’interno del suggestivo cortile D’Avalos che a fatica ospitava tutti i ballerini della notte.

La giornata di sabato è tutta un’altra storia e non basterebbero le mie parole per raccontare tutto quello è successo. Dai miniconcert sul prato dei giardini D’Avalos degustando ottimi vini alle epiche sudate sui ritmi tropicali di Populous davanti Porta San Pietro, passando per street art e trap israeliana di Noga Erez, tanto forte e politicizzata quanto esile è la sua figura. Ghostpoet che riempie l’aria della sua calda voce, lasciando fluire un groove a tratti irrequieto a tratti introspettivo.. Una serie di ricordi che scorrono davanti gli occhi come le polaroid di Carl Brave e Franco 126, anche loro tra i protagonisti di questa magica serata insieme ad Anders Trentemøller.  Ma è su quest’ultimo e la sua band che vorrei spendere due parole in più, perché personalità come la sua sono ormai davvero rare.

A mezzanotte inoltrata il producer danese sale sul main stage insieme a tre componenti di una band che sembrano essere il suo immancabile braccio destro. Se è vero che la presenza di due chitarre, una batteria e una potente voce femminile fanno non poca differenza da un usuale concerto di musica elettronica, anche è vero che è lo stesso Trentemøller a guidare con estrema armonia e passione tutti gli altri: lui è al centro della scena ma non vuole atteggiarsi al divo quale potrebbe permettersi di essere. Sul palco c’è rispetto, ammirazione reciproca, forse amicizia, insomma c’è sintonia e tanta tanta energia. Assistere da vicino a questo live è una gioia non solo per le orecchie ma anche per gli occhi e il cuore, e la musica che proviene da lì non è semplice allenamento di dita e corde vocali, ascoltandola si entra a contatto con il mondo interiore, le ricerche artistiche e personali di un uomo che per la musica vive. Inutile forse aggiungere che secondo me Trentemøller rappresenta uno dei rari casi in cui la folgorazione live è pari quanto la rivelazione che si ha ascoltando l’LP.

Con questo immenso regalo il Siren festival si appresta a concludere la serata con il dj set di due nomi per cui l’appassionato di clubbing non ha bisogno di presentazioni: lo storico discografico della Mute Records Daniel Miller e il beniamino di casa Mattia Dionati.

Concludendo potrei dire che basterebbe una sola di queste serate per convincersi che il Siren festival vale tutte le voci e le leggende che si raccontano su di esso e, non solo, che meriterebbe maggiore visibilità.
Ma quasi preferisco tenere queste voci tra i pochi intimi che già lo conoscono e sperare che rimanga quel territorio incontaminato e prolifero che si è dimostrato in questa edizione e scommetto anche nelle precedenti. Perché diciamolo: il Siren di Vasto è di quei festival che diventano l’appuntamento da segnare nell’agenda dell’anno successivo e di quelli che ti fanno pentire di aver mancato gli anni precedenti!

Credits Giulia Razzauti Photography

Grande spazio alla trap e line-up ricchissima per lo storico festival genovese

Prende il via oggi la ventesima edizione del Goa Boa Festival, ormai storico appuntamento che si svolge nell’incredibile cornice del Porto Antico di Genova.

«Giunti al ventesimo giro di boa, abbiamo scelto di lasciar parlare il Nuovo con ancora più convinzione.» Con queste parole Totò Miggiano, direttore artistico del Goa~Boa sin dal 1998, descrive le coordinate dell’edizione 2017 di un festival in cui l’80% dei gruppi ha meno di ventanni, in un momento storico in cui la necessità del ricambio generazionale si fa particolarmente sentire e numerosi progetti si sono affacciati sulla scena affermandosi con forza.

Grande risalto sarà dato infatti alla trap, sotto-genere del rap che sta spopolando tra i giovanissimi e che vede i suoi alfieri principali impegnati proprio sul palco ligure. Oltre a nomi quali Dark Polo Gang e Ghali, spazio anche al pop-rock con Samuel, il leader dei Subsonica, che presenterà il suo primo album solista, mentre il fenomeno indie Gazzelle saprà far ballare il folto pubblico atteso.

Spazio anche al reggae e alla voce straordinaria di Tonino Carotone, per quella che si annuncia come una festa a cielo aperto che durerà 6 giorni.

Questa la line-up:

giovedì 06 luglio 2017
SMOKEY JOE & THE KID

FREE SHOTS

THE SWEET LIFE SOCIETY

SOUNDSYSTEM and SWING CIRCUS

TICKET 06.07.2017

early bird 10€ + dp  (fino ad esaurimento)

Intero 15€ + dp

Intero botteghino 15€

 

venerdì 07 luglio 2017
SFERA EBBASTA 

NADIA ROSE

(data unica italiana)

DARK POLO GANG

TEDUA

SKU

CERBERO GROSZ

TICKET 07.07.2017

early bird 15€ + dp  (fino ad esaurimento)

Intero 20€ + dp

Intero botteghino 20€

 

sabato 08 luglio 2017

SAMUEL

ERA SERENASE

TETA MONA

CANOVA

SONNY WILLA

BRUNO BELISSIMO

TICKET 08.07.2017

early bird 20€ + dp  (fino ad esaurimento)

Intero botteghino 22€

 

domenica 09 luglio 2017
GHALI

POP X 

MYKKI BLANCO

(data unica italiana)

CARL BRAVE X FRANCO126

GAZZELLE

CROMO

TICKET 09.07.2017

early bird 15€ + dp  (fino ad esaurimento)

Intero 20€ + dp

Intero botteghino 20€

 

 

lunedì 10 luglio 2017

DUBIOZA KOLEKTIV 

(prima data tour italiano)

TONINO CAROTONE

WRONG SIDE

CARTABIANCA

TICKET 10.07.2017

early bird 10€ + dp  (fino ad esaurimento)

Intero botteghino 10€

martedì 11 luglio 2017

KY-MANI MARLEY

(prima data tour europeo)

LUCIANO

SUGAR CANE EXPERIENCE

DJ LOCK

SensiStar

TICKET 11.07.2017

early bird 15€ + dp  (fino ad esaurimento)

Intero 20€ +dp

Intero botteghino 20€

BIGLIETTI E ABBONAMENTI:

– Scopri dove acquistare i biglietti di GOA BOA 2017 > CLICCA QUI

 

– Abbonamento speciale GB_TRIS (fino ad esaurimento):
per seguire tutti gli ospiti di Venerdì 7Sabato 8 e Domenica 9 Luglio,
ORARI:

apertura Porte/Cancelli:  ore 18

Live: dalle ore  19,30

Ph Giulia Razzauti, Siren Festival 2016
Ph Giulia Razzauti, Siren Festival 2016
Ph Giulia Razzauti, Siren Festival 2016

Manca poco più di un mese all’evento che in molti stiamo aspettando. Perché nonostante il Siren sia un festival giovane, arrivato quest’anno alla sua quarta edizione, si è già fatto amare da pubblico e critica, affermandosi tra i più importanti festival estivi italiani.

Nel cuore dell’estate, 28 e 29 luglio 2017, ospite del festival come ogni anno è l’incantevole borgo di Vasto (CH) che offre le sue spiagge, le sue terrazze e i suoi patrimoni culturali per un godimento a tutto tondo dell’incredibile line up che anche quest’anno fa venir sete a tutti gli amanti della scena musicale elettronica, pop, hip hop e rock internazionale ed italiana, in una convivenza a dir poco paradisiaca:

venerdì 28 luglio – Baustelle, Apparat, Allah-Las, Cabaret Voltaire, Ghali, Jenny Hval, Giorgio Poi, Emidio Clementi/Corrado Nuccini, Andrea Laszlo De Simone, Francobollo, Colombre

sabato 29 luglio – Trentemoller, Ghostpoet, Arab Strap, Carl Brave x Franco126, Noga Erez, Daniel Miller, Populous, Lucy Rose, Gazzelle, Gomma, Zooey

Dunque quest’estate armatevi di occhiali, creme solari e teli mare, ma soprattutto degli ultimi biglietti ancora disponibili del festival sui vari circuiti.

Un’ultima nota da segnalare è il concerto preview del festival. Non al mare, bensì in città, o meglio, alla periferia di Milano: al famoso Carroponte di Sesto San Giovanni, location di eventi festivi per il capoluogo lombardo, il 13 luglio si esibirà il gruppo losangelino tutto al femminile Warpaint che nella sua unica data italiana verrà a inebriare la nostra torrida estate padana.

0 438

la-femme

Vincitori del  “French Music Awards” nel 2013 grazie all’album d’esordio Psycho Tropical Berlin, la band francese La Femme torna in Italia, dopo un tour mondiale, per portare un po’ della sua elettronica psichedelia dal gusto pop e rétro e presentare il suo ultimo successo discografico Mystere, pubblicato nel settembre 2016.

Le tre date previste per questo mini tour primaverile sono:

20 aprile 2017 BOLOGNA presso Locomotiv Club
21 aprile 2017 MILANO presso Santeria Social Club, già Sold Out
22 aprile 2017 FIRENZE  presso Auditorium Flog

con prevendite disponibili nel circuito Mailticket per le date di Bologna e Firenze.

0 352

Cold Cave la creatura dark Wave di Wesley Eisold torna in Italia per una tournee molto interessante che sta toccando alcune città italiane tra cui Torino e Padova , stasera 1° Aprile Ravenna e nei prossimi giorni Roma il 4 e Milano il 5 Aprile al Circolo MAgnolia.

Ci sarà il nuovo Ep da presentare con il singolo “The Idea Of Love” e il b side “Rue The Day” – che riflette la precisa scelta di prendere le distanze dalle convenzioni della music industry, e di affrontare percorsi musicali alternative rock con influssi elettronici ed industrial , e tanti brani tratti dalla cospicua produzione di Cold Cave.

Da non perdere per gli appassionati del genere ma non solo! Per tutte le info visitate il sito di Radar Concerti al seguente link:

http://www.radarconcerti.com/cold-cave-atteso-ritorno-in-italia-con-cinque-date/