Apparat DJ: quando a Milano di notte la gente non si stanca

Apparat DJ: quando a Milano di notte la gente non si stanca

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Apparat DJ tra i fumi del Dude Club
Dude Club 15/10/2016 tom.matteocci_videographer
Dude Club 15/10/2016 tom.matteocci_videographer

Ore di attesa che sembravano interminabili, lunghe file in cassa, al bar e in bagno per chi, la notte del 15 ottobre, era al Dude Club per il dj-set del beniamino tedesco dell’elettronica Sascha Ring, in arte Apparat.
Mentre nella piccola ed accogliente sala dell’Osservatorio Astronomico suonava l’australiano Harvey Sutherland,  ad intrattenerci fino alle 2 di notte in quella più grande e spoglia è stato il duo-project Jazz Madicine, dal sound detroitiano, abbastanza lontano dallo stile di Apparat, ma comunque funzionale a rendere questa sala più colma e calda.
Quando alla consolle arriva l’headliner, infatti, occorre qualche minuto per abituare il pubblico a qualcosa di totalmente diverso. Finalmente.
Nonostante questa volta Apparat non sia nelle vesti di cantante, musicista e producer con la sua straordinaria band, ha saputo dare un tocco personale e riconoscibile alla scelta dei remix portati sul set.
Il suo approccio sofisticato, intimo e sognante alla musica è emerso anche durante un dj-set di quelli che mantengono il pubblico giovane ed energico attaccato alle casse per ore senza mai né stancarsi né annoiarsi, con continue riprese di profondi bassi che smuovono il corpo fino alle viscere.
Un set variopinto di poco più di tre ore nel quale accanto ad immancabili, se non scontati, remix di alcuni brani del suo progetto parallelo, più famoso e mainstream, Moderat -come Bad Kingdom e Rusty Nails, picchi massimi di euforia in sala- ci sono state interessanti presenze, come la voce di Thom Yorke di Everything In Its Right Place e come quella orientaleggiante di voci femminili indiane, che conferma il carattere internazionale e ricercato del suo stile.
La soddisfazione del dj, a fine set e luci accese, si è rispecchiata in quella del suo pubblico danzerino, che non è voluto andare via fino a quando la security lo ha invitato ad uscire. Strette di mano, foto, sorrisi e scambi di sigarette con un ragazzo -si, di 38 anni, ma portati da dio- come uno di noi, che si trova semplicemente dall’altro lato della consolle: è stata questa la presenza di Sascha Ring al Dude Club, che di figure come lui e di musica come la sua ne sentiva il bisogno.

Apparat DJ tra i fumi del Dude Club
Apparat DJ tra i fumi del Dude Club

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