Tre Allegri Ragazzi Morti: recensione data zero “Nel Giardino dei Fantasmi tour”...

Tre Allegri Ragazzi Morti: recensione data zero “Nel Giardino dei Fantasmi tour” (Fillmore – Piacenza)

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Con una capacità di fotografare la realtà che sembra addirittura cresciuta rispetto a un tempo, i Tre Allegri Ragazzi Morti hanno dato alle stampe un nuovo disco, intitolato “Nel giardino dei fantasmi”. Degno successore della fortunata svolta dub “Primitivi del futuro”, l’album è uscito lo scorso dicembre e si è perfettamente inserito nell’immaginario fumettistico e visionario che la band di Pordenone ha lasciato dietro di sé in questi vent’anni di onorata carriera artistica: maschere, spettri e lune, hanno dato vita ad un nuovo capitolo musicale, scritto con parole che concretizzano in maniera spiazzante ogni aspetto del nostro non sempre facile presente.

Il “giardino dei fantasmi”, meravigliosa metafora che può avere più interpretazioni, è una parabola in chiave moderna che racconta in musica l’Italia (giardino) e noi italiani (fantasmi). Da febbraio in poi questo leitmotiv sarà al centro di numerosissimi concerti in giro per la penisola: la settimana scorsa (l’1 febbraio 2013) la data zero del nuovo tour dei TARM si è svolta nell’ex-teatro Fillmore di Cortemaggiore, alle porte di Piacenza. Ecco un resoconto della serata.

Un folto pubblico accoglie con calore l’arrivo di Davide Toffolo e compagni sul palco e a colpire da subito è anche la nuova dimensione scenografica dello spettacolo: la poesia-visione – che Toffolo con la sua penna ha realizzato e fissato anche sulla copertina del disco – è diventata parte integrante della messa in scena svettando sui teli appesi dietro alla band. Il musicista attacca con “Puoi dirlo a tutti” indossando un’enorme pelliccia (come lui stesso ha raccontato in un’intervista, di quelle usate dai cecchini per mimetizzarsi nell’ambiente circostante) e la nuova “veste musicale” del gruppo appare evidente anche dai nuovi orizzonti etno-folk e rock-blues che vengono esplorati: la storia diventa immagine, mentre l’immagine si trasforma in musica.

La sorpresa della folla che forse, come me, si aspettava una intro con la nuova – e grande assente -“Come mi guardi tu”, si percepisce; poi però è la volta di “La faccia della luna” ed è il delirio; tra cori a gran voce e pogo i presenti cominciano a scaldarsi.
Il mood da “Giardino dei fantasmi” entra nel vivo non appena iniziano le ipnotizzanti filastrocche tratte dal nuovo album: “La mia vita senza te” viene gridata come se non ci fosse un domani, mentre “I cacciatori” e “La via di casa” sono ancora poco conosciute e la risposta della folla è meno immediata. Il breve tuffo nel passato reso possibile da “Occhi bassi” e “Codalunga”, si interrompe non appena si torna a parlare di scheletri e spettri durante i nuovi lavori puntellati di mandolini, ukulele e ritmi caraibico-africani. L’alternanza tra “vecchio e nuovo” prosegue, arrivando al culmine emozionale sulle consecutive  “Il mondo prima”, “Signorina primavolta” e “Il principe in bicicletta”. A “Il nuovo ordine” tocca il compito di chiudere la prima parte.

Una cosa che stupisce è vedere come gli affezionati del gruppo tornino sempre almeno ogni tanto ai concerti dei TARM, che ogni anno accolgono tantissimi nuovi “ragazzi morti” di tutte le età: “Ma per farli uscire bisogna urlare “Vaffan****”?” – sento domandare poco più indietro da uno stupito recente fan; mentre l’eco della parola magica si diffonde e Davide sale nuovamente sul palco, poco dopo seguito da Enrico, Luca e Andrea.

Per un ragazzo come me/che vede la poesia nella merce” urla Toffolo, parafrasando l’essenza della sua arte. Questa seconda tranche si chiude in bellezza con “Mio fratellino ha scoperto rock ‘n’roll”, “Mai come voi” e “15 anni già”, ma non è finita qui: il secondo Encore arriva e porta “Ogni adolescenza”, “Francesca ha gli anni che ha” e “Gianni Boy”. Capiamo che purtroppo siamo veramente arrivati alla fine sulle spensierate parole: “Voglio girare il mondo che il mondo in testa ho/e non avrò paura e non avrò paura/padrona mia è la luna e altro io non ho”.

Capaci di guardarsi dentro senza mai ripetersi, perennemente con le maschere per dare continuità all’universo inventato quanto attuale nel quale da sempre si trovano immersi, i Tre allegri ragazzi morti arrivano ogni volta ad essere rivelatori e innovativi. Come ci riescono non è cosa nota, ma partono da “ogni adolescenza” per farci comprendere meglio chi siamo anche dieci, venti o trent’anni più tardi. Su ogni nota mettono d’accordo sia gli adolescenti di oggi, sia coloro che, ormai cresciuti, durante “l’Incredibile spettaculo de la vida/l’incredibile spettaculo de la muerte” tornano ad essere giovani per almeno un paio d’ore. Di che cosa parla veramente una canzone? Forse i TARM sono riusciti a modo loro a darci una risposta.

TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTi: SET-LIST CORTEMAGGIORE (PC) 1 febbraio 2013 – Nel giardino dei fantasmi tour, data zero

Puoi dirlo a tutti
La faccia della luna
La mia vita senza te
I Cacciatori
La via di casa
Occhi bassi
Codalunga
Alle anime perse
E poi si canta
Bugiardo
La fine del giorno
Il mondo prima
Signorina primavolta
Il principe in bicicletta
Country Boy
Di che cosa parla veramente una canzone
Voglio
Il nuovo ordine

ENCORE I

La ballata delle ossa
La poesia e la merce  (CIT TESTO)
Quasi adatti
Mio fratellino ha scoperto il rock ‘n’ roll
Dimmi
Bella mia
Mai come voi
15 anni già

ENCORE II

Ogni adolescenza
Francesca ha gli anni che ha
Gianni Boy
La tatuata bella

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