Venerdì 21 marzo 2014 al Demodè club prima data pugliese de “Il nuovo tour dei Nobraino”, con il quale si presenta al pubblico “L’ultimo dei Nobraino”, quarto album della band romagnola.
Alle 23.15 iniziano i primi cori che, scandendo il nome dei nostri, chiamano a gran voce il gruppo sul palco per dare il via alla serata. Un sempre più costante afflusso di persone riempie il demodè, finché, alle ‘dodicimenounquarto’, Fabbri, Barbatosta, Bartok e il Vix si posizionano agli strumenti ed iniziano il soundcheck. Tutti quindi meno Kruger, che entra in scena solo dopo essere stato accolto dalle note de “Il muro di Berlino” e dall’entusiasmo generale. L’impatto visivo è sorprendente: l’abbigliamento sopra le righe, le luci, i props, ricreano un ambiente colorato, disimpegnato ed euforicamente coinvolgente. L’unica nota dolente è rappresentata da uno scarso volume del microfono del cantante, la cui voce è così sovrastata dalla musica. Tant’è che il concerto inizialmente stenta ad ingranare, ci si muove ancora timidamente come imbarazzati dall’idea di lasciarsi andare. Si sentono solo dei fievoli “bla bla bla” che ricalcano le parole del testo. Dopo un paio di nuove tracce è “Bigamionista”, primo singolo estratto dall’album, a cambiare le carte in tavola: sui primi accordi di chitarra all’improvviso la folla si infiamma, si risveglia e accompagna Kruger per tutta la durata della canzone. Sull’eccitazione ormai ritrovata parte “Jacque Pervèrt” – dedicata a tutte quelle coppie in sala ormai consolidate – pezzo che inquadra l’imbarazzo e l’ipocrisia di chi nasconde i propri feticismi sessuali per poi andare a realizzarli con partners occasionali: “Baci qui, baci là pudore e castità però poi vado a far sesso con la pornostar”. A seguire “Endorfine”, che gioca sul concetto di droga rendendolo universale e impossibile da sfuggirvi: “si droga il tipo che fa le gare con la bicicletta, si droga quello con la sigaretta e le slot machine… si droga il tale per sopportare l’ansia ed il dolore si droga l’altro che vuol dormire, si droga il nonno da quando non gli tira più l’uccello, si droga mamma per restare bella”. Ci si cimenta anche in una cover di “Hotel Supramonte” di De Andrè e a metà concerto Kruger si ritira dietro le quinte per un veloce cambio d’abito e pausa birra intervallato da Moby Dick dei Led Zeppelin. Agli occhi di tutti è ormai chiaro lo spettacolo vero e proprio del concerto, il cabaret di qualità offerto: tra dondolii sulla corda, cappelli che volano, telefoni come microfoni, i Nobraino entrano in profondo contatto con il pubblico, la quarta parete cade, è inesistente. Si passa al repertorio, ai pezzi da novanta tratti dai precedenti album, ed è una vera e propria festa: stage divings, discese dal palco con “Bademeister”, “Spider Italiana”, e l’immancabile rasatura di una “cavia” sotto le note de “Il mangiabardiere”. Qualcuno grida “Bifolco!”, ma la tromba irriverente di Barbatosta fa la preziosa e arriva solo come penultimo brano. Il concerto si chiude con “I signori della corte” e Kruger che si lascia trascinare su di una scala, ringraziando per la serata, che nonostante le premesse iniziali si è rivelata essere entusiasmante.
I Nobraino mettono in crisi gli amanti delle etichette poiché il loro stile fonde più generi insieme in uno shift di atmosfere a cui si fatica star dietro.
Speriamo davvero non sia l’ultimo.
Live Report a cura di Marianna McFly Castellano
Photo Credits: Annamaria Frascella