Authors Posts by Gianluca Quadri

Gianluca Quadri

2 POSTS 0 COMMENTS

2 617

Son passati quasi tre mesi dalla mia ultima recensione che, guarda caso, riguardava una performance proprio nel luogo dove sono stato mercoledì sera: il Factory di Milano.
Il gruppo di cui ora vado a narrarvi le imprese erano previsti dal vivo ai Magazzini Generali, ma a pochi giorni dall’evento, la data è stata posticipata a dopo quella di Roma, nel locale Blackout.
Sto parlando di un gruppo nuovo, uscito da poco nel panorama musicale inglese indie ma che ha già riscosso un enorme successo; dopo vari EP pubblicati è arrivato finalmente il loro album di debutto e si sono già fatti notare aprendo, lo scorso anno, il concerto dei Two Door Cinema Club: sto parlando dei THE 1975.

Dopo esser arrivato a destinazione, ho avuto un attimo di panico non trovando nessuno davanti all’ingresso, ma tempo di chiedere a qualche ragazzo di passaggio e scopro che tutta la marmaglia di gente è già entrata, ritiro il mio accredito ed entro nel fatidico luogo dove suonò anche Tom Odell mesi fa.
Nonostante il locale fosse già pienissimo riesco a trovare posto in una posizione ottima. L’attesa sicuramente è stata snervante in quanto avevo voglia di rivederli, dopo essermi gustato il loro debutto un anno fa ai Magazzini: ero curioso di sapere se c’era stato un cambiamento o no nelle loro performance. Il gruppo d’apertura, totalmente italiano, non era male: si chiamavano WEMEN, 4 ragazzi in camicia molto carichi e anche molto simpatici.
Finita la loro performance, amata e anche un po’ odiata da alcuni, da quanto ho sentito, ricomincia l’attesa per gli headliner.
Il palco è illuminato, al centro, a due centimetri dalla batteria, una finestra, che non è altro che il logo della band sulla copertina del nuovo album; l’ingresso della band sul palco avviene proprio dai lati di quella finestra.

The 1975 è l’intro d’apertura, omonima traccia presente nel loro album di debutto. I ragazzi entrano, la folla impazzisce, li acclama, loro salutano e parte l’attacco di batteria per la canzone The City.
Ecco che proprio in quel momento le mani si alzano a ritmo di questo brano, ci si muove perché con loro è difficile non farlo: non è uno di quei concerti in cui si salta, poga; è invece il classico concerto tranquillo, ma allo stesso tempo pieno di energia traboccante da ogni amplificatore.
Le canzoni non solo provengono dal primo album, come per esempio la bellissima M.O.N.E.Y, ma anche dai vari EP pubblicati precedentemente: tutt,i e dico tutti, siamo esplosi a sentire le note di So Far ( It’s Alright) contenuta nell’EP “IV”.
Un altro momento indimenticabile è stato quando hanno suonato il loro ultimo singolo “Settle Down”, canzone che ti mette proprio voglia di muoverti a ritmo.
Ma come ci sono i momenti carichi, ci sono quelli dolci e tranquilli: Mattie, il cantante, ci ha dedicato Fallingforyou (scritta proprio tutto attaccato) e subito dopo You, provenienti tutti e due da vari EP precedenti.
La band comunque non si ferma, i 1975 sono molto carichi, con voglia di suonare e si vede anche se l’acustica certe volte dava a desiderare.
Ecco che arriva Girls, altro loro singolo, con un video a dir poco bellissimo e originale, che fa esplodere il locale: tutti ballando, cantano, alzano le mani e il gruppo è lì che suona con una carica incredibile, anche Mattie sembra preso da questa energia che arriva dal pubblico, sale su amplificatori, agita i suoi capelli che sono i più lunghi mai visti.
Le ultime tre canzoni sono forse le più conosciute: si parte con Robbers, una ballad toccante che ha messo in evidenza la particolarità della voce del cantante, seguita dal successone Chocolate. Per finire il concerto in bellezza e con tanta energia c’è Sex, canzone che parla di problemi adolescenziali e ovviamente di sesso. Le chitarre esplodono, la batteria impazzisce e il bassista si da alla pazza gioia per finire un concerto epico, molto ben strutturato e bellissimo.

The 1975 sono migliorati tantissimo, sono sbocciati in quello che è la loro vena artistica dell’electro-indie e questo gli fa onore. Sono una band che vale la pena sentire dal vivo, vale la pena comprarne gli album, perché se lo meritano e faranno molta strada. E quella strada, a quanto pare, passerà anche dall’Italia.

Live Report a cura di Gianluca Quadri

0 531

Dallo stadio di San Siro sono passati tantissimi artisti, di ogni genere musicale. Alcuni si portano dietro non solo la loro musica, ma anche una scenografia degna del loro nome, altri invece si accontentano solamente del suono degli strumenti e delle voci del pubblico, insomma uno spettacolo semplice, ma sentito da ognuno. Ho avuto la fortuna di partecipare ad un concerto che, al suo interno, includeva le due cose: musica spettacolare e scenografia a dir poco incredibile.

Arrivo allo stadio con una carica pazzesca, ritiro il mio biglietto e salgo in tribuna stampa. Sono emozionato in quanto è la prima volta che vedo Robbie Williams, addirittura in un luogo come San Siro. Faccio presto conoscenza con alcuni reporter che, come me, erano arrivati in anticipo per assistere anche alla performance dell’artista spalla. Lo stadio si riempie a velocità velocissima, il parterre è pieno e sul palco iniziano a comparire i primi musicisti.

Olly Murs è un ragazzo con un gran talento. Sa come coinvolgere il pubblico, sa come muoversi, ballare e sopratutto non sbaglia mai una nota. Si perchè molti artisti quando si muovono in continuazione sul palco tendono a perdere un po’ di voce, ma è naturale. Lui no. Lui si diverte spostandosi da una parte all’altra del palco, seguito dalla sua band composta da coristi, trombettisti ecc. Il pubblico dello stadio reagisce bene a questa nuova promessa del pop, seguendo il ritmo delle canzoni dalla prima all’ultima, cantando hit come “Troublemaker” che in Italia ha ottenuto un successo clamoroso. Il ragazzo continua, scherza con il suo gruppo, con la gente in piedi nelle prime file e stupisce tutti facendo un medley di tre canzoni di una band anni settanta, gli “Earth Wind and Fire”: il ritornello della conosciutissima “September” si propaga per tutto lo stadio, la carica di “Let’s Groove” e “Boogie Wonderland” si sente nella voce di ogni persona che sta sul palco. Incintando il pubblico a saltare, Olly finisce la sua performance con “Heart Skips a Beat” e sul finire della canzone saluta il pubblico, ringrazia la sua band e passa la palla a Robbie Williams.

L’attesa sale, aumentata anche dalla bellezza del palco: due pedane che si estendono nella red zone, una a sinistra e una a destra, due schermi ai lati del palco e come sfondo la faccia di Williams color oro. Come al solito si ingigantisce la eccentrica persona dell’artista costruendo uno stage che tiene testa a uno spettacolo come il suo.
Entrano gli artisti che accompagnano la popstar, il pubblico inizia a urlare aspettando l’entrata del cantante. Iniziano a suonare un intro finchè dalla cima del palco scende lui, attaccato un filo, fino al centro della pedana, illuminato dalla luce. Un’entrata incredibile. “I’m Robbie fuckin’ Williams”: questa è la frase che da inizio al concerto e alla prima canzone della serata. Il pubblico si trasforma in un’onda unica che segue in ogni cosa il cantante che sa come intrattenere il suo stadio. La scenografia che si presenta è spettacolare: fiamme che sputano fuoco verso l’esterno, coriandoli, luci. Dalla pedana di sinistra esce, trasportato da un meccanismo mobile, il busto argentato raffigurante la faccia di Robbie, proprio come nella copertina del suo ultimo album “Take the Crown”.

La mia euforia è a mille, sono preso dal concerto, da lui e da tutto lo stadio che si muove, canta a squarciagola. Quando Williams esegue la cover di “Minnie the Moocher” di Cab Calloway lo stadio esplode ripetendo l’oramai ritornello tanto famoso. Ancora più sorprendente è la performance di “Kids” introdotta dal riff di chitarra famoso di “Back in Black” degli AC/DC. Proprio quando la chitarra si ferma, entra Olly proprio per cantare con Robbie. Uno su una pedana ciascuno, si divertono un mondo, cantano non steccando, muovendosi accompagnati dalla voce spettacolare di tre coriste; il duo è eccezionale. Posso dire di avere avuto i brividi per questa esibizione.

Le sorprese non finiscono qui: dalla parte destra del palco spunta, sempre su un meccanismo mobile, un mini palco al cui centro c’è un altro busto della faccia di Robbie, questa volta con la lingua di fuori, come la faccia che fa sempre Simmons dei Kiss. Sempre su questo palco piccolino, dove ora il busto sputa fuoco, parte “Bodies”, primo singolo del penultimo lavoro di inediti ovvero “Video Killed the Radio Star”.Finita la canzone(e qui si vede la pazzia della popstar), dopo aver aiutato le coriste a scendere dal mini stage, prende il suo chitarrista lo bacia e da quel momento parte un’altra cover:”Walk on the Wild Side” di Lou Reed seguito poi da un classico, risalente all’era dei Take That.

Col pretesto di non essere più solo (come, dice lui, nel tour del 2006) fa salire sul palco una ragazza, Chiara, di 23 anni. Camminando per il palco la giovane si fa vedere scioccata, felice, piangente, davanti a 75.000 persone. Robbie la porta su un letto, scherzano, ridono, lui la bacia sulla guancia, la ringrazia e iniziano a cantare coinvolgendosi a vicenda tanto da far cantare strofe di “Strong” proprio a lei che tira fuori una voce spettacolare. Tutto ciò fa sembrare quel momento, anche per chi non ha avuto la fortuna di salire sopra al palco, unico e indimenticabile. Le canzoni si susseguono una dopo l’altra, questo a significare la infallibile resistenza vocale dell’artista. Il concerto è anche seguito da momenti ironici come quando prende una chitarra, un foglio, spiegando che vuole dire qualcosa in italiano: ”Ti amo Italia e ho un pene grosso, ti amo”.

Con “Sexed Up” tutto lo stadio s’immerge in un’atmosfera tenera e romantica fin quando Robbie non lo interrompe annusando l’aria e dicendo: ”Sento odore di erba. Qualcuno ha della marijuana? Passatela, voglio fumare”. Dopo questa piccola parentesi simpatica si susseguono “Me and My Monkey” e “Candy”, primo singolo del nuovo album di Williams. Ci sono trombettisti in mezzo al palco, coriste sulle pedane e una popstar che non sta ferma un attimo. Un altro mash-up salta fuori, ovvero quello di “Hot Fudge” e un classico “Rudebox” finchè non si cede la palla a “Rock Dj”, canzone che fa precipitare lo stadio in un’immensa discoteca, piena di luci.

Ecco la pausa, sia per lui che per noi; il pubblico richiede la presenza sul palco di Robbie Williams per un encore. In effetti la “sobrietà” del concerto non finisce lì in quanto, sempre da destra, esce un altra faccia gigante illuminata del cantante, con bocca spalancata, con lui all’interno che canta “Feel” per poi sentirsi ripetere dal pubblico la frase famosa della canzone: ”i just wanna feel real love”.
Con la sua giacca rossa, Robbie ci ringrazia, si complimenta per lo stadio che, secondo lui, è il più bello del mondo e si fa aiutare a cantare quelle note alte di “She’s the one”, altro classico della sua carriera. Si ritorna in quell’atmosfera romantica, particolare e unica, fino all’ultimo pezzo.”Angels”, a mio modesto parere, è la canzone più bella che lui abbia mai scritto: tutto lo stadio canta, lui ci fa ripetere ogni singola parola, insomma brividi dall’inizio alla fine.Fuochi d’artificio, assolo di chitarra, Robbie inizia a ringraziare la sua band, il pubblico e alla fine della canzone, s’inchina con gli altri componenti per poi rifarci cantare a cappella, assieme a lui, il ritornello dell’ultima canzone.

Non ha badato a spese il ragazzo per questo tour e quello che viene fuori da ciò che si vede e da ciò che fa lui è che veramente Robbie Williams è il re del pop e su questo non ci si discute.

Photogallery di Andrea Migliorati

Set list:
Hey Wow Yeah Yeah
Let Me Entertain You
Monsoon
Not Like the Others
Minnie the Moocher (Cab Calloway cover)
Kids (con Olly Murs)
Sin Sin Sin
Bodies
Come Undone ( + cover Take a Walk On The Wild Side di Lou Reed)
Everything Changes (brano dei Take That)
Strong
Gospel
Be a Boy
Millennium (acoustica)
Better Man
Sexed Up
Me and My Monkey
Candy
Hot Fudge / Rudebox
Rock DJ
Encore:
Feel
She’s the One (World Party cover)


Angels