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Federico

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La musica è la mia passione. Sono cresciuto ascoltando i vinili e i cd di mio padre, grande fan di Pink Floyd e Beatles. All'età di 5 anni ho iniziato a studiare chitarra e pianoforte e a 15 ero chitarrista della rock band del mio Liceo. E da allora continua a far parte della mia vita.

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The Wavves way to much

“Afraid of heights”, uscito due anni fa, aveva impressionato pubblico e critica per la capacità di saper coniugare rumore e melodia in maniera davvero sorprendente, grazie in particolare a singoli come “Demon to Lean On” e “That’s on Me”. Con il nuovo album “V” uscito lo scorso 2 ottobre i The Wavves di Nathan Williams proseguono sulla stessa strada e propongono una miscela fresca e intrigante di noise edulcorato e pop melodico. Tutte caratteristiche che ritroviamo anche nel singolo “My head hurts” che richiama alla mente noise-pop mieloso dei primi Lemonheads a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso. Non fanno nulla di particolarmente innovativo i The Wavves, questo è evidente, ma lo fanno in maniera genuina e “sentita” e questo è già tanto di questi tempi. Speriamo solo che la band con il tempo non si “afflosci” e continui a proporci sempre canzoni energiche e scoppiettanti come “My head hurts”.

Video canzone “My head hurts” dei The Wavves:

 

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Cass McCombs

Figura di culto dell’underground americano degli ultimi 15 anni, Cass McCombs continua ha rilasciare album con regolarità impressionante (puntuale, ogni due anni). L’ultimo si intitola “A folk set apart” in uscita proprio in questi giorni insieme al nuovo singolo “I cannot lie” che potete ascoltare qui di seguito accompagnato da un bel videoclip in bianco e nero. Musicalmente parlando siamo dalle parti del più noto Ty Segall, un psych-garage rock graffiante e melodico al tempo stesso che affonda le radici negli anni ’60 senza tuttavia rinunciare a uno sguardo sul futuro. Forse negli Stati Uniti ce ne sono a centinaia (se non addirittura migliaia) di artisti come Cass McCombs che fanno dell’estetica a bassa fedeltà una vera e propria ragione di vita (artisticamente parlando). Ad ogni modo il trentottenne cantautore americano dimostra di essere uno dei più credibili e talentuosi attualmente in circolazione. Voi che ne pensate?

Video canzone “I cannot lie” di Cass McCombs:

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mr. oizo

Artista poliedrico ed eclettico, il francese Quentin Dupieux, in arte Mr. Oizo, nel 1999 fu protagonista di un exploit commerciale inaspettato con il singolo “Flat Beat”. Da allora la carriera di Mr. Oizo non avuto altri sussulti significativi e anzi è sempre rimasto un po’ nell’ombra nonostante avesse continuato a pubblicare album e a produrre brani per altri artisti. Nel caso del nuovo singolo “Hand In The Fire” in uscita in questi giorni, Dupieux mette il proprio talento produttivo al servizio di Charli XCX per un brano un po’ pazzoide, molto fresco e allegro che probabilmente ci saremmo aspettati di sentire all’inizio dell’estate piuttosto che ad autunno inoltrato. Ad ogni modo non si tratta di un capolavoro, ma se non altro fa capire come l’attuale panorama pop mainstream soffra di scarsa vena ispirativa. Meglio volgere occhi e orecchie altrove insomma, non vi perdete nulla da queste parti.

Video canzone “Hand In The Fire” di Mr. Oizo:

 

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the weeknd can't feel my face

Nonostante i buoni numeri ottenuti a livello di vendite, soprattutto negli Stati Uniti, l’ultimo album in studio di The Weeknd, progetto del giovane cantante canadese di origini etiopi Abel Makkonen Tesfaye, non è riuscito a convincere gran parte della critica di settore. In effetti in “Beauty Behind the Madness” si è un po’ persa quella “spinta” alla sperimentazione che aveva contraddistinto i suoi precedenti lavori. Da questo punto di vista il nuovo singolo “In the night” rende ben l’idea grazie in particolare a una vena melodica decisamente ammiccante e accattivante. Il brano è comunque gradevole, accompagnato da un bel videoclip in cui sono miscelate diverse tecniche di ripresa e montaggio. Insomma, “Beauty Behind the Madness” non sarà ricordato come uno dei migliori dischi del 2015 e probabilmente (anzi sicuramente) The Weeknd non potrà essere considerato come uno dei migliori artisti di area black degli ultimi anni. Tuttavia l’età è dalla sua parte e i margini di miglioramento ci sono, ben evidenti.

Video canzone “In the night” di The Weeknd:

 

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john grant disappointing

L’incipit di questo nuovo singolo di John Grant ricorda la successione di accordi di un noto brano contenuto nell’omonimo album d’esordio dei Dire Straits. Le analogie tra il cantautore americano e la band inglese tuttavia si fermano qua, non fosse altro per la capacità di John Grant di escogitare arrangiamenti che nascono dall’accostamento di strumenti e sonorità apparentemente assai distanti tra loro. “Down here” è dunque un bellissimo mid-tempo pop dalle venature country che lascia di sasso sin dal primo ascolto: la melodia è limpida, cristallina e per nulla banale mentre gli arrangiamenti, come detto, sono insoliti e indubbiamente fanno la differenza in un brano dalla scrittura così semplice. “Down here” è contenuto all’interno del suo ultimo disco “Grey Tickles, Black Pressure” che è già stato citato da numerose riviste specializzate come uno dei migliori album dell’anno in ambito indie. Noi non possiamo che essere d’accordo e “Down here” è lì a testimoniarlo.

Video canzone “Down here” di John Grant:

 

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Azealia Banks

Quando nel 2011 Azealia Banks se ne uscì con il singolo d’esordio “212” in molti (in primis noi) furono conquistati dalla sensualità della clip che l’accompagnava in cui le sue labbra carnose e irresistibili erano assolute protagoniste. Sex appeal a parte, anche musicalmente il brano non era niente male, carico ed energico sebbene non particolarmente originale. A quell’iniziale exploit non seguì il successo planetario che tutti si aspettavano, nonostante l’album d’esordio uscito nel 2014 abbia ottenuto ottime recensioni da parte della critica spezializzata. Il nuovo singolo della giovane rapper americana si intitola “Count Contessa” ed è contenuto all’interno del nuovo mixtape che sarà rilasciato presumibilmente nei prossimi giorni. “Count Contessa” alquanto scialbo che purtroppo non ha nulla della carica esplosiva di “212” e sono soprattutto gli arrangiamenti a peccare in scarsa incisività. In attesa di ulteriori nuove sul fronte Azealia Banks vi consigliamo di volgere le vostre orecchie altrove.

Video canzone “Count Contessa” di Azealia Banks:

 

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bjork

Per molti addetti ai lavori e non solo l’ultimo album di Bjork “Vulnicura” è il migliore realizzato dall’artista islandese in oltre 20 anni di carriera. Un’affermazione forse un po’ azzardata (difficile a nostro avviso raggiungere le vette espressive di “Homogenic” e “Medulla”) ma che comunque testimonia il fatto che Bjork, lo si voglia ammettere o no, raramente sbaglia un colpo. Per il nuovo videoclip di “Mouth Mantra” l’artista ha deciso di affidarsi all’estro creativo di Jesse Kanda che ha già avuto modo di collaborare con Arca, autore e produttore di tutte le musiche contenute in “Vulnicura”. Il suo stile è molto vicino a quello di un certo Chris Cunnigham (Aphex Twin) e questo non può certo che essere un dato positivo. Anche il brano, d’altro canto è davvero notevole, sia per quel che riguarda gli arrangiamenti e i suoni sia, e non ci sarebbe bisogno di dirlo, per la voce sempre particolarissima di Bjork. Un binomio vincente insomma.

Video canzone “Mouth Mantra” di Bjork:

 

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nevermen

Nevermen è il nome del nuovo progetto nato dalla collaborazione di tre “teste matte” della musica contemporanea: l’istrionico Mike Patton, già fautore di numerosissimi progetti nel corso di una carriera ormai ultradecennale, il sempre presente Tunde Adebimpe dei Tv On The Radio e l’altrettanto indispensabile Doseone dei mai troppo rimpianti Clouddead. Ed è proprio allo stile scanzonato e poppettaro di questi ultimi che si rifà il primo brano pubblicato dal nuovo ensemble. “Mr. Mistake” è un pezzo che unisce tribalità assortite, inserti elettronici e melodie fluttuanti. A volte sembra perfino di sentire qua e là la presenza di Damon Albarn e dei suoi progetti solisti. La nuova formazione pubblicherà anche un album omonimo il prossimo 29 gennaio per la mai doma Ipepac Records dello stesso Mike Patton. Ne riparleremo a tempo debito.

Video canzone “Mr. Mistake” dei Nevermen:

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the libertines gunga din

Davvero non sentivamo il bisogno del ritorno sulle scene di Pete Doherty e dei suoi The Libertines. Il nuovo album della band inglese uscito nei negozi lo scorso settembre e intitolato “Anthems for doomed youth” non ha nulla per valga la pena essere ricordato. Anche il nuovo singolo estratto dall’album, “You’re My Waterloo“, lascia il tempo che trova: una ballata romantica dalla scrittura alquanto scontata e fin troppo lineare che non riesce ad “accendere” il sacro fuoco del rock. Sono passati undici anni dall’uscita dell’album eponimo e 13 dall’apprezzabile esordio “Up the bracket”, ma purtroppo i The Libertines sembrano aver perso quel furore adolescenziale che li avevi contraddistinti all’inizio della carriera. Ci sono sempre sembrati un fuoco di paglia a dir il vero e il nuovo album a nostro modesto parere ne è la dimostrazione definitiva. Per la cronaca il videoclip di “You’re My Waterloo” è stato realizzato dal co-frontman Carl Barât con il contributo del fotografo Roger Sargent.

Video canzone “You’re My Waterloo” dei The Libertines:

 

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Oneohtrix Point Never

Del nuovo album di Oneohtrix Point Never “Garden of delete” vi abbiamo già parlato qualche settimana fa in occasione dell’uscita del singolo “Sicky Drama”, brano oltremodo estremo e atipico. Dietro questa singolare sigla si cela il genio creativo di Daniel Lopatin, artista che rappresenta indubbiamente un unicum nel panorama elettronico internazionale. L’occasione per parlare di nuovo di “Garden of delete” giunge ora con la pubblicazione online del cortometraggio “Repossession sequence” che in verità altro non è che la successione in sequenza di tre frammenti estrapolati da altrettanti brani contenuti nel disco (nell’ordine di “apparizione”: “Freaky Eyes”, “Ezra”, e “Mutant Standard”). La clip, davvero disturbante, è stata realizzata con il contributo dell’artista Nate Boyce ed è parte della serie Random Acts Video ideata dall’etichetta Warp Records.

Video canzone “Repossession sequence” degli Oneohtrix Point Never:

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Thundercat

Quello che potete ascoltare qui di seguito è uno dei brani contenuti nell’ultimo album di Thundercat intitolato “The Beyond / Where the Giants Roam” e uscito nei negozi lo scorso giugno. Musicista eclettico e fantasioso, Thundercat (all’anagrafe Stephen Bruner) ama le collaborazioni ed è a lui che si devono gran parte degli arrangiamenti di “To pimp a butterfly”, l’ultimo straordinario lavoro in studio di Kendrick Lamar, e “You’re dead” di quel pazzo scatenato di Flying Lotus che tra l’altro ha collaborato con lui anche alla realizzazione di “The Beyond / Where the Giants Roam”. Ad ogni modo “Them changes” è un brano squisito, in cui la black music abbraccia la west coast grazie a un approccio estremamente libero e visionario. L’incedere della voce e della melodia addirittura ricordano le cose più pop di Jim O’rourke (sì, proprio lui). Ci spiace solamente avervi fatto ascoltare questo splendido brano con così colpevole ritardo. Perdonateci.

Video canzone “Them changes” di Thundercat:

 

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Run The Jewels angel duster

Acclamati da pubblico e critica specializzata per il loro secondo album in studio uscito nei negozi giusto un anno fa, i Run The Jewels, duo formato da El-P e Killer Mike, stanno godendo in questo momento di una notorietà quasi insperata fino a non molto tempo fa. Nelle ultime ore il duo ha rilasciato online il videoclip di “Rubble Kings Theme (Dynamite)”, pezzo contenuto nella colonna sonora dell’omonimo documentario uscito nelle sale qualche mese fa. “Rubble Kings Theme (Dynamite)” è un brano caratterizzato da evidenti influenze dubstep e reggae che crediamo non dispiacerà ai fans dei Run The Jewels. All’interno della colonna sonora di Rubble Kings sono presenti anche altri brani interpretati da Littel Shalimar (che è anche produttore esecutivo dell’intero progetto), Roxiny & Tunde Adebimpe, Bun B, Killer Mike & Cuz Lightyear e molti altri ancora. Una bella combriccola insomma, ma “Rubble Kings Theme (Dynamite)” rimane comunque la migliore del lotto.

Video canzone “Rubble Kings Theme (Dynamite)” dei Run The Jewels: