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Alessio Gallorini

Alessio Gallorini
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Classe 1987. Scrive e ascolta musica fin da quando gli hanno comprato uno stereo e dato un'educazione. Toscano doc, conduce un programma radiofonico tutto "home-made" che non poteva che chiamarsi "L'Appartamento". Laureato in giurisprudenza, ma allergico ai tribunali. Ama la letteratura e tutto ciò che è arte. Finchè non si annoia. Frase del cuore: "Costruire è sapere, è potere rinunciare alla perfezione".

Un concerto intimo, un concerto da ricordare: (poco) illuminata dalle luci sul palco del Locomotiv, la bellezza di Marissa Nadler e la sua grazia hanno invaso una calda serata bolognese di metà settembre, regalando ai presenti strascichi di poesia in punta di chitarra.

La cantautrice statunitense, fasciata in un lungo abito nero, tornava ad esibirsi a Bologna dopo 5 anni e lo ha fatto confermandosi una delle interpreti più interessanti della sua generazione, assieme a Sharon Van Etten ed Angel Olsen, non a caso sue ospiti nel nuovo album “For my crimes”. 

E proprio dei suoi crimini ci parla Marissa, in un modo tanto accattivante quanto memorabile: da “Poison”, passando per “I can’t listen to Gene Clark anymore” (pezzo straordinario), fino ad arrivare a “Firecrackers”, tutto scorre e avvolge, in un alternarsi di canzoni e momenti di pausa in cui Marissa si rivela per la ragazza che è, timida, incapace di intrattenere il pubblico mentre accorda l’elettrica (lo lascia fare al suo compagno di palco), ma trasparente come pochi altri artisti dal punto di vista emotivo. Ogni volta che intona un verso se ne percepiscono le intenzioni, le sfumature, i colori. Una rarità vera.

Chi si è perso la data del Locomotiv, si è perso la possibilità di osservare da vicino un’artista, consapevole della forza delle sue parole e di un talento cristallino, come ha confermato la bellissima versione di “Save me a place” dei Fleetwood Mac, una vera e propria chicca che ha impreziosito una serata magica.

Marissa Nadler Setlist @ Locomotiv Club (18/09/2019)

Poison

Was it a dream?

Drive

Dead city Emily

For my crimes

I can’t listen to Gene Clark anymore

Strangers

Blue vapor

Said goodbye to that car

All out of catastrophes

Firecrackers

We are coming back

Save me a place (Fleetwood Mac cover)

 

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Dopo il fortunato tour della primavera scorsa, torneranno a calcare i palchi dei teatri italiani Manuel Agnelli e Rodrigo D’Erasmo, riproponendo in una chiave diversa brani degli Afterhours e cover scelte (oltre a reading di brani) che ripercorrono la carriera e le fonti d’ispirazione del frontman milanese, nel tour “An evening with… Manuel Agnelli”

Queste le date e le location prescelte per la nuova tranche del tour (biglietti già disponibili sui circuiti abituali di prevendita):
18.11 Roma, Auditorium Conciliazione
 20.11 Brindisi, Teatro Verdi
 22.11 Verona, Teatro Filarmonico
 23.11 Brescia, Teatro Display
 26.11 Ravenna, Teatro Alighieri 
 28.11 Varese, Teatro Open Job 
 30.11 Bologna, Auditorium Manzoni 
 02.12 Como, Teatro Sociale 
 04.12 Venezia, Teatro Goldoni 
 06.12 Firenze, Tuscany Hall
 07.12 Asti, Palco 19
 09.12 Parma, Teatro Regio 
 10.12 Milano, Teatro Degli Arcimboldi
Contestualmente ha riaperto per la nuova stagione anche “Germi – Luogo di contaminazione”, locale che i due musicisti hanno aperto in zona Darsena, a Milano, ormai sei mesi fa e che sta dando loro enormi soddisfazioni.
Questo il programma degli eventi fin qui annunciati:

Domenica 8 settembre
In collaborazione con  “Civica scuola di musica Claudio Abbado”, Un grande classico 
Trio di percussionisti: Stefano Grasso, Diego Guaglianone, Marco Silvestri
Ingresso libero con tessera Acsi
Apertura ore 19

Mercoledì 11 settembre
Filippo Graziani in  “Arcipelago Chieti”
Viaggio nelle parola e nella musica di Ivan Graziani
Sottoscrizione 10€ + tessera Acsi, 
Apertura ore 19, Inizio presentazione ore 21:00

Giovedi 12 settembre
Germi di teatro: “…e bastava un’inutile carezza a capovolgere il mondo” (racconto anarchico e poetico di ‪Piero Ciampi‬). progetto di Arianna Scommegna e Massimo Luconi
regia a cura di Massimo Luconi, con Arianna Scommegna, fisarmonica Giulia Bertasi
Sottoscrizione 10€ + tessera Acsi
Apertura ore 19

Sabato 14 settembre
TV Smith (The Adverts) In concerto
Sottoscrizione 10€ + tessera Acsi
Apertura ore 19 On stage alle 21 

Domenica 15 settembre
19’40” presenta: Gli amici contemporanei 
Sergej Tchirkov – Accordeon, Andrew Quinn – Visuals, 
Sottoscrizione 10€ + tessera Acsi
Apertura ore 19, On Stage ore 21

Giovedì 19 settembre
Alos e Xabier Iriondo – Presentazione del disco “Coscienza di se’” 
Sottoscrizione 10€ + tessera Acsi
Apertura ore 19, On stage dalle 21 

Venerdì 20 settembre 
The Kalweit Project – Presentazione del “Swiss bikes Ep”
Sottoscrizione 10€ + tessera Acsi
Apertura ore 19 On stage dalle 21 

Sabato 21 settembre 
Succi – Presentazione del nuovo album “Carne cruda a colazione”
Sottoscrizione 10€ + tessera Acsi
Apertura ore 19
On stage dalle 21 

Martedì 24 settembre
Presentazione del libro  – “Fuochi” di Roberto Farina
Moderatore: Manuel Agnelli 
Ingresso libero  Apertura ore 19

Mercoledi 25 settembre
A SOLO – Stefano Pilia in concerto
Presentazione nuovo album “IN GIRUM IMUS NOCTE ET CONSUMIMUR IGNI”
Sottoscrizione 10€ + tessera Acsi
Apertura ore 19.  On stage dalle 21 

Giovedi 26 settembre
Fabio Celenza  – Plugged
Ingresso libero + tessera Acsi
Apertura ore 19 -On stage dalle 21 

Venerdì 27 settembre
Futurissima presenta: Zé in concerto
Sottoscrizione 8€ + tessera Acsi
Apertura ore 19 On stage dalle 21 

Sabato 28 settembre
Epo  – Il nuovo album Enea in concerto
Special guest: Rodrigo D’Erasmo
Sottoscrizione 10€ + tessera Acsi
Apertura ore 19 On stage dalle 21 

Domenica 29 settembre
19’40” presenta: “Gli amici contemporanei”
Crew Experience (Enrico Gabrielli, Sebastiano De Gennaro, Francesco Fusaro)
Sottoscrizione 10€ + tessera Acsi
Apertura ore 19, On stage dalle 21 

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A 20 anni esatti dall’uscita di “Verdena” (24 settembre 1999), disco che rivelò al mondo il talento dell’omonima band composta dai fratelli Ferrari e da Roberta Sammarelli, tornerà sugli scaffali un’edizione celebrativa dell’album d’esordio del gruppo bergamasco, in versione doppio CD o triplo LP (quest’ultima edizione limitata e numerata, vinile arancione). 

Il doppio CD contiene l’album originale, la cui prima traccia – Ovunque – presenta un mix alternativo alla prima versione ormai dispersa. Come si evince dal sottotitolo, il secondo disco contiene, invece, “5 Relitti, 2 Residui, 2 Avanzi e un Demo”. Due di questi brani sono già contenuti nell’EP “Valvonauta” (Bonne Nouvelle e Piuma), altri due pezzi (accantonati dalla band perché non soddisfatti dell’esecuzione) sono Corpi (inedita) e Fiato Adolescenziale, registrati entrambi da Giorgio Canali nella stessa sessione del disco del 1999 e poi mixati nel 2019 da Alberto Ferrari all’Henhouse. A completare la tracklist, una versione acustica di Fuxia, una di Ormogenia recuperata da vinile (poiché anch’essa dispersa) e una “primordiale” Ormogenia registrata su 4 piste a cassetta nel corso di una delle tante jam casalinghe (Da Giordi); in chiusura un passaggio abbozzato in acustico (Oggi) e una versione live di Shika (altro inedito).

ll triplo vinile contiene 2 LP interamente dedicati all’album originale rimasterizzato da Giovanni Versari, sound engineer di fiducia dei Verdena, mentre il terzo LP contiene gli stessi “5 Relitti, 2 Residui, 2 Avanzi e un Demo” del secondo cd in digipack.

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Dopo l’annuncio del rinvio del tour previsto inizialmente per l’estate i Marlene Kuntz hanno rischedulato le date e ne hanno anche aggiunte di nuove, il che li porterà a girare l’Italia questo autunno con il tour (spettacolo doppio, sia elettrico che acustico) celebrativo dei 30 anni di carriera e dei 20 anni di uscita da Ho Ucciso Paranoia, terzo disco della band cuneese.
Queste le nuove date e le rispettive location:
3/10 Firenze, Viper
4/10 Fontaneto D’Agogna (NO), Phenomenon
5/10 Cesena, Vidia
10/10 Roma, Orion
11/10 Perugia, Afterlife
12/10 Parma, Campus Industry
18/10 Trezzo (MI), Live Club
19/10 Padova, Hall
25/10 Nonantola (MO), Vox NUOVA 
26/10 Bari, Demodè NUOVA
Da ricordare inoltre che Cristiano Godano sta presentando in questi mesi il libro “Nuotando nell’aria”, che narra proprio la storia della band e i retroscena di alcuni brani storici per il rock italiano e ha inoltre annunciato l’uscita, prevista anch’essa per questo autunno, del suo primo disco solista.
Le date del tour dei Marlene Kuntz saranno aperte dai Life in the Woods, giovane band romana che vede la collaborazione, nelle vesti di produttore, di Gianni Maroccolo, già sodale dei Marlene Kuntz (prodotti agli esordi con il Consorzio Produttori Indipendenti) oltrechè storico bassista di Litfiba e CSI.

Ormai da 5 edizioni il Settembre: Prato è spettacolo è diventata una piacevole tradizione di fine estate, prima della ripresa del lavoro e della scuola. In questi anni, da spettatore, da addetto ai lavori, ho visto crescere una realtà.
Prato è una creatura strana, una città di provincia pur potendo contare su circa 200.000 abitanti (la seconda città più grande della Toscana), una città multiculturale eppure legata a certe tradizioni che non moriranno mai e che rendono i pratesi orgogliosi (e i pratesi, credetemi, sono orgogliosi per natura).
L’operazione che ha portato avanti Fonderia Cultart in questi anni è un’operazione di educazione (o forse ri-educazione) culturale che ha rimesso questa città di provincia al centro, valorizzandone i luoghi (da Piazza Duomo, teatro del palco principale, a Officina Giovani, dove quest’anno sono andati in scena mostre e secret show, fino ad altri luoghi immersi nella città) e portando Prato a smarcarsi dall’ombra fiorentina e ad avere in città band del calibro di Interpol, dEUS, Einsturzende Neubauten e, quest’anno The Flaming Lips e Eels.
Proprio lo show doppio delle due iconiche rock band americane è sembrato qualcosa di irreale per la città, eppure è successo: Wayne Coyne ha cavalcato la folla nella sua bolla trasparente, ha solcato piazza Duomo in groppa al suo unicorno luminoso e tutti ci siamo chiesti: “ma davvero sta succedendo a Prato?”. Sì, sta succedendo. E poco prima mr. E aveva deliziato tutti con un set energico e con quella “Novocaine for the soul” che pacifica le anime, sul serio.
Il pubblico è rimasto estasiato e, cosa da non sottovalutare, negli anni è cresciuto, di edizione in edizione: sembrava impossibile riuscire ad avere piazza Duomo piena ed invece Salmo aveva a saltare di fronte a sè tantissimi giovani lo scorso 30 agosto, così come Samuel lunedì 2 settembre ha raccontato a giovani e meno giovani (“nostalgici anni ’90” verrebbe da dire) cos’è stato “Microchip emozionale” per una generazione intera.
Carl Brave e Gazzelle sono stati la “quota indie” del 2019 e anche loro hanno fatto scoprire a tanti ragazzi venuti da fuori che in fondo Prato non si può identificare solo con i luoghi comuni che la descrivono da anni e che un live all’ombra del Pulpito di Donatello è qualcosa che loro stessi si ricorderanno bene, come se lo ricorderà sua maestà Mike Patton, che si è anche portato un pezzo importante di Prato nel suo mini-tour italiano, ovvero la Camerata Strumentale Città di Prato, memoria storica della città e suo fiore all’occhiello. L’ex frontman dei Faith No More è stato un paio di giorni in città per le prove e poi ha regalato alla città un live straordinario, coadiuvato da musicisti del calibro di Enrico Gabrielli, Vincenzo Vasi e Alessandro “Asso” Stefana, che lo ha visto cimentarsi con i classici della canzone italiana, riportando in scena a distanza di 9 anni “Mondo Cane”.
Un giorno potremo davvero raccontare di aver visto Mike Patton o Wayne Coyne proprio lì, all’ombra del Duomo, così come Coyne racconterà magari nel mondo che una volta ha fatto un soundcheck con le persone appena uscite dalla messa domenicale che lo applaudivano divertite.
Questo per dire che Prato è ormai ben più dei cliché con cui la si descrive, è ben più di una provincia e vuole ancora crescere.
Sognare è lecito, chissà, l’anno prossimo, chi avrà la fortuna di suonare su quel palco, illuminato dalla luna, con il Pulpito di Donatello a un passo…

Sono appena rientrato dal TOdays 2019 e ho letto un articolo in cui Gianluca Gozzi, direttore artistico del festival torinese, dichiara conclusa la sua esperienza e ne spiega punto per punto le ragioni.

Gozzi, negli ultimi 5 anni, ha materializzato sogni, mettendo su un Festival capace di rivitalizzare la periferia torinese in un periodo dell’anno in cui, francamente, una grande città come quella piemontese sembra solo in attesa dei rientri dalle vacanze dei suoi abitanti.

Negli ultimi anni invece, per tutti gli appassionati di musica, l’ultimo weekend di agosto, Torino è stata una specie di Paradiso e quest’anno si è probabilmente raggiunto un nuovo apice. 

Riuscire a far suonare sua maestà Bob Mould, uno che qualcosina nella storia della musica l’ha combinata, alle 18 di venerdì pomeriggio significa avere una line up che ha conquistato per prima cosa il rispetto dell’artista stesso e la voglia di esserci e il set chitarra e voce (inconfondibile) di zio Bob lo ha confermato, così come la sua felicità nel posare per centinaia di foto con i fan a fine live, perchè sì, il TOdays è anche quel festival dove è facile trovarsi post concerto a scambiare due parole con i Low o i Ride e dove tra il pubblico trovi il meglio degli addetti ai lavori sparsi in giro per il Paese.

E dopo una leggenda come l’ex Husker Du è stata la volta di una delle band più ispirate degli ultimi anni, i Deerhunter di Bradford Cox, che con la sua sgargiante camicia ci ha guidato lungo un declivio verso gli anni ’70, tra folk e pizzichi di psichedelia, perfetto aperitivo in vista di mr. Spaceman, Jason Pierce, che con i suoi Spiritualized ha letteralmente mandato a fuoco le nostre anime in un set tanto breve quanto intenso, che lo ha visto suonare brani dal nuovo “…and nothing hurt” (da “I’m your man” a “A perfect miracle”) e chiudere con una versione celestiale di “Oh happy day”.

Chiusura del day 1 affidata ai Ride, chiamati a sorpresa dopo il forfait dei Beirut (tanto che Mark Gardener ha iniziato il set dicendo “Buonasera Torino, we’re not Beirut, we are Ride”) e capaci di esaltare giovani e meno giovani con quelle chitarre che non si possono non amare (Dio benedica Andy Bell) in quella che alla fine è la primissima uscita dopo la pubblicazione di “This is not a safe place” (pubblicato il 16 agosto).

Tra brani nuovi (“Future love” su tutte) e vecchi classici intramontabili (“Leave them all behind” straordinaria) i quattro alfieri dello shoegaze hanno confermato di essere ancora in forma straordinaria e non hanno certo fatto rimpiangere Zach Condon e soci, anzi!

Nella giornata del sabato, passata ancora a fischiettare “Oh happy day”, una band ha spiccato sulle altre: i Low, che si confermano tanto sottovalutati quanto talentuosi: Alan Sparhawk e Mimi Parker hanno deliziato tutti con le loro armonie e credo che la versione di “Lazy” sentita al TOdays parecchi di noi non la scorderanno facilmente, mentre gli occhi luccicavano di meraviglia e nel frattempo saliva sul palco Hozier, per concludere la serata con una vena pop che non guasta mai (da sottolineare anche il set di One True Pairing in apertura, alias Tom Fleming ex Wild Beasts…tenetelo d’occhio, il ragazzo ha talento).

All’ex Incet (altra realtà industriale esaltata dal TOdays), per non farsi mancare niente, è andato poi in scena uno dei live che rimarranno nella storia del festival, per perfezione e contesto: The Cinematic Orchestra hanno letteralmente fatto volare tutti in un’altra dimensione con un concerto che credo tutti attendessero da almeno un decennio. Clamorosi, semplicemente.

La domenica è partita col botto: la forza del TOdays di porre l’accento sui luoghi ha fatto sì che il Parco Peccei, realtà post-industriale abbandonata a se stessa, con erba alta e quanto ci si può aspettare da un parchetto di provincia un po’ dimenticato, diventasse la location perfetta per il punk elettronico degli Sleaford Mods, mai così a fuoco in un live set. Letteralmente esplosivi.

Pensate cosa voglia dire passare dagli “working class electronic heroes” di Nottingham al funk disco “made in Daft Punk” degli australiani Parcels (che hanno più della produzione in comune con la band francese): ancora sudati dal Parco Peccei, ci si è rimessi ad ancheggiare dolcemente allo Spazio 211, mentre si veniva poi folgorati dalla bellezza, non solo estetica, dei Balthazar, una band che sa di avere dei numeri e li tira fuori tutti (Jinte Deprez che suona pressochè qualsiasi cosa è un valore aggiunto), non potendo fare altrimenti per non finire nel dimenticatoio dato quello che succede dopo, perchè dopo si materializza la Storia, ovvero Johnny Marr e Jarvis Cocker, in una combo micidiale che ha steso qualsiasi nostalgico (o ex adolescente) degli anni ’80, tra “How soon is now?” o “There is a light that never goes out” e un Jarv in versione anche psicologo (“qual è la tua più grande paura?” ha chiesto ad una ragazza in prima fila), mai preso bene come nella sua versione torinese: classe infinita al servizio del divertimento puro e una voce che definire inconfondibile è poco.

Si inizia la giornata con gli Sleaford Mods e si chiude con Nils Frahm, questo è il TOdays: l’unione tra mondi, la realizzazione di sogni, il riuscire a trovare la prossimità dove non sembra essercene, se non per il talento e lo spirito che unisce certi musicisti e far avvicinare anche un punk alla musica classica o viceversa.

La melodia di Frahm all’ex Incet ci trascina dolcemente fuori dal sogno, in un morbido risveglio fatto di treni da prendere, lavori a cui tornare, estate che si spegne lentamente in una notte torinese piena di stelle e con sullo sfondo un complesso industriale che non è mai sembrato così poetico.

Non manca molto al TOdays 2020, vero? Perchè voglio credere che questo sogno così tangibile non possa finire così. Per quanta bellezza ci sia già stata, c’è sempre un po’ di bellezza da scoprire ancora.

Da giovedì 5 settembre a domenica 8 ad Ancona dEUS, Subsonica, La Crus e tantissimi altri.

Seconda edizione per “La Mia Generazione Festival” ad Ancona: ideato da Mauro Ermanno Giovanardi, voce e anima dei La Crus, porterà sotto la mole vanvitelliana nomi imperdibili per la scena musicale italiana ed internazionale, a cominciare proprio dai La Crus, che si esibiranno domenica 8 settembre con il loro nuovo spettacolo “Mentre le ombre si allungano – appunti scenici per voci, suoni e immagini”, simbolo del loro approccio avanguardistico al mondo musicale (Cinema della Mole Vanvitelliana).
L’appuntamento clou di questa seconda edizione sarà però il live dei dEUS, venerdì 6 settembre, alla Corte della Mole Vanvitelliana, dove la band belga risuonerà per intero il loro album culto “The Ideal Crash”, che compie esattamente 20 anni in questo 2019.
Sabato 7 settembre gli headliner saranno invece i Subsonica, con una data celebrativa di “Microchip Emozionale” (altro disco cult uscito nel 1999), al Porto Antico.
Tanti sono però gli appuntamenti collaterali: dal triplo live di Massimo Zamboni, Edda e Riccardo Sinigallia di domenica 8 settembre, fino al dj set di Andy Smith dei Portishead che seguirà il live dei dEUS, per finire con la sonorizzazione del film “Isole di Fuoco” di Vittorio De Seta a cura di Colapesce.
Venerdì 6 settembre andrà in scena “I figli legittimi”, titolo dell’appuntamento che vedrà protagonisti Max Collini, Maria Antonietta, Lucio Corsi, Colapesce, Emiliano Colasanti e Carlo Pastore. Conduce il giornalista e direttore di Radio Popolare, Carlo Chicco. Quando la generazione di Afterhours, La Crus, Subsonica e Bluvertigo era all’apice del successo, tra il pubblico dei loro concerti, probabilmente, c’erano molti degli autori che oggi hanno avuto il merito di aver riportato i giovani nei live club. E da qualche parte, in qualche modo, deve esserci un fil rouge che lega i “padri” a questi “figli legittimi”.

A questo link il programma completo di un festival che si preannuncia imperdibile!

Quando delle anime belle si incontrano il risultato è spesso straordinario, fuori da ogni schema e, manco a dirlo, oltre ogni più rosea aspettativa: 15 anni dopo l’EP “In the reins” Calexico e Iron & Wine si sono riproposti di lavorare insieme su un nuovo disco ed è così che è nato “Years to burn”, con il quale stanno andando in tour in Italia.
Ieri sera era la volta di Firenze, dove lo straordinario scenario della Cavea del Nuovo Teatro del Maggio Fiorentino è tornato a risplendere come merita grazie alla rassegna di live “A cielo aperto” (che ha visto ospiti in altre serate anche Haken e Franz Ferdinand) e che proprio con il live di Calexico e Iron & Wine giungeva a conclusione.
Non ci poteva essere finale migliore, giocato sull’orlo della poesia folk di Sam Beam e della verve tropical-desertica del duo di Tucson: entrambi si sono contaminati regalando un qualcosa di difficilmente ripetibile e, a livello emotivo, assolutamente spaziale: fin da “Follow the water”, con cui i nostri esordiscono sul palco, si capisce che non sarà una serata banale; avere musicisti di questo calibro a 3 metri di distanza è una fortuna rara e poterne osservare ogni espressione, ogni ammicco, ogni accordo di chitarra o colpo di batteria è una lezione su come si riesca a fare grande musica e ad essere, allo stesso tempo, straordinariamente umani.
E’ proprio questo infatti che traspare nelle espressioni di Joey Burns e Sam Beam, quando dialogano, quella complicità, quella voglia di stare insieme che fa capire come siano loro stessi i primi a divertirsi e ad essere fan l’uno dell’altro e viceversa.
I brani del nuovo lavoro, da “Midnight sun” a “Father Mountain”, si mescolano con i successi delle rispettive carriere, irrorati di nuova linfa da una band straordinaria su cui spicca la batteria sempre precisa di Convertino.
Emozioni e lacrime si mescolano col sudore di questa torrida serata estiva fiorentina, mentre il panorama mai banale del capoluogo toscano fa capolino da sotto la Cavea: l’apice si raggiunge nel momento acustico, in cui Iron & Wine e Joey Burns restano soli sul palco a dialogare con le rispettive sei corde: da “Sunken Waltz” a “Bitter truth”, passando per “Falling from the sky” a “Naked as we came”, quattro pietre miliari si srotolano nelle nostre orecchie prima di lasciare di nuovo spazio alla band al completo per la cavalcata finale, che ovviamente tiene conto di “In the reins” e si chiude con il dolcissimo, malinconico bis di “Years to burn” lasciandoci sulle labbra e nelle orecchie la sensazione di esserci per un attimo trovati in un canyon dell’Arizona, con una brezza primaverile rarissima che ci scompigliava i capelli e ci faceva sorridere e commuovere di tanta bellezza.

CALEXICO + IRON & WINE Setlist – Firenze 25/07/2019

Follow the water

History of lovers

Midnight sun

Bitter suite

What heaven’s left

Red dust

Flores y tamales

 

Sunken Waltz

Bitter truth

Falling from the sky

Naked as we came

 

Glimpse

Bring on the dancing horses

Prison on route 41

Boy with a coin

Sixteen maybe less

In the reins

Father mountain

Encore:

Years to burn

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Da Gazzelle ai Flaming Lips, passando per Salmo, i Subsonica e perfino Mahmood. Musica e spettacoli per tutti i gusti alla quinta edizione di Settembre: Prato è spettacolo.

Giunto alla quinta edizione, sotto la produzione di Fonderia CultArt, il “Settembre: Prato è spettacolo” non molla di un centimetro e continua ad annoverare un programma ricchissimo di spettacoli ed artisti di livello nazionale ed internazionale.

Oltre al Palco Centrale di Piazza Duomo, tornerà anche la Piazza dei Piccoli, in piazza Santa Maria in Castello, dal 29 agosto al 3 settembre: laboratori, spettacoli e giochi per i bambini in pieno centro storico.

Tra le novità dell’edizione, da segnalare UnderStage|35 la rassegna di giovani band in collaborazione con Santavalvola che si terrà a Officina Giovani dal 31 agosto al 1 settembre.
Altra novità di quest’anno il Dopofestival Secret Show, il 30 e 31 agosto, dalla mezzanotte a Officina Giovani.
Fra gli eventi in città anche serate a cura di Freaky Deaky al Museo di Palazzo Pretorio e al Centro Pecci e il Creative Factory / Self made Market dal 1 al 3 settembre a Officina Giovani.
Infine, ultima importante novità dell’edizione 2019, l’evento gratuito in Piazza Duomo “Radio Bruno live” che ospita numerosi artisti della scena musicale italiana.

Per quanto concerne gli eventi di Piazza Duomo, si parte il 28 agosto con lo spettacolo “A ruota libera”, in cui Giovanni Veronesi dirigerà in diretta Alessandro Haber, Rocco Papaleo e Sergio Rubini, accompagnati dal vivo dall’Orchestra Musica da Ripostiglio. Sarà uno spettacolo che intreccerà musica, cinema e vita di questi straordinari artisti.

La sera successiva sarà la volta del fenomeno it-pop Gazzelle portare in scena il suo tour sul palco di Piazza Duomo, per quello che si preannuncia come l’ennesimo sold out di un tour ricco di successi (oltre 90 date fino ad oggi) che lo ha proiettato ad essere una delle voci dominanti della nuova scena indie italiana.

Il 30 agosto arriva il rap caustico di Salmo, autore di uno dei dischi italiani dell’anno, trainato da singoli come “90 minuti” o “Il cielo nella stanza”. Il suo “Playlist summer tour” si preannuncia come caldissimo e attesissimo anche in quel di piazza Duomo.

Dopo 9 anni, il 31 agosto lo storico leader dei Faith No More Mike Patton riporterà live in Italia “Mondo Cane”, accompagnato dalla Camerata Strumentale Città di Prato, il suo omaggio alle canzoni italiane degli anni ’60 e ’70. La sua voce unica risuonerà nella splendida cornice di Piazza Duomo con classici di Gino Paoli, Luigi Tenco o Fred Buscaglione per quella che sarà una delle sue due sole date italiane (la data di Milano del 2 settembre al Teatro degli Arcimboldi è già sold out).

Il 1 settembre gli amanti del rock avranno l’acquolina in bocca, poichè ad alternarsi sul palco pratese saranno gli Eels guidati da Mark Oliver Everett (che porterà in scena il suo nuovo album “Deconstruction”) e gli eccentrici Flaming Lips di Wayne Coyne, reduci dall’ultima fatica “King’s Mouth”, che coloreranno la piazza con uno show unico come solo loro sanno offrire.

Il 2 settembre si continua a ballare con lo sonorità dei Subsonica, che non hanno certo bisogno di alcuna presentazione e porteranno in scena “8”, loro nuovo album che li ha già accompagnati in un tour nei palazzetti.

Il palco pratese dei grandi concerti ospiterà poi il 3 settembre, Carl Brave al secolo Carlo Luigi Coraggio, produttore e paroliere romano. La sua prolifica capacità compositiva è sfociata nell’esodo solista “Notti Brave” (Disco di Platino). L’album, uscito a maggio 2018, è entrato diretto al primo posto in classifica, restandoci per due settimane. Notti Brave è senza dubbio un disco che ha colpito nel segno, trainato dal singolo “Fotografia” (Triplo Platino) interpretato assieme a Fabri Fibra e Francesca Michielin.

Il 4 settembre concerto a ingresso gratuito (ormai tradizionale) per la Camerata Strumentale Città di Prato, diretta dal maestro Jonathan Webb con il soprano Elizaveta Martirosyan dal titolo Bohemian Rhapsody: saranno eseguite musiche di Dvořák e Bedřich Smetana.

Il 6 settembre poi appuntamento nuovo di zecca per il settembre pratese, con il live del Radio Bruno Estate 2019, che vedrà alternarsi sul palco artisti del calibro di Mahmood, Luca Carboni, J-Ax, Tiromancino e tanti altri, rigorosamente ad ingresso gratuito.

Tutti i biglietti degli eventi sono disponibili nei Punti vendita Ticketone e Box Office Toscana e on line su www.ticketone.it.

 

 

Thom Yorke è un’interferenza, un’anomalia del sistema, è il picco imprevisto in un’encefalogramma fin troppo piatto della scena culturale attuale.

Siamo probabilmente di fronte all’artista più influente degli ultimi 25 anni e, bisogna ammetterlo, non si sa quando qualcun altro riuscirà ad avere la stessa potenza espressiva (e ad essere altrettanto ascoltato).

“Anima” è la sua ultima fatica, la sua ultima idea fuori dal macrocosmo Radiohead e il Thom Yorke elettronico, sciamano del dancefloor non è da meno di quello ipnotico e straziante che fa bella mostra di sè nella band di Oxford.

Girovaga per il palcoscenico di Piazza Castello (ovviamente stracolma) con quelle sue ormai caratteristiche movenze da ballerino sghembo, mentre Nigel Godrich gli apparecchia un sound immaginifico, che fa ballare tutti e su cui Thom innesta la sua chitarra (o i synth) oltre ad un cantato che sembra provenire da un altro universo, un universo raffigurato dai visual di Tarik Barri, proiettati alle spalle di Yorke e assolutamente studiati alla perfezione per farci entrare nell’iperspazio delle “Tomorrow’s Modern Boxes”.

Da “Interference” inizia un viaggio che è un crescendo nelle idiosincrasie dello Yorke elettronico, quello più rilassato e musicalmente audace: “Black Swan” è uno di quei brani da consegnare ai posteri come materia di studio, per non parlare di “Amok”, hit che non sa di essere una hit, da ballare fino allo sfinimento.

Thom sorride sotto i baffi, guarda il pubblico, lo incita, sgattaiola e poi saltella da una parte all’altra, un folletto iperattivo che sa anche farsi cantautore di spessore celestiale (“Dawn Chorus” da brividi) e ci lascia lì, attoniti, in attesa, mentre i nostri corpi si muovono quasi sottratti alla nostra stessa volontà.

Per le 2 ore di show si è come impossessati dal demone del ballo, dalle movenze sincopate che lo stesso Yorke ci invita a riprodurre, semplicemente si può staccare il cervello dai problemi e lasciare che sia il corpo a prendere il sopravvento, l’istinto, il ritmo.

E’ la stessa cosa che riesce a fare Thom Yorke sul palco, far venire fuori il suo istinto primordiale per la musica, la sua capacità di creare e poi limare i dettagli. Tutto è caos, ma un caos perfetto, studiato.

Thom Yorke è la costante impazzita di questa generazione, l’incognita che risolve l’equazione nascosta nella musica. Bisogna solo goderselo, capiremo poi quanto siamo fortunati che lui sia qui, ora.

THOM YORKE Setlist @ Ferrara Sotto Le Stelle (18/07/2019)

Interference

Brain in a bottle

Impossible Knots

Black Swan

Harrowdown Hill

Pink Section

Nose Grows Some

The Axe

The Clock

2 Feet Off The Ground

Has Ended

Amok 

(Spoken Bits Segue)

Not The News

Truth Ray

Traffic

Twist

 

Dawn Chorus

Runwayaway

Default

Atoms for peace

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Saranno Andy Bell e compagni a sostituire i Beirut, che hanno annullato il loro tour estivo europeo

Come già capitò lo scorso anno, quando i My Bloody Valentine diedero buca all’ultimo secondo, anche quest’anno gli organizzatori del TOdays festival si sono trovati a dover fronteggiare un imprevisto, sottoforma dell’acuta laringite di Zach Condon, che ha costretto i Beirut ad annullare tutta la parte estiva del loro tour europeo (resta confermata la data di Milano del 12 ottobre 2019, invece): se l’anno scorso avevano estratto dal cilindro i Mogwai, anche quest’anno non si può certo parlare di rimpiazzo per la band che andrà a prendere il posto dei Beirut nella line up di venerdì 23 agosto, primo giorno del TOdays 2019 in via Cigna 211.

Saranno infatti i pionieri dello shoegaze RIDE ad esibirsi, forti dell’uscita di “This is not a safe place”, nuovo album che sarà dato alle stampe il 16 agosto prossimo: a distanza di soli 7 giorni dall’uscita ecco per loro l’unica data italiana del 2019 (mentre il 4 febbraio 2020 saranno in Santeria Toscana 31 a Milano); si tratta dunque di ennesimo miracolo per gli organizzatori del TOdays, che sono riusciti forse nell’impresa di migliorare addirittura la line up del 23 agosto, che vedrà sul palco due band shoegaze / dream pop storiche come RIDE e Spiritualized, oltre ad una leggenda come Bob Mould (ex Husker Du) e all’astro nascente dei Deerhunter.

Il TOdays resta dunque l’appuntamento imperdibile per gli amanti dei live di fine estate. Chapeau.

 

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La classe non risente del tempo, così come le belle canzoni.

Antonello Venditti di classe ne ha da vendere, ed è ancora un ragazzino sul palco, malgrado i 70 anni già compiuti: Venditti è un oratore, oltre che un cantautore, un maestro da cui lasciarsi affascinare, con imprescindibili aneddoti che colorano ogni brano e rendono la grandezza di questo figlio di Roma che ha saputo, brano dopo brano, raccontare le generazioni (più di una) dagli anni ’70 in poi.

In una Piazza Duomo stracolma si è assistito a una vera e propria cavalcata di successi, cantati da giovani e meno giovani con uguale intensità: da una struggente “Stella” a “Notte prima degli esami”, con cui tutti abbiamo approcciato alla maturità, fino a “Lilly” o “Dimmelo tu cos’è”, spaccati di vita in cui Antonello ci ha condotto con maestria, riuscendo anche a contestualizzare ogni brano rispetto all’epoca in cui lo ha composto ed eseguito: l’eroina nelle strade di Roma, il rapporto con De Gregori (nella bellissima “Francesco”) e l’uscita dalla RCA, la fine di un amore importantissimo, la riscoperta della vita; Venditti è un poeta, è uno per cui “la matematica non sarà mai il suo mestiere” ma anzi che “ha bruciato la sua laurea e vive solo di parole” (è infatti laureato in Giurisprudenza).

Come un maestro ci insegna la vita canzone dopo canzone, fino ad arrivare all’esecuzione integrale (insieme allo storico gruppo Stradaperta, con cui registrò il disco) di “Sotto il segno dei pesci”, che ha compiuto quarant’anni nel 2018 ed è il motivo principe di questo tour.

Dalla title track, fino a “Bomba o non bomba”, per arrivare a  “Sara” o “L’uomo falco”, quel disco è una pagina nella vita di chi c’era all’epoca, un tuffo nei ricordi, ma ne spaventa anche la straordinaria attualità (si pensi proprio a “Bomba o non bomba”), come è propria solo dei grandi capolavori, che sanno essere sempre attuali.

Venditti dirige la band con maestria e ci regala quel suo timbro inconfondibile e quella mimica (spesso con la sigaretta in bocca) che lo hanno anche reso oggetto di una celebre imitazione, sciorinando battute e aneddoti di una vita straordinaria, da “Lucio Dalla che mi  ha salvato la vita” (gli trovò casa in un periodo molto buio e non proprio lucidissimo dell’amico romano) fino a “Ultimo mio grande amico, che spero mi prenda come maestro per non commettere errori in carriera, come ho fatto io con Lucio”.

Successo dopo successo si arriva all’apoteosi finale, con il Venditti recente (ma non meno ispirato) di “Dalla pelle al cuore” e “Unica”, che lascia spazio ai grandi classici “Amici mai”, “Alta marea” e “In questo mondo di ladri”, per concludere con una immancabile “Ricordati di me”, da brividi.

Tre ore e mezzo di concerto di uno straordinario professionista, ma prima ancora di un grande uomo, che sa narrare ed affascinare dal palco e per cui la musica è ancora una straordinaria gioia.

Ed è un vero privilegio poterne godere.

ANTONELLO VENDITTI Setlist @ Pistoia (09/07/19)

Raggio di Luna

I ragazzi del Tortuga

Giulio Cesare

Piero e Cinzia

Peppino

Stella

Non so dirti quando

Lilly

Compagno di scuola

Ci vorrebbe un amico

Notte prima degli esami

Sotto il segno dei pesci

Francesco

Bomba o non bomba

Chen il chinese

Sara

Il telegiornale

Giulia

L’uomo falco

Dimmelo tu cos’è

Dalla pelle al cuore

Unica

Che fantastica storia è la vita

Amici mai

Alta marea

Benvenuti in Paradiso

In questo mondo di ladri

Ricordati di me