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Bugo, due mesi in chat su Whatsapp con 100 fan prima del rientro definitivo in Italia

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Nell’arco degli ultimi due mesi si è svolto il primo esperimento di chat di gruppo tra un artista ed alcuni dei suoi fan: a dare vita a questo bizzarro incontro virtuale su Whatsapp è stato Bugo, direttamente da Delhi, luogo in cui si trova ormai da quattro anni. Chi si fosse perso qualche passaggio, potrà capire meglio cos’è successo leggendo alcuni estratti di ciò che è stato detto (che proverò a riportarvi di seguito, avendo fatto parte della discussione). Avere lo smartphone con la batteria perennemente scarica e la memorie intasata per i numerosi file condivisi ogni giorno dai componenti del gruppo, è stato il piccolo prezzo da pagare per coloro che hanno fatto parte di questo esperimento inedito e anche un po’ folle, che ha permesso, ad un numero limitato di persone, di comprendere molto da vicino un musicista che seguono ed apprezzano. Tutto è partito dall’idea di un fan: 50 sconosciuti accomunati dalla passione per la musica di un artista e si incontrano virtualmente, ognuno condividendo pezzetti di vita e momenti importanti: laurea, lavoro, disoccupazione temporanea, gusti musicali ed opinioni su qualsiasi argomento venga proposto. Bugo ha apprezzato l’idea e ha lanciato un appello ai fan su fb: la richiesta è stata alta, così da 50 iniziali, i “bugatini” di diversa età e provenienza sono diventati 100 suddivisi in due chat (in realtà 150 tra chi è uscito perché non reggeva il passo col numero medio di messaggi giornalieri, o è entrato successivamente prendendo il posto di chi abbandonava). La chat è stato un modo per dire: “Ragazzi lascio definitivamente l’India e sto registrando un nuovo disco”. Ma cosa è accaduto di preciso?

Bisogna dire che Bugo ha sempre avuto un rapporto particolare con chi lo segue, a cominciare dalla sua attivissima presenza sui social network: durante il tour 2011-2012 ha realizzato la prima intervista open suore tramite Twitter (con l’appoggio del magazine OnStage), poi un intervista diretta coi i fan sulla pagina Facebook; nel 2013 aveva anche lanciato un appello ai propri sostenitori, per reperire tramite crowd founding i fondi da poter investire nel film dedicato ai suoi 13 anni di carriera, “Ora respiro”; e infine, nel periodo d’oro di Whatsapp – che vanta un numero di utenti sempre in crescita ed è ‘ancora più vicino alle persone’ – ha deciso di fornire, a chi ne facesse richiesta tramite un messaggio privato, il suo numero di cellulare indiano, richiedendo agli inclusi nel progetto di sottostare scherzosamente a due irremovibili regole: “Io ho sempre ragione” e “Devi impazzire”.

“Con questa cosa della chat stiamo stabilendo un rapporto ancora più esclusivo unico e diretto, mi ha fatto conoscere molto dei miei fan, mi ha dato la carica”

“Quello che succede all’ interno del gruppo chat. 294 messaggi al mio risveglio. Ma sono molti ma molti di più se sommati a quelli degli scorsi giorni (abbiamo iniziato una settimana fa). I ragazzi si divertono a più riprese, io sorrido con loro, si parla di cose serie e di stupidate (come ogni conversazione sana), mi prendono in giro e io prendo in giro loro, insomma la cosa procede e sarà così almeno fino a fine luglio. Si, perché un esperimento così non può durare un ora o un giorno. Bisogna esagerare, due mesi di chat con Bugo. Chi è fuori forse si salva (forse, o è meglio il delirio?) ma voi, cari fan che siete dentro al gruppo, dovete impazzire! E vi piacerà impazzire!”

Quali temi hanno riscosso più successo ed interazione? Indubbiamente le canzoni scritte dal diretto interessato. “In qualche modo tutte le mie canzoni parlano d’amore. Non scrivo canzoni per odio, per rabbia sì. Amore non è solo amore per una donna, per me è anche amore per gli amici, amore per l’umanità”.
La discussione post “Italia uscita dai mondiali dopo solamente tre partite” ha lasciato poi spazio alla musica: abbiamo avuto scambi anche su altri artisti italiani o internazionali, concerti visti la sera prima, canzoni, pirateria, arte in generale – Bugo ha realizzato, insieme al grafico Luciano Baragiola, la rivista Acid Times – e artisti da lui apprezzati come Paola Pivi, Urs Fischer, Dan Colen.

Ogni tanto qualcuno ha giustificato la propria prolungata assenza dalle discussioni (ecco un messaggio-tipo): “Scusate, sono impegnato durante il giorno ma la sera leggo tutto”.
In effetti leggere approfonditamente 438 messaggi arretrati richiede una certa quantità di tempo. Ecco infine qualche passaggio interessante, suddiviso per argomento:

#VascoRossi

“Il problema di Vasco riguarda certe cose che dice, che danno fastidio agli alternativi. Ma lui gioca su questo. E’ un grande per quello che ha fatto e per come ancora porta avanti la sua musica. Non è schierato ed è completamente indipendente”.

#Pirateria

“Ma chi siamo noi cantanti, quelli che non devono essere  pagati perché è tutto bello e gratis? Tutte scuse per chi invece di comprare un disco si beve due birre. Mi ha sempre dato noia questo lassismo degli anni zero”.

Nel frattempo le domande spontanee di ogni sorta si sono moltiplicate: ‘Ti piace la disco anni ’80?’ ‘Per favore registra un messaggio vocale che dice -Ti è arrivato un messaggio! –’…o ancora ‘Ti piacerebbe fare una data negli USA?
Bugo non si è sottratto, inviando messaggi vocali, foto e risposte a tutti:

“A dire il vero amo la mia lingua e il mio inglese non è buono. Cantare negli Usa significherebbe provare a far casino, ma io vivo qua e il mio casino lo faccio qua”.

#Critiche
“L’altro giorno un tipo mi ha attaccato definendo questa cosa della chat una leccata di culo ai fan, non capisce che io questa cosa l’avrei fatta anche 10 anni fa. Ecco, questo tipo di mentalità mi fa rabbia. Ricordo quando nel 2002 firmai con Universal, che qualcuno mi diede del traditore. Io non ho mai tradito. Siete voi (quelli là) piuttosto che mi state tradendo. Essere quello che sono con i miei continui cambiamenti è un modo per dire: combattete per voi stessi fino alla fine”.

Come dicevamo, Bugo si accinge a rientrare in via definitiva in Italia: nei giorni scorsi ha creato la playlist per il party di addio alla città che lo ha ospitato negli ultimi anni informandoci su alcuni dei pezzi che ha inserito. Ha anche inviato foto che immortalavano i festeggiamenti, e ha persino composto una canzone  (chitarra e voce) che ha postato sull’account Tumblr, a pochi giorni dalla sua partenza. Ora chi ha fatto parte della chat è invitato a postare su Vine un breve video rappresentativo della propria personale esperienza di questi due mesi insieme, che verrà poi unito agli altri nel filmato intitolato “Quelli della chat di Bugo”. Nessun dettaglio però è trapelato sul nuovo disco in lavorazione, che di sicuro sarà conseguenza anche di questa considerazione:

“Quattro anni di India e Oriente, un pezzo di vita. Questa esperienza mi ha regalato un bagaglio di esperienze aneddoti luoghi avventure persone che a tratti devo ancora assorbire”

Nel frattempo la chat è stata chiusa la settimana scorsa, ma i fan più agguerriti non si sono persi di vista e hanno formato un nuovo “Fan club su Whatsapp”. Che Bugo decida di ripetere l’esperimento anche dall’Italia?

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