Recensione Afterhours al Rock in Roma – 28/07/2014

Recensione Afterhours al Rock in Roma – 28/07/2014

Ore 21:48, si abbassano le luci e si innalza l’inconfondibile muro di suono e poesia degli Afterhours che, in un concerto di quasi due ore e mezza, hanno spostato le lancette dell’orologio indietro di 17 anni, al 1997, anno di uscita di una delle pietre miliari del rock made in Italy, quel “Hai paura del buio?” eletto miglior album indipendente degli ultimi 20 anni.

E proprio la domanda “Hai paura del buio?” dà il via alle danze e alla levata di mani al cielo con uno dei brani più significativi e controversi della band: 1.9.9.6. Non sono servite le proteste dei cittadini di Prato a far togliere dal brano (o meglio a far togliere nuovamente) la bestemmia che c’è all’inizio della canzone. Ma se ogni religioso dismettesse i panni da fervente si renderebbe conto che per far rivivere l’anima di quell’album c’è bisogno anche di questo: c’è bisogno del profano, della rabbia verso il sistema, ma anche delle note pungenti e sarcastiche. Togliere anche solo uno degli elementi di quell’album, forse, farebbe crollare la cortina che vi si è creata intorno. E, forse, questo non è un gruppo per credenti religiosi.

La sacralità c’è, però, eccome. E’ rappresentata dal rispetto categorico nella scaletta di Manuel &co nei confronti della tracklist dell’album, ripetuta come una Messa di cui Manuel è Sacerdote e di cui scandisce i ritmi serrati e incalzanti. Brani violenti e duri si contrappongono tra i pezzi più intimistici. Intimità che si celebra fino in fondo in “Simbiosi”, dove Manuel si fonde come una Trinità: lui, la sua chitarra e il suo pubblico. Nient’altro.

E poi torna il “Veleno”, con la graditissima partecipazione di Nic Cester (presente nella versione Deluxe dell’album, proprio nello stesso brano), che dà qualche minuto di pace alle corde vocali di Manuel Agnelli, e ci regala una versione ancora più spinta del pezzo, dove Giorgio Prette picchia ancora più duro sulla sua batteria invitando il pubblico accorso (forse in numero minore rispetto alle attese) a una partecipazione vibrante.

“Mi trovo nuovo” è solo l’ultimo dei 19 brani di “Hai paura del buio?“, che però dà il via a un concerto nel concerto, per un’altra ora di emozioni in un excursus “a sorpresa” di brani tratti da tutta la carriera della band: dalla dura Strategie, alla riflessiva Padania, a “La verità che ricordavo”, passando per “La sottile linea bianca”. Una lunghissima e sorprendente selezione di brani indimenticabile per tutti i fans. Il Bye Bye ce lo danno proprio con “Bye Bye Bombay” in un commiato tra il pubblico in estasi e un Manuel Agnelli completamente stremato che crolla sul palco.

Diciassette anni dopo non abbiamo più paura del buio, ma gli Afterhours ci piacciono ancora da morire.

NO COMMENTS

Leave a Reply