Metronomy ai Magazzini Generali di Milano: il live-report dell’unica tappa italiana della...

Metronomy ai Magazzini Generali di Milano: il live-report dell’unica tappa italiana della band

A cinque anni di distanza dalla loro precedente comparsa nel nostro paese (1 marzo 2009, La Casa 139), i Metronomy sono tornati dalle nostre parti ieri sera per un’unica tappa italiana che si è tenuta sul palco dei Magazzini Generali di Milano. La breve ma intensa performance di apertura è stata affidata ai We were Evergreen – tre ragazzi di Parigi che a maggio pubblicheranno un disco d’esordio intitolato “Towards” – purtroppo però al loro live ha assistito una folla abbastanza ridotta a causa dell’orario dalla bassa affluenza (ore 20.00) in cui è stato proposto. Poco dopo la sala si è riempita e Joseph Mount e soci sono saliti sul palco alle ore 21.00 in punto, tra gli applausi dei presenti.

Il gruppo si è presentato in completo elegante coordinato e rispetto all’ultima volta anche in formazione rinnovata (a quella attuale siamo abituati da “The English Riviera” in poi): dopo la dipartita di Gabriel Stebbing avvenuta nel 2009 infatti, al cantante ed al tastierista Oscar Cash, si sono aggiunti la batterista Anna Prior e il bassista Gbenga Adelekan, oltre ad un nuovo chitarrista, come abbiamo avuto modo di notare nel corso del live di ieri. Smesse le luci intermittenti che erano soliti tenere sul petto e che si illuminavano a ritmo, i Metronomy sono passati ad utilizzare un’intera scenografia, un po’ onirica e un po’ kitsch, che rispecchia perfettamente la loro personalità.

La band britannica, fresca di pubblicazione di un quarto album di studio intitolato “Love Letters”, ha dato prova ancora una volta di originalità, percepibile sia dallo stile musicale che dalla presenza scenica (tra balletti a tema e battute), ma  anche di una certa maturità artistica: considerati tra le realtà d’oltremanica più interessanti degli ultimi anni – nella loro Inghilterra collezionano un sold-out dopo l’altro – i Metronomy sono ormai una certezza, soprattutto dal vivo. Benché il nuovo album suoni in maniera più soft rispetto ai precedenti, i singoli “I’m Aquarius” e “Love Letters”, ma anche “The Most Immaculate Haircut” (con tanto di cicale registrate in Toscana), nella versione live appaiono carichi e convincenti, sicuramente in maniera maggiore rispetto alla versione su disco. Inutile dire che l’apprezzamento più tangibile è stato espresso dal pubblico per brani più datati: da “The English Riviera” (che da appunto  il nome al penultimo album) allo scanzonato “Everything Goes My Way”, fino a  “The Look”, “Corinne” e “The Bay”, tra i più riusciti e trascinanti della serata, che è arrivato a chiudere il primo blocco. Qualche perla è arrivata anche dal secondo e (da me) apprezzato lavoro “Nights Out”, uscito nel 2008, come ad esempio i singoli “Heartbraker” e “Radio Ladio”.

Dopo una pausa brevissima c’è stato il tempo ancora per tre canzoni, per le presentazioni di rito e per i saluti: poco meno di un’ora e mezza di musica volata via, con l’augurio espresso da Joseph Mount di tornare presto ad esibirsi nel nostro paese. Che dire, lo speriamo anche noi e attendiamo (questa volta a breve) fiduciosi un nuovo divertente appuntamento con i Metronomy.

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